Capitolo 3
Appena spalanco le porte della palestra vedo tanti ragazzini fare allenamento. Ragazzini che corrono,si arrampicano,lottano corpo a corpo ,maneggiano la spada,l'arco insomma neanche una postazione è vuota tranne ,per mia fortuna , quella dei coltelli.
Mi fiondo subito su quella postazione e comincio a tirare. Mi sento bene a contatto con quell'arma . Ad un certo punto sento qualcuno che mi tocca la spalla ,mi giro e vedo Blaite.
-hey - gli dico
-ciao ... Allora come va ?- mi chiede , io gli faccio un sorriso e lei rimane spiazzata .
-cosa ti è successo ora rid... Cavolo ti ha fatto ridere , Cato ti ha fatto ridere? Insomma lui non fa molto ridere, aspetta se lui ti ha fatto ridere tu dovevi... Clove c'è qualcosa che dovrei sapere ?- disse . Mi sentivo terribilmente in imbarazzo.
-dipende cosa vuoi sapere- rispondo evasiva mai smettendo di ridere.
-tipo che tu hai baciato il mio fratellastro...come a fatto a farti ridere ? -
- è andato contro a un pannello di vetro ...lo dovevi vedere spiaccicato al vetro . Blaite veramente non ridevo da anni ormai !- appena fini la frase la porta si spalancò ed entro Cato .
-secondo me si è montato la testa ... Io devo andare -
-Blaite ti supplico non lo dire a nessuno -
-okay non ti preoccupare sono una tomba - mi rispose e se ne va .
Io mi giro e continuo a tirare coltelli al manichino . Sento di nuovo qualcuno che mi tocca la spalla ma questa volta non era Blaite. Ma Cato .
-senti era solo per la scommessa niente di personale - puntualizzo
-okay ... Rimane tra noi due -
- bene ,comunque grazie- gli dissi .
-per cosa?-
-per avermi fatto ridere . Ti prego non mi prendere per una pazza ma nessuno mi aveva mai fatto ridere dopo la morte di mia ...-
-ho capito ... Ora alleniamoci -
-vuoi seriamente tirare i coltelli ?-
-perché no ?!-
-va bene cominciamo-
Gli spiegai ogni singola mossa che compivo prima di lanciare un coltello e dopo una lunghissima ora di prove riusciva a colpire la testa del manichino . Mi sentivo fiera non solo sapevo lanciare i coltelli ma anche spiegare a qualcuno come fare .
Ora toccava a lui ricambiare e insegnarmi come usare la spada .
-ora tocca a te ... Spiegami come si fa, ma ti avverto non sono per niente brava con questa arma - gli dissi lui scosse la testa e sorrise .
-anche io con i coltelli non me la cavavo ma ora vado forte !-
-aspetta sia io a dirlo!-
-allora sono spacciato -
-proprio così-gli sorrisi . Dopo oggi mi sono ripromessa che sorriderò di più o almeno ci proverò.
-cominciamo -
Lui mi passò una spada , era così pesante che da sola non riuscì a sollevarla . Allora Cato si mise dietro di me e accompagno ogni singola mia mossa fino a che non compresi come mi dovevo muovere .
Ad un certo punto mi sentivo sicura e mi avventai contro un manichino massacrandolo .
- Clove la ragazza dei coltelli e della spada - urla Cato.
Ci alleniamo insieme tutta la mattina e il pomeriggio . Non pranziamo neanche . Io sono ritornata all postazione dei coltelli e Cato a quella della spada . Forse mi sono fatta un nuovo amico o forse sto dando fiducia a una persona che non se lo merita ma in cuor mio so che lui non mi vuole far del male , o almeno spero .
Ritorniamo al dormitorio insieme . Dopotutto siamo nella stessa stanza .
Quella notte non ero per niente stanca quindi presi il mio coltello con molta cautela senza svegliare nessuno poi esco dalla porta per andare in palestra . Anche a casa quando non dormo mi alleno , vado nel giardino di casa mia e comincio a tirare il coltello ad un albero .
Giro l'angolo e mi trovo davanti una brutta sorpresa . Camill. Sussulto .
-ciao novellina dove vai ?-
-ad allenarmi -
-anche di notte ... Non credo proprio , sai stavo per venire da te a fare due chiacchiere su una questione molto delicata -
-del tipo - Camil non mi fa paura ma francamente i suoi due scagnozzi che le stanno dietro come due cagnolini non mi vanno a genio.
-sai piccoletta devi sapere che in questo centro di addestramento ci sono delle cose di proprietà... E Cato ,come posso intendere, è mio. E se ti rivedo con lui i miei AMICI ti rovineranno quel bel faccino che ti ritrovi -
- C-Cato non è una tua proprietà-
-non per ora ama appena mi avrà chiesto di mettersi con me sarà mio ... Hai capito bene ... Ah quasi dimenticavo se ne fai parola con qualcuno te ne faccio pentire. E farò partire una brutta voce " Clove bacia la gente che la fa ridere " si ti ho sentito ma non montarti la testa ... Tu non sarai mai niente per lui . Niente. Zero . Polvere. Ora volatilizzati non voglio vederti un istante di più -
- bhe ti avverto non mi fai paura ora gli vado a dire tutto perché lui non è di proprietà di nessuno !- uno dei cagnolini di Camil mi sferrò un pugno in piena faccia . Barcollai poi caddi . L'ultima cosa che sentì fu la voce di Camill che disse qualcosa a proposito della mia situazione del tipo "ora non so neanche se ti guarderà in faccia " poi sentì qualcosa di viscido che mi colpi . Uno sputo. Mi aveva appena sputato in faccia . Ma ero troppo mal concia per rispondere al fuoco .
- te la farò pagare- sussurrai . Prima di svenire .
Ero in giardino . Nel giardino di casa mia . Quel giorno era caldo e afoso . Stavo tirando come mio solito coltelli contro al mio albero . Da piccola facevo finta di essere agli hunger games e immaginavo che l'albero fosse un tributo .
Ad un certo punto sentì uno sparo . Corsi in casa . Lo sparo proveniva da li . Mia madre era distesa a terra intorno a lei c'era una pozza di sangue .
- Clove vattene -
- no mamma -
- Clove le persone non sono tutte buone . Le persone fanno questo . Non ti fidare mai delle persone mai . Hai capito mai . Fidati solo di te stessa . Le persone fanno cose brutte . Clove brutte . Clove le persone fanno soffrire le altre tu non fidarti mai di nessuno . Capito. Ti voglio...- non riusciva a continuare quindi le scossai la testa .
-mamma -urlai -mamma resta con me . Ti prego resta . Non mi lasciare . Non mi lasciare. Ti prego . Mamma -
piansi tutta la notte e i giorni seguenti. Mia mamma se ne era andate con lei la mia felicità. Il mio cuore si era indurito. Avevo messo una barriera tra me e gli altri . Tra me e il mondo . Non parlavo più con nessuno .
Al suo funerale non piansi . Mi dicevo di essere forte . Forte per sempre . Forte per lei . Divenni acida con tutti . Diventai asociale . Diventai la persona più odiosa del mondo . Perché il mondo mi aveva chiesto di esserlo , o meglio imposto di esserlo .
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