Capitolo 35: AL LADRO!
Ashley e Penn stanno sghignazzando da dieci minuti. Ho raccontato loro per due volte la storia di Jamie e Dakota e per due volte hanno riso fino a perdere il fiato.
"Ti prego, fammi di nuovo la faccia di Ian quando si è trovato davanti quella tipa con il frustino!" Penn si asciuga la faccia dalle lacrime.
"E io che credevo che gente simile esistesse soltanto nei libri!" si intromette Ashley, evitandomi l'ennesima imitazione.
"Per quanto io sia pazzo di te, non mi farei mai prendere a frustate sul sedere, sappilo!" la stuzzica lui.
"Ma figurati!" replica la bionda, "mi ci manca soltanto il sadomaso, guarda!".
"Non si sa mai, voi donne siete imprevedibili in fatto di gusti" alza le mani Penn.
"Senti, ma Ian? Continuerà a lavorare in quel locale e a pernottare in quel Motel?" chiede Ashley, ficcando un paio di libri dentro la tracolla.
Annuisco, accingendomi a chiudere il mio armadietto.
"E tu lasci che lo faccia? Quelli sono due depravati!".
"Lo so e non sai quanto mi costi accettare la cosa, ma ormai lui ha deciso. E pensare che sono io quella che gli ha trovato quel lavoro sulla baia... ".
Ashley scuote la testa, emettendo un lungo sospiro di comprensione. Penn le cinge la vita, mentre proseguiamo verso l'aula della prima lezione.
"Non hai paura che coinvolgano anche Ian in uno dei loro giochetti erotici?". La mia compagna di stanza ci rimugina sopra, facendosi venire mille dubbi e facendone venire di conseguenza anche a me.
"No, Ian non è proprio il tipo" realizzo, "é fuggito da Melinda impaurito per le sue avance e ho dovuto spiegargli io quello che stava succedendo dentro quel Motel, non capiva proprio cosa ci facesse Dakota con un frustino in mano e Jamie a quattro zampe vestito soltanto di un assurdo perizoma!".
"Amo l'ingenuità di quel ragazzo" squittisce Ashley.
"Ti assicuro che alle volte è quasi insopportabile" le faccio presente, aprendo la porta dell'aula. "Qualche ripetizione con Dakota non gli farebbe male, così, per svegliarlo un po'!".
Ashley mi segue come un cagnolino, drizzando bene le orecchie. "Vuoi dire che tu e lui... sì, insomma, in fatto di sesso... ".
"Non esiste" blocco qualsiasi ipotesi cerchi di formulare. "Il sesso proprio non esiste!".
Lei sbatte le ciglia, assimilando il mio cambiamento di umore. E io ne approfitto per posizionarmi su una delle sedie libere, lasciando cadere a terra lo zaino.
"Aspetta, aspetta... vuoi dirmi che lui è uno di quelli che consuma dopo il matrimonio? No, perché se è così allora... "
"Ashley!" le mollo una gomitata.
"Ma in realtà Ian è già sposato, non con te, ovvio, ma ha un matrimonio alle spalle e ha una figlia, non è mica vergine! Quindi, questa cosa del consumare dopo, non è in realtà un problema, tu sei già il dopo... " dice in modo ovvio.
"Ma no, non è questo il punto, semplicemente ogni volta che stiamo per farlo c'entrano sempre dei problemi, sembra quasi una maledizione!".
"Sono d'accordo con te, Holland, è una maledizione e colpisce una coppia su dieci" si intromette Penn, allungandosi con la schiena sul banco.
Io e Ashley ci zittiamo ad ascoltarlo.
"E' la maledizione del sesso" spiega solennemente, poggiando una mano all'altezza del cuore.
"Ma piantala!" lo denigriamo in coro.
La lezione è più noiosa del previsto, così mi ritrovo a scarabocchiare il foglio degli appunti con geroglifici senza significato. La mia mente è persa, distratta, completamente lontana.
A fine mattina ci dobbiamo spostare in laboratorio. Stiamo camminando lungo il corridoio, cercando di ricordare le formule chimiche utili per l'esperimento, quando dai bagni maschili vediamo uscire Phoebe con la massima disinvoltura.
"Sarà stata a fare uno dei suoi servizietti" sentenza Penn.
"A quanto pare due viaggi dal preside nell'arco di una settimana non le sono serviti a niente!" ribatte Ashley, proseguendo.
"Ehi, aspettate! Sono curioso di vedere chi è il fortunato" ci trattiene Penn.
Ashley gli lancia un'occhiataccia, o meglio, lo fulmina. Letteralmente.
"Era solo un modo di dire" si giustifica lui.
Fingiamo di parlare tra noi e intanto buttiamo un occhio alla porta del cesso. Dopo neanche un minuto esce un ragazzo in tuta da ginnastica e cappuccio in testa.
"Oh mio Dio! Quello è Daren!" La voce di Ashley è un sussurro di stupore.
"Hai capito il signorino!" fa eco Penn.
Daren fischietta, camminando verso di noi. Quando ci passa vicino solleva gli occhi su quelli di Ashley e le fa un sorrisetto strambo. Lei rimane immobile come un baccalà, mentre Daren prosegue fino alla gradinata che porta ai piani superiori.
"Quel ragazzo mi mette i brividi" Penn lo guarda smarrito.
"C'era da aspettarselo, Phoebe è sola adesso e lui è un mononeurone in preda alla droga e agli ormoni!" esplodo.
Ashley vacilla e Penn la prende sotto braccio. "Bene, è proprio ora di riprendere il cammino, mica vorrai fare tardi a lezione?".
