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7. Descent of the Archangel

"Think well, do take your time 'cause your soul will be mine the day you die."

La notte è scesa sulla sterminata steppa russa innevata; la luna piena, che domina la volta celeste nera e ricamata di stelle, spande la sua luce argentea sulla coltre di neve candida, che la riflette all'infinito, come in un gioco di specchi, schiarendo la notte altrimenti buia.
Ariel si guarda intorno ad occhi spalancati, bevendo a grandi sorsate dallo spettacolo meraviglioso che la Natura, seppur non benevola, gli sta offrendo, come se con questo potesse rinfrancare almeno la sua anima.
Con il cuore sereno e il corpo stremato dalla fatica della marcia nella neve, decide di abbandonarsi ai piedi di un albero per riposare, dopo quattro giorni di cammino quasi ininterrotto.
"Dormirò solo un poco ... solo un ..."
Non riesce neanche a completare il suo pensiero che i suoi occhi si chiudono e il respiro si appesantisce; le sue membra si distendono e si riposano, nonostante il freddo pungente non ne favorisca il completo recupero.
Intorno a lui regna il silenzio, disturbato dal lieve stormire delle fronde rinsecchite di qualche cespuglio che ha resistito ai rigori dell'inverno.
Il riposo dell'alchimista è purtroppo presto interrotto: dal cielo, illuminata dalla luce lunare e accompagnata da un coro di voci soavi e piangenti, scende una figura che chiama il suo nome.
L'alchimista, colto di sorpresa, non riesce a muoversi e a parlare, paralizzato da questa visione meravigliosa: davanti ai suoi occhi è apparso un angelo, circondato dalla luce argentea della luna e irradiante luce dorata; le ali d'oro spalancate sembrano fiamme celesti e i suoi occhi due soli splendenti; i lunghi boccoli dorati che gli incorniciano il volto perfetto, dai tratti dolci e con una punta di malizia malcelata nello sguardo, sono impreziositi da un'aureola splendente in forma di diadema.
Ariel è sopraffatto da tanta magnificenza, i suoi occhi non riescono a sostenere lo sfolgorio di quel tripudio di luci divine.
«Ariel, amico mio! Mi sembri sorpreso.» dice l'angelo, sfoggiando un sorriso e avvicinandosi all'alchimista.
«Te l'avevo detto che ci saremmo rivisti, non ricordi?»
Ariel è esterefatto: perché costui afferma di averlo già incontrato? Se così fosse stato, se lo sarebbe dovuto ricordare. Insomma, non si può dimenticare di aver visto un angelo!
«Pechino ... fumeria d'oppio ... nel bel mezzo di una tua allucinazione infestata di mostri ... non puoi avermi dimenticato.» insiste l'angelo incrociando le braccia sul petto, un tantino offeso dal fatto che la sua bellezza non sia riuscita ad incidersi in modo indelebile nella mente di quel misero uomo.
Ariel chiude gli occhi, cercando di fare mente locale, scava alla ricerca di quel volto meraviglioso e di quella luce accecante.
«Me ... Mephisto?» chiede infine titubante.
«Proprio io. Sono contento che ti sia ricordato, alla fine.» dice l'angelo, sorridendogli amichevolmente e abbassando le braccia.
«Quindi sei reale ...» mormora Ariel, coprendosi gli occhi con la mano per non farsi accecare dall'aura abbagliante dell'angelo.
«Certo che lo sono, cosa credevi?» esclama Mephisto sorridendo e scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.
Ariel, con gli occhi socchiusi per resistere alla luce emanata dall'angelo, chiede dubbioso:«Che cosa vuoi da me, Mephisto?»
L'angelo lo guarda per un secondo, poi sfoggia un ghigno soddisfatto, quindi gli si avvicina, spegnendo pian piano la sua luce dorata per assumere, seppur controvoglia, un aspetto più umano.
«Beh ... sono qui per proporti un affare. Qualcosa che sono certo ti piacerà molto, mio caro Ariel!» risponde, mettendogli un braccio intorno alle spalle.
Ariel si ritrae.
«Non essere così sospettoso! Io voglio aiutarti.»
«Non ho bisogno d'aiuto, ti ringrazio.» conclude Ariel, abbassandosi per raccogliere le sue cose e andarsene.
Mephisto non molla e si ferma davanti a lui, sbarrandogli la strada.
«Fidati, tu hai un disperato bisogno di me! Io ti conosco bene, Ariel, molto bene.»
Ariel rifiuta ancora, cercando di ignorarlo, ma non riesce a mettere a tacere quella vena infame di curiosità che ha fatto capolino nella sua testa proprio in quel momento.
Mephisto, notando i movimenti della sua anima, lo incalza, dicendo:«Sono venuto per darti ciò che desideri più di tutto.»
L'alchimista si gira, guardandolo per niente impressionato dalla sua offerta.
«Sto andando a prendermelo, quel "qualcosa". Quindi ...» risponde, alzandosi e scansando con la mano l'angelo non più sfolgorante.
Mephisto si sposta, guardandolo camminare con decisione lontano da lui.
«Ma io non mi riferivo a Helena ...»
Ariel congela sul posto, e non per il freddo della notte.
«E poi ...» continua con una luce maliziosa negli occhi e una smorfia lasciva sulle labbra, «Non è lei che desideri sopra ogni cosa.»
Ariel deglutisce rumorosamente, preso alla sprovvista.
«Non puoi mentire ad un messo di Dio, Ariel. Dovresti saperlo bene, con tutti i tomi di teologia e mitologia che hai studiato fino allo sfinimento.» lo canzona Mephisto, agitando l'indice in segno d'avvertimento.
