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16 - PRIMO SCONTRO -

- Capitolo sedici -

Primo scontro


<< Nevena! Nevena, svegliati! >>.

Una voce lontana mi riporta pian piano alla realtà. Quel suono diventa sempre più forte, accompagnato da un lancinante dolore che mi parte dalla testa e percorre tutto il corpo.

Apro gli occhi, sbattendoli più volte. Sono nell'abitacolo della macchina di Major. Sulle mie gambe e sul cruscotto, ci sono pezzi del parabrezza andato in frantumi. L'airbag si è aperto e diverse plastiche sono saltate, spargendosi all'interno dell'auto.

Il cofano fuma, schiantato contro il tronco d'un albero sul ciglio della strada.

Cerco di muovermi sul sedile, ma ho male ovunque. La mia vista e il mio udito tornano alla normalità e la prima cosa che faccio, è voltarmi verso il lato del guidatore.

Major è accanto a me. Ha delle abrasioni sul viso dovute al contatto con l'airbag. Il suo sopracciglio destro è aperto e del sangue gli cola sulla fronte. Avvicino una mano alla sua e gliela stringo.

<< Major! Stai bene? >> gli chiedo.

Lui annuisce, un smorfia di dolore sul suo volto.

<< Mi sembra tutto a posto. Usciamo di qui e chiamiamo i soccorsi >> afferma.

D'accordo con lui, apro la portiera della macchina, mi slaccio la cintura ed esco.

Appena poso i piedi a terra, una forte scarica elettrica, mi percorre l'intera spina dorsale fino ad arrivare al cervello. Non saprei descrivere il dolore che mi invade, ma è forte, quasi quanto quello che ho provato il giorno in cui è stata attaccata Sally.

Cerco di resistere e di non farlo notare a Major. Cammino piano verso di lui e lo aiuto ad uscire. Poi ci appoggiamo entrambi all'auto, cercando di prendere fiato e di capire cosa è appena successo.

<< Come abbiamo fatto ad andare fuori strada? >> chiedo, portandomi una mano alla testa. Mi accorgo di avere una ferita sullo zigomo che perde sangue. Abbiamo preso una bella botta.

Major scuote la testa.

<< Ho sterzato per evitare qualcosa che ci bloccava la strada. E ho perso il controllo dell'auto. Scusami, Nev >> mi risponde lui.

Ed è in quel momento che ricordo. Un uomo, vestito di nero, nel bel mezzo della carreggiata.

Una strana sensazione mi stringe la bocca dello stomaco e, improvvisamente, tutto il dolore che sta divorando il mio corpo, passa. Mi giro su me stessa, guardandomi intorno. Osservo la strada illuminata dalla luce calda e fioca dei lampioni, gli alberi che si diramano ai lati della via. Il silenzio avvolge completamente l'ambiente, si sente solo il vento che smuove le chiome degli alberi.

Non sembra esserci nulla di strano. Eppure, non riesco a togliermi di dosso la sensazione che qualcosa ci stia osservando.

<< Major, chiama subito la polizia. E anche mio padre >> la mia voce è seria, decisa.

Lui mi guarda e annuisce. Non si è accorto del mio stato di allerta, dei miei muscoli rigidi e dei miei occhi che scrutano ovunque, in cerca di chiunque ci abbia fatto sbandare.

<< Nev, stai bene? >> mi chiede Major << sembri ansiosa >>.

Scuoto la testa, senza fermare il mio sguardo.

<< Chiama la polizia e basta, dopo ti spiego >> gli ordino.

<< Nev, ma che... >> cerca di protestare lui.

Mi volto e lo fulmino con una sola occhiata. Non è proprio il momento di spiegazioni. Se i miei sospetti sono giusti, qualcuno ci sta spiando e credo anche di sapere chi sia.

<< Major, te lo dico dopo. Ora fai quella telefonata! >> sbraito.

Il mio ragazzo mi guarda e lo so che è confuso e spaventato dalla mia reazione, ma adesso non posso permettermi di discuterne.

