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Capitolo 1: L'inizio

Sento un miscuglio di emozioni dentro di me. Principalmente sono felice, ma mi sento anche molto nervoso. Oggi è il mio primo giorno di scuola del primo anno delle superiori. Io, Eren Jaeger, ho 15 anni e sto per affrontare quello che spero sia un nuovo inizio nella mia vita. Sono entrato in questa scuola con la speranza e la voglia di diventare quello che vorrò essere, un dottore. Mi ha sempre affascinato il corpo umano e le malattie che possono esser dannose all'organismo. Sono consapevole che il liceo non mi può portare a questa strada direttamente, per questo ho detto ''inizio'', spero che questa scuola mi possa dare le basi affinché io possa diventare un buon medico. Esserlo è il mio sogno di quando ero piccolo. L'ho ereditato da mio padre, che lo è diventato quando era più giovane, ha sposato mia madre proprio nell'ospedale in cui lavorava. Anche io spero un giorno di trovare la mia anima gemella nel posto di lavoro come ha fatto lui, o almeno spero di trovare qualcuno che abbia i miei stessi gusti. Fino ad ora mi sono fidanzato con ragazze con cui avevo poco in comune. Non facevo proprio sul serio, ma probabilmente sarà stata la mia giovane età.

Entro dentro al scuola nella marmaglia di persone che spingono dappertutto. Mi sento strattonare a destra ed a sinistra, finendo alcune volte anche per cadere. Dopo alcuni minuti l'ambiente si svuota leggermente e riesco a prendere coscienza di quello che accade. Molti studenti, principalmente del primo e del secondo anno, stanno salendo verso i primi piani, mentre quelli più grandi stanno al piano terra. Salgo al primo piano dove stanno le classi prime e cerco la mia. Spendo alcuni minuti per cercarla senza alcun successo. Corro per il corridoio e mentre il mio sguardo scorre velocemente i cartelli indicanti le classi, mi scontro con qualcosa che mi fa cadere.

Mi rialzo velocemente e mi accorgo di aver urtato una persona
<<S-scusami, non ti avevo visto>>. Noto che è più basso di me, ma che non si è sbilanciato al mio urto.
<<Ohi, sta' più attento la prossima volta>> i suoi occhi sono davvero glaciali. Il suo sguardo mi pietrifica e la sua espressione sembra molto arrabbiata. Mi scuso e cerco di approfittarne per trovare la mia classe.
<<Tu sei un primino? N-non è che mi aiuteresti a trovare la classe? Sempre se sai dove sono>>. Si gira di scatto con uno sguardo assassino.
<<Eh?! Primino?! Io sono all'ultimo anno, moccioso!>>. Sbianco da un lato e mi imbarazzo dall'altro. Credo di aver giudicato troppo dall'apparenza <<Eh.. S-scusa n-non volevo.. È che l-l'altezza..>>.

Si avvicina velocemente a me e mi prende per il colletto .
<<Stai dicendo che dovrei essere un moccioso schifoso come te solo perché sono più basso?!>>.

''M-merda qui finisce male se non faccio qualcosa'' penso mentre mi faccio prendere dal panico
<<N-no! Non intendevo..>> mi lascia andare, ma il suo sguardo rimane sempre quello di un omicida.
<<Ti picchierei ma ora non ho tempo da perdere con un moccioso merdoso come te>>. Si gira e si avvia verso una classe. Lo seguo istintivamente, non ha comunque risposto alla mia domanda <<S-scusa non volevo.. Ma cosa ci fa uno di quinta come te nelle classi delle prime?>> gli domando curioso. Non mi risponde subito, ma il suo tono è sempre affilato.
<<Devo consegnare questi fogli al professore. E parlare con un altro riguardo una certa cosa. Tu in che classe sei, moccioso>> non sembra proprio una domanda come l'ha detta lui. Timidamente gli rispondo <<1-1B..>>. Lo vedo con le mani in tasca che percorre la fine del corridoio.
<<La tua classe è quella lì. Ora sparisci che devo finire prima che...>> nemmeno il tempo di finire la frase e la campanella che annuncia l'inizio della lezione suona. Corro verso la mia classe, ringraziandolo di tutto <<Tsk, mi hai fatto perdere tempo>>. Non ho sentito bene le ultime parole, ma non voglio arrivare in ritardo più di quanto io non lo sia già. Corro gli ultimi istanti prima di aprire la porta ''Sebbene fosse una vipera, era comunque carino'' penso arrossendo.

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