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This is halloween

Spero vi godiate questo aggiornamento molto più veloce del solito (e che Mike non vi faccia arrabbiare troppo ahahahah)
Bombardatemi di commenti e stelline, mi raccomando ⭐️⭐️

Il rossetto scarlatto sulle labbra, il corpo fasciato in un luccicante abito di paillettes bordeaux, le gambe lunghe lasciate scoperte, i capelli raccolti che mettevano in mostra il collo, lievemente inumidito dal sudore.

Cheryl si muoveva a ritmo con le note che l'improvvisato dj mixava, attirando gli sguardi di buona parte dei presenti visto quanto era dannatamente sexy.

Ed io mi sentivo fortunato, perché ero l'unico che in quella folla potesse stringerla a sé, sentendo la forma perfetta del suo sedere incastrarsi contro il mio volere, vedendo la pelle della sua spalla arrossarsi per i continui morsi che continuavo a lasciarci.

Era la notte di Halloween ed eravamo a casa di un ricco universitario di cui mi sfuggiva il nome, uno di quei tipi che invitano alle feste molta più gente di quanta in realtà ne conoscano.

Eravamo venuti insieme a Steph e Kevin, ma erano bastati pochi minuti per perderli entrambi, probabilmente già alle prese con qualche preda.

Per quanto riguardava me invece, non ne avevo cercata alcuna: io e Cheryl non c'eravamo visti per quasi una settimana a causa del suo esame e, anche se non l'avrei mai ammesso a voce alta, mi era mancata.

Ecco perché non avevo voglia di andare con altre: quella sera volevo lei e, dal modo in cui si strusciava contro di me, sembrava che fossi assolutamente ricambiato.

<< Che dici se ce ne andiamo in un luogo più appartato? >> le mormorai infatti all'orecchio, leccandolo senza ritegno.

Cher non mi rispose neppure, limitandosi invece a prendermi per mano e a condurmi verso il piano di sopra di una casa che non conosceva ma che, ad occhio e croce, doveva avere tutte le camere da letto poste al piano di sopra.

Un paio di ragazzi lanciarono qualche sguardo deluso alle nostre dita intrecciate, probabilmente pensando che avrebbero potuto avere una qualche possibilità con lei non appena io mi fossi allontanato.

E l'idea di essere l'unico a poterla avere, almeno per quel momento, mi fece sorridere come un coglione.

La verità è che non mi ero mai accorto di quanto Cheryl potesse essere desiderabile agli occhi altrui, non prima di quel giorno in cui avevo provato quella sorta di gelosia.

Da quel momento, anche se faticavo a rendermene conto, avevo cominciato a vederla in maniera diversa.

Andare a letto con lei non era più un piacevole passatempo, adesso era quasi come una vittoria, un possedere ciò che soltanto io potevo avere.

Forse, egoisticamente, era anche una vendetta verso Cole, scoparmi l'unica ragazza al mondo che era stata capace di rifiutarlo.

E verso Emma, dimostrarle che c'era qualcuno di più lungimirante di lei, qualcuno che aveva fatto una scelta migliore.

O forse, semplicemente, avevo smesso di guardarla come un migliore amico con le tette e finalmente avevo capito che era diventata una donna, una donna sexy e desiderabile.

<< A che pensi? >> mi domandò, accarezzandomi il viso con una mano mentre con l'altra mi sbottonava i jeans.

Avevamo trovato la camera del proprietario di casa praticamente subito e non c'avevamo messo molto altro tempo ad impadronirci del suo letto, tra baci e vestiti che volavano via.

<< A te >> ammisi, sincero come da giorni evitavo di essere.

<< A me? >> sembrò stupita, così tanto che interruppe ogni suo movimento << E cosa pensi di me? >>

Le sorrisi, baciandole la guancia e scendendo poi verso il collo.

<< Sei bella >>

Glielo dissi così, senza neppure pensarci eppure, dopo quelle parole, qualcosa tra noi sembrò cambiare.

Cheryl mi sorrise come non aveva mai fatto, come se per la prima volta l'avessi resa felice davvero.

E mi resi conto solo in quel momento che non solo non le avevo mai detto niente del genere, ma neppure lo avevo mai pensato.

Sexy, sensuale, eccitante: ecco come l'avevo sempre definita.

Mai bella.

E, mentre mi baciava con molto più trasporto del solito, mi chiedevo come avessi fatto a non pensarlo prima, a non dirle quanto bella fosse, quanto armoniosa ogni sua curva, perfetta la sua pelle e adorabile il suo sorriso.

Mi chiesi perché non lo avessi mai pensato e non seppi rispondermi.

Mi chiesi perché non glielo avessi mai detto ed a quello invece risposi: era la mia migliore amica e, ad un'amica, certe cose non si possono dire.

Ma, forse, non si dovrebbero neppure pensare.

*

Il sesso, quella sera, fu meraviglioso.

E non sapevo se quello fosse un bene o un male.

Fatto stava che Cher mi era sembrata diversa, come animata da una nuova consapevolezza, ed io avevo paura che potesse essere colpa di ciò che le avevo detto, perché non sapevo neppure io quale significato dargli.

Una volta tanto, non avevo neppure la scusa dell'alcool: ero praticamente sobrio da inizio serata, ma forse era arrivato il momento di bere qualcosa. Qualcosa di forte.

<< Io inizio a scendere >> mi disse infilandosi il secondo stivale, mentre io stavo ancora fumando la mia solita sigaretta post rapporto << Meg mi ha inviato un SOS, credo che Patricia si sia ubriacata >>

Nominò le sue compagne di corso come se fossero amiche intime, quando in realtà la maggior parte del suo tempo lo trascorreva con me e Steph, limitandosi ad uscire con loro meno di una volta a settimana.

Si avvicinò poi a me e, dopo avermi schioccato un bacio a fior di labbra, mi sussurrò all'orecchio: << Comunque eri veramente bono travestito da vampiro >>

Le strizzai il sedere in risposta, sorridendole lascivamente.

<< Ti conviene andare prima che ci ripensi >>

Cheryl rise divertita, lasciandomi poi solo nella stanza.

Solo, ovviamente, ad eccezione dei miei pensieri.

Per quanto non mi fossi mai considerato un tipo superficiale, dovevo ammettere che non avevo mai fatto tante riflessioni come in quel periodo.

Da quando Emma era entrata nella mia vita, tutto era diventato un groviglio enorme di pensieri dai quali non riuscivo a sfuggire.

Emma, eccola di nuovo nella mia mente.

Avevo passato gli ultimi giorni ad evitarla come la peste, indeciso se odiarla per come mi aveva fatto sentire o essere sollevato perché sembrava che avesse preso finalmente una posizione.

Anche quella sera avevo cercato in tutti i modi di non incontrarla, sebbene Cole avesse insistito per andare insieme alla festa poiché non ricordava la strada per raggiungere l'abitazione.

Lei si era vestita da sposa cadavere, ma aveva scelto un abito troppo corto e scollato che aveva infastidito non poco il suo sposino.

E aveva infastidito anche me, che non ero riuscito a toglierle gli occhi di dosso per tutto il tempo che l'avevo avuta vicino.

Per fortuna poi era arrivata Cheryl che, non sapevo bene perché, ma aveva quello strano potere di riuscire a farmi dimenticare le parole di quella stronza.

Cheryl era stata l'unica ad aver preferito me a Cole e forse era per questo che, ogni volta che stavo con lei, mi sembrava che Emma non contasse più nulla, proprio come lei aveva detto a me.

Ma in quel momento Cher non c'era.

Ero solo in camera, addosso soltanto i boxer, la musica del piano di sotto che arrivava soffusa alle mie orecchie, il fumo che mi bruciava la gola provocandomi quel genere di piacere che fa quasi male per quanto intenso.

Ero solo e qualcuno spalancò la porta richiudendola poi alle sue spalle, entrando senza neppure controllare se ci fossero altre persone.

E non ebbi neppure bisogno di alzare lo sguardo per capire che fosse lei, lo capì dal modo in cui sussultò alla vista di me, seduto sul letto sfatto a guardare fuori dalla finestra e a fumare.

<< Che ci fai qui? >>

<< Potrei farti la stessa domanda >>

Si sedette sulla parte opposta del letto e, nonostante ci fosse soltanto la luce della luna ad illuminarci, ero quasi sicuro che il suo vestito si fosse sollevato, lasciandole scoperta praticamente tutta la coscia.

<< Va via Mike, voglio restare sola >>

Sospirai, irritato a tal punto da trovarlo quasi divertente.

Da dove la prendeva tutta quella sicurezza e quel modo di fare altezzoso e sprezzante?

Quella non era la ragazza che avevo conosciuto io, quella che mio malgrado continuavo a desiderare.

Quella era una versione inedita di lei, la stessa che mi aveva parlato al telefono pochi giorni prima, così diversa da tutte quelle che prima mi aveva mostrato.

<< Ma sei diventata stronza così, tutto assieme? >>

Non rispose, ma mi sembrò che quelle parole l'avessero ferita.

Ed infatti, nel silenzio che tra noi si era creato, non ci volle molto perché potessi udire il suo singhiozzo.

Stava piangendo.

Per qualche assurda ragione, stava piangendo.

Ed io ero di troppo.

Certo, non ero così pieno di me da credere di esserne il motivo, ma mi sentivo inadeguato a quella situazione, incapace di darle un supporto se in realtà per tutti quei giorni non avevo sperato altro che vederla soffrire.

Eppure ci fu qualcosa in quel pianto che azzerò ogni mio pensiero.

Fu come se quelle lacrime avessero lasciato cadere giù tutti i colori che si era forzatamente messa addosso in quei giorni, riportando alla luce il suo vero volto, quello che tanto mi aveva attratto.

E quindi osai avvicinarmi anche se, per la prima volta in vita mia, avevo paura di essere respinto.

Ma Emma non lo fece, non mi mandò via.

Lasciò invece che mi sedessi accanto a lei e che l'abbracciassi, stringendomi forte a sé e bagnando il mio petto nudo con le sue lacrime calde.

Più la sentivo contro la mia pelle, più la mia mente tornava alla sera del bacio, annullando qualsiasi cosa ci fosse stata nel mezzo.

Vista così, fragile tra le mie braccia, non sembrava più la ragazza che mi aveva fatto sentire non abbastanza, quella che mi aveva ridotto ad un oggetto che non valeva la pena acquistare.

E non sembrava neppure quella che aveva ballato con me attorno al falò, la bionda che mi aveva ammaliato con i suoi movimenti e poi baciato sulla spiaggia.

In quel momento, mentre le accarezzavo i capelli, era soltanto Emma. Per la prima volta.

E, per la prima volta, non avevo bisogno di sapere altro.

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