Major digita un numero sul cellulare e fa partire la chiamata.

Un fruscio sul lato opposto della strada, mi fa voltare di scatto. Non c'è nulla, ma mi avvicino comunque verso la fonte di quel suono.

La testa mi pulsa fortissimo e l'unico rumore che riesco a percepire con chiarezza, è il palpitare veloce e sordo del mio cuore nelle orecchie.

<< Nev? >>

Mi volto verso Major e sgrano gli occhi.

E' immobile. Il cellulare che poco prima aveva in mano, ora si trova a terra.

Dietro di lui, Lucas lo tiene stretto a sé. Le sue dita pallide e artigliate, stringono forte la gola di Major, impedendogli di muoversi.

Lucas mi guarda. Le sue iridi chiare, sono iniettate di sangue. La sua pelle è pallida, le vene bluastre pulsano sotto quel suo colorito cadaverico.

Deglutisco quando mi sorride, famelico e maligno. I suoi denti sono aguzzi, come zanne di un animale. Assomigliano moltissimo a quelle di Aaron, a quei canini che tanto mi avevano terrorizzata nella mia visione. Ma quelli di Lucas, sembrano diversi e non so spiegarmene il motivo.

<< Ciao, Nevena. E' una splendida serata, non trovi? >> sussurra.

La sua voce bassa e profonda, mi penetra fin dentro le ossa, facendomi tremare dal terrore.

<< Lascialo andare >> rispondo secca.

Lucas mi guarda e scoppia in una risata profonda, inquietante e cupa. In risposta, stringe ancora più a sé Major, facendogli serrare gli occhi quando le lunghe unghie del suo aguzzino affondano ancora di più nella sua gola.

<< Oh, ma perché dovrei farlo? >> nel pronunciare quelle parole, guarda Major e lo volta, facendo incontrare i loro sguardi << il tuo ragazzo ed io siamo amici >>.

Scuoto la testa e mi avvicino piano a loro.

<< Lui non c'entra nulla in questa storia, ti prego. Lascialo >>.

Sento la mia voce tremare e mi maledico da sola. L'ultima cosa di cui ho bisogno adesso, è far notare quanto io sia terrorizzata. Non aiuterò Major, mostrandomi impaurita.

Lucas sorride, svelando le zanne affilate e bianchissime.

<< Invece c'entra. Esattamente come Sally >>.

Una rabbia vorace inizia a montarmi nel petto, quando pronuncia quel nome.

<< Sei un bastardo! E' quasi morta a causa tua! >> sbotto.

Lucas mi guarda fisso negli occhi, senza mai smettere di sorridere. Ho una voglia irrefrenabile di fargli sparire quella smorfia dal viso.

<< Sai, Nevena >> continua Lucas << non pensavo sarebbe stato così facile farti cadere nella mia trappola. Mi aspettavo di più da una Whiteoak >> i suoi occhi si illuminano di un fuoco ardente, come se tutta la sua rabbia stesse prendendo possesso del suo corpo.

<< E dalla nipote di Aaron >>.

Quelle parole mi fanno irrigidire. Dunque lui sa, sa cosa sono.

Lo guardo e lui sogghigna, riuscendo a leggere benissimo lo stupore stampato sul mio viso.

<< Come.. >> faccio per chiedere, ma lui è più svelto e mi interrompe.

<< Come lo so? >> domanda, stringendo Major più forte a sé << il padrone sa di te da molto tempo. Ti ha vista arrivare. Sei diventata il suo pensiero fisso per molto, troppo tempo. Non si preoccupava di noi, dei suoi figli, se non per i suoi sporchi e luridi scopi >> sputa fuori quelle parole con un tale ribrezzo, che mi stupisce.

Nel nostro incontro onirico, Aaron mi ha detto che non è in grado di controllare Lucas. Non allo stesso modo in cui riesce con i suoi altri figli. Perché? Cos'ha lui di diverso?

<< Lui non ti controlla >> affermo più a me stessa, che al mostro in piedi a pochi metri da me.

