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Capitolo 9 • L'ultimo sole


«Quella Evelyn Lewis?» La bocca della bambina si spalancò in un'espressione sbalordita. Il suo piccolo indice pieno di segni di biro e pennarelli mi stava puntando contro il petto.

«Kylie, non si indica la gente!» Rose allungò la mano e picchiettò sul polso della sorellina, per farle abbassare il dito.

Passando lo sguardo da un gemello all'altro, aggrottai la fronte, sorpresa ma non troppo che quei due conoscessero il mio nome.

«Ora andate ad allenarvi.» Sentii a stento Rose, impaziente e ansiosa di congedare in fretta i suoi fratelli. «Dovreste già essere in palestra...»

«Ma oggi non ho voglia!» protestò subito Justin, puntando i piedi e girandosi a guardare la sorella, dimenticandosi di me.

«Nemmeno io!» strillò subito la gemella, concordando immediatamente.

«Non voglio sentire proteste!» disse fermamente Rose, imponendosi come una brava sorella maggiore. «Se volete diventare dei buoni Domini, dovete allenarvi. Ora muovete le chiappe sennò vi ci accompagno io con la forza! Su, su!»

Rose posò le mani sulle spalle dei bambini e, ignorando le proteste e le lamentele, spinse i bambini fuori dalla porta d'ingresso. Arresi, borbottarono dei saluti, presero le loro borse scolastiche e uscirono dall'appartamento, non prima di rivolgermi un'ultima, estremamente curiosa occhiata.

Matt chiuse la porta alle loro spalle, mentre io mi guardavo attorno.

L'ingresso dava subito sul salotto e sulla spaziosa cucina, che erano un'unica stanza. Era un ambiente accogliente, con mobili di legno chiaro, e dovunque posassi l'occhio potevo notare i segni inconfondibili della presenza di bambini in quella famiglia. Sul lungo tavolo di vetro c'erano fogli e quaderni di tutti i colori e innumerevoli pennarelli e pastelli erano sparsi anche per terra.

Mentre Rose si toglieva giacca e scarpe, io andai a curiosare fra i quaderni dei bambini.

«Storia di Elyria, geografia, teoria degli elementi, lingue...» lessi ad alta voce le etichette. «Lingue? Parlate più lingue?»

«Abbiamo un po' di dialetti e qualche minoranza, in effetti» mi rispose Matt, buttandosi sul divano come se fosse a casa sua. «Ma più che altro si studiano le lingue antiche, essenziali per studiare materie e concetti più avanzati.»

Alzai lo sguardo su di lui, mentre parlava, e, quando Rose lo raggiunse, distolsi l'attenzione dai quaderni dei gemelli e mi andai a sedere su una poltrona.

Nella stanza scese il silenzio, e io mi ritrovai a lanciare occhiate insistenti ed eloquenti, invitandoli a cominciare.

«Beh, allora?»

«Parla tu» sospirò Rose, dopo essersi scambiata un'occhiata veloce con Matt. «Sei più bravo con queste cose.»

«E va bene.» Matt si raddrizzò sul divano, chinandosi in avanti e appoggiando i gomiti alle ginocchia. Mi guardò da sotto i riccioli ribelli, con occhi incredibilmente seri.

«Sarà una lunga storia» commentò Rose, cominciando a guardarsi ansiosamente le lunghe unghie rosse.

«Eve, voglio che tu sappia che questa storia non dovresti saperla da noi...» esordì Matt. «Non sappiamo tutta la verità.»

«Non mi interessa Matt» dissi, con il cuore che cominciava ad accelerare. «Hai detto che io sono dentro fino al collo in questa storia... Saper poco è meglio che saper nulla.»

Matt annuì e prese un respiro profondo.

«Come già sai, oggi esistono quattro diversi tipi di Domini. Acqua, Aria, Fuoco e Terra. Ma non è sempre stato così: prima esistevano altri due tipi...»

«Luce e Ombra.»

«Esatto. I Domini della Luce sono sempre stati grandi sovrani di Elyria. Fin dal principio dei tempi, fin dalla prima generazione di Domini, il trono del regno era sempre stato loro. I figli del Sole erano amati dal popolo ed erano considerati grandi condottieri di guerra e eroi. Però arrivò la Grande Guerra, qualche secolo fa.

«La situazione degenerò quando l'ultimo re Dominus della Luce, Re Airon, cadde. I figli del Sole, un altro modo con cui venivano chiamati, erano in grado di controllare tutti e quattro gli elementi e potevano esercitare altri poteri a cui avevano accesso solo loro. Per esempio, erano in grado di privare gli Ibridi di uno dei due elementi, rendendoli come qualsiasi altro Dominus. La convivenza dei quattro elementi può però dare vita alla Caduta, ovvero al processo con il quale un Dominus della Luce si converte in un Dominus dell'Ombra. Quella di Re Airon non era stata di certo la prima Caduta, ma quando cadde lui, dal re più buono che Elyria avesse mai conosciuto, nacque il più grande tiranno di tutti i tempi. Questo fu l'inizio della Grande Guerra.»

Matt fece una pausa e io tornai con la mente alla conversazione che avevo avuto con Rose, qualche giorno prima.

«Quella che portò alla distruzione dei Domini della Luce e dell'Ombra, giusto?»

Rose annuì, e Matt riprese a raccontare.

«Esattamente. La Grande Guerra fu terribile, la peggiore di tutta la lunga storia di Elyria. Durò per decenni e ogni singolo Dominus dovette decidere da che parte schierarsi.»

Rabbrividii al pensare che qualcuno potesse parteggiare per esseri del genere.

«Re Airon era caduto, sì, ma era pur sempre il re. Alcuni ne videro la giusta opportunità per arricchirsi, o si schierarono dalla sua parte per brama di potere. Altri avevano paura... Alla fine Elyria si ritrovò debole. Oltre al pericolo di un'estinzione di massa, scoppiò pure una guerra civile.

«In questa situazione di caos i Domini dell'Ombra cominciarono a riprodursi, sfruttando la velocità con cui cresceva la nuova progenie e creando un vero e proprio esercito. Quando i Domini che si erano schierati con i figli della Luna capirono di non essere esentati dalla furia distruttrice di questi ultimi, cercarono di redimersi. Ma la fiducia fra i Domini ne era uscita completamente compromessa. Per farla breve, la disunione e la paura favorirono i Domini dell'Ombra, che a un certo punto sembrarono avere la vittoria in pugno. I pochi figli del Sole che non sembravano inclini alla Caduta... Sì, può capitare.»

«Non tutti i Domini della Luce presentavano i sintomi della Caduta, alcuni erano immuni» spiegò Rose, vedendo la mia faccia confusa. «Mentre alcuni riescono a dominare i sintomi. Diversamente da quanto avviene per gli Ibridi, una volta affrontati e superati i sintomi della Caduta, questa non si può ripresentare e i Domini della Luce possono usare tutti e quattro gli elementi senza rischio.»

«E Re Airon?»

«Normalmente, raggiunta la maggior età, ovvero l'età in cui si sarebbero dovuti presentare i primi sintomi, i Domini della Luce si sottoponevano a un anno di esilio, per poter affrontare la Caduta e superarla.»

Matt fece una risata amara.

«Quello che portò Re Airon a cadere fu il più grande errore mai commesso nella storia del regno. Dopo decenni in cui non si era verificata nessuna Caduta, i figli del Sole credevano di averla estirpata per sempre, di averla vinta per sempre. Così, quando Airon divenne maggiorenne e i primi sintomi non si presentarono, i suoi genitori decisero di non mandarlo in esilio. Per trent'anni andò tutto bene, sempre più famiglie di Domini della Luce esentavano i loro figli dall'esilio, Airon divenne re e ben presto cominciò a essere conosciuto come Airon il Buono.

«La situazione crollò improvvisamente, nel giro di una notte. Airon fu il primo a cadere, improvvisamente, senza mostrar prima alcun sintomo, e poi uno dopo l'altro anche gli altri Domini. La popolazione dei Domini della Luce si ridusse ai pochi immuni alla Caduta. Furono proprio loro a guidare quella passata alla storia come l'Opposizione...»

Li interruppi di colpo. La storia di Elyria era affascinante e molto interessante, ma di colpo ricordai che non era quello il motivo per cui eravamo lì.

«Ma cosa c'entro io con tutto questo?»

Rose mi guardò come se fosse quasi dispiaciuta. Si strinse nelle spalle e aspettò che fosse Matt a rispondere ancora.

«Evelyn, avevi ragione prima» disse lui lentamente. «Rose ha cercato di origliare la tua conversazione.»

«Sì, sei perdonata Rose» replicai impaziente, liquidando la questione con un veloce gesto della mano. «Ma adesso ditemi perché...»

«Non ce l'ho fatta» mi interruppe Rose cautamente, quasi sussurrando. «Tu me lo hai impedito.»

Aprii la bocca per parlare ma non dissi nulla. Corrugai la fronte, non riuscendo a capire bene le parole della mia amica.

«Beh» dissi infine, sempre più confusa. «Più che dirtelo non potevo fare nient'altro...»

«Invece sì» mi contraddisse Matt. «Potevi e lo hai fatto. Hai creato uno scudo attorno a te Eve, e hai ritorto contro Rose il suo stesso potere.»

Quello che gli sentii dire compromise ancora una volta la mia capacità di parlare. Aprii e richiusi la bocca per un'infinità di volte, non riuscendo rendermi conto della portata di quello che aveva appena detto.

«Scusa, credo di non aver capito.»

«E quella volta, il primo giorno di scuola? Hai allentato la presa di William su quel ragazzo che aveva appeso al muro!» disse Rose.

Al ragazzo appeso alla parete cominciava a mancare l'aria. Se solo avessi avuto la forza per spingere quel ragazzo orgoglioso via da lui...

La presa del ragazzo dagli occhi d'oro cominciò ad allentarsi improvvisamente, proprio nel momento in cui una voce profonda e autoritaria rimbombava nel corridoio...

La verità mi stava travolgendo come un fiume in piena, cogliendomi completamente impreparata. Era troppo, troppo anche solo da immaginare. Scossi la testa, rifiutandomi di accettare quello che mi stavano dicendo.

«No, non può essere...»

«Evelyn, sei una Dominus.»

Come queste parole uscirono dalle labbra di Matt, fu come se la mia testa si svuotasse di colpo. Chiusi gli occhi come se quell'affermazione mi facesse male e nella mia mente cominciarono a rimbombare insistentemente quelle tre parole.

Sei una Dominus.

Il mio corpo agì prima che la mia mente tornasse a funzionare. Come loro, anch'io rimasi stupita quando chiesi: «Dove si trova Fyresis?».

«Ehm...» Matt parve spiazzato da quella domanda. «Nella regione dei Domini del Fuoco, Pyros.»

«E io sono nata lì?»

Ero in preda allo shock. Fino a pochi giorni prima avrei considerato impossibile l'esistenza di un mondo di persone in grado di controllare la natura, ma questo? Questo era al di là di ogni limite di immaginazione. Era decisamente più probabile che avessero sbagliato persona, o che quello fosse solo un fantasioso e lunghissimo sogno.

Rose e Matt annuirono e lei si alzò dal divano. Raggiunse il tavolo dov'erano sparpagliati i quaderni e tornò con un immenso foglio in mano.

«Tieni, questo è di Justin... Sarà difficile da credere ma è sempre stato il più ordinato dei due.»

Afferrai il foglio, con la mano stranamente ferma e vidi che si trattava di una cartina politica di Elyria. Le quattro regioni erano divise con quattro colori diversi e con uno spesso tratto di pennarello scuro. Puntini neri indicavano le città principali.

Telyn era la regione colorata in verde, quella più a nord dell'isola, e di fianco a quella c'era Athos, che si allungava verso sud. Poi c'era Pyros, che occupava la parte centrale e che era caratterizzata da una forma strana con tre grandi ramificazioni, una delle quali raggiungeva la parte più meridionale di Elyria. Lì c'era Kylien, che si stendeva colorata di blu per tutto il sud dell'isola.

«Qui ci dovrebbe essere Rocys.» Rose, sporgendosi di fianco a me e allungando un dito, indicò un punto di Telyn a confine con la terra dell'Aria. «Non è una delle città principali e qui non è segnata. Ma ecco... qui c'è Meharn, una grande città vicino al piccolo paese di Matt.»

Non mi accorsi nemmeno che Matt si era avvicinato a sua volta, posando le mani sullo schienale della poltrona.

«E tu sei nata qui» disse, mostrando un quadratino nero più grande degli altri nel ramo settentrionale di Pyros. «Fyreris si trova nel bel mezzo dell'Altopiano del Fuoco, alle pendici del più grande vulcano di tutta Elyria, la Montagna Rossa.»

«Matt, Rose...» presi un respiro profondo, cercando di non ridacchiare istericamente e di mantenere il controllo. «Non è che avete preso la persona sbagliata? Non posso essere una di voi, è... impossibile.»

«No, Eve» rispose Matt. «Non ci siamo sbagliati. E ci hai sentiti prima, hai già avuto modo di dimostrarci che anche tu hai dei poteri.»

«E allora io cosa sarei, una Dominus dell'Aria?» chiesi incerta. «E allora perché sono nata a Fyreris?»

«Non tutti i Domini vivono nella regione del proprio elemento. Anzi, al giorno d'oggi siamo tutti un po' mescolati...»

«Non hai risposto alla mia domanda» lo interruppi subito. «Matt... chi sono io?»

Calò il silenzio e a ogni secondo che avanzava sentivo l'ansia aumentare esponenzialmente. Prima ancora che Matt rispondesse, la consapevolezza di dove volessero arrivare a parare i due Domini prese piede nella mia testa. Tutta quella spiegazione della storia di Elyria non era stata fatta per caso.

«Evelyn...» Matt, con Rose al suo fianco che non sembrava in grado di proferir parola, prese un respiro profondo. «Quelle cose che hai visto oggi e stamattina, sono i primi sintomi della Caduta.»

L'aver immaginato la cosa non aiutò in nessun modo a renderla più accettabile. Sentii la testa che iniziava a girare e me la presi fra le mani, chinandomi in avanti.

«Pensavamo di avere più tempo!» Rose ritrovò la parola, interrompendo il silenzio in un tono quasi di scusa. «Da quello che ci dicono i libri, i sintomi non si sono mai presentati prima dei diciotto anni compiuti!»

«E tu non avresti nemmeno dovuto presentarli, i sintomi.»

«Credo di avere capito, ma voglio comunque sentirvelo dire» trovai la forza di dire.

«Sei una Dominus della Luce, Evelyn.»

Feci una smorfia e mi lasciai ricadere all'indietro sulla poltrona, guardando il soffitto e rischiando di colpire Matt con la testa, visto che era ancora chinato sopra di me.

Mi sentivo incredibilmente stanca, era come se quella conversazione avesse prosciugato tutte le mie energie.

«E da quanto lo sapete?»

Capii subito che stavano valutando se rispondere o meno alla mia domanda e due secondi dopo averla pronunciata mi resi conto di quanto stupida fosse stata.

«Da sempre, giusto? Quindi dovrei riformulare la domanda: perché tutti i Domini conoscono il mio nome?»

«Perché tu, Evelyn, sei la nostra unica salvezza» sussurrò Matt, come se stesse ripetendo qualcosa a memoria. «Evelyn Lewis, ultima figlia del Sole, destinata a riportare la pace a Elyria.»

«Che cosa?» chiesi con il tono di voce che saliva di un'ottava, spostando lo sguardo freneticamente da lui a Rose.

«E verrà l'ultima luna sulla Grande Patria, prosciugando ogni forma di luce e felicità. L'ultimo sole sarà la nostra unica salvezza, nato il settimo giorno dell'ultimo mese del 219º anno della Quinta Era. L'unico che riuscirà a estirpare l'oscurità dal mondo o a farla prevalere. L'unico a riportare al trono i veri eredi» disse Rose in tono meccanico. «Sei destinata ad essere la Salvatrice dal momento stesso in cui sei nata, Eve...»

«E allora perché me lo avete detto solo adesso? Perché siamo qui a far niente quando... quando questa oscurità sta prendendo piede ad Elyria?» Mi ritrovai ad alzarmi e a cominciare a camminare avanti e indietro, mordendomi il labbro.

«Nessuna oscurità sta prendendo piede ad Elyria, Evelyn» disse Matt, sorridendo debolmente. «La profezia intende che tu sei l'unica a poter spodestare il re dal suo trono. La dittatura che sta sottomettendo Elyria, la dittatura che ti ha portato via il tuo trono, Evelyn.»

Ero esausta. Mi stavano dando troppe informazioni, una più difficile da digerire dell'altra. Mi dovetti ricredere ancora una volta: non era la scoperta di quel mondo la cosa più impossibile che potesse rivelarsi vera, né l'essere l'ultima di una razza intera capace di controllare tutti gli elementi... Quello era peggio.

«Che cosa?»

«Il sole tornerà a regnare, con te, Evelyn. Riporterai la pace ad Elyria e recupererai il trono che ti spetta per diritto» disse Rose, con una certa nota d'orgoglio nella voce. «Tu ci salverai, ma ora c'è un piccolo problema...»

«Adesso sto cadendo.»

Mi chiesi perché non avessi avuto ancora una crisi d'identità.

«È per questo che Adam Fallon mi cerca? Chi è in realtà? E perché non sono cresciuta in mezzo a voi, dove avrei potuto evitare la Caduta e imparare a controllare gli elementi?» Mi ritrovai a sputare fuori le domande che avevo tutte in una volta.

«Domande lecite» commentò Matt prima di rispondere. «Adam Fallon è membro di una delle famiglie più nobili di Ilyros, la capitale di Elyria, che adesso ha sede a Kylien, la regione dell'Acqua. È uno degli ufficiali più giovani dell'Esercito Azzurro e probabilmente era qui per osservarti e studiare ogni tuo movimento.

«Tutti conoscono la profezia, anche il re. Da qualche anno a questa parte il re ha mobilitato il regno per trovarti e catturarti. L'Ordine è nato con l'obiettivo originale di salvarti, ancor prima che fossimo costretti a scappare da Elyria. Da tre anni a questa parte, da quando abbiamo creato gli Istituti e ci siamo stanziati qui, ti abbiamo sempre cercata. Ma tua madre ha fatto le cose per bene. È per questo che non sei cresciuta in mezzo a noi. Ha usato uno dei suoi poteri da Dominus della Luce per nasconderti e ogni volta che ti trovavamo, in questi anni, in qualche modo scomparivi nel giro di tre giorni e noi non facevamo in tempo a portarti con noi. Tua madre non voleva che tu diventassi una macchina da guerra.»

«Cosa che ritengo stupida, visto che adesso non sei minimamente preparata ad affrontare la Caduta» commentò Rose.

«Ma non lo poteva sapere» la difese Matt, girandosi verso Rose. «Erano generazioni che nessuno cadeva più. Tutti pensavano che...»

«Insomma, mia madre ha fatto lo stesso errore che i genitori di Airon fecero per lui» lo interruppi, con uno strano sentimento di rabbia incondizionata che cominciava a farsi sentire dentro di me. «Per non parlare del fatto che mi ha sballottata qua e là per tutta l'America, senza darmi un attimo di tregua!»

Che razza di madre costringeva la propria figlia a vivere da fuggitiva, tenendole nascosta la sua vera identità? In quel momento mi sembrava molto difficile poterla chiamare davvero madre.

«Che fine ha fatto, mia madre?» mi ritrovai a chiedere.

Fin a quel momento, avevo sempre vissuto come se fossi sola al mondo. Questa convinzione, su cui si era basata la mia intera esistenza, era caduta di colpo.

Avevo una famiglia da qualche parte? Avevo fratelli o sorelle? Un padre?

«È morta, Eve. Mi dispiace» rispose Matt con tono grave e dispiaciuto. «Non sappiamo come, hanno solamente ritrovato il corpo...»

Mi sforzai per non reagire a quella notizia. Mi ero sempre costretta, fin dalla prima adolescenza, a non aggrapparmi alla speranza che da qualche parte nel mondo ci fosse qualcuno che condivideva il mio stesso sangue. E aveva funzionato, in qualche modo.

Nonostante mi fossi sempre comportata come se tutta la mia famiglia fosse morta o non fosse mai esistita, sentii comunque il peso della verità mandare in frantumi qualcosa.

«E mio padre? Ho dei fratelli?»

«No, non hai fratelli. E non abbiamo idea di chi possa essere tuo padre, se sia ancora vivo o no. Tua madre non ne ha mai parlato.»

Mi costrinsi a liquidare in fretta l'argomento, cercando di ripetermi che, se non ci avessi pensato, non avrei potuto starci male.

«Beh. E adesso che cosa facciamo?» mi sforzai di dire.

«Ora dobbiamo capire come fermare la Caduta.» Rose, contenta di cambiare argomento, sembrò tornare fra noi improvvisamente.

«E perché non volete che nessuno scopra che sta iniziando?»

«Riguardo a una cosa tua madre aveva ragione.» Matt deglutì, decisamente più a disagio di quanto non lo fosse stato nel dire la verità sul mio conto. «L'Ordine ti userà come arma. Forse non farà nulla per fermare la caduta, per poi potere usare contro il re i terribili poteri di un Dominus dell'Ombra.»

«Ma hai appena detto che l'Ordine dovrebbe proteggermi dal re!»

«Io ho detto che l'Ordine è nato con questo scopo. Ma ben pochi Ribelli non si lamenterebbero se tu diventassi davvero così potente» continuò.

«È un po' una presa in giro, Eve» concordò Rose. «Ti proteggeranno dal re, ma non da loro stessi.»

«Quindi in sostanza sono fott...»

Non feci in tempo a finire la frase.

Un capogiro fortissimo alla testa, mi costrinse ad allungare una mano per cercare un appiglio. Rose e Matt non fecero in tempo a raggiungermi e io non feci in tempo a proferir parola che gli occhi mi si ribaltarono e caddi a terra, cominciando a vorticare nell'oscurità un'altra volta. 




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