L'alchimista fa un respiro profondo e riprende a camminare, senza voltarsi indietro.
"Helena ... io voglio solo lei ... Helena, sto tornando ..."
«È inutile che ti sforzi: ripetere il suo nome in continuazione non annullerà il tuo più grande desiderio. Rassegnati.»
Mephisto compare all'improvviso davanti ad Ariel, sbarrandogli il passo e facendogli fare un balzo per lo spavento.
«Ascolta, almeno. Ti va?» insiste Mephisto, sfiorando il mento barbuto di Ariel con le dita per costringerlo a guardarlo negli occhi.
«Ho letto abbastanza letteratura in merito ai patti con il Diavolo da essere più che certo di non voler ascoltare.» risponde Ariel con decisione, cercando di evitare l'ipnotico sguardo d'oro di Mephisto.
«Oh ... ma io non sono il Diavolo ...» sussurra sensualmente l'angelo, avvicinandosi ancora al volto di Ariel e facendo scorrere le dita sulla sua gola, provocandogli degli strani brividi lungo la spina dorsale. Le labbra sono a pochi centimetri dalle sue, ma il suo volto non è più lo stesso: ha i contorni incerti, muta per diventare infine il volto di una donna, che Ariel conosce molto bene.
«Helena ...» mormora incerto, lasciandosi avvicinare ancora dall'angelo ingannatore e socchiudendo gli occhi.
Con le labbra a qualche millimetro da quelle dell'alchimista, Mephisto sorride soddisfatto e sussurra:«Non vuoi ammetterlo, vero? Io sono quel che aspettavi da tutta la vita ... la risposta a tutte le tue domande ... la via per la realizzazione di ogni tuo desiderio ... di quel desiderio ...»
Ariel sente il fiato di Mephisto sulle labbra: brucia ed è gelido come quella notte, sa di promesse infrante e vento salmastro.
«Ascolta, almeno ... Ti va?» insiste ancora l'angelo con un sussurro roco che provoca ad Ariel l'ennesimo brivido lungo la schiena.
L'alchimista si volta e spinge via Mephisto, che ha acquisito nuovamente le sue sembianze, abbassando la testa rassegnato.
«Ma che tipo ... pensavo saresti stato felice di sapere che potrai trovare la Verità che tanto hai cercato!» esclama Mephisto, spalancando teatralmente occhi e bocca per enfatizzare la sua falsa sorpresa.
«Parla! Che aspetti? Mi sono stancato di tutti questi preamboli inutili!» sbotta Ariel spazientito dai suoi modi.
L'angelo, sorridendo soddisfatto di quanto ha ottenuto finora, non esita un secondo a presentare ad Ariel il suo "affare".
«È molto semplice, caro il mio alchimista: io sono disposto a servirti per tutta la vita, donandoti ogni potere immaginabile per permetterti di realizzare ogni tuo desiderio.» esordisce Mephisto, facendo apparire davanti agli occhi dell'alchimista una pergamena scritta in grandi lettere gotiche.
«Perdona la pergamena fluttuante, ma ai classici è difficile rinunciare.» si giustifica a bassa voce all'orecchio di Ariel.
«E poi, non trovi che aggiunga un tocco formale al tutto? Insomma, è pur sempre un contratto ... l'atmosfera è importante ...» continua, parlando del contratto come di un allestimento teatrale per un grande pubblico.
«Qual è il prezzo?» chiede Ariel, andando dritto al punto.
Mephisto sorride: è molto, molto soddisfatto.
«Niente di eccessivo ...» dice, estraendo da una fondina appesa alla cintura uno stiletto affilato con l'elsa decorata da simboli arcani in oro divino.
«Solo la tua anima quando morirai.» conclude con un inquietante sorriso che gli va da un orecchio all'altro.
Ariel deglutisce rumorosamente, nonostante sia per niente sorpreso.
Se lo aspettava: è un classico tanto quanto la pergamena fluttuante.
«Hai mai preso in considerazione l'idea di far teatro, Mephisto? Faresti faville sul palcoscenico!» dice Ariel con un sorrisetto divertito, seguito poi da un sonoro starnuto.
«Dio ti benedica!» gli augura Mephisto ridendo sonoramente, mentre Ariel lo fissa con uno sguardo truce.
«E comunque sono più che consapevole della mia bravura, caro il mio alchimista simpaticone, ma sprecarla per voi uomini ... Parlando d'altro ... lo firmi questo contratto sì o no?» domanda infine, porgendogli la pergamena e minacciandogli la mano destra con lo stiletto.
«Mi serve solo una goccia del tuo sangue ... proprio qui ...» spiega, stringendogli il polso per immobilizzare la sua mano.
Ariel si libera dalla presa di Mephisto, che già stava per incidergli la pelle con la sua lama, e si allontana, esclamando:«Quando ti ho detto che avrei accettato?»
«Chi tace acconsente, Ariel. Dai, non essere timido ... non farà neanche ...»
«Basta!»
Il suo grido echeggia per tutta la steppa, fermando Mephisto.
«Ci devo pensare ...» mormora, facendo qualche passo indietro.
"Per tutto quel che vuole darmi, l'anima è in effetti un piccolo prezzo da pagare ... ma non sono così sicuro di volerlo ..." pensa Ariel, voltando le spalle a Mephisto per riprendere il cammino.
"Ma certo, pensaci pure, pensaci quanto vuoi ..."
Mephisto raggiunge Ariel con un balzo, trasformandosi nuovamente nella visione splendente con cui si era mostrato all'inizio, e lo afferra per un braccio, portandolo con sé in un esplosione d'oro e stelle.

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