Lei fa una leggera resistenza, guardando ancora in direzione di Daren. Immagino che non sia per niente facile vedere il proprio ex fidanzato con la propria ex amica.
Ma Daren è Daren e Phoebe è Phoebe.
Niente da perdere, niente da trovare.
***
Nel pomeriggio accompagno di nuovo Ashley agli allenamenti, dopo la visione di questa mattina non se la sente di andarci da sola, così mi propongo di scortarla fin dentro allo spogliatoio.
"Holland Roden, cosa ci fai tu qui?". La regina delle cheerleader mi squadra da capo a piedi, come se avessi commesso chissà quale reato. Un paio di ragazze le si affiancano, imitando i suoi gesti e la sua mimica facciale.
"Lei è con me!" Ashley digrigna i denti, mettendosi in mezzo.
"Ho forse chiesto a te?" scimmiotta Phoebe per poi scansarla e tornare a importunarmi. "Tu non sei più una di noi, devo forse chiamare la sicurezza?".
"Me ne sto andando!". Non so quali Santi mi assistano per far sì che non le spacchi la faccia a suon di pugni.
Ashley lascia il suo borsone sulla panca e mi accompagna fuori. "La odio, la detesto, la uccido! Giuro che la uccido!" si mette a calciare contro un vecchio sacco da boxe, abbandonato in un angolo.
"Ehi, ehi, calmati!" le poso una mano sulla spalla.
Quando si volta, i suoi occhi sembrano prossimi ad una crisi di pianto.
"Sei sicura che vuoi restare nella squadra? Devi sopportare tutto questo, ne vale davvero la pena?".
"Tranquilla, Holly, io posso farcela" mi rassicura.
Lascio che torni dentro e vado a posizionarmi sugli spalti. Penn mi attende seduto al solito posto. Stranamente, sul campo, Phoebe sembra più docile del giorno precedente. Il colloquio con il preside deve aver funzionato, perché non chiede ad Ashley cose impossibili né le fa ripetere un milione di volte la stessa coreografia, piuttosto è concentrata sul resto delle ragazze, lasciando l'ex amica quasi in disparte.
Al termine degli allenamenti, salto giù dagli spalti, seguita da Penn. Ci avviamo verso l'uscita quando udiamo delle grida provenire dagli spogliatoi.
"Al ladro! Al ladro!".
Penn mi prende istintivamente per mano.
Ci guardiamo negli occhi e fuggiamo subito in direzione del baccano. Phoebe è nel corridoio, ha ancora indosso body e gonnellino e sta gridando come una pazza.
"Mi hanno derubata! Ci sono tutte le mie carte di credito lì dentro! La mia vita! Chi glielo dice ai miei, adesso?".
Penn blocca una delle cheerleader, chiedendo cosa sia successo.
"Phoebe ha perso il borsellino, dice di averlo messo nello zaino ma non c'è più" spiega la ragazza.
Ashley esce dallo spogliatoio e ci raggiunge.
"Eh no, Benson!" grida Phoebe, in preda ad una crisi isterica senza fine. "Dove pensate di andare tu e i tuoi amici? Da qui non uscirà nessuno fin quando non avrò ritrovato il mio borsellino!".
Ashley sbuffa, lasciando cadere la sua borsa a terra.
"Chiamate il signor Agee, il preside, chiamate chi volete, basta che venga subito qualcuno!". La voce della bruna rimbalza da una parete all'altra.
Il signor Agee arriva per primo, scortato da un paio di giocatori. Un attimo dopo si materializza anche il preside in persona. Phoebe mette al corrente entrambi della situazione e loro sono costretti a chiedere alle ragazze di aprire le borse così che possano essere visionate. In breve tempo gli zaini vengono svuotati e capovolti, tutti, compreso quello di Ashley.
"Professor Agee, credo di aver trovato qualcosa". La voce del preside è scura, quasi preoccupata, mentre tira fuori dalla borsa della mia amica una busta trasparente. La porta davanti agli occhi, analizzandola.
"Questa è droga!" esclama uno dei due giocatori, indicando la bustina.
Le ragazze emettono un sospiro profondo, tra meraviglia e paura. Ashley si irrigidisce al mio fianco. Il preside porta il corpo del reato al signor Agee, il quale mi guarda confuso, poi guarda anche Ashley, con la stessa identica espressione di smarrimento.
"Oh Cazzo!" Penn porta una mano alla bocca, tappandosela.
Phoebe smette di reclamare il portafogli e rimane a guardarsi intorno a dir poco divertita di quello che sta succedendo.
"Non è roba mia" Ashley sembra improvvisamente rianimarsi. "Giuro che non è roba mia".
"Fandonie! Lo sanno tutti che sei una drogata!" interviene Phoebe, puntandole un dito contro.
"Non è vero. Non è vero!"
Ma il preside l'ha già afferrata sotto al braccio, trascinandola via con sé.
"Dove la sta portando?" Penn li segue a passo svelto.
"In presidenza" dice l'uomo con fervore. Il suo tono di voce è profondo e arrabbiato. "Questa roba non deve circolare nella mia facoltà, adesso chiamerò la sua famiglia, le autorità, scatenerò l'inferno!".
Ashley inizia a piangere come una bambina. E io resto a guardare la scena ancora sotto shock.
"Mi aveva assicurato che quella ragazza era apposto" dice il coach, avvicinandosi a me.
"Lo era. Lo è... " abbasso le spalle.
Lui mi guarda più preoccupato che mai, poi se ne va.
Phoebe si piega sulla sua borsa e poi torna in piedi. "Oh, ma guarda! Il mio borsellino! Maledette tasche laterali!".
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