Capitolo 47: NIENT'ALTRO CHE AMORE
Robert è girato di spalle, dentro a una giacca grigia che gli ricade in modo perfetto sui fianchi; colletto e polsini della camicia sembrano appena usciti dal negozio di un atelier di alta moda. I suoi capelli sono tirati indietro e mantenuti fermi dalla gelatina.
Quando mia sorella attraversa la sala, con il suo abito candido e i fiori in mano, lui si volta di profilo, sorridendo appena. La sua mano trema, mentre sfiora quella della futura moglie, per condurla al suo fianco. Papà lascia che sua figlia minore si sieda vicino all'uomo che, da oggi in poi, si occuperà di lei, poi, a passo lento, quasi riflessivo, va a sedersi su una delle sedie in prima fila.
Gli occhi di Taylor attraversano il raso che gli incornicia il volto e cercano il mio sguardo. La sua bocca rosea si increspa in un leggero sorriso. Sento già le lacrime far capolino e devo compiere violenza contro me stessa per non scoppiare a piangere. Sono la testimone, ho la faccia coperta di trucco e nessuna voglia di divenire una maschera di colori, così distolgo lo sguardo da mia sorella e sposto l'attenzione al resto della sala. E' una delle stanze del Giardino Botanico del quartiere, la stessa dove molti anni fa si sono sposati i nostri genitori. Un tuffo al cuore. Chiudo gli occhi, respiro forte e poi riprendo a guardarmi intorno per distrarmi; i gigli bianchi dentro ai vasi all'ingresso sono raffinati ed eleganti, così come i lampadari dalle gocce di cristallo che ciondolano sulle teste dei presenti.
Una musica soave riempie l'atmosfera, penetrando nelle pareti e negli animi di tutti. In fondo alla stanza ci sono Dakota e Jamie, alla fine sono venuti. Jamie è un figurino. L'abito di Ryan gli calza a pennello, invece Dakota indossa il tailleur di Taylor che le stringe al seno e sui fianchi, tant'è che ha dovuto lasciare la giacca aperta, senza chiudere il bottone centrale.
"Va tutto bene?" bisbiglia Ian, al mio fianco.
Annuisco, spostandomi sul suo volto. I suoi occhi sembrano persi in chissà quale mondo parallelo, quale ricordo.
"E tu?" gli chiedo.
"Tutto bene" mi rassicura, ma io so che, probabilmente, è immerso nella sua vita passata. Forse sta pensando al giorno del suo matrimonio, a quello che ha lasciato. I suoi giuramenti, la sua fede, la sua bambina che ad oggi sembra essere soltanto un fantasma.
A volte il dolore si presenta nei momenti più inopportuni, ti scava dentro e ti lascia il vuoto. Tutti questi pensieri si intrecciano con le parole del cerimoniere, con i gesti gentili di Robert e il flash ripetuto del fotografo.
Ian mi passa un braccio attorno alla vita, avvicinandomi dolcemente a sé. Il suo respiro si insinua nella mia acconciatura, spingendosi sulle mie spalle seminude. Ho un brivido e lascio che mi percorra la schiena, scendendo lungo l'abito di seta, fino a raggiungere la zip posta appena sopra il fondoschiena. Un laccetto, legato stretto al collo, mi tiene il vestito incollato al seno come una seconda pelle. Improvvisamente mi sento nuda e mi copro di più con il foulard che mi avvolge.
"Tua sorella è bellissima e anche tu" mi sussurra Ian all'orecchio.
Trattengo il respiro, crogiolandomi nel suono melodioso della sua voce. Guardo Taylor, seguo lo strascico che le scivola morbido dalla coroncina che porta in testa fino al pavimento. Il suo corpo è seduto in modo composto, la sua mano stretta a quella del mio vecchio amico.
Qualche anno fa non avrei mai creduto possibile tutto questo, se qualcuno me lo avesse detto avrei pensato che si fosse scolato qualche bicchiere di troppo. Invece la vita a volte riserva delle sorprese, basta solo avere speranza e tanta pazienza di attenderle.
Prima della fine della cerimonia, Scott si alza in piedi e legge un pensiero che ha scritto:
"... Quest'oggi nostra madre è qui, è seduta vicino a papà e gli sta tenendo la mano, perché per una figlia che si sposa una mamma c'è sempre. E anche se non possiamo vederla, la sua presenza è palpabile in ogni minuzioso dettaglio... ". La sua voce si incrina, colta dall'emozione.
Le persone lo applaudono e Ian sfiora la mia guancia umida. Anche papà si asciuga gli occhi con il fazzoletto, poi lo rimette in tasca e mi sorride. Nei suoi occhi da brav'uomo leggo tutta la sua fede, la sua dedizione e la sua forza. Ed è così che comprendo che la mamma c'è davvero. Scott ha ragione.
Quando il cerimoniere consente a Robert di mettere l'anello al dito di mia sorella, capisco che da questo momento in avanti lui e lei non saranno più due singole persone, ma una coppia. Uniti per sempre nella buona e nella cattiva sorte. Per un istante, per un piccolissimo, minuscolo istante, mi sento persa. Sola.
Ian sembra percepire il mio disagio perché mi stringe con maggior vigore a sé. Insieme sorridiamo nel vedere i due sposi baciarsi. Questo è amore. Penso. Nient'altro che amore.
***
Il ricevimento è un sobrio rinfresco tra amici e parenti in una piccola porzione del parco. Una decina di tavoli sono stati fasciati da tovaglie bianche con un delizioso centrotavola in legno a forma di cuore. Dopo pranzo, Ian mi prende per mano e mi conduce aldilà del varco che porta al roseto. Oltrepassiamo un maestoso cancello in ferro e ci avventuriamo sul sentiero circondato da enormi sequoie. Non sono mai stata in questa parte del giardino, ma devo dire che è davvero affascinante.
