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Capitolo 2: Un giro per Konoha

Dopo vari minuti, passati a correre non si sa quanti metri, si fermarono davanti ad un negozio di abiti, cosicché Ayumu poté riprendere fiato e guardare quella stupida svampita, che era Megumi.

- Tu... dannata ragazzina... - era a dir poco infuriata con quell'albina, che si ritrovò a tirarle le guance e a strizzarle come fossero due stracci sporchi.

- Mi fai male! Dai, non essere così arrabbiata - le disse tra un gemito di dolore e un altro la Mytake, finalmente riavendo indietro le sue guance e potersele massaggiare per calmarne il dolore.

- Non ho intenzione di farti da balia quindi, me ne torno ai miei impegni - detto questo, la ragazza dai capelli color lilla fece per andarsene, ma appena si voltò, andò a sbattere contro qualcuno e guardando chi fosse, rimase piuttosto sorpresa da quella coincidenza.

Un uomo dai capelli argentei, l'occhio destro era di un grigio scuro quasi nero, mentre l'altro era coperto dal coprifronte che portava sulla fronte e che, appunto, gli ricadeva di lato, lasciando traccia di una cicatrice che passava per l'occhio sinistro.

Indossava l'uniforme da ninja di Konoha, pantaloni e maglioncino con mascherina a coprirgli mento, bocca e naso, di un blu non troppo scuro, guanti del medesimo colore, con blocchetti di ferro a forma rettangolare, ciascuno sul proprio dorso della mano.

Portava un gilè verde erba, una fasciatura bianca con sopra un taschino ninja sulla coscia destra, delle bende su entrambe le caviglie e dei sandali blu tendenti al nero.

- Hatake - disse quasi fosse annoiata e distaccata Ayumu, stufa di tutta quella giornata piena di incontri poco piacevoli e fin troppo casuali.

- Ayumu - le rispose il giovane uomo dai capelli argentei, pacato e quasi freddo come era sempre stato, non mostrando mai il suo volto e guardando la giovane al fianco di quella peste, perché per lui era tale, ma non in modo cattivo, quasi... lasciamo perdere ora questi particolari, a cui l'Hatake non dava parola e risposta.

La ragazza in questione, sentendo che la chiamasse così intimamente, si sentì andare a fuoco le gote, infondo, nessuno aveva avuto tanta confidenza con lei, tralasciando la sua tenera Hinata, che era un caso più profondo.

- Beh, che vuoi?! - col suo solito tono da ragazza schietta, aveva domandato con poca cortesia all'argenteo, che senza scomporsi, avvicinò la mano destra e gli diede un buffetto sulla fronte.

- Ma cosa...?! - si stupì di quel gesto da parte del ragazzo, mentre lei si portò la mano a toccarsi la parte dolente, guardandolo in malo modo, non riuscendo a capire cosa passasse per la testa di quell'Hatake.

- Potrei sapere chi è questo bell'uomo? - chiese intromettendosi tra i due, la giovane Megumi con la sua solita curiosità, notando che tra i due c'era un certo feeling, ma non sapeva se fosse positivo o negativo, per questo voleva conoscere quel tipo.

- Lui è un jonin di Konoha, conosciuto anche come il ninja copy, Kakashi Hatake - le rispose piuttosto infastidita dalla situazione, vedendo come l'argenteo si era bloccato a guardare la giovane "compagna" e la cosa le diede fastidio.

Tutto questo non passo inosservato al ninja copy, che la scrutò dalla testa ai piedi, vedendola infastidita, per poi notare come avesse fatto roteare gli occhi e concludere in uno sbuffo, che diede maggior credito al suo pensiero... quella peste è infastidita!

- Piacere, tu devi essere Megumi - con la solita pacatezza, si limitò a dirle, mentre l'interpellata aveva gli occhi brillanti, perché non si aspettava di incontrare un ninja così famoso come Kakashi Hatake.

- Beh, come mai da queste parti, Hatake - stizzita, si comportava sempre così con lui, non riuscendo a capire le sue stesse motivazioni, solo, non poteva mostrarsi gentile, era pur sempre un fatto di orgoglio.

- Nulla, peste! Mi trovavo così è ti ho incontrato... peste! - rispose alla sua domanda, senza dare troppe informazioni, anzi, quasi erano inesistenti nella sua frase e ciò infastidì la ragazza dai capelli color lilla, che gli lanciò uno sguardo furente.

- Capisco! Beh, allora scusami, ma devo accompagnare questa ragazza, in giro per il villaggio - detto questo, Ayumu prese per il colletto la stupida compagna che si ritrovava a fianco, e incominciò ad incamminarsi.

- Ma io volevo... - Megumi venne stordita con un pugno allo stomaco, da Ayumu, che non ne poteva proprio di stare a sentire i suoi capricci da bambina.

- Conosco un posto dove poterla farla svagare - la fermo Kakashi con le sue parole, mentre l'affiancava e la incitava a seguirla, anche se colei che doveva svagarsi era quella che al momento stava dormendo, per colpa di una certa ragazza.

- Spero sia utile il tuo aiuto - le disse la ragazza con fare indifferente, ma che in realtà era piuttosto curiosa di scoprire che genere di luogo, quello strano jonin, la stava portando, così, senza altre parole, si mossero per le strade del villaggio, mentre Kakashi trascinava la giovane svenuta.

Un ragazzo saltava per i tetti delle case, che popolavano il villaggio di Konoha, non gli piaceva restare in mezzo ad altri, non ne aveva bisogno di tutta quella roba di amicizia, compagni e cose simili.

Vedere dall'alto, tutto e tutti, era meglio, gli dava quel toccasana per vivere in quel mondo contorto, alla fine aveva solo sua sorella di cui occuparsi, anche se l'aveva lasciata a se stessa, ma poi dovette negare a se stesso quella verità, lei non stava da sola, era con quei ninja della Foglia.

Non si perse a pensarci troppo, voleva solo occuparsi delle sue faccende, senza distrazioni inutili, tanto non gli sarebbero serviti a nulla tali pensieri.

Una ragazza in pericolo, da quel che il suo punto di vista gli dava da pensare, un giovane uomo che le si avvicinava, tutto questo non gli piaceva affatto, ma a lui che importava alla fine? Nulla.

- Adesso ci divertiamo bellez... - tutto ghignante, lo sguardo dell'uomo andò verso l'alto, lasciando il bulbo bianco, cadendo infine a terra per la perdita di coscienza.

La giovane guardò la scena piuttosto confusa, non riuscendo a capire cosa fosse successo, pensava che l'avrebbe aggredita e invece... aveva perso i sensi, ma come era possibile.

Davanti a se notò un ragazzo che non aveva mai visto, lei conosceva praticamente tutte le persone di Konoha, ma quel giovane era nuovo e non si sbagliava a dedurre che provenisse dall'esterno del villaggio, anche se non sembrava sentirsi fuori luogo.

- Grazie, ehm... - sembrava piuttosto in difficoltà quella ragazza e guardandola meglio, non era neanche male: capelli castani e portati lunghi per metà schiena, i suoi occhi hazel con la sua pelle rosea chiara, donavano al suo corpo una giovinezza eterea, col suo fisico dai lineamenti accentuati.

Vestiva con una maglietta azzurra e smanicata, sotto di essa indossava una cotta di ferro, una gonna color lilla che le arrivava sopra le ginocchia, con dei pantaloncini neri, che le arrivavano fin sotto di esse e infine, degli stivaletti color beige.

I due rimasero a guardarsi negli occhi, nocciola sull'azzurro, si specchiavano l'un l'altro senza saperne il perché, poi il ragazzo si voltò e si preparò a seguire il suo percorso.

- Aspetta! - la voce di quella giovane lo fermò, portando Tatsuo a dare una fugace occhiata, attendendo che lei continuasse.

- Anche se non c'era bisogno del tuo intervento, beh... ecco, volevo dirti... grazie - e fece un leggero inchino la bruna, sorridendo al moro gentile, mentre questi si voltava e si avvicinava a lei, senza mostrare nulla e portandola a sollevare lo sguardo, prendendola con l'indice e il pollice, sotto il suo mento.

- Non so il perché io sia intervenuto, ma non farti strane idee - gli disse gelido il ragazzo, mentre lei lo guardava intrappolata nel suo sguardo blu, perché finiva per pensare che lui stesse mentendo sia a le, sia agli altri e sia a se stesso?

- Io sono Rika... Rika Harizawa - era un nome normale e comune però, in quella presentazione e in quello sguardo sorridente di lei, c'era un messaggio nascosto, come se quella giovane gli stesse dicendo "non puoi mentirmi" e questo cercò di cancellarlo, infondo non era possibile.

- Non puoi mentirmi - detto questo, la ragazza rise limpida come l'acqua, facendolo sussultare dalla sorpresa, che di certo non se lo aspettava, ma prese un bel respiro e sospirò.

- Tatsuo Mytake e ora spiegami cosa intendevi dire - disse il ragazzo, era piuttosto serio e lei lo aveva capito, Tatsuo comunque non voleva che qualcuno riuscisse a capirlo, era meglio eliminare il problema fin dalla radice e lui, in questo, era sempre stato bravo.

Rika si ritrovò a sussultare all'udire di quel nome, non pensava avrebbe potuto risentirlo, ma a quanto pare era giunto il momento, quello tanto atteso nei suoi sogni e ripensando a questo, arrossì sotto lo sguardo confuso del moro.

- Ecco... dovresti seguirmi se vuoi capire - disse tranquillamente la bruna, usando il tono più dolce possibile del momento, Tatsuo la guardò per un attimo, poi annuì col capo e la seguì lungo la strada che lei percorreva.

