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Capitolo 11

Mi svegliai nel mio letto. Il cielo era pieno di nuvole e in casa faceva molto freddo. Mi guardai intorno. Mi girava la testa e gli occhi mi bruciavano. Nella mia testa c'era solo confusione. Scoprire tutte quelle cose in una notte era stato traumatizzante. Ero una strega, mia zia aveva ucciso mio padre che era un vampiro, mia madre era una strega… ed era morta. E poi Giuliana che conosceva i Serra. Credo che quella mattina fu la più brutta della mia vita. Io, in fondo, non sapevo chi ero. Quella che pensavo che fosse la mia famiglia mi aveva solo mentito e fatto del male. Per quanto mi mancasse mia madre non potevo credere che avesse usato la magia nera su di me. Io. Sua figlia. La sua amata Clara.
Scesi di sotto mantenendomi al muro. La cucina era in disordine: c'era acqua dappertutto e bicchieri e tazze varie sulla tavola. Andai in camera di mia madre. Il letto era disfatto come la mattina precedente. Mi sedetti su di esso e guardai fuori dalla finestra. Era tutto così strano. Streghe, vampiri, magia nera e sangue. Erano le uniche cose che frullavano nella mia testa. Era tutto sbagliato. Tutto. E poi perché proprio il mio 16° compleanno? Perché non farlo per sempre. Insomma mia zia aveva ucciso mio padre, perché non uccidere anche me? Mi alzai di scatto e cominciai ad impazzire. Gettai tutto quello che vidi a terra: tazze, cuscini, frutta. Poi mi avvicinai al muro e mi sedetti a terra, appoggiandomi ad esso. Cominciai a piangere, a piangere e a piangere. La mia vita era una bugia.
Sotto la poltrona vidi il libro rosso di zia Miriam così mi avvicinai e lo presi. Cominciai a pensare che forse c'era qualche tipo di incantesimo sul libro. Che cosa stupida, pensai. Chiusi il libro e me ne tornai nella mia camera dove presi fogli e matite e cominciai a scarabocchiare qualcosa. Disegnai una specie di foresta stilizzata e una specie di uomo e poi ci scrissi “isolation”. In fondo ero isolata, sola. Non avevo dei genitori, non volevo mai più vedere mia zia Miriam e non sapevo cosa avrei fatto con Giuliana. Sentii bussare alla porta così posai i fogli sul letto e mi asciugai le lacrime. Quando aprii la porta vidi Giuliana.
-Hey…- disse lei sottovoce.
-Hey…- dissi io con lo stesso tono.
-Mi dispiace tantissimo. Dovevo partire ma poi ho saputo che tua madre non stava bene e quindi sono rimasta- cominciò a parlare in modo troppo veloce.
-Giuliana- dissi mettendole le mani sulle spalle.
-Vieni qui- disse abbracciandomi. Io la strinsi forte. In fondo lei era Giuliana, l'unica famiglia che mi era rimasta.
-Come mai qui?- dissi chiudendo la porta alle nostre spalle.
-Volevo sapere come stavi-
-Beh cerca di capirlo perché neanche io lo so. Non ci capisco nulla- dissi sbuffando.
-Stefano mi ha raccontato tutto… che bastarda tua zia- disse mettendosi una mano davanti la bocca per quello che aveva detto -Scusa non volevo-
-Merita più di un “bastarda”- dissi roteando gli occhi -Da quando parli con Stefano Serra?-
-Mh… l'altro ieri. Mi ha aiutato a preparare delle erbe per tua madre-
-Ti ha aiutato?- dissi sorpresa.
-Si… mia madre è una strega e mi ha insegnato come fare degli intrugli per alleviare il dolore-
-Tua madre è una strega? Quindi anche tu- dissi stanca.
-Mh… no… a dir la verità non so come sia possibile ma non lo sono. Tu invece si- disse sorridendo.
-E la trovi una bella cosa? Non so neanche cosa sono e come posso usare questa magia- dissi urlando.
-Puoi chiedere a Stefano. Era uno sciamano prima di diventare ecco… si… quello che è- disse imbarazzata.
- No grazie…- ci furono dei secondi di silenzio.
-Senti… tra poco ci sarà il funerale di tua madre…- mi venne un colpo al cuore.