Lucas guarda fisso il vuoto, scuotendo freneticamente la testa.

<< No, non ci riesce. Ed è solo sua la colpa. Non doveva trattarmi come un pezzo di carne su cui compiere i suoi esperimenti! >> urla.

Lentamente e con cautela, mi avvicino a lui. Guardo Major. I suoi occhi scuri sono carichi di lacrime e di terrore. Mi si stringe il cuore nel vederlo così, impaurito ed indifeso. Stretto tra le mani di chi potrebbe ucciderlo in un secondo.

Gli lancio un'occhiata silenziosa di incoraggiamento. Non deve agitarsi.

<< Ti ha fatto del male, Lucas? >> gli domando, avanzando sempre più piano.

Il ragazzo alza le sopracciglia e annuisce piano, gli occhi chiari puntati fissi sul terreno sotto di sé.

<< Oh sì. Mi ha fatto cose orribili. Non posso descrivere il dolore che ho provato in quelle settimane, incatenato ad un letto, mentre lui cercava di saziare la sua fame di potere >>.

Una forte nausea mi colpisce forte lo stomaco. Settimane. Lucas è stato torturato da Aaron per tutto quel tempo? E a che scopo? Cosa vuole fare per riservare un simile trattamento ad uno dei suoi figli? Una sua creazione?

<< Cosa ti ha fatto, Lucas? Che tipo di esperimenti? >> ogni parola, è un passo più vicino a lui e al mio ragazzo. Devo cercare di salvarlo, di distrarre Lucas in modo tale che Major possa scappare e chiedere aiuto.

Lucas ride, gli occhi fissi nel vuoto, vacui di un terrore che non riesco a esprimere a parole.

<< Oh, mia cara Nevena, non vuoi sapere cosa ho passato >> la sua voce è quasi un sussurro.

Un passo dopo l'altro. Piano.

Mi rendo conto solo ora di non avere nulla con cui colpirlo se non i miei pugni e i miei calci.

Cerco con lo sguardo qualunque oggetto che possa essermi di aiuto.

A pochi passi da me, sull'asfalto, c'è una scheggia di vetro abbastanza grande. Se solo riuscissi a chinarmi per recuperarla...

Cerco gli occhi di Major. Le sue iridi seguono le mie fino alla probabile arma, ma la sua espressione mi comunica chiaramente di non tentare la sorte.

Non posso starmene qui con le mani in mano. Devo tentare di salvare Major, non permetterò a quella creatura di fargli del male.

Mi avvicino, chinandomi un po' sulla mia destra per essere abbastanza lesta da afferrare il vetro.

Lucas è perso nei suoi pensieri, sussurra parole incomprensibili. Noto che la presa sulla gola di Major si allenta. Un rivolo di sangue, cola sulla pelle del mio fidanzato. I suoi profondi occhi scuri trovano i miei, in cerca di aiuto.

Con un gesto della mano, gli intimo di rimanere immobile.

Sono sempre più vicina alla mia arma. Ancora pochi passi...

<< Si è preoccupato di me e degli altri prescelti per un po', finchè non sei arrivata tu a invadergli la mente >> la voce di Lucas è dura, così bassa da farmi venire la pelle d'oca su tutto il corpo.

<< Sei diventata il suo pensiero fisso e io sono rimasto solo, a soffrire. Quando ti ha trovata... >> i suoi occhi vuoti, improvvisamente scattano su di me. Mi blocco.

<< Ha ordinato a tutti noi di non provare a cercarti, di non toccarti nemmeno con un dito. In caso contrario, ci avrebbe uccisi. Ma io cosa avevo da perdere? >> un ghigno malefico si forma sulle sue labbra.

<< Tu mi hai tolto tutto. La possibilità di diventare qualcosa di più di un semplice "creato". E invece, guardami ora >> sussurra, mostrandomi la dentatura aguzza << una cavia abbandonata a sé stessa per cercare te, la sua discendente diretta. Non mi sembra molto corretto, non trovi? >>.

