È così difficile trovarsi in questo periodo della nostra età: l'adolescenza. Dove ci sentiamo spaesati, ma allo stesso tempo sicuri sul da farsi.
Essere un adolescente è: sentirsi diverso, ma allo stesso tempo banale.
È non saper decidere sul essere chi vuoi essere o, essere chi vuoi che gli altri credono che tu debba essere.
È preferire gli amici, che forse, un giorno non vedrai più, ai tuoi familiari, che sono sempre lì nell'angolo.
È vergognarsi delle lacrime che versi la notte segretamente, vergognarsi di provare affetto per qualche coetaneo, vergognarsi di essere chi sei.
È ridere, piangere, urlare nello stesso momento.
È la camera in disordine, le cuffie nelle orecchie, il telefono acceso fino a tarda notte e i libri di scuola chiusi.
È dire ti amo invece di mi piaci, dire fanculo invece di resta.
È non saper decidere se ti sta meglio il blu o il rosso, se ti piace di più il salato o il dolce, la matematica o l'italiano.
È litigare con i propri genitori per un gatto, un telefono nuovo o per quel concerto a cui vorresti andare tanto.
È tornare a casa quando i lampioni sono spenti e il sole sta sorgendo.
È la prima sigaretta, la prima bottiglia di birra, il primo bicchiere di vino.
È lamentarsi di non essere compresi, quando il primo a non comprendersi sei te stesso.
Ma la cosa più fastidiosa dell'adolescenza è, che nonostante la si odi così tanto, quando poi finisce daresti tutto quello che hai per riprendertela.

Note:

È da tanto tempo che non pubblicavo una storia su questo social. A pensarci credo che questo sia il primo racconto serio che io abbia mai scritto su questa piattaforma. Spero vivamente che vi piaccia o, quantomeno, che lo troviate interessante. Fatemi sapere nei commenti. Ben accetti consigli, pensieri e critiche costruttive (ciò vuol dire nel rispetto dei sentimenti altrui). Buona Lettura.