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<<“La vita è come un’eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii” (James Joyce)>>
Le parole erano incastrare nella bocca di Harry come dei piccoli sassi che sarebbe stato impossibile deglutire ma che, come aveva imparato grazie al pianto disperato di Hermione quando aveva aperto bocca senza riflettere l'ultima volta, avrebbero fatto ancora più macello se fossero state lasciate libere
Perché la voglia di afferrare Draco e dirgli che era stato un cane a dire quelle cose a suo figlio, soprattutto dopo tutto quello che aveva vissuto e senza un minimo di delicatezza, era davvero tantissima.
Ma che diritto avrebbe avuto di farlo?
Scorpius era suo figlio e per quanto fosse solo un bambino di quattro anni, vestito meglio di un diplomatico babbano però, era comunque un Malfoy e su questo Harry aveva pochissimi dubbi
Anche Hermione stessa che aveva avuto l'ingrato compito di dirgli della sua mamma, sentendosi morire ma pensando che la delicatezza femminile sarebbe stata la scelta migliore, gli aveva detto che il bambino a malapena aveva pianto o aveva espresso emozioni
Eppure la castana aveva anche affermato con forza che ci fosse un grandissimo dolore a nascondersi dietro quelle iridi di cristallo così simili a quelle di suo padre..
Solo che , proprio come lui, era talmente tanto composto e talmente tanto rigido da rasentare quasi la somiglianza ad un robot babbano
E poi, sinceramente, con quale diritto poteva parlare lui?
Aveva represso le sue emozioni per anni per poi farle esplodere tutte insieme e ,come un coglione, rovinare quel poco che era riuscito a costruire e perdendo tutto
La famiglia, il lavoro e persino, quasi, gli unici amici che aveva...
Harry sospirò di nuovo, guardando il piccolo Scorpius entrare nella stanza di Regulus affiancato a suo padre, per poi sentire uno stiletto che si andava a conficcare nel suo cuore
Un dolore mai dimenticato tornò prepotentemente a galla ,i lineamenti del bambino che si andavano a confondere con quelli che aveva sognato, ed Harry fece qualche passo indietro entrando nella sua stanza ed afferrando la boccetta che era sul comodino...
"E tu dovresti proteggerci?"
La voce melliflua e sarcastica di Malfoy fece rabbrividire Harry, le gocce già dosate in mano ed il senso di ansia a fargli mancare il fiato in gola, prima di forzarsi a prendere un profondo respiro e girarsi verso l'ex Serpeverde
"Questo non ha nulla a che fare con te"
Un'altro passo venne fatto dal maggiore, il guanto nero che viene sfilato rivelando al di sotto una mano sottile e bianca come il latte, e gli occhi argentei si guardano intorno con curiosità e disgusto
"Ma davvero? Tu dovresti essere colui che salverà mio figlio ed invece, come al solito, sei colui che non sa nemmeno da che parte iniziare vero?"
Il tono sarcastico di Draco fece smuovere in Harry milioni di sensazioni diverse e tutte collegate, ovviamente, ad uno dei periodi più brutti della sua vita
Si rivide, poco più di adolescente , annaspare alla ricerca di una soluzione per fermare il signore oscuro
Si rivide inerme, confuso, spaventato , caricato di una responsabilità troppo grande mentre quel nome, il prescelto, balzava di bocca in bocca rendendogli la vita un inferno e facendolo sentire mortalmente al di sotto delle aspettative...
E poi c'era lui .. il grande Draco Malfoy...
Il pupillo della scuola, il purosangue che tutti veneravano, lo stesso ragazzo che era riuscito a farlo sentire una merda, lo stesso ragazzo che gli mise i bastoni tra le ruote quando quelle stesse ruote erano già claudicanti ed instabili di loro...
Ed Harry ingoiò le gocce davanti a quegli stessi occhi velenosi che ricordava così bene, gli occhi di una persona che nel mondo babbano sarebbe stata chiamata bullo, per poi raddrizzare le spalle e tornare a guardarlo piegando le labbra in una linea dura
"Ti ho già detto che questo non riguarda te o tuo figlio. Quindi smettila Malfoy"
Il Serpeverde avanzò dell'ultimo passo, la mano dalle lunghe dita sottili a sfiorare la polvere su un vecchio comò, per poi prendere una cornice ed osservare la foto all'interno piegando la testa di lato
"Allora perché non pronunci il suo nome?"
Harry rimase in silenzio, gli occhi verdi che seguirono quella cornice sentendo il cuore battere furiosamente nel petto, mentre Draco la riposava sul comò ed alzava lo sguardo nel suo
"Mio figlio ha un nome Potter. Faresti meglio ad usarlo se vuoi che si fidi di te"
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