Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 37: LA VERITA'

Daren testimonia la verità. Il suo gesto mi sorprende, facendomi rivalutare in parte i giudizi negativi nei suoi confronti. O almeno quelli relativi alla distruzione dei suoi neuroni. Nel pomeriggio viene convocata anche Phoebe Tonkin, l'ufficiale di polizia la costringe, utilizzando chissà quale metodo, ad ammettere le proprie colpe. E' stata lei a comprare la droga da Kagasoff e a metterla nella borsa di Ashley. Voleva incastrarla e farle passare dei guai. Motivazioni? Semplicemente perché Ashley Benson si è messa contro alla regina indiscussa della Jacksonville University. Così, improvvisamente, tutta la situazione si ribalta. Non c'è più bisogno di nessuna cauzione per far uscire Ashley, nessun mucchio di banconote, ma soltanto la mera verità.

E quando pare che tutta la vicenda si stia risolvendo, attribuendo la maggior parte delle colpe a Phoebe Tonkin e Daren Kagasoff, ecco che arriva un'altra persona a lasciarci di stucco: il professor Agee. L'uomo si presenta alla centrale di sua spontanea volontà, ha in mano il famoso assegno e la cosa suscitata fin da subito immenso scalpore, spostando tutte le attenzioni verso la famiglia Kagasoff e le sue donazioni corrotte. Il signor Kagasoff viene convocato in tarda serata, entra in commissariato tutto impettito, insieme alla moglie. I due non guardano in faccia nessuno e si lasciano accompagnare dentro l'ufficio dove sta già il figlio. Mentre guardo la porta chiusa, mi chiedo che razza di genitore sia uno che paga per nascondere le marachelle del figlio, forse semplicemente una persona che pensa a difendere la propria immagine o che non vuole rendersi conto di quanto sia grave la realtà.

Alle dieci e mezza, la sala nella quale ci hanno detto di attendere inizia a starmi stretta, non vedo l'ora di uscire e prendere una boccata d'aria. Uno dei segretari si affaccia nel corridoio, dicendo che Ashley verrà rilasciata a momenti, così io e sua madre non facciamo altro che guardare l'orologio. Quando desideri tanto qualcosa sembra che il tempo non passi mai. Poi, ad un certo punto, la porta si apre. Ashley si guarda intorno smarrita e io mi precipito a stringerla in un abbraccio.

"Finalmente!". Sono così felice di vederla. Sono così felice che tutto questo sia finito.

"Oh, Holly". Le sue braccia sembrano non volermi più lasciare.

La signora Benson si unisce alla stretta. Quando ci stacchiamo Ashley sposta l'attenzione su Penn, fermo vicino alla porta d'ingresso.

"Una notte soltanto, te lo avevo promesso" dice lui, facendogli l'occhiolino.

Ashley sorride e gli va incontro. E io scuoto la testa, pensando a quanto approfittatore sia Badgley. Se Ashley è di nuovo libera è merito mio, lui non ha fatto niente, se non trascorrere la notte nella sua stanza a piangere come un bambino. Ma questo è il loro momento e non voglio infierire.

Il preside si avvicina alla signora Benson, porgendole le sue scuse. "Non potevo sapere cosa c'era dietro a quel gesto, le assicuro che questa vicenda non avrà alcuna ripercussione sui profitti di sua figlia".

La donna annuisce, stringendogli educatamente la mano.
Il signore e la signora Tonkin ci passano davanti ed entrano nell'ufficio. Pochi secondi dopo prendono la figlia e la scortano fuori. Phoebe tiene gli occhi bassi e i capelli a coprirle quasi completamente il volto. Prima di uscire si volta appena, sbirciando attraverso le ciocche scure. I nostri occhi entrano in collisione. Non c'è odio, non da parte mia, soltanto giustizia. Phoebe se ne va dalla centrale e, a quanto sta dicendo il preside alla signora Benson, pure dalla scuola e dalle nostre vite.

"Abbiamo deciso per l'espulsione di Phoebe Tonkin. A dire la verità, negli ultimi tempi, la signorina Tonkin è venuta più volte a farmi visita in ufficio, il suo comportamento era tutt'altro che ineccepibile, ma quello che ha fatto a questo giro è davvero inammissibile, non in linea con la filosofia del nostro college. Se non fosse stato per la signorina Roden, non avremmo mai scoperto la verità. Sua figlia ha una compagna di stanza davvero eccezionale" mi indica, sorridendomi.

Emulo anche io un sorriso, pensando a quanto le parole a volte siano insufficienti. Ashley ha gridato per ore di essere innocente, ma nessuno l'ha creduta. C'è voluto un vero e proprio cataclisma per mettere in luce i lati oscuri della nostra scuola.

"Cosa succederà a Daren Kagasoff?" domando.

Il preside si gratta la folta testa canuta, poi si liscia i baffi e infine si schiarisce la voce: "Daren Kagasoff sarà affidato a un centro di recupero per tossicodipendenti, poi avrà un processo, quello che ha fatto va davvero oltre ogni limite. Assumere e spacciare droga in una scuola! Non posso neanche pensare che il professor Agee abbia coperto tutto questo, per cosa poi? Soldi! Maledetti, fottuti soldi!".

Deglutisco.

"Il professor Agee? Sarà processato pure lui?".

L'uomo mi scruta come se avessi fatto la domanda più stupida del mondo e, forse, è davvero così. E' ovvio che sarà processato. Ha confessato il reato e ne ha portato pure le prove.

"Però è stato corretto, poteva nascondere la cosa invece ha detto la verità..." cerco un appiglio, ma sento soltanto il rumore delle mie unghie che stridono contro il muro.

"Lo scandalo sarebbe scoppiato comunque, quel ragazzo è fatto fino al midollo, come può avere delle analisi del sangue perfette per giocare nei Dolphins?".

Già. Sarebbe venuto fuori tutto, prima o poi. Se io e Penn avessimo consegnato l'assegno alle autorità, forse, sarebbe stato tutto più facile. Ashley non sarebbe mai stata incastrata e non avrebbe mai passato una notte in prigione. Ma poi penso che, in quel caso, Phoebe non sarebbe stata espulsa e allora mi dico che è bene che le cose siano andate così. A volte gli eventi non si possono controllare e quello che accade, accade semplicemente perché deve accadere.
***

Quando il professor Agee esce dal commissariato gli corro dietro fino alla sua auto. Restiamo a guardarci per una manciata di secondi, io con il fiatone per aver fatto la rampa di scale a tutta velocità, lui con le spalle basse e gli occhi che fissano un punto indefinito nel vuoto.

"Arrivederci, coach".

"Arrivederci signorina Roden".

"Ha fatto la cosa giusta". E' l'unica cosa che gli riesco a dire.

"Ho fatto quello che dovevo fare". Una lacrima gli riga il volto. Si volta per non farsi vedere, perché un uomo non piange e neanche un allenatore. Non davanti a una ragazza. Lo sportello dell'auto si chiude e lui sparisce dietro ai vetri scuri, portandosi con sé il suo errore, la vergogna, ma anche il coraggio di non essere un codardo.

Il rombo del motore mi lascia un vuoto dentro, mentre penso che questa, probabilmente, è l'ultima volta che lo vedo.

"Ehi, Holly, sicura di stare bene?" Ashley mi raggiunge.

Annuisco, rivolgendo uno sguardo fugace a Penn, il quale ricambia imbarazzato. I due sono vicini, le loro braccia si sfiorano appena.

"C'è qualcosa che devo sapere?" chiede lei, percependo la nostra complicità.

Penn annuisce e anche io. Penso che sia giunto il momento di dirle come sono andate veramente le cose.

"Noi sapevamo dell'assegno del signor Kagasoff, lo abbiamo trovato sulla scrivania del coach e... ecco... lo abbiamo preso..." confesso.

Ashley sbatte le ciglia, fissandomi. Non so decifrare il suo stato d'animo in questo momento, ma qualunque esso sia voglio dirle tutto, fino in fondo. Penn le afferra la mano, stringendola forte, mentre io le spiego del ricatto ideato nei confronti del coach e di come lui abbia messo in piedi la storia tra Daren e la ragazza dalle gambe chilometriche.

"... Il coach ha avuto un'idea geniale, quella tipa ha portato Daren via da te, così noi abbiamo potuto aiutarti e tirarti fuori dal brutto giro nel quale eri finita" concludo.

"Ah! È stato sempre il signor Agee ad obbligare Phoebe a riammetterti nella squadra delle cheerleaders" aggiunge Penn.

Un silenzio di tomba cala tra noi. Attendo una mossa da parte di Ashley e intanto studio il suo sguardo, che sembra vacillare.

"Adesso sei arrabbiata con noi?" chiedo, con la voce che trema.

"In effetti sì, sono arrabbiata. Molto arrabbiata!". Ashley stacca improvvisamente la mano da quella del fidanzato, portandola tra i capelli.

Penn tenta di riprendersela, ma lei non glielo permette.

"Dunque Daren si è allontanato da me per colpa vostra? E il signor Agee non mi ha fatto rientrare nella squadra per la mia bravura, ma soltanto per evitare che si venisse a scoprire che fosse un uomo corrotto?".

Penn deglutisce. Il suo volto si contrae in una smorfia di rimorso. "Lo abbiamo fatto per il tuo bene" dice.

Di nuovo quel silenzio carico di mille parole non dette, poi le labbra di Ashley si distendono in un sorriso sincero.

"Sto scherzando, stupidi! Venite qua, coraggio!" tira a sé Penn, aggrappandosi alla manica della sua maglietta, poi trascina anche me. "Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me. Grazie." dice con voce commossa.

Quando ci stacchiamo il suo volto è pieno di lacrime. Penn tenta di asciugarle con i pollici di entrambe le mani, mentre io rivolgo uno sguardo all'entrata della centrale. La famiglia Kagasoff se ne sta andando.

"C'è un'altra persona che devi ringraziare" indico con la testa Daren.

Il ragazzo è braccato tra il padre e la madre, i quali pare lo stiano scortando verso l'inferno. Ashley raggiunge i tre, mentre io tevo tenere a freno Penn, che vuole invece impedirglielo.

"Lasciala andare, è giusto così".

Lui borbotta qualcosa, ma alla fine smette di fare resistenza e si rilassa.

"Perché lo hai fatto?" chiede lei, mettendosi proprio davanti al ragazzo causa e soluzione di tutto questo.

"Perché ho fatto... cosa?". Daren guarda la bionda in un modo che mi suscita quasi tenerezza.

"Perché hai confessato che era tua la droga?".

"Perché è la verità" fa spallucce.

"Ti sei messo nei guai" gli fa notare Ashley, come se non fosse abbastanza chiaro per tutti.

"Già, ma ho salvato te ed è la prima volta nella mia vita che mi capita di salvare una ragazza!" ridacchia. "Ti ricordo che siamo stati insieme, ti ho voluto bene davvero, non avrei mai permesso che ti trattenessero ancora dietro a quelle sbarre! Sai, mi sento più o meno un eroe...".

"Esci da questo schifo, Daren, tiratene fuori. In fondo sei un bravo ragazzo e meriti una seconda chance nella tua vita" gli dice Ashley.

Lui le sfiora la guancia con il palmo della mano, facendo in modo che lei possa riscaldarsi dolcemente. Penn grugnisce e fa cenno di muoversi verso di loro, ma per fortuna riesco a trattenerlo ancora una volta.

"Farò del mio meglio" dice lui, poi viene trascinato via dai genitori, che lo costringono a salire sul taxi che li attende.

Penn si avvicina di nuovo ad Ashley, abbracciandola. E io resto a guardare la fine di un incubo dal quale pareva non fossimo in grado di svegliarci mai più.

La signora Benson ci riaccompagna al dormitorio con la sua auto. E' il viaggio più silenzioso e strano che abbia mai fatto.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro