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La farai impazzire

Here we are!
Ho pubblicato questo capitolo molto prima del previsto, quindi spero che in cambio mi regaliate molte stelline e commenti ⭐️⭐️⭐️
Stavolta vedremo se il piano di Cheryl avrà successo o meno...ecco perché, nell'immagine in alto, ho scelto di presentarvi la sua prestavolto.
Si, anche lei è un'attrice di Riverdale, ma vi giuro che non tutto il cast di questa storia proviene da lì ahahahha

"L'amore è il passo più vicino alla psicosi. "

Sigmund Freud

Come se la mia vita non facesse già abbastanza schifo, quel sabato sera Cole decise che la sua ragazza doveva integrarsi nel nostro gruppo.
Ecco quindi che, oltre ad essere costretto a vederla ogni giorno in aula, mi ritrovai Emma Saint Claire perfino nella mia confort zone: la discoteca.
E non era neppure la parte peggiore.
Non bastava infatti che quella sera fosse molto più sexy del solito, il tubino nero così attillato da delirare perfettamente ogni sua curva...no, c'era anche da aggiungere che io ero ancora intenzionato a seguire il piano di Cheryl e, dunque, non potevo neppure guardarla.

Falle vedere che non t'importa, aveva detto la mia migliore amica pochi giorni prima.
La farai impazzire.

Ma ero certo che, tra i due, l'unico sull'orlo della follia fossi proprio io.
Io che, ogni volta che il mio sguardo incrociava il suo, non potevo fare a meno di immaginarla nuda.
Io che quel giorno avrei dovuto baciarla e fanculo il professore che ci aveva interrotti.
Io che dovevo smetterla di bestemmiare mentalmente ogni volta che la vedevo arpionarsi al braccio di mio fratello.
Per fortuna, almeno questo dovevo ammetterlo, davanti a noialtri tentavano di essere il meno sdolcinati possibile, probabilmente anche perché Cole non era per niente abituato ad effusioni pubbliche che andassero oltre il semplice flirtare.
Che poi, ancora non avevo capito cosa ci trovasse in lei.
Si insomma, era bella da morire, sensuale in ogni movimento distratto, intelligente quanto bastava da farti sentire a disagio, spiritosa e carismatica...
Era una di quelle ragazze che ti fanno perdere la testa, lo avevo capito dal primo istante.
Eppure, ero convinto che neppure una come lei avrebbe potuto cambiarmi, rendermi tutto ad un tratto un fidanzato modello, fedele e rispettoso.
Non ci credevo in quella strozzata del cattivo ragazzo che diventa un damerino quando incontra la tipa giusta e non capivo come avesse fatto mio fratello a cascarci.
<< Mike, tu non vieni? >> la voce di Stephen mi riscosse dai miei pensieri.
Erano tutti sul punto di entrare e, a quanto pareva, stavano aspettando che gettassi via la sigaretta.
Anche Emma mi stava guardando, con quella sua aria sempre un po' incerta, come se avesse paura che perfino fissarmi potesse essere considerato un tradimento.
<< Oh si >> mi risvegliai d'un tratto, cercando di spostare il mio sguardo dalla pelle scoperta delle sue spalle << Andiamo >>
Ci incamminammo quindi verso l'interno del Southside, uno dei locali che avevo sempre amato ma che, in quel momento, mi parve decisamente troppo piccolo.
Dovunque mi voltassi infatti, non riuscivo a vedere altre che lei, Emma.

Cazzo.
Dovevo fare qualcosa per togliermela dalla testa.
Anzi, per dirla alla maniera più corretta, dovevo farmi qualcuna.

Cheryl, probabilmente vedendomi in difficoltà, mi prese sotto braccio.
Indossava un abito rosso quella sera, un tessuto attillato che metteva in mostra il suo fisico mozzafiato, a partire dal seno prosperoso fino al culo perfettamente sodo.
A pensarci bene, anche lei era una di quelle ragazze che avrebbero potuto far perdere il controllo, una di quelle che ne incontravi una su un milione.
Eppure, per qualche motivo, prima di quel giorno non ci avevo mai pensato.
Prima di conoscere Emma, non avevo mai capito quanto la mia migliore amica potesse essere appetibile agli occhi altrui.

E se qualcuno fosse rimasto ossessionato da lei come era successo a me con Emma?

<< Mikey, ma sei sveglio? >> ridacchiò la rossa, scuotendomi una mano davanti agli occhi.
<< S...si >> mormorai, indeciso << Stavo solo riflettendo >>

Stavo solo pensando a che cosa farei se qualcuno ti volesse così disperatamente e tu lo ricambiassi, se d'un tratto questo rapporto che abbiamo dovesse cambiare.

Ma, ovviamente, non glielo dissi.
Non me ne lasciò il tempo e gliene fui immensamente grato.
Mi si avvicinò invece un po' di più, lasciandomi un bacio tra il lobo dell'orecchio e l'attaccatura dei capelli, quello che sapeva da sempre essere il mio punto debole.
<< Allora smettila e andiamo a ballare >>

*

Mi avvicinai al bancone, esausto.
Avevo passato circa un'ora e strusciarmi con una bionda in pista ma, quando era finalmente arrivato il momento di andare al sodo (ossia trasferirci in bagno), lei si era dichiarata una ragazza seria, lasciandomi da solo con la mia erezione.
In quel momento dunque, come se non ne fossi già stato abbastanza convinto, potei finalmente affermarlo.

Quello era il sabato sera peggiore della mia vita.

Per fortuna c'era ancora un luogo in cui potevo rifugiarmi: il fondo di un bicchiere di whisky.
<< Il solito, Mike? >> mi chiese infatti il barista ma, prima che potessi assentire, una fastidiosa vocina mi precedette.
<< Si, per lui il solito >> affermò Emma sicura, avvicinandosi allo sgabello dove ero seduto << Per me invece, un long Island >>
Ken, il tizio del bar, mi guardò con aria vagamente divertita, ammiccando poi come se volesse darmi la sua benedizione per provarci con la bionda.
Non poteva immaginare che le cose erano molto più complicate di così.
<< Ti ho forse chiesto di ordinare per me? >> sbottai infatti, voltandomi verso di lei con quello che doveva sembrare un atteggiamento infastidito.
Emma alzò gli occhi al cielo, sbuffando appena.
Grandissimo errore a mio parere, perché il suo inspirare profondamente non fece altro che scoprire un po' di più il suo seno, già di per sé poco coperto da quel diavolo di vestito.
<< Smettila, Mike >>
La mia faccia dovette sembrarle abbastanza interrogativa, perché subito dopo chiarì: << Smettila di evitarmi >>
Ed in quel momento non potei fare altro che benedire la mia migliore amica.

Falle vedere che non t'interessa: impazzirà.

Cazzo...Cheryl era un fottuto genio!
<< Non ti sto evitando Emma >> snocciolai quindi, ostentando un'aria annoiata << Ti sembrerà strano, ma non sei il centro del mio mondo >>

Dei miei pensieri erotici si, però.

Ma questo non era necessario che lei lo sapesse.
<< Oh andiamo Mike >> sembrò seriamente spazientita << Non ci credo che non te ne frega niente >>
Non le risposi subito, prendendomi invece un po' di tempo e sorseggiando intanto il mio whisky.
Non sapevo davvero cosa dirle.
Certo che non era vero.
Di lei mi importava.
Come niente di più che una scopata, ovviamente, eppure mi importava.
Ma questo non potevo dirglielo: il piano di Cheryl stava funzionando ed ero più che intenzionato a portarlo avanti.
Così mi limitai ad una scrollata di spalle, l'indifferenza tradita dal mio sguardo paralizzato sulle sue labbra.
<< Cosa te lo fa pensare? >>
Scosse la testa, prendendo a gesticolare.
Era nervosa e non capivo il perché.
Del resto, se da una parte io le ero andato dietro per giorni, dall'altra lei non si era quasi mai lasciata andare.

Perché d'improvviso le interessava così tanto?
Che fosse quella cazzo di logica inversa femminile, quell'istinto per cui vuoi disperatamente qualcosa solo quando sai di non poterla avere?

<< Forse il fatto che ci siamo quasi baciati? >> lo disse come una domanda, eppure sembrava più un'accusa.
Dopo la remissività di qualche giorno prima e l'accettazione di quelli successivi, quella sera Emma sembrava intenzionata a farsi valere.
Anche se non avevo idea di cosa effettivamente volesse.
<< Hai detto bene: quasi >> sottolineai quell'ultima parola, anche se faceva male al mio desiderio di averla.
Mi avvicinai poi un po' di più e, forse fu solo la mia immaginazione, ma mi sembrò che sussultasse.
Dopotutto qualche giorno prima, sulla spiaggia, l'aveva ammesso: non le ero indifferente.
<< Ma devo ricordarti una cosa, Emmina >> scimmiottai appena il suo nome mentre le sussurravo nell'orecchio.
Ci soffiai appena, una tattica vecchia ma immortale.
E allora fui certo che qualcosa dentro di lei si fosse mosso.
<< Sei fidanzata...>> continuai allora, leggermente più freddo << ...e con mio fratello >>
La vidi deglutire profondamente.
I capelli biondi, lievemente sudati, le incorniciavano il viso, mettendo ancora più in risalto le labbra screpolate...come se avessi avuto bisogno di un'ulteriore scusa per tenere lo sguardo sempre focalizzato su di esse.
Le schiuse leggermente, come per dire qualcosa, quando venimmo improvvisamente interrotti.
E, ovviamente, dal nostro miglior nemico comune.
<< Ehi piccola! >>
Cole era sbucato dalla folla e, con la nonchalance che io non conoscevo più, aveva posato il braccio a circondare le spalle della sua ragazza.
Lei sorrise a trentadue denti, ma perfino io che la conoscevo così poco capii che stesse fingendo.
Era quasi più a disagio di me.
Eppure, questo non le impedì di voltarsi verso di lui e, come se niente fosse, baciarlo.
Ed io non potevo esserne certo, forse mi stavo semplicemente illudendo per l'ennesima volta.
Ma mi sembrò che, mentre baciava lui, lei stesse guardando me.

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