Rimango immobile, il sudore freddo mi cola lungo la schiena.

<< Mi spiace per... >>

<< Non mi interessano le tue scuse! >> il suo urlo mi blocca le parole in gola. Gli occhi di Lucas sono diventati rossi, iniettati di sangue.

<< Voglio il potere, voglio vederti soffrire esattamente come me. E' ora che il padrone sappia che non sono una sua proprietà >> e quando pronuncia quelle parole, i suoi occhi si spostano di sbieco su Major e in me scatta l'allarme.

Mi lancio verso il pezzo di vetro a terra e mi butto verso Lucas proprio nell'esatto momento in cui i suoi denti iniziano ad affondare sul collo del mio ragazzo.

Lo afferro per una spalla e gli pianto il pezzo di vetro in pieno addome. Un urlo viscerale esce dalle sue fauci. La sua bocca è rossa del sangue di Major, che riesce a liberarsi dalla sua presa e allontanarsi. Ha un morso sul collo, non troppo profondo.

Mi guarda. I suoi occhi sono spalancati, colmi di paura.

Lo guardo, urlandogli e supplicandogli di fuggire.

Poi vengo spinta via.

Rotolo a terra, battendo forte la nuca sull'asfalto. L'impatto della mia schiena sul terreno duro, mi fa mancare il fiato. Mi volto su un lato e Lucas viene verso di me.

Non faccio in tempo ad alzarmi che è già chino sul mio corpo.

Una sua mano mi stritola la gola, impedendomi di respirare.

Scalcio inutilmente le gambe in aria, mi dimeno ma non riesco a muovermi di un millimetro. E' troppo forte.

Il suo orribile volto è a pochi centimetri dal mio. Una rabbia omicida gli tinge gli occhi e le sue labbra si aprono in una smorfia terrificante, mostrandomi da vicino i suoi denti.

Sono come quelli di Aaron, ma in alcuni punti sembrano nascere doppi. Il suo alito odora di sangue e di qualcosa di acre che mi dà il voltastomaco.

<< Tu, guardati >> sussurra, stringendo ancora di più la mia gola << cosa pensi di poter fare contro di me? >>.

Gli poso entrambe le mani sulla sua, cercando di liberarmi. Sento il sangue scorrere violento nelle mie vene, salirmi sempre di più al cervello. La testa mi pulsa fortissimo e i miei polmoni iniziano a chiedere aiuto, poveri di ossigeno.

<< I-i-io... t-t-i uc-c-ci-do >> sussurro, quasi senza voce.

Lucas ride e della bava mista a sangue, inizia a colargli ai lati della bocca.

<< Tu, uccidere me? Ma guardati >> la sua mano mi schiaccia ancora più forte al terreno, bloccandomi completamente il respiro << non sei nulla. Non sei una vera Whiteoak e non sei nemmeno un vampiro, la tua transizione a quanto pare ci sta mettendo più del previsto a presentarsi >> sghignazza.

Improvvisamente, lo sento chinarsi su di me. Il suo viso pallido sfiora il mio, le sue labbra e il suo naso si avvicinano pericolosamente al mio collo, annusandomi.

<< Questo odore >> inspira forte << è quello della paura di un'umana. Ed è questo che sei, Nevena >> torna a guardarmi.

I suoi occhi chiari incontrano i miei e lì lo vedo tutto. L'odio che prova verso di me.

<< Sei solo una fragile umana >>

Mi mostra i denti e improvvisamente la sua mano si sposta, per lasciare posto sul mio collo alle sue fauci.

Colgo l'opportunità al balzo e do un colpo di bacino verso l'alto facendogli perdere l'equilibrio e obbligandolo a cadere in avanti. Appoggia i polsi a terra, ai lati della mia testa. Gliene afferro uno e lo ribalto.

In un secondo, sono sopra di lui ed i miei pugni tentano di scalfirgli il viso. La sua pelle, nonostante sembri sottile e fragile, in realtà è dura come il marmo e le mie nocche si aprono ad ogni contatto.

