Capitolo 1: Nel bosco
Ho cercato di mettere tutti nello stesso capitolo fatemi sapere se vi piace!♥️✨
Il silenzio nel bosco era assordante, interrotte solo dal fruscio delle foglie calpestate dai piedi frettolosi dei ragazzi. Il vento gelido soffiava tra gli alberi, ma non riusciva a mitigare la paura che stringeva il cuore di ognuno di loro. L'aria era densa di paura e determinazione.
Frency, con la pistola stretta nelle mani tremanti, scrutava l'oscurità. Il segnalatore GPS lampeggiava, ma il suo cuore batteva forte al pensiero di cosa potessero trovarsi davanti. "Dobbiamo muoverci," disse con tono deciso, cercando di mascherare la paura che le serpeggiava nel petto.
Anna, al suo fianco, la guardò con occhi pieni di preoccupazione. La sua mano sfiorò quella di Frency, cercando di rassicurarla. "Andrà tutto bene." Ma anche lei sapeva che le probabilità erano contro di loro. Non avevano idea di quanto lontano si trovassero dal resto del gruppo.
Pietro, che camminava poco più indietro, voltò lo sguardo al suono di un rumore improvviso. I suoi occhi erano spalancati, il fiato corto. "Ce l'hanno fatta," sussurrò, guardando il segnalatore GPS, che ora indicava una nuova presenza: uno degli altri "player". "Ma dobbiamo trovarli prima che... OH PORCO ###"
Un grido distante li fece sobbalzare. Qualcuno era in pericolo.
"Corriamo!" gridò Davide, il viso pallido come un cadavere mentre un altro grido, questa volta più vicino, li fece tremare. Un'ombra si muoveva tra gli alberi, un gruppo di zombie affamati che non avrebbero esitato a inseguirli.
Mentre i più spaventati correvano nel tentativo di nascondersi, altri si fermavano, pronti ad affrontare la minaccia. "Non possiamo fuggire," disse Sole, stringendo forte la pistola. "Se scappiamo, ci troveranno comunque. L'unico modo per sopravvivere è combattere."
Viola annui, anche se il suo corpo era rigido dalla paura. "Non possiamo perdere altro tempo. Dobbiamo bloccarli prima che raggiungano gli altri."
Frency guardò Anna, il viso teso. "Sei pronta?" Anna la guardò intensamente, l'adrenalina che le scorreva nelle vene. "Sempre."
...
Mentre Frency, Anna, Pietro e Davide si trovavano in prima linea, cercando di difendersi dagli zombie in avvicinamento, gli altri membri del gruppo non erano da meno. La situazione nel bosco era disperata, e ognuno si trovava a fare i conti con la propria paura.
Mark, con il fiato corto e la pistola ancora incerta nella mano, guardava Charlie e Andy. I due fratelli erano uniti dalla paura, ma anche dalla determinazione. "Andiamo a sinistra!" gridò Mark, cercando di tenere la calma, ma il suo corpo tremava visibilmente.
Charlie si fermò un attimo, scrutando nel buio. "Dobbiamo restare uniti. Non possiamo separarci ora." Andy, il più giovane dei due, guardò Mark con occhi spalancati, ma riuscì a fare un cenno di assenso. "Si... dobbiamo trovare gli altri."
Jey e Hermi, più avanti, avevano già preso una direzione diversa. Jey, che sembrava più a suo agio in mezzo al caos, si voltò verso Hermi, che stringeva forte il suo segnalatore GPS. "L'altra direzione è più sicura. Andiamo!"
"Sei sicuro?" Hermi non riusciva a nascondere la preoccupazione. Ma Jey la guardò con un sorriso che cercava di sembrare rassicurante, anche se il suo cuore stava battendo forte come quello di chiunque altro. "Lo so. Fuggire non è un'opzione."
Nel frattempo, Abigail e Nicole si trovavano dall'altro lato del bosco, nascoste dietro una vecchia macchina abbandonata. Il loro respiro affannoso si mescolava con il suono delle foglie calpestate dagli zombie. "Li vedo," sussurrò Abigail, la mano che stringeva la pistola con nervosismo. "Dobbiamo essere rapide."
Nicole la guardò negli occhi, sentendo il peso della situazione. "Pronti, partenza... via!" Le due corsero verso una piccola apertura tra gli alberi, ma un altro grido distante le fece fermare, col cuore che batteva all'impazzata. "Sono troppo vicini," disse Nicole. "Dobbiamo unirci agli altri."
Nel frattempo, Skylar, Jey e Rov erano fermi dietro un albero, cercando di capire quale fosse la mossa giusta. "Dobbiamo solo sperare che gli altri siano riusciti a sfuggire," disse Rov, guardando la mappa sul GPS. "Il segnalatore ci sta portando nella loro direzione. Se abbiamo fortuna, arriveremo in tempo."
...
Ma Skylar, più riluttante, scuoteva la testa. "Non possiamo fare affidamento solo sulla fortuna. Se non ci riuniamo, siamo perdati."
La tensione cresceva. Gli zombie si avvicinavano, e ogni ragazzo e ragazza si trovava costretto a fare i conti con le proprie paure e fragilità. La strategia era chiara: unirsi per affrontare il pericolo. Solo così avrebbero avuto una speranza di sopravvivere.
...Il bosco sembrava non finire mai. Ogni passo che facevano, ogni angolo che esploravano, si ritrovavano a dover fare i conti con una nuova minaccia. Eppure, tra la paura e il caos, Samuel non riusciva a evitare di trovare la situazione comica. Non che fosse il momento giusto, ma lui non riusciva a fare a meno di rispondere al terrore con un sarcasmo amaro.
"Stiamo cercando di non farci mangiare vivi da zombie, e questo è il nostro piano?" disse con un sorriso nervoso, guardando Mark, che stava cercando di orientarsi con il GPS.
"Che cosa suggerisci, Samuel?" rispose Mark, buttando un'occhiata al segnalatore. "Forse dobbiamo fare un picnic in questa bellissima foresta infestata da non-morti. Maybe we'll have some fun."
Samuel fece un gesto teatrale con la mano. "Oh, certo! Un picnic! Perché non l'ho pensato prima? Magari possiamo anche invitarli, eh? Un po' di risate tra amici. I morti viventi sono sempre così socievoli."
Mark sbuffò, ma non poté fare a meno di sorridere. "Dai, Samuel, smettila. Andiamo a trovare gli altri prima che diventi un vero 'happy hour' zombie."
Nel frattempo, Jey e Hermi erano più avanti, cercando di rimanere silenziosi mentre ascoltavano i rumori in lontananza. "Non è che tu sia mai serio, eh?" disse Hermi, con un sorriso che non nascondeva la tensione.
Jey, con un'espressione più tranquilla ma con gli occhi sempre attenti, rispose: "Ehi, se non facciamo uno scherzo, rischiamo di impazzire. Non c'è nulla di divertente in quello che sta succedendo, ma almeno ci teniamo un po' di umorismo."
"Giusto," ammise Hermi, anche se le sue mani tremavano mentre controllava la pistola. "Ma non esageriamo, ok?"
Nel frattempo, Abigail e Nicole, che erano riuscite a riunirsi con Skylar e Rov, cercavano di fare il punto della situazione. "C'è una città vicina," disse Abigail, guardando il GPS con attenzione. "Dobbiamo raggiungerla. Forse li troviamo rifugio.""Città? Qui non sembra proprio il posto per fare una passeggiata!" disse Samuel, con il tono sarcastico che non gli mancava mai. "E soprattutto, cosa ci assicura che ci siano più persone vive là dentro? Potremmo finire come prede facili."
"Mi sembra un'ottima idea," rispose Mark, mentre abbassava la pistola e iniziava a camminare verso la direzione indicata dal segnalatore. "Let's go, then."