-Si… vai io ti raggiungo- dissi aprendole la porta.
-Clara…- disse lei.
-Esci Giuliana, per favore- dissi guardando a terra. Lei uscì dispiaciuta ed io rinchiusi la porta. Mi sciacquai il viso nel lavello. Poi salii di sopra e mi vestii. Prima di uscire mi guardai allo specchio. I miei capelli erano arruffati e la faccia era uno schifo. Scesi di sotto e feci un grande respiro. Aprii la porta e mi dicessi verso il cimitero che c'era in campagna: stavo andando al funerale di mia madre. Di solito quando camminavo mi guardavo intorno ma quel giorno guardavo un punto fisso a terra. Arrivata al cimitero vidi Giuliana e la sua famiglia in lontananza. Camminai lentamente e poi vidi il prete. Accanto a lui c'era zia Miriam che mi guardò sorpresa. Abbassai lo sguardo e voltai la faccia.
-Ci siamo tutti?- chiese il prete.
-Si…- disse zia Miriam.
-Bene-
Il prete cominciò la messa ed io guardavo la bara di legno. Lì dentro c'era mia madre. Mia zia continuava a fissarmi così appena finì la messa cominciai a camminare frettolosamente.
-Clara aspetta!- disse prendendomi il braccio.
-Non mi toccare-
-Ascolta…  ormai sei sola in quella casa perché non resti con me per un po'?- disse mentre continuavo a camminare. Mi fermai di scatto e mi voltai.
-Allora non hai capito? Non voglio vederti mai più. Tu non sei più la mia famiglia- dissi guardandola negli occhi.
-Ho capito… ma è pericoloso stare sola in quella casa…-
-No. Lo sai cos'è pericoloso? Stare per tutto il giorno accanto alle persone che più ami e poi scoprire che sono “streghe” e che una di loro ha ucciso mio padre. Questo è pericoloso- dissi per poi voltarmi e andarmene in città. Non mangiavo da tanto ma non avevo per niente fame. Così camminai fino a quando non arrivai davanti a un negozio che mi ricordava “qualcosa di magico”. Entrai e il campanellino legato alla porta suonò.
-Buongiorno- disse la ragazza al bancone -Come posso esserle utile?- era davvero una bella ragazza. Una di quelle gentili e carine.
-Mh… a dir la verità non so di cosa ho bisogno…-
-Mh… beh se avete qualche problema in amore, ho un filtro d'amore- disse facendo l'occhiolino e indicando una boccettina con del liquido viola.
-L'amore è l'ultimo dei miei problemi-
-Beh l'amore è importante nella vita… non trovate?-
-Non lo so… non mi sono mai innamorata- dissi vaga.
-Forse dovete trovare l'uomo giusto… ce ne sono tanti in giro-
-Gli uomini di qui non sono per me…-
-Vedrete che vi innamorerete della persona più improbabile- disse sorridendo. Che carina che era ma non volevo altri problemi. All'amore ci avrei pensato in un altro momento.
-Siete pallida… senza offesa- disse lei.
-Mh… si, non mi sento molto bene- dissi chiudendo gli occhi.
-Posso?- disse tendendo una mano avvicinandosi a me.
-Si…- farfugliai. Mi mise la mano sulla fronte e aprì la bocca.
-Signorina siete caldissima- disse lei.
-Adesso vado a casa. Abito proprio qui- dissi fingendo un sorriso e avvicinandomi alla porta.
-Volete una mano?-
- No, no grazie. Buona giornata- dissi per poi uscire. Fuori pioveva tantissimo e non sapevo dove andare. Potevo andare da Giuliana ma non ne avevo voglia. La testa cominciò a girarmi ancora di più e avevo la nausea. Così camminai mantenendomi alle mura dei palazzi. Bussai a varie porte ma nessuno mi apriva. Così bussai, con poca voglia, alla porta della casa dei Serra. Ero tutta bagnata e la mia vista era offuscata. Dopo un po' aprirono la porta e non capii chi fosse.
-Vi prego fatemi entrare- dissi per poi chiudere gli occhi e sentire il pavimento freddo e bagnato della strada, colpirmi. Ero svenuta di nuovo.

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