Pulisce i sedili di pelle rossa con uno strofinaccio abbinato ai contorni del treno, verde muschio.

Si asciuga il sudore dalla fronte con il palmo della mano e finisce.

Posa lo strofinaccio nel carrello scorrevole e si aggiusta la divisa.

La divisa gli fa sudare qualsiasi parte del corpo, visibile e non visibile.
Soprattutto in questi giorni strani di autunno.

Si chiede come mai in autunno faccia così caldo.

Finalmente il treno si ferma ad una fermata. L'ha sempre chiamata " l'ora d'aria",per il fatto che apre le porte del vagone ed esce per qualche minuto per aiutare i passeggeri con le proprie valigie, se ne hanno bisogno.

Quando esce inspira un boccone di aria fresca chiudendo gli occhi, godendosi quella strana giornata di autunno.

Si aggiusta e si mette in posizione come sempre. Mani dietro la schiena, schiena dritta e il solito finto sorriso colorato sul viso.

Si è sempre chiesto se fosse felice come quel sorriso colorato, e anche adesso se lo sta chiedendo. Si chiede se fosse stato proprio questo quello che voleva, se fosse proprio questo il sogno che ha voluto da bambino.
Di solito alle sue domande seguono sempre un secco NO, ma ormai era abituato a questa vocina che aveva in testa.

Un passeggero scende e saluta.
E lui per professionalità risponde, in modo forzato al saluto con un sorriso a pieni denti.

Non vede l'ora di tornare a casa e riposare su quel soffice divano di pelle scura, rovinato dal tempo .
Non è un granché il suo appartamento, ma è tutto suo, è la sua dimora, dove lui è un re.

Fischiano e lui è obbligato a rientrare sul treno diretto verso Roma, verso casa. Quella sarebbe stata l'ultima fermata per poi riposare.
Chiude il portello e prende subito l'ipad per verificare i biglietti di bordo, aspetta che il treno si muova per iniziare.

Il treno inizia a lamentarsi per poi muoversi lentamente, e come il treno lui si muove completando finalmente il suo turno di lavoro.