"Sei un tipo positivo, vero?" Samuel sbuffò, ma si avvicinò anche lui, nonostante il suo sarcasmo. L'idea di farsi trovare impreparati non lo entusiasmava, ma si sforzó di nascondere la preoccupazione dietro il suo tono. Frency, sempre con lo sguardo determinato, camminava a passo deciso. Dietro di lei, Anna cercava di rimanere al passo, ma la tensione nei suoi occhi era evidente "Blasty, aspettami!" urlò, ma Frency non si fermò nemmeno a guardarla
"Non è il momento di fare la timida, Anna!" rispose con tono deciso, nonostante la paura che le serpeggiava dentro. "Muoviamoci! Se vogliamo uscirne vivi, dobbiamo rimanere concentrati. Non c'è tempo per perdere tempo!"
Frency stava dando tutto ciò che aveva per tenere alta la moralità del gruppo, ma dentro si sentiva stremata. Il segnalatore GPS lampeggiava, indicando una zona piena di zombie. Non era il momento di fermarsi.
Sole, che camminava accanto a lei, la guardò con un sorriso forzato. "Non avrei mai pensato che ti saresti preoccupata di una cosa del genere Fra. Non ti avevo mai visto cosi... impaziente."
Frency lanciò un'occhiata di fuoco a Sole. "Impa... che cosa? Non ho tempo per queste cazzate!" Il suo atteggiamento, come sempre, era esplosivo. "Volete sopravvivere o continuare a fare chiacchiere?"
Pietro e Davide, un po' più indietro, si scambiarono uno sguardo. Samuel, sentendo la conversazione, sbuffò. "Ecco, Blasty in modalità distruzione totale. Qualcuno dovrebbe tenerla sotto controllo prima che faccia saltare tutto."
"Non ti preoccupare, Samuel," rispose Davide, con un sorriso nervoso. "Ce la faremo, basta stare uniti."
Nel frattempo, Mark, Jey e Hermi erano più avanti. "Guarda, Jey" disse Hermi, indicando la direzione del segnalatore. "Quella città sembra la nostra unica speranza."
Jey non rispose subito. "Sono d'accordo, ma dobbiamo andare con cautela. Non sappiamo chi ci sia là dentro," disse, facendo un cenno agli altri. "E' meglio non avventurarsi troppo, non voglio fare da pasto a nessuno oggi."
Skylar e Rov stavano cercando di capire il percorso migliore per arrivare alla città. "Dobbiamo stare in movimento," disse Skylar, scrutando l'oscurità. "Ogni secondo che perdiamo ci mette più in pericolo."Rov, più calma, fissava il GPS. "Ok, restiamo uniti e affrontiamo qualsiasi cosa insieme. Non voglio trovarmi in mezzo a un'altra invasione senza il supporto del gruppo."
Intanto, Abigail, Nicole e gli altri, uniti in un'unica linea, avevano raggiunto una radura. "Questo è il posto giusto," disse Abigail, abbassando la pistola per fare un rapido check. "Siamo vicini, ma dobbiamo stare attenti. Non sappiamo cosa possiamo incontrare."
Nicole guardò il segnalatore. "Dobbiamo fermarci un momento e capire come procedere. Non possiamo rischiare di cadere nella trappola di un altro gruppo di zombie."
"Beh, se siamo fortunati, il piano funziona," disse Samuel con il suo solito sarcasmo. "Altrimenti ci troveranno in un batter d'occhio."
"Samuel, smettila," disse Anna, mentre guardava con preoccupazione il segnalatore. "Non è il momento di fare battute." Ma anche lei non riusciva a non sentirsi preoccupata.
Mark fece un sorriso imbarazzato. "Hey, noi non possiamo fare altro che sperare. Perché, in fondo, la speranza è l'ultima a morire... o almeno così dicono."Il gruppo camminava in silenzio, con i passi leggeri e le pistole pronte. L'aria era carica di tensione. Ogni rumore sembrava amplificato, ogni fruscio di foglie o scricchiolio di rami metteva i nervi a dura prova. Frency, come al solito, non era disposta a lasciarsi abbattere. "Non voglio perdere altro tempo, borbotto, guardando Anna, che camminava dietro di lei, nervosa ma determinata
"Stai calma tesoro!" la incoraggio Anna, cercando di tenerle il passo. "Non possiamo andare troppo veloci, dobbiamo fare attenzione."
Sole, che camminava al loro fianco, alzò la mano per fermare il gruppo. "Aspetta," disse, guardando verso la strada davanti a loro. Una figura si stava avvicinando, seguita da altre. "Non siamo soli," mormorò, occhi spalancati.
Il gruppo si fermò di colpo, tesi. Le altre persone si avvicinavano a passo lento, anche loro pronte a combattere, ma evidentemente in guardia. Frency fece un passo avanti, con il viso determinato. "Chi siete?" urlò, senza paura.
Una figura alta e imponente si fece avanti, una pistola in mano. "Siamo nello stesso casino, a quanto pare," rispose il ragazzo, con un accento straniero. Era Hwang Jin- ho, che si prese un momento per fissare il gruppo con un'espressione dura. "Penso che sia meglio non fare domande stupide. Siamo tutti qui per lo stesso motivo."
"Giusto," aggiunse Emily, con un sorriso forzato. "E se vogliamo uscirne vivi, meglio non dividerci."
Dopo un paio di secondi di silenzio, Jacky fece un passo avanti, con un tono un po' più amichevole. "Siamo tutti nella stessa barca. Non è il caso di litigare, no?" Sospirò, guardando il segnalatore. "Se siamo qui, probabilmente dobbiamo collaborare."
Mir, che stava dietro di loro, scosse la testa. "Perché non mi sorprende che finiamo tutti a combattere contro i morti viventi? Non potremmo almeno avere una vacanza?"
"Un po' di ottimismo, Mir," disse Alisia, ridacchiando nervosamente. "Se non ti prepari, qui la vacanza è una possibilità che non vedrai mai."
Rov che era rimasta in silenzio fino a quel momento, si fece avanti.
Valter, che sembrava sempre calmo e razionale, fece un cenno. "D'accordo. Ma nessuno pensi di fare da erce. I nostri avversan sono pericolosire ogni passo falso potrebbe costarci"
Le tensioni, purtroppo, non scomparvero immediatamente. Sino lanció un'occhiata di sfida a Samuel. "Quindi, cosa facciamo ora? Continuiamo a chiacchierare, o cerchiamo una via d'uscita da questo inferno?"
Samuel nspose con un sorriso sarcastico. "Beh, certo, se volete stare qui e fare le gare di chi è il più pessimista, sono il campione indiscusso."
Endly, da parte sua, era più pragmatico. "Siamo tutti sulla stessa barca. Non c'e tempo per litigare. Se non vogliamo finire divorati, dobbiamo metterci insieme e restare concentrati."
Kayla, che si era tenuta un po' più in disparte, si fece avanti. "Stiamo parlando troppo. Dobbiamo spostarci, abbiamo poco tempo prima che le cose peggiorino. Gli zombie non aspettano che facciamo piani."
La tensione si spezzó con queste parole. Frency guardò tutti, fissando il nuovo gruppo con attenzione. "Ok," disse, abbassando la pistola. "Ma ricordate, se qualcuno cerca di fare il furbo o tradirci, non esiterò a fare fuori chiunque."
Alisia sorrise nervosamente. "Chi può colpa Frency? Ma credo che ci vorrà un po' di tempo per imparare a fidarci l'uno dell'altro."
"Giusto," disse Emily, annuendo. "Il primo passo è sopravvivere, il secondo è fare in modo che nessuno ci faccia del male. È tutto li."
Con una tensione palpabile ma anche una nuova consapevolezza, i due gruppi si misero in movimento, preparandosi ad affrontare il loro prossimo pericolo insieme.
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