Due ragazzi, uno biondo e l'altra mora, erano rimasti fermi nella stradina davanti alla magione dell'Hokage, non avevano fiatato per tutto il poco tempo in cui avevano visto i compagni svanire dai loro occhi.

Presi alla sprovvista dall'imprevista situazione, nessuno dei due sapeva che fare, la mora si sentiva a disagio e il suo carattere timido si fece nuovamente largo in lei, mentre il biondo si grattava la nuca, cercando di far smuovere la scena che gli si presentava davanti.

- Ehm, per caso c'è qualche posto in cui vendono del ramen? - chiese la prima cosa interessante, per se stesso, che gli venne in mente, vedendo così la ragazza sussultare e in modo agitato, cercando di rispondergli.

- No, cioè si, ecco.... beh... uno... ehm... - era andata in tilt la giovane e questo il ragazzo se ne accorse, che senza esitazione, le poso la sua mano destra sulla spala sinistra di lei.

- Calmati, non avere fretta e respira profondamente, poi... - fece una piccola pausa Naruto, cercando anche lui di prendere fiato.

- Non ti mangio mica - e le sorrise, facendola infine calmare, ma lei sapeva bene che non era per merito delle sue parole, era quella mano sulla propria spalla ad averla tranquillizzata, perché riusciva a sentirne il calore, anche attraverso la stoffa di quella giacca color lilla? Non lo sapeva e non lo voleva sapere.

- Grazie - disse timidamente sincera, vedendolo ancora sorridere e una strana sensazione, salirle alla mente mentre fissava quell'espressione che, per quanto potesse essere vera, aveva un qualcosa di strano e non completo.

Non si sbagliava mai in queste cose, abituata com'era ad osservare l'espressione delle persone che la circondavano, soprattutto quelle false.

Prese un gran respiro e poi incominciò a parlare, cercando di non bloccarsi, di non balbettare e di essere sicura di ciò che diceva.

- Un chiosco... il signor Teuchi dovrebbe aver già aperto - Hinata era sempre così timida che a volte Naruto si chiedeva come facesse ad essere un ninja, a questo proposito, gli venne una domanda nel mentre si dirigevano al famoso chiosco di ramen.

- Hinata-chan ma che rango hai raggiunto come ninja?- il biondo si desse del genio, ormai avendo capito la sua personalità, doveva essere lui ad aprire un discorso e così, con questa domanda uscita solo per curiosità, avrebbe dato vita ad una buona discussione da civile a civile.

- Ecco... Chu... ho raggiunto il titolo di chuunin - rispose quasi in un sussurro la ragazza dai capelli color della notte, il ragazzo dagli occhi azzurri l'aveva sentita per un soffio e il suo dubbio persisteva e peggiorava.

- "Dubbio? Naruto l'hai percepito anche tu il suo chakra, non farti ingannare dall'apparenza" - gli disse una voce grossa e profonda, all'interno del suo subconscio, facendogli notare fin troppo il cosa lo distrasse.

- Sta zitto! - rispose alla voce l'interpellato, rendendosi conto di aver parlato a voce alta che invece mentalmente, imprecando contro colui che gli aveva fatto fare una figuraccia non da poco.

- Na... Naruto-kun? - chiese la povera Hinata, rimasta sorpresa da quel tono acuto, come se stesse sgridando a qualcuno, forse a lei, il che era impossibile, primo perché era detto al maschile e secondo non la stava neanche guardando sul volto.

- Scusami, non dicevo a te, davvero - disse goffamente il biondo e la mora giurò di aver visto le sue gote tinte di un leggero rossore, il che lo rendeva piuttosto carino.

<< Carino? Ho pensato davvero... ad una cosa così... imbarazzante... su di un... un ragazzo?!! >> si scoprì ad arrossire con quel pensiero, era la prima volta che pensava una cosa simile verso il sesso opposto eppure, si rese conto che non gli dispiacque per niente, anzi...

- V-va bene... l'avevo c-capito quindi... n-non s-s-scusarti - disse la giovane, torturandosi le dita per l'imbarazzo del momento, combattendo contro quella se stessa e perdendo per l'ennesima volta.

Prima ancora che il ragazzo potesse dire qualcosa, ecco che davanti a loro, a qualche metro di distanza, si stagliava il piccolo chioschetto che la Hyuuga riconobbe subito, mentre l'odore stuzzicava le narici del biondo.

- Ramen!! - tutto ciò che pensava e voleva dire, passò in secondo piano con quel profumo che lo fece quasi sbavare, così, senza dire o dare modo a qualsiasi cosa, Naruto prese la mano di Hinata e si diresse correndo all'interno del chiosco.

Angolo Autore

Eccolo il nuovo capitolo di questa fanfiction, che spero vi piaccia e che recensiate,oltre a questo, abbiamo visto ancora poco e nel prossimo capitolo si vedrà già qualcosina :)
Io la continuerò a scrivere solo se riceverò almeno 3 recensioni/3 voti

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