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Capitolo 11: Il mio nuovo ''amico''

Mi risveglio con il sole che illumina il mio viso. Sento più spazio del solito sul letto. Piano piano apro gli occhi per cercare di orientarmi e vedere dove mi trovo. Non vedo nessuno accanto a me. Noto solo che questa non è la mia camera e mi passo una mano in faccia per riprendermi. E' metà mattina circa e tento di alzarmi dal letto per infilarmi le ciabatte. Nel fare questo noto che il mio corpo è completamente nudo e cerco dei vestiti. Vedo solo le mutande sul pavimento vicino al letto. Le raccolgo e le metto su, cercando anche gli altri vestiti, ma senza successo.

Mi ricordo della notte passata e mi sale un sorriso che copro con la mano. Sento il cuore battere forte mentre esco dalla stanza tutto felice. Vedo Levi in cucina che legge qualcosa e lo saluto. Lui mi squadra dalla testa ai piedi, poi mi risaluta. Mi fa sedere al suo posto e comincia a prepararmi la colazione.

<<Come hai dormito?>> mi chiede mentre è indaffarato nelle sue cose.

<<Bene dai. Ah.. Sai dove sono finiti I miei vestiti per caso? Non li trovo>> chiedo io ammirando il suo bellissimo sedere mentre scalda la ciotola di latte.

<<Puzzavano da far schifo, allora li ho lavati. Anche tu dovresti lavarti, sembra che ti sei rotolato nella spazzatura.>>

Mi vergogno un po' e guardo lui porgermi la tazza per poi rientirlo parlare.

<<Ti ho lasciato dormire nel letto solo perché abbiamo fatto quelle cose>> poi avvicinandosi lentamente mi bacia la bocca.

Sorrido guardando la ciotola, zuccherandola adeguatamente secondo I miei gusti.

<<Pensavo fosse un sogno..>> dico molto timidamente e in preda all'imbarazzo.

Lui mi guarda senza dire e sorride. Vederlo sorridere mi mescola un sacco di emozioni dentro: gioia, imbarazzo, amore.

Starà pensando che io sia un idiota, ma non mi importa. Prima ero davvero preoccupato e spaventato del fatto che fosse stata tutta una mia illusione, e invece no.

<<Come devo fare con te? Ti ricordi quello che ci siamo detti almeno?>> lo guardo girando la testa di scatto.

<<Certo che mi ricordo!>> esclamo senza timore, poi avampando nel sentire le sue successive parole.

<<Allora ripetimi quello che mi hai detto ieri.>>

Balbetto qualcosa senza fargli capire nulla. Tento di guadagnare tempo facendo colazione, poi una volta finito, mi alzo appoggiando la tazza nel lavandino senza dire nulla ed esco velocemente dalla stanza.

Lo sento inseguirmi divertito nel mio buffo comportamento.

<<Allora? Non me lo dici più?>> alza leggermente il tono della voce mentre scappo via, ma mi afferra per un braccio e con forza mi blocca al muro. La sua altezza mi permette di ammirarlo dall'alto. Deglutisco mentre vedo la distanza tra noi farsi sempre minore.

<<L-levi..>> ansimo mentre lo vedo fermarsi a circa un centimetro da me aspettando ancora una risposta.

<<Allora? Cosa mi hai detto?>> sussurra lentamente, mentre il suo fiato investe le mie labbra che vogliono soltanto il suo dolce e amorevole tocco.

<<T-ti..Amo..>> dico a malapena, facendo uscire quelle parole con molto coraggio.

Poco dopo sento le sue labbra che avvolgono le mie, le sue braccia circondarmi il corpo mentre mi trascina verso di lui. La sua lingua abbraccia la mia mentre I miei occhi rimangono sigillati nell'abbandonarmi a tutta la sua dolcezza.

Dopo aver finito starnutisco mettendo la mano, notando lui che alza un sopracciglio incazzato.

<<Copriti o prenderai freddo>> mi dice mentre va in camera sua a prendere dei suoi vestiti.

Arrossisco nel veder la sua roba su di me, poi sento un piacevole caldo al quale mi abbandono una volta che ho indossato il tutto.

<<Ora vado, altrimenti Marco si preoccuperà>> lo ribacio mentre mi rimetto la sciarpa, ringraziandolo e dicendogli che ci saremmo visti a scuola il giorno dopo.

Mi saluta e mi fa cenno con la mano contento, confermando.

Dopo una decina di minuti di viaggio, torno a casa e vedo Marco sul divano.

<<Oh, Eren. Alleluja eh>> dice sarcastico, notando I vestiti diversi che indosso.

<<Scusami tanto per l'imprevisto>>. Mi scuso posando la mia roba.

<<Non ti ho mai visto quei vestiti addosso prima...>> mi fa notare facendo una faccia strana.

Spiego che questi vestiti non sono miei ma del mio ''amico'', per poi andare in camera mia e sedermi contro la porta.

Annuso la I vestiti di Levi, sentendo il suo profumo e facendomi travolgere dalle mie emozioni. Penso ancora a lui.

''Certo.. Proprio il mio ''amico'' ''


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