Capitolo 5: Il museo della scienza e delle tecnologie
Un altro giorno comincia. Il Sole si innalza nel cielo illuminando debolmente l'ambiente sottostante. Sono le 7 di mattina circa e mi alzo per prepararmi ad un altro giorno di scuola. Dall'inizio della scuola è circa passata una settimana e ho più o meno fatto amicizia con i miei compagni di classe. Principalmente però, ho approfondito il legame con il mio compagno di banco, Armin. Ho scoperto di aver molte cose in comune con lui, per esempio in fatto di musica abbiamo gli stessi gusti; ci piace la musica classica e la musica rock/metal. Adoriamo leggere libri gialli e di fantascienza. Abbiamo dei gusti personali molto contrastanti, ma secondo me è proprio questo che li rende molto interessanti.
Ogni mattina ci mettiamo a parlare fuori da scuola prima che suoni la campanella ed entrare nella nostra classe.
Parliamo del più e del meno ogni volta, molte volte sulla giornata che ci aspetta o delle prossime.
Dopo essermi preparato saluto Marco e poi comincio a recarmi a scuola. Musica nelle cuffie e aspetto alla fermata dell'autobus che mi porta a pochi passi dalla struttura. Ogni volta che vedo l'autobus penso a Levi. In alcuni giorni prendiamo lo stesso autobus e facciamo la via di casa insieme, non possiamo farlo sempre perché le nostre classi hanno un differente orario e quindi in alcuni giorni usciamo prima o dopo le altre classi.
Non parliamo molto quando stiamo insieme, non è un tipo da molte parole, però confesso che è un tipo misterioso ma pieno di sorprese. Ha una buona conoscenza di base ed alti voti a scuola. Dato che è all'ultimo anno deve dare alla fine l'esame di stato, ma non mi sembra molto preoccupato. Non gli ho mai chiesto cosa vorrebbe fare dopo il diploma, ma penso che glielo chiederò uno di questi giorni.
Dopo esser arrivato davanti a scuola cerco Armin ma non lo trovo. ''Sarà in ritardo.. Oppure non verrà'' penso mentre comincio a guardarmi attorno. Vedo Levi a distanza con le mani dentro alle tasche che sta parlando con un suo amico. Cerco di salutarlo con la mano e vedo che si gira, però ha la solita incazzatura mattutina in faccia.
<<Tsk>> è l'unica cosa che dice mentre mi lascia con un babbeo con la mano alzata.
Ritorna a parlare con il suo amico e io ci rimango un po' male, ma mi passa subito non appena sento il suono della campanella. Con lo zaino alla mano salgo le scale ed entro in classe.
Appoggio la mia roba e vedo i miei compagni di classe pian piano entrare. Dopo qualche minuto vedo Armin venire di fretta e furia con dei fogli in mano.
Si avvicina con il fiatone alla ragazza seduta dietro di noi.
<<S-scusa il ritardo. Me le stavo per dimenticare a casa>> sembra quasi preoccupato.
Mi giro perplesso verso quei due e do un veloce sguardo ai fogli. Riesco a leggere il nome ''Mikasa'' sui fogli, sembrano appunti di matematica.
<<Grazie. Non fa niente per il ritardo>> disse lei con tono tranquillo e sguardo disinvolto.
Non pensavo si conoscessero, ma l'avevo notata già dal primo giorno.
Capelli a caschetto lunghi con una ciocca che le sfiora il viso, pelle chiara ed occhi color grigi, come quelli di Levi. A guardarla bene mi sembra la sua controfigura ma in versione femminile... la cosa mi spaventa non poco.
Spero che il suo carattere non sia uguale al suo, altrimenti mi scavo una tomba direttamente.
<<Ah Eren, lascia che ti presenti Mikasa. E' una mia compagna da quando andavo alle medie. Abbiamo scelto la stessa scuola e abbiamo fatto richiesta di esser nella stessa classe>>. Mi giro verso di lei per guardarla e mi accenna un sorriso.
<<Ciao Eren, sono Mikasa. Piacere>>. E' molto carina e non sembra come quello scorbutico e, alle volte, fastidioso ragazzo. Gliela afferro dolcemente.
<<Ciao, mi chiamo Eren. Come mai hai scelto questa scuola?>> le chiedo velocemente ma l'arrivo del professore di matematica interrompe tutto. La sua rigidezza mette quasi paura, persino a me, che in matematica sono sempre andato bene.
Dopo la fine delle lezioni propongo ad Armin se gli piacerebbe venire con me nel giorno successivo al museo della scienza e delle tecnologie, dove vengono mostrate delle cose riguardo la medicina, la biologia, le scienze umane ed altre cose simili, tutte materie molto interessanti, almeno per me. Solo che andarci da solo non mi ispira molto, preferirei portarmi una persona, magari qualcuno alla quale queste cose possano interessare.
<<Uhmm... No scusa ho un impegno, ma mi sarebbe piaciuto venire con te!>> rammaricato gli dico che di non preoccuparsi. Tuttavia mi consiglia di chiedere a Mikasa perché verrebbe volentieri siccome ama la scienza e le sue radici.
<<Mikasa!>> corro verso di lei fermandola. <<Scusa se ti disturbo... ci siamo appena conosciuti e sarà strano ma... che ne dici di venire con me al museo della scienze e delle tecnologie domani?>> le chiedo un po' imbarazzato, mentre le mi guarda con sorpresa.
<<Scusa ma domani ho un impegno, anche se sono stata varie volte al museo, mi sarebbe piaciuto venire>> disse leggermente rammaricata ma con un docile sorriso.
<<Uhm.. Grazie fa niente. Andrò da solo allora..>> dico sconsolato mentre mi dirigo verso la fermata dell'autobus. Dopo averli salutati salgo sul mezzo fermo e noto Levi seduto al solito posto. Mi ero scordato che oggi l'avrei incontrato. Mi siedo davanti a lui.
<<Ehi Levi..>> dico imbarazzato guardandolo mentre lui mi fissa con uno sguardo più dolce di stamattina, ma sempre incazzata.
<<Ciao>> risponde freddamente con uno sguardo terrificante. Ormai rassegnato senza alcun accompagnatore, gli chiedo se vuole venire con me al museo.
<<Il museo? Si, mi piacerebbe venire>> dice guardandomi con uno sguardo decente. Incredulo, sprizzo felicità da tutti i pori.
<<Ci troviamo alle 15:30 davanti alla scuola elementari, da lì prenderemo la metro. Ok?>> il suo tono è freddo, però non mi sembra vero che mi abbia detto una cosa simile. Un po' imbarazzato sprizzo gioia dai pori e accetto volentieri.
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