Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 40 • Promessa

«Hai tutto il diritto di non perdonarmi, ma voglio scusarmi per tutto il male che ti ho causato. Non te lo meritavi».

Flo lesse la temperatura registrata dal termometro e sorrise.

«Trentasei virgola cinque. Finalmente ti è scesa».

La fissai in attesa di una risposta che tardò parecchio ad arrivare. Aveva raccolto i capelli in un pratico chignon da cui sfuggivano alcuni ciuffi biondi e mi pareva di intuire che sotto l'abito invernale non avesse il reggiseno. Era come se si fosse precipitata da me nel momento in cui aveva appreso che stavo male, nonostante avesse tutte le ragioni per odiarmi e lasciarmi soffrire.

«D'altronde, tu non mi hai mai fatto promesse. Sono stata io a voler sperare di essere più importante di lei, convinta che ti saresti innamorato di me».

«Ti ho dato modo di illuderti che sarebbe stato così e me ne vergogno. Avrei dovuto chiarire fin dall'inizio che non avevo affatto superato Maddie, anzi. Ho continuato a sperarci in silenzio, quasi con la stessa intensità con cui tu speravi in noi...»

Chiuse gli occhi, addolorata, e mi fece cenno di tacere mentre calde lacrime le rigarono rapidamente le guance. Le donai un po' di rispetto in silenzio, sentendomi in colpa perché non ne avevo mai portato abbastanza per lei.

«Jason sa tutto, comunque. Ti ho dipinto come uno stronzo e ti odiano tutti per questo».

Feci spallucce.

«Per quanto mi piaccia vendermi come un bravo ragazzo, alla fine ti ho fatto più male di un qualunque "bad boy" etichettabile in automatico. Questo fa di me proprio uno stronzo, purtroppo. Mi credi se ti dico, in tutta sincerità, che non avrei mai voluto?»

Lei annuì.

«Se anche volessi, non saresti capace di mentire. Forse, è proprio per questo che non parli tanto, che non prometti: sai già di non essere in grado di mantenere la tua parola».

Incassai senza ribattere. Aveva ragione.

Dopo due giorni barricato nel letto con la febbre alta, finalmente decisi di uscire e Flo mi accompagnò a chiarire con Jason e gli altri al bar dove si erano riuniti tutti quanti per ritrovarsi prima dell'inizio del nuovo semestre, l'indomani.

Naturalmente, pensarono che avessi fatto il lavaggio del cervello a Flo: la vicenda non mi toccò più di tanto. Quel che mi premeva era mettere a tacere i sensi di colpa e, da ultimo, capire cosa stava succedendo a Maddie e aiutarla.

Fu lei, nella maniera più inaspettata possibile, a comparire alle porte del campus.

«Quindi è così che mi ami a distanza, intrattenendoti con la Barbie di Harvard?» mi accusò, per la prima volta dopo tanto tempo con un guizzo vitale ad attraversarla tutta.

Aveva i capelli più corti che uscivano dal berretto nuovo, color prugna, in pendant con lo sciarpone a fantasia scozzese, un lungo cappotto grigio antracite a disegnarle la figura e un paio di pantaloni di pelle nera a fasciarle le gambe, finalmente meno magre di quando non si nutriva. Per concludere, uno stivaletto nero lievemente alto e un fiammante rossetto rosso a contornarle le labbra cariche di insulti e minacce.

Mi parve di sognare: somigliava quasi alla mia Maddie, quella di una volta, prima del declino. Quella di cui mi ero follemente innamorato.

Sfortunatamente, mi aveva beccato a passeggiare per il cortile nella sola compagnia di Flo, che stava accettando suo malgrado che io e lei potessimo essere, al massimo, soltanto amici. Aveva bisogno di tempo per digerire tutto quanto e ridimensionare i suoi sentimenti nei miei confronti, a detta sua, ma io resi chiaro che non era obbligata a starmi vicino. Per lei, sarebbe stato meglio prendere le distanze e mi assicurai che, per un po', avremmo fatto così. Era il momento in cui doveva pensare a se stessa.

«Meglio Barbie che Mercoledì Addams, non credi?» rispose a tono Flo, al mio fianco.

Sospirai.

«Ragazze, non è il caso. Maddie, cosa ci fai qui?» domandai, genuinamente interessato a conoscere il motivo di tale visita.

Lei alzò gli occhi al cielo com'era solita fare tanto tempo prima.

«Sono venuta a darti buone notizie, mi sembra chiaro. Io sono la tua buona notizia, tanto per cominciare».

Il tono spavaldo che stava utilizzando mi scombussolò.

Mi voltai verso Flo.

«Ho capito, vi lascio un po' da soli. Occhio, Pete, non farti abbindolare facilmente... Ci sentiamo» si raccomandò.

«"Ci sentiamo, Pete"» scimmiottò Maddie, con vocina melensa e patetica «Ma seriamente ti ronza attorno tutto il tempo, quella?!»

Ero confuso. Ero seriamente perplesso e disorientato.

Non fui in grado di spiccicare parola.

«Va be', passiamo alle cose serie. Sono venuta qui per ringraziarti personalmente per aver trovato il modo di incastrare mio padre, così che ci passasse finalmente gli alimenti. Soprattutto per Charlie, ne avevo bisogno. E, se due più due fa quattro, devo ringraziarti anche di esserti preso carico delle spese sanitarie di mia madre. Ho fatto un po' di conti e così dovrei farcela con un part time...»

