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Fallo per me

Il giorno successivo Cammy si svegliò prima del solito: erano le quattro del mattino. Sentiva una strana sensazione nello stomaco, come una voglia incolmabile di un qualcosa che nemmeno lei sapeva riconoscere. Si alzò piano piano dal letto, facendo scricchiolare il legno di pino del pavimento, ma cercando comunque di fare meno rumore possibile: passo dopo passo giunse alla camera dove dormiva sua figlia e si fermò sulla soglia per osservarla: dormiva serenamente con la bocca leggermente aperta. La ragazza sorrise alla vista del suo piccolo angioletto: per un attimo la pervase un senso di insicurezza; era abbastanza matura da prendersi cura di una bambina? Dopotutto, aveva solo 22 anni e doveva ancora maturare completamente. Però sapeva donarle un amore unico e infinito. Si trovava sulla soglia della stanza, così si girò per scendere le scale e... si ritrovò faccia a faccia con Caleb:
Cammy-" Oh, c-ciao Caleb..."-
Caleb-" C-Ciao Cammy..."-
I due si distanziarono, imbarazzati e con le guance purpuree e presero a guardare dalla parte opposta all'altro. Passarono pochi, estenuanti attimi, interrotti poi da Caleb; proferì una frass che lo assillava e che gli aveva fatto passare la notte in bianco:
Caleb-" Allora... per via di ieri sera..."-
Si portò una mano sulla nuca e arrossì ancora di più:
Cammy-" I-Ieri... sera?"-
La ragazza capì, e abbassò il capo quasi desolata:
Cammy-" Ah, sì..."-
Caleb-" S-so di aver agito per primo, però tu..."-
Cammy-" Già..."-
Caleb-" Perché l'hai fatto?"-
La ragazza fissò i suoi occhi color cielo su quelli verde sporco di Caleb e rimase lì a guardarlo; i suoi occhi le ricordavano terribilmente qualcosa, o qualcuno... Magari stava iniziando a ricordare i momenti che aveva perso dopo l'incidente? Le passarono delle immagini nella testa: era rinchiusa in una cella, al buio, in una piccola stanza. La porta di essa si apre ed ecco che sbuca un ragazzo alto, capelli assenti se non un ciuffo ricadente sulla testa, a incorniciare i suoi occhi verde sporco... verde sporco?! E se quello che si trovava davanti a lei... fosse stato Caleb? Il ricordo svanì e la ragazza barcollò per qualche istante, poi cadde in avanti, ritrovandosi tra le braccia di Caleb. Ammirò di nuovo quegli occhi unici e bellissimi:
Cammy-" Tu sei... Caleb... e noi due ci siamo già visti, non è così?"-
Sul viso del ragazzo apparve un'espressione sorpresa, sostituita poi da un sorriso:
Caleb-" S-Sì... È così! È così Cammy!"-
In preda alla felicità, la prese in braccio e fece una giravolta; la ragazza dovette tenersi alle spalle di Caleb per evitare di cadere. Quest'ultimo la poggiò dolcemente:
Caleb-" Scusami..."-
Cammy-" Fa niente. Allora... scendiamo?"-
Il ragazzo annuì, poi entrambi scesero le scale in silenzio. Caleb fece accomodare Cammy al tavolo della cucina, poi preparò la colazione. Si sedette con lei mentre aspettava che il caffé fosse pronto:
Caleb-" Ma la tua amnesia è davvero così grave?"-
Cammy-" Beh... no, ma ho perso comunque dei ricordi."-
Caleb-" E non c'è un modo per recuperarli?"-
Cammy-" In realtà sì... "-
Lui scattò in piedi:
Caleb-" Cioè?!"-
Cammy-" Uno studio di un noto scienziato inglese ritiene che chi ha avuto un'amnesia debba visitare i luoghi che non ricorda. Dice che sia un ottimo modo per ripristinare velocemente la memoria."-
Caleb-" Allora partiamo!"-
Cammy-" Come?!"-
Caleb-" Sì! Tu, io e Camilla. Per Tokyo."-
Si sedette di nuovo e attese la risposta della ragazza:
Cammy-" Io... non posso..."-
Il volto del ragazzo cambiò conpletamente espressione:
Caleb-" Come sarebbe... non... puoi?"-
Cammy-" Mi dispiace Caleb, ma ho una vita qui: ho il mio lavoro, mia figlia e non ho abbastanza soldi per tornare in Giappone."-
Caleb-" Ma allora pago io!"-
Cammy-" Non se ne parla neanche!! Non posso affidare un costo simile a te; davvero, non importa."-
Il ragazzo si rialzò in piedi e cominciò a girare per la cucina:
Caleb-" Cercare di farti ripristinare la memoria restando qui a San Francisco sarebbe quasi inutile. E poi io voglio aiutarti. Tu sei..."-
Avrebbe voluto aggiungere " tutto per me", ma non finì la frase, si bloccò. Poi ne cominciò un'altra:
Caleb-" Ti prego, Cammy."-
Cammy-" Ma io... non lo so..."-
Delle parole uscirono dalla bocca di Caleb senza neanche avergli dato il tempo di pensarle; fu come se cervello e bocca avessero agito da soli, senza la sua volontà:
Caleb-" Fallo per me."-
La ragazza lo fissò negli occhi:
Cammy-" Io... ci penserò."-
Poi si alzò in piedi:
Cammy-" Ora scusami, ma devo andare a cambiarmi."-
Non fece neanche colazione quella mattina. Le parole del ragazzo le risuonavano nel cervello come se fossero le uniche a sua conoscenza. " Fallo per me". Lei avrebbe voluto tornare a Tokyo... per lui? Poteva ritenerlo un pazzo sconosciuto, poiché si era dimenticata di lui. Invece gli credeva e ciò la portava a pensare sempre a lui, oltre che a lei e a Camilla. Più volte si era chiesta se per la piccolina, Caleb sarebbe potuto essere un bravo "padre". Forse... la risposta era sì?

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