Passeggiamo fino alla fontana centrale; acqua azzurra, quasi trasparente zampilla vivace dalla grande bocca di un pesce in pietra. Per un secondo penso a mia madre e a quanto amasse la natura. Veniva spesso in questo parco, forse, proprio come noi adesso, si è soffermata più di una volta di fronte alla bellezza di questa fontana.
"Cos'è quell'espressione triste?".
Volgo lo sguardo agli occhi chiari di Ian. Sono limpidi e vorrei tanto poterci annegare dentro. Un vento leggero scompiglia i suoi capelli e fa ondeggiare il mio abito lungo.
"Forse Dakota ha ragione, mio padre resterà da solo. Le donne della sua vita se ne stanno andando lontano da lui" rifletto ad alta voce.
Il volto di Ian si incupisce. "Nessuno se ne sta andando" dice serio. "Tu e tua sorella state crescendo e entrambe state intraprendendo le vostre strade. Tuo padre è orgoglioso e felice di voi due, ne sono sicuro."
Ma le sue parole mi sembrano soltanto un eco lontano. "Forse ha davvero bisogno di una donna vicino, qualcuna che sostituisca la figura di mia madre."
"Nessuna donna sostituirà mai tua madre, piccola Holland, non nel suo cuore, e poi tuo padre è una persona abbastanza adulta per decidere della sua vita. Se un giorno si sentirà solo e deciderà di aprirsi a una nuova relazione, sarà lui a parlarvene. L'ho visto durante la cerimonia, era così emozionato e felice! Sai, penso proprio che Scott abbia ragione, tua madre oggi era nella sala, a sostenerlo e ad emozionarsi con lui. Tuo padre non è solo. Non pensarlo, per favore".
Un macigno doloroso e ingombrante mi si ferma in gola, impedendomi di respirare. Mi sento mancare l'aria e devo spostarmi di qualche passo. Ian mi lascia fare. Il rumore dell'acqua che scende si mescola a quello dei miei passi sulla ghiaia. Il mio cuore rallenta i battiti e torna a farmi vedere la realtà con occhi più rosei e sereni. I pensieri su mio padre e un'altra possibile donna sono perversi e insensati, almeno in questo momento. La mancanza di mia madre è ancora viva, ma alberga in me con una consapevolezza più adulta. E quello che pensa Dakota è soltanto l'idea di una donna che in realtà non mi conosce, che non conosce mio padre e la mia famiglia.
"Ti va se torniamo dagli altri?" mi chiede Ian, avvicinandosi. Il suo corpo è dietro al mio, le sue labbra un soffio dai miei capelli raccolti. Le forcine che tengono insieme l'acconciatura stanno cedendo, lasciandosi sfuggire alcuni ciuffi. Ian ne sfiora uno, lo arrotola attorno all'indice e mi soffia sul collo. Il suo respiro è così sensuale che mi fa venire il mal di stomaco e tornare con i piedi ben saldi a terra; alla mia vita, ai miei guai, al nostro amore.
"Questa sera ho preparato una sorpresa per te, voglio vedere queste labbra di nuovo sorridere" dice, facendomi voltare e fissandomi la bocca con insistenza.
Il mio cuore si ferma. Vorrei baciarlo. Vorrei farlo e in realtà posso perchè sono la sua fidanzata, ma non riesco a muovermi, ipnotizzata dai suoi occhi così attenti al movimento delle mie labbra leggermente schiuse.
"Di cosa si tratta?" mi lascio vincere dalla curiosità.
Ian sorride. Il sole filtra sapientemente attraverso i rami, posandosi sul suo profilo.
E' bello da fare male.
"Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe?" storce la bocca in un sorriso dannatamente malizioso.
Mi lascio prendere sotto braccio e ricondurre dal resto degli invitati. Non appena raggiungiamo di nuovo il banchetto, Ryan ci viene vicino. "Ma dove diavolo eravate finiti? C'è stato il lancio del bouquet e Taylor ti cercava..."
"Abbiamo fatto un giro nel parco" spiega Ian, indicando il cancello dal quale siamo sbucati.
"Chi ha preso i fiori?" domando.
Ryan sventola una mano davanti al naso, indicandomi nostro fratello. "Quel cretino si è tuffato per accaparrarsi il mazzo!"
Scott ci viene incontro, ha un sorriso a trentadue denti e si è tolto la giacca. La camicia che indossa aderisce perfettamente al suo fisico asciutto. "Non sono un cretino e non ho nessuna intenzione di sposarmi, non per il momento, almeno. Questi sono per Holland, perchè tu e Ian non vi sposate? E' il vostro turno adesso!" dice, mollandomi i fiori tra le mani.
Ian finge un sorriso di circostanza, mentre Scott gli molla una pacca contro al braccio. "Coraggio, non avere paura, un anello al dito mica è la fine del mondo!".
Ryan e Scott si spintonano a vicenda, diretti verso il tavolo delle vivande. Ian guarda me e poi guarda i fiori.
"Scusali, loro non sanno... "
Ian fa un passo nella mi direzione, avvicina il volto al bouquet e ispira profondamente. "Nessuno ha la fortuna di conoscere la propria anima gemella, io invece l'ho avuta. E anche se è tardi da morire, si può sempre rimediare. Il matrimonio con Nikki fa ormai parte del passato, tu sei il mio futuro. E questa sera io te lo dimostrerò".
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