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Capitolo 17

Nico mi aveva lasciata fuori casa, da sola. Rientrai in casa e cominciai a mettere a posto il disordine che c'era. Chissà chi era entrato in casa. Dopo aver pulito tutto mi sedetti sulla poltrona davanti al camino e cercai di rilassarmi. Le cose stavano accadendo troppo in fretta ed io non ci capivo nulla. Non avevo ancora avuto le risposte a tutte le mie domande. Non sapevo perché l'incantesimo doveva durare fino ai miei sedici anni, perché mia zia e mia madre odiavano così tanto i Serra anche prima della mia nascita. Era tutto così strano. Cominciai a fissarmi le mani. Ero una strega e avevo fatto del male a delle persone, certo persone che mi trattavano male e volevano usarmi per i loro comodi. E poi erano così diversi tra loro. Rebecca parlava solo per dirmi che ero una sporca strega, Stefano mi mandava sorrisi ogni secondo. Elia era il più gentile, si preoccupava davvero per me ma era comunque un vampiro e l'avrei dovuto trattare come gli altri. E poi c'era Nicolò. Solo guardarlo in faccia mi faceva innervosire ma quando lo guardavo negli occhi mi tornava in mente quella notte. La notte in cui mi salvò la vita, la notte in cui quest'ultima era nelle sue mani e decise di non portarmela via. Mi convinsi che l'uomo di quella notte, in quella stretta stradina, non esistesse. C'era solo il vampiro originale, cattivo, malvagio e bastardo. Sospirai dopo tutti questi pensieri e mi alzai dalla poltrona. Non sapevo che fare. Ero sola in quella casa, senza nessuno. Ricordai quanto mi sentii un mostro nella casa dei Serra. Forse l'aiuto di Stefano mi serviva davvero.
Camminai avanti e indietro per la casa fino a quando non presi la mia decisione: avrei fatto un patto con i vampiri originali.
Uscii di casa, senza cappotto, senza scialle. Avevo molto freddo ma non sarei tornata in casa. Era tardo pomeriggio e così pensai che i Serra dovevano essere tornati nella casa in città. Cominciai a correre. Era così bello sentire il vento sul viso e il cuore in gola. Quando arrivai in città, mi sentii osservata. Mi guardai intorno ma nessuno stava facendo caso a me.
Cominciai a camminare lentamente e continuavo a sentire degli occhi su di me. Era come se qualcuno mi stesse seguendo. Arrivai davanti casa di Giuliana. Le finestre erano chiuse e si poteva vedere che dentro non C’era nessuno. Sbuffai e mi sedetti sugli scalini del porticato di casa sua. Alzai lo sguardo e guardai il cielo. Non c'erano stelle ma esso aveva un colore stupendo. Era violetto e ogni tanto si vedeva la luce dei lampi in mezzo alle nuvole. Sentii un rumore così mi voltai di scatto.
Mi alzai e continuai a camminare in modo svelto. Quando mi ritrovai davanti alla casa Serra feci un grande respiro e bussai alla porta. In quel preciso istante mi pentii di quello che avevo fatto. Stavo per andare via quando finalmente qualcuno aprì la porta.
-Signorina Clara- disse sorridendo l’uomo scuro di pelle.
-Salve…- dissi abbassando lo sguardo.
-Come mai qui?-
-Mh… sono venuta per il signor Stefano… è qui?-
-Si. Prego entrate- disse spostandosi. Annuii e entrai. Era stupenda quella casa. C'erano tante luci e il soffitto non c’era. Si vedeva il cielo con le sue meravigliose sfumature.
-Come lo chiudete?- chiesi indicando in alto.
- Il soffitto? Oh beh è una specie di marchingegno- sorrisi. Amavo troppo quella casa. L'avevo sempre amata e non m'importava di chi fosse, era splendida.
-Vado a chiamare Stefano. Fate come se foste a casa vostra- disse sorridendo per poi salire le scale. Mi guardai intorno spaesata e curiosa.
-Signorina Clara. Siete tornata- disse una voce dietro le mie spalle. Quando lo vidi sorrisi.
-Marco… state bene?- dissi guardando le sue mani. Erano piene di graffi e sangue.
-Certo signorina Clara- disse sorridendo e nascondendo le mani dietro la schiena. Aveva il viso stanco e quel sorriso si poteva vedere lontano un miglio che era finto.
-Ecco qui la nostra cara strega- disse Stefano scendendo le scale con un sorriso raggiante stampato in viso. Mi voltai e lo vidi insieme a Marcello e Nico. All'improvviso mi sentii il cuore in gola e le mani bruciare. Riuscii però a stare calma.
- Non ditemi che volete il mio aiuto?- disse avvicinandosi e guardandomi negli occhi.
-Se non volete aiutarmi a me va bene lo stesso- dissi con distacco.
-Oh no, non fraintendete. Sarà un onore per me aiutarvi- disse per poi baciarmi la mano.
-E cosa vorreste in cambio?- dissi lanciando uno sguardo veloce a Nico.
-Mh… noi aiutiamo voi, voi aiutate noi- disse entusiasta.
-Che tipo di aiuto?-
-Contro vostra zia signorina Clara. Non vi chiedo di ucciderla, non potrei mai. Ma vorremmo solo un aiuto. Magari qualche suo libro, qualche segreto- disse facendo un occhiolino.
-Beh i segreti della mia famiglia li conoscete tutti voi- risposi per poi sorpassarlo e andare vicino a Marco che mi guardò preoccupato.
-Mh… a dir la verità non tutti. Ce ne è uno in particolare che tutti noi vorremmo sapere-
-Ovvero?- dissi non capendo.
-Perché vostra zia continua ad usare la magia nera senza conseguenze?- chiese lui aspettandosi una risposta da me.
-Cosa ne posso sapere io? Fino a un giorno fa non sapevo neanche di essere una strega. E poi chi vi dice che usa ancora la magia nera?-
-Perché quel libro di magia nera che avete trovato in casa sua, ha cercato di riprenderselo oggi pomeriggio mentre voi eravate con noi. Di certo le serve a qualcosa- disse Elia scendendo le scale. Lo guardai sorpresa.
- Il libro era sul mio letto… poteva prenderlo con facilità-
-Ecco il punto signorina Clara. Qualcuno ha lanciato un incantesimo di protezione sulla vostra stanza. Potete entrare solo voi li, voi e le persone di cui vi fidate- disse Stefano in modo convincente.
-Quindi la vera domanda è: chi ha lanciato questo incantesimo? E perché vuole proteggere un’insulsa contadina come voi?- disse Rebecca uscendo dalla sala pranzo. Era davvero irritante. E poi chi avrebbe dovuto proteggermi?
-Scusate e quindi io vi servo per aiutarvi a sconfiggere mia zia, che tra l'altro è la persona da cui qualcuno cerca di proteggermi?- chiesi facendo finta che fosse tutto normale ma non lo era affatto. Una strega aveva lanciato un incantesimo sulla mia stanza per proteggermi. E se invece voleva solo non fare prendere il libro di magia nera a mia zia? Odiavo tutto quello che stava succedendo. Inoltre la famiglia Serra mi rendeva ogni secondo della mia vita più complicato.
-Esattamente streghetta. Se fosse per me ti avrei già uccisa ma visto che ci servi, aspetterò- disse Rebecca passandomi accanto e sorridendo -Oh mi permetto di darti del “tu” semplicemente per il fatto che non mi stai simpatica e quindi usare il “tu” mi rende più facile insultarti. E poi sei una contadina, perché darti del “voi”?- disse cercando di provocarmi.
-Rebecca sii più gentile con la nostra ospite, in fondo passerà qui la notte- intervenne Elia ed io lo guardai molto stupita.
-Mh… non credo. Si insomma grazie per l'invito ma non rimarrei mai a dormire con voi…”- dissi cercando di essere gentile.
-Guarda che nessuno di noi passerebbe una notte con te visto che crei terremoti e provi a uccidere persone- disse Rebecca. Sentii tornare i miei sensi di colpa.
-Tutti tranne Elia sorella- disse Nico sorridendo. Il fratello sospiro e si avvicinò a me.
-A me farebbe molto piacere se voi restasse, anche per più di una notte. Siete sola in quella casa, potrebbe succedere qualsiasi cosa-
-Cosa per esempio signor Serra? Dei vampiri potrebbero entrare in casa mia? Potrei sentire un rumore e scatenare un terremoto? Oppure potrebbe venire mia zia Miriam e uccidermi. Che dite? Potrebbe succedere?- dissi guardandolo negli occhi. Non si aspettava una reazione del genere infatti non parlò. Rimase a guardarmi con meraviglia. Anche i suoi occhi erano belli e anche il suo viso. Aveva il viso “scolpito” come Klaus ma i suoi lineamenti erano più “dolci”.
- Siete spiritosa signorina Clara ma anche se vi costa ammetterlo, con noi sareste sempre al sicuro- disse Kol.
-Se non vi avessi incontrato, sarei al sicuro- dissi con odio. Sentii la risata di Marcello.
-Elia adesso capisco perché ti piace la signorina Clara- disse ridendo. Vidi Rebecca innervosirsi, diventare rigida. Si vedeva lontano un miglio che Rebecca e Marcello si amavano. Quando potevano erano sempre vicini, si lanciavano sguardi a non finire. Non capivo perché non stavano realmente insieme, o almeno sembrava che cercavano di evitarsi.
-Ed io continua a sostenere che dovresti stare lontano da mia sorella Rebecca- disse Elia guardandolo con sfida. Nico lì guardò curioso.
-Sentite non mi interessano le questioni di cuore della vostra famiglia. Vorrei solo sapere cosa devo fare-
-A vostra madre le questioni di cuore interessavano- disse Nico sedendosi su una poltrona e guardandomi divertito.
-Di che parlate?- chiesi divertita.
-Anzi… lei era una questione di cuore di questa famiglia- rispose sorridendo. Quei suoi soliti sorrisi che nascondevano qualcosa.
-Che diamine vuol dire?- dissi cominciando a innervosirmi.
-Semplice signorina Clara. Avete davanti a voi il primo fidanzato di vostra madre- disse indicandosi. Rimasi lì, in piedi a osservarlo con gli occhi spalancati. Lui rise e bevve il liquido che gli aveva versato Marco nel bicchiere di cristallo. In quel preciso istante capii che la mia vita era piena di segreti e misteri. La mia vita era diventata una menzogna.

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