Rimasi scioccato. Aveva finalmente notato tutti gli sforzi che avevo fatto per alleggerirla del carico monetario che pesava sulle sue spalle? Cominciai a sperare, timidamente, che si fosse liberata anche di Liam.

«... che mi ha trovato Chloe nello studio di avvocati che apparteneva a suo nonno. Hanno solo bisogno di qualcuno che tenga in ordine le scartoffie e, ogni tanto, cerchi qualcosa negli archivi: Chloe mi ha assicurato che avrò un sacco di tempo libero per studiare, lì».

Sorrisi automaticamente.

«Riprenderai a studiare?»

Lei annuì, distendendo l'espressione del viso in una serenità che temevo non avrebbe più ritrovato.

«Mi sto preparando per i test d'ammissione. Yale e Columbia sono le mie corsie preferenziali, ma non mi limiterò a quelle, avendo già perso un anno».

«Posso sapere cosa intendi studiare?»

Maddie tentò di celare una smorfia di dolore, ma il mio occhio attento nei suoi confronti fu abile nel notarla.

«Legge. Voglio diventare un avvocato divorzista e assicurarmi che ogni separazione venga rispettata nei termini corretti e dettati dalle firme. Dopo tutto quello che ho passato per colpa di mio padre, il minimo che io possa fare è mettermi a disposizione di chi rischia di finire nello stesso calvario e, per quanto possibile, aiutarlo».

Deglutii a fatica, sconvolto dalla quantità di progressi di cui mi stava mettendo al corrente in così poco tempo.

«P-posso sapere che fine ha fatto Liam?» esitai.

Le sfuggì un risolino.

«Mi hai quasi rovinato i piani, tu. A me non è mai piaciuto, ma dovevo fingere così che coprisse le spese sanitarie di mia madre e mi aiutasse a provvedere anche a Charlie. Ho preso accordi con le autorità della clinica per far uscire allo scoperto il traffico di farmaci in cui aveva cercato di coinvolgermi e loro mi hanno aiutata a cancellare le mie tracce. Adesso è sotto processo, mentre io sono libera di rifarmi la mia vita».

«E Charlie?»

Piantò lo sguardo per terra.

«Charlie ha bisogno di aiuto. Non sono stata in grado di esserci quanto avrei voluto, ma ero piazzata male anche io. Mi sono ripresa un po' solo quando Chloe è venuta a raccontarmi di quello che stavi facendo per me e del lavoro che mi aveva trovato. Finalmente, ho visto la luce in fondo al tunnel. Non auguro a nessuno di dover contare i centesimi ogni giorno e pensare a quante cure sarebbero necessarie in confronto a quelle che ci si può permettere di pagare. La sanità costa e non poco... Grazie alla penale su mio padre ho estinto un sacco di bollette arretrate e altre spese che erano urgenti da un po', come la revisione per l'auto. Comunque sia, se vengo presa a New York posso tenere d'occhio mio fratello. Questo è l'unico motivo per cui sto escludendo Harvard dalle mie scelte primarie».

«Lascia che io lo convinca a sfogarsi con uno psicologo, magari può essere di aiuto per insegnargli a gestire il caos che è stato la sua vita finora» proposi.

Lei mi diede ragione.

«Ne avrei bisogno anch'io, sai. Voglio tornare con te e stare bene insieme come una volta, ma sento che non sono ancora pronta. Ho bisogno di processare tante cose ancora, di ritrovare un equilibrio...»

La zittii posandole un dito sulle labbra morbide.

«Ti aspetterò per tutto il tempo che serve. Prenditi il tuo momento, riunisciti con la parte migliore di te e, quando starai meglio e ti sentirai pronta, mi troverai qui ad accoglierti a braccia aperte».

Maddie colse l'occasione per rintanarsi contro il mio petto.

«Mi sei mancata. Dio, se mi sei mancata. Farò tutto quel che serve per tenerti stretta».

«È una promessa quella che sentono le mie orecchie?»

Posai un bacio sulla sua fronte e la guardai dritta negli occhi, perdendomi in quelle iridi castane, dense di vita, di voglia di ricominciare.

E sussurrai d'amore.

«Sì, ma non dirlo troppo forte che poi sono costretto a mantenerla».

Lei rise vicino al mio cuore e mi parve di sentirlo vibrare allo stesso ritmo.

«Ed è un male?»

«No, affatto. È ora di mettere la testa a posto».

«Perché, dove l'hai lasciata?»

Chiusi gli occhi e mi avvicinai lentamente alle sue labbra, ne colsi teneramente il sapore di frutti di bosco del rossetto. E ci baciammo a lungo, sotto i fiocchi di neve che cominciavano a cadere in una danza volteggiante sul suolo della mia università, creando un'atmosfera quasi più romantica della pioggia tanto prediletta dai più famosi titoli rosa del cinema.

«L'ho persa per te nell'istante in cui ti ho vista per la prima volta».

__________

Piaciuto questo ultimo capitolo? Ho in serbo per voi ancora un epilogo... E poi mi dedicherò agli ultimissimi esami, alla tesi che ho a malapena cominciato e, finalmente, dopo tre anni di fatica e sacrifici, alla MIA LAUREA! 😍

Spero che la vena creativa non mi abbandoni, perché intendo tornare presto a scrivere molto di più 🥰

Ci vediamo all'epilogo per i saluti finali.

Baci ✨

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro