Prologue
"All that you see or seem is nothing but a dream inside a dream." E.A. Poe
L'Arcangelo Mephisto osserva il mondo ai suoi piedi. Non c'è interesse nel suo sguardo, né compassione, né amore. Nel suo cuore domina solo l'odio, un odio così profondo che stupisce il fatto che lui sia ancora tra le fila celesti.
Mephisto si volta, non sopporta più la vista di quei piccoli esseri così insignificanti che gli hanno rubato l'amore del suo Sovrano e il suo posto nel Paradiso.
Il Signore degli Eserciti voleva che anche lui, come i suoi fratelli, si inchinasse davanti a quella nuova creatura, così debole e indegna di un amore così grande eppure prediletta da Dio. Ma lui non si è inchinato, ha fronteggiato il suo re con orgoglio, dichiarando:«Soltanto a Te, mio Re, voglio offrire il mio amore, a Te e a nessun altro.»
Per tale ribellione, seppur guidata dai più alti sentimenti, Mephisto è stato esiliato dal Paradiso, e non precipitato nell'Inferno, dove già l'Apostata lo attendeva con un ghigno sul volto un tempo bello.
«Ma come fa il mio Signore ad amare simili creature? Pur avendole create come ha creato noi, le ha fatte deboli, facilmente corruttibili dalle vane promesse dei piaceri terreni, misere nel loro peccato, lamentose nella loro colpa. Quante richieste indecenti offrono al mio Re! Piaceri, denaro, eternità! Che esseri indegni di così alte attenzioni, che orrore!» così parla Mephisto, colmo di rabbia, avviandosi a grandi passi ai cancelli del Paradiso.
L'Arcangelo Raffaele, fiero e luminoso nella sua gloria, sorveglia l'ingresso.
«Cosa ti porta qui, Mephisto? Sai che l'ingresso in questi luoghi ti è precluso per ordine dell'Altissimo e sai anche che io non ti farò entrare finché Colui che È non me lo ordinerà. Avanti, parla! Cosa ti ha spinto fino alla nostra dimora?»
«La vostra dimora un tempo era anche mia e mi è stata ingiustamente tolta!»
«Come osi mettere in dubbio le decisioni del tuo Re?» esclama furente l'Arcangelo, sguainando la spada fiammeggiante con cui cacciò Adamo ed Eva dall'Eden.
«Non sono qui per parlare di questo e soprattutto non per parlarne con te, Raffaele, fratello mio. Voglio essere ricevuto al cospetto dell'Altissimo per parlare di una certa questione.» risponde Mephisto, con un sorriso sul volto splendente.
«Di che questione, Mephisto?»
«Diciamo ... una scommessa. Sì, una scommessa.»
«L'Onnipotente non scenderà a patti con te, stanne pur certo. Resta comunque il fatto che, finché non mi ordina di aprirti le porte, tu dovrai aspettare qui fuori.»
«Credimi, le porte si apriranno molto presto, quando saprà che voglio parlare del suo prediletto, Ariel l'alchimista!» risponde l'Arcangelo fedele, pronunciando a gran voce il nome dell'uomo prediletto dal Signore.
I cancelli si aprono di colpo, ma senza alcun rumore.
«Che ti avevo detto, fratello mio? Il nostro Signore scenderà certamente a patti con me.» dice Mephisto con un ghigno soddisfatto sulle labbra, mentre saluta Raffaele con un gesto della mano e si avvia verso il trono dell'Onnipotente.
«Cosa vuoi chiedermi, Mephisto?» chiede il Signore, splendente di potenza e immensa gloria, seduto sul suo trono di nuvole.
«Mio Re,» esordisce Mephisto, inginocchiandosi ai suoi piedi,«sai già di chi voglio parlare.»
Il Signore gli concede il suo tacito assenso ad ascoltare la richiesta che vuole porGli, mentre l'Arcangelo si alza.
«Voglio fare una scommessa con Te, mio Re.»
«Sai che non farò scommesse con te.»
«Neanche se la posta in gioco fosse l'anima del tuo amato Ariel?» risponde l'Arcangelo, come se volesse ricattare il suo Signore.
«Dimmi le condizioni.» ordina con dolcezza l'Onnipotente, già consapevole delle richieste e degli eventi futuri.
«Andrò da lui per esaudire il suo infinito desiderio di conoscenza: se riuscirò a rivendicare la sua anima, Tu dovrai riammettermi alla Tua corte.»
Il silenzio si interpone tra i due per un attimo interminabile.
«E se non ti riesce di corromperlo?» domanda il Signore degli Eserciti.
Mephisto rimane interdetto per un momento: è talmente sicuro della vittoria che non ci ha pensato.
«Se non riuscirò nell'intento, mi precipiterai nell'Inferno!» risponde l'Arcangelo senza paura alcuna, perché sa in cuor suo che vincerà la scommessa.
«E sia, Mephisto. Questi sono i patti. Ora vai e porta a compimento i tuoi propositi.»
Mephisto esce trionfante dai cancelli del Regno dei Cieli, sentendosi già la vittoria in tasca.
«Per quanto un uomo possa aspirare con tutto il suo cuore ai più grandi ideali, il suo animo non sarà mai così puro da riuscire a rinunciare ai piaceri terreni.» afferma Mephisto, spiegando le ali e dirigendosi veloce verso la Terra.
«Anche per Ariel sarà lo stesso. Sotto la sua grande sapienza, è un uomo come tutti gli altri.»
Mephisto sorride pronunciando queste parole.
Il suo ritorno in Paradiso è assicurato, ne è certo.
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