Lo sento ridere sotto di me e la cosa non fa che farmi montare ancora più rabbia in corpo.

Qualcosa nel profondo della mia anima scatta e gli pianto le unghie in pieno viso. Lucas urla di dolore e solo in quel momento, mi accorgo che le mie non sono più unghie, ma dei veri e propri artigli.

Sono spaventata, ma al momento non voglio pensarci. Lo graffio con forza sugli occhi, accecandolo.

Lui grida di dolore e io ne approfitto per correre via a cercare Major.

E' rimasto lì accanto alla macchina, immobile, ad osservare la scena.

<< Major! Major, scappa! Vai via di qui! >> urlo, andandogli incontro.

Lui scuote la testa, spaventato e confuso da quella assurda situazione.

<< Nev, cosa sta succedendo? >> domanda, la voce incrinata dal terrore e dalle lacrime che gli sgorgano copiose sul viso.

Vorrei tanto rispondergli, raccontargli tutta la verità, ma ora non c'è tempo. Un dolore lancinante mi fa piegare in due. Le mie mani si serrano sul mio stomaco.

Cado a terra, in ginocchio. Gli spasmi mi fanno contorcere e sudare. Major si china su di me, mi chiama ma io non riesco a sentire nulla. Nelle mie orecchie, ci sono solo dei suoni ovattati. Ogni muscolo del mio corpo chiede aiuto, la mia testa pulsa a tal punto che ho il terrore che possa esplodere da un momento all'altro.

<< Nev, alzati! Che hai? Andiamo via di qui! >> urla Major davanti a me.

Riesco a guardarlo in viso e non cerco nemmeno di fermare le lacrime che iniziano a bagnarmi le guance.

<< Scappa, Major! Chiama mio padre e scappa via! Io me la caverò! >> gli dico.

Resisto al dolore e mi alzo, girandomi verso Lucas. Anche lui si sta rialzando. Il sangue gli esce copioso dalla profonda ferita sull'occhio.

Mi volto verso il mio ragazzo. Lui mi osserva, confuso e spaventato a morte. Gli intimo ancora una volta di andare via e lui mi ascolta.

Inizia a correre.

<< Credi che lo lascerò andare via come se nulla fosse? >> sussurra Lucas, in piedi a pochi passi da me.

Il suo occhio sinistro è lacerato. La sua pelle è rossa del sangue che continua a perdere irrefrenabilmente e sulle sue labbra c'è un ghigno maligno.

<< Non gli farai del male >> lo minaccio.

Lui annuisce e con un cenno della testa, indica qualcosa alle mie spalle.

Mi volto, e quello che vedo mi fa coprire la bocca con le mani per il terrore.

Major è a terra, privo di sensi e completamente immobile. Sopra, china sul suo stomaco, una figura femminile gli sta dilaniando le carni. Il sangue del mio ragazzo riempie la strada sotto di lui.

I capelli della ragazza le coprono il viso, ma io so benissimo a chi appartengono.

<< Major! >> urlo, devastata dalla paura.

Ed è in quel momento che la ragazza alza la testa e mi fissa. Gli occhi chiari di quella creatura sono iniettati di sangue e persi nel vuoto, i lunghi canini sporchi del sangue del mio fidanzato.

Sally mi guarda ma non credo riesca a riconoscermi. Indossa ancora il camice ospedaliero e le ferite ricevute nell'attacco di pochi giorni fa, sono coperte dai cerotti e dalle garze.

La vista mi si annebbia e le lacrime mi scorrono sempre più copiose.

Sally china il capo e sorride a Lucas che ricambia e poi si volta verso di me.

<< Ti ricordi di Sally? >> sussurra << le ho fatto un regalino. Spero non ti dispiaccia >>.

E in quel momento, un rumore di passi velocissimo viene verso di me.

Mi volto e davanti ai miei occhi c'è la mia amica che mi osserva sorridente e sporca di sangue.

O meglio, la creatura mostruosa che è diventata. Ed è tutta colpa mia.

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