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«Innanzitutto ci tengo a presentarmi e a spiegarvi come funzionerà il corso di Antropologia T.E.K. Il mio nome è Django Herindale, sono un M.E.C.H.A e passerò con voi questo primo semestre»
«Lo sa che è già da più di un mese che frequentiamo le lezioni o no? Non pensavo che alla Formattazione ci fossero professori di livello così basso...» lo interruppe ridendo e con tono altezzoso un ragazzo delle file più dietro. L'aria nell'aula si fece gelida, il silenzio prese il posto delle flebili risa dell'ingenuo ragazzo. Con un gesto della mano, il professor Herindale scagliò contro il giovane una potentissima scarica di elettricità, non solo mandando in cortocircuito le componenti meccaniche del ragazzo, ma facendo pure svenire l'ingenua vittima.
«I miei modi, come potete vedere, sono diretti e bruschi. Interrompetemi e vi disattivo. Mancatemi di rispetto e vi disattivo. Copiate e vi caccio dalla Formattazione. Spero di essere stato chiaro». Leggeri cenni col capo di alcune Unità e il silenzio totale che si era creato fecero capire al giovane professore che poteva proseguire con la lezione. Nemmeno Zedd, che era solito commentare con Elijah ciò che succedeva durante le lezioni, osava fiatare.
«Benissimo. Venendo al corso, come molti di voi avranno notato questo è un corso misto, dove M.E.C.H.A e T.E.C.H.A lavorano insieme. Questo perché è importante che ciascuno di voi, a prescindere dal suo rango sociale, sappia esattamente cosa voglia dire fare parte della comunità T.E.K e sappia intervenire in caso di incidenti per salvare la vita a un altro membro della comunità. Come sapete, la nostra società si basa sulla collaborazione e la razionalità, facciamo tutti parte di una grande macchina e dobbiamo collaborare e restare lucidi affinché questa funzioni».
Mentre il professore proseguiva con la sua introduzione, Elijah notò Zedd scrivere qualcosa su un foglietto, cercando di mantenere fisso lo sguardo verso l'uomo che stava parlando, in modo da non farsi scoprire.
"Ddex rsgg reyu evil gixe xwix drsv*".
Si trattava di un messaggio scritto nel linguaggio inventato dai due amici, il Crypt: la differenza dall'Encrypt consisteva nel fatto che ogni singola parola, o blocco, del messaggio veniva scritta al contrario, rispetto alla sua versione in Encrypt, dopodiché i vari blocchi venivano riordinati partendo dal fondo, prendendo l'ultimo e mettendolo come primo, quello subito dopo come secondo, dopodiché si inseriva il primo blocco e si proseguiva in questo modo fino alla terminazione del messaggio. Zedd passò lentamente il pezzetto di carta ad Elijah, il quale, adottando la stessa tecnica dell'amico, trascinò il foglietto davanti a sé.
«Hampthorne e Xinjang, volete condividere con l'intero corso cosa state cercando di dirvi in segreto?» domandò prontamente il professore, che fin da subito aveva scoperto i due amici.
«No signore, preferiremmo di no», rispose Zedd.
«Signor Xinjang, la mia non era una domanda», con un gesto della mano destra, il professor Herindale fece sollevare il biglietto di carta sotto il naso di Elijah e lo portò a sé, sfruttando i vantaggi dell'Elettrostatica Avanzata: in pratica, alcuni T.E.K erano in grado di manipolare l'elettricità.
Per un momento, il viso del professore assunse un'espressione interrogativa, seguita subito dopo da un leggero sorriso quasi compiaciuto.
«Il Dipartimento di Sicurezza sarebbe felice di avere due Crittografi come voi, ma ora siamo a lezione. Siete pregati di seguire attentamente quello che sto per dire, a meno che non vogliate fare la fine del vostro compagno lassù in cima», concluse indicando il ragazzo ancora svenuto e seduto nelle file più alte dell'aula, prima di strappare il biglietto. Zedd ed Elijah si guardarono confusi, mentre Martyna sorrideva sommessamente per la scenetta a cui aveva appena assistito. In particolare, Elijah era rimasto confuso da una parola pronunciata dal professore: "Crittografi". Sapeva bene che era una parola antica con cui un tempo si indicavano gli esperti in sicurezza, ma da quando era nata Encrypt il nome era stato cambiato in E-Hacker, ovvero Ethic Hacker. Dunque perché utilizzare una parola così vecchia quando ne esiste una più nuova?
I pensieri del giovane furono interrotti dal professor Herindale, che si schiarì la voce per essere sicuro che tutti tornassero a fare attenzione prima di proseguire con la lezione.
«Come ben sapete, in seguito all'esplosione del pianeta Pluto avvenuta secoli fa, sulla nostra Terra si riversarono frammenti di materiale radioattivo che provocarono delle mutazioni a livello genetico nell'essere umano, come l'assenza, nei nuovi nati, di alcuni organi quali l'intestino, il cuore, i polmoni, arti vari e a volte, nei casi più rari, pure del cervello. Questo portò quasi alla nostra estinzione. Per fortuna, un gruppo di scienziati riuscì a sviluppare degli organi meccanici che, impiantati nei nuovi nati, ci consentirono di sopravvivere. Sapete meglio di me che questo non bastò ed è qui che arriviamo al primo argomento importante di questa lezione: il nostro cervello. Infatti, l'introduzione di elementi meccanici nel nostro corpo portò a diversi scompensi durante la crescita dell'individuo, dove nella maggior parte dei casi si ebbero morti premature, mentre in casi più rari il soggetto rimase deforme, poiché il cervello non era più in grado di bilanciare in maniera adeguata gli ormoni della crescita. La soluzione fu quella di creare ciò che noi oggi chiamiamo il SuperCervello: gli scienziati furono in grado di espandere le connessioni neurali presenti nel nostro cervello a tal punto da poter gestire e regolare il funzionamento degli elementi meccanici presenti nei nostri corpi, che nel frattempo erano stato migliorati»
«Professore, ma questo non costò a noi una qualche perdita?» intervenne prontamente Martyna. Tutti si voltarono a guardarla, persino il professore, che la osservò con aria sorpresa.
«Sappiamo tutti che nulla viene regalato e che cambiamenti come quelli, a livello neurale, non avvengono se non a un costo. Sarebbe da idioti e ingenui pensare che tutto sia perfetto», proseguì senza esitazione la ragazza.
«Martyna...», sussurro Elijah con tono ammonitore, preoccupato che l'irruenza dell'amica potesse metterla nei guai.
«Lei è la signorina Ruff, corretto? Un M.E.C.H.A, se non sbaglio», chiese il giovane professore.
«Le informazioni a sua disposizione sono corrette», rispose la ragazza con l'atteggiamento tipico dei M.E.C.H.A. Il professor Herindale sorrise.
«La signorina Ruff ha ragione. Tutto ha un prezzo, ricordatevelo sempre. In questo caso il prezzo furono alcune delle nostre emozioni. Non posso entrare nel dettaglio purtroppo, non è materia del corso, ma vi pongo una domanda. Sapete cos'è la paura?» Nessuno rispose.
«E la gelosia? E l'invidia?»
Ancora nessuna risposta, come se quelle parole fossero sconosciute all'intera classe, come se fossero vuote, senza alcun significato.
«E l'amore?»
Una ragazza osò alzare timidamente la mano.
«L'amore è provare un interesse fisico per una persona di sesso opposto e della stessa specie, per consentire alla comunità T.E.K di continuare a prosperare», rispose, quasi stesse ripetendo a memoria una definizione. Herindale sorrise di nuovo, ma sembrava più malinconico di prima.
«L'amore è qualcosa di più complicato di così, ma non sono venuto qui oggi per smontare le vostre credenze. Quello che vi volevo dire è che, per aumentare le connessioni neurali nel nostro cervello e renderci ciò che siamo oggi, siamo stati costretti a sacrificare alcune aree del nostro cervello adibite ad alcune emozioni, che ormai non proviamo più, che non hanno alcun significato per noi oggi. Come la paura, l'invidia, la gelosia e in parte pure l'amore e l'odio. Queste modifiche ci hanno reso ciò che siamo oggi».
Nell'immensa aula regnava sovrano il silenzio. In qualche modo, quel discorso del professore aveva fatto sorgere delle domande nella testa di molte delle Unità presenti a lezione. L'unico che non sembrava particolarmente scosso da quel discorso era Elijah: non sapeva spiegarselo, ma sentiva di aver provato alcune di quelle emozioni di cui il professore aveva appena parlato; riusciva in qualche modo a ricollegarle ad alcuni eventi della sua vita.
«Senza soffermarci troppo su questo, avrei ancora una domanda per voi. Sapete dirmi perché ciascuno di noi ha il braccio destro meccanico, a prescindere che alla nascita lo possedesse o meno?» chiese ancora il professore. Quasi tutti in aula alzarono la mano. Tra i pochi che non lo fecero c'era proprio Elijah, che ancora ripensava all'argomento precedente. Il professor Herindale scrutò ogni singolo ragazzo con la mano alzata, ma i suoi occhi si fissarono, quasi come fosse scontato, sul riccio assorto nei suoi pensieri.
«Signor Hampthorne, mi sa dare lei la risposta?» Elijah si riprese dal suo momentaneo torpore quando sentì il suo nome e si girò verso entrambi i suoi amici, che gli fecero cenno di muoversi a rispondere.
«Era con noi signor Hampthorne, o la sua testa stava vagando da qualche parte al di fuori di qui?» domandò con tono quasi scherzoso il professore.
Ci furono alcune risate sommesse nell'aula.
«Ehm, sì...Stavo ascoltando. Ha chiesto perché il braccio destro di ognuno di noi sia meccanico, vero?» Il giovane professore annuì, un leggero sorriso sul suo volto.
«Credo sia una sorta di simbolo, professore. Una specie di marchio che dimostra che apparteniamo alla stessa comunità, che possiamo fidarci l'uno dell'altro e che possiamo contare sul sostegno di chiunque faccia parte di questa famiglia». Il professore annuì compiaciuto e Martyna rivolse uno sguardo soddisfatto all'amico, il quale accennò anche lui un sorriso.
In quell'istante, bussò alla porta uno degli addetti alle pulizie.
«Professore, mi dispiace interromperla ma ho una comunicazione importante. Christopher Hampthorne sta per essere eletto Governatore».
~•~
«Signore è sicuro che sia saggio mettere Christhoper Hampthorne come nuovo Governatore? Non sappiamo se sarà accomodante come il padre. E' così giovane...»
«Theodosio è stato già informato su ciò che dovrà dire al figlio, ma per i primi mesi continueremo a trattare con lui, in modo che il giovane Hampthorne si affezioni alla sua carica».
«Ma con tutti i problemi che abbiamo oltre le Mura...»
«Wire, sai che non devi contraddirmi. Le Visioni vogliono questo e questo accadrà. Per il bene di ciò che abbiamo costruito». Ci fu qualche attimo di silenzio prima che la voce roca dell'uomo riprese a rompere il silenzio.
«Chiama Swift, ho bisogno di lei».
*Quante stronzate che racconta - questa è la fantomatica frase che Zedd scrive sul biglietto che passa a Elijah; la frase è in Crypt, che è più complesso da capire, quindi lascio la traduzione pure qui per chi volesse confrontare il risultato o non fosse riuscito nell'intento ;)
Cosa ne pensate fino ad ora della vita di Elijah? VI affascina questo mondo?
Spero che la storia vi stia piacendo e che proseguirete con la lettura! =D
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