Capitolo 3
Mercoledì 13 Settembre 2017
Oggi è uno di quei giorni, in cui i ricordi non fanno altro che riaffiorare, sono qui e continuano a tormentarmi. I ricordi che fanno male non si possono cancellare, li nascondi nel posto più lontano dal cuore finché basta niente a trasformarli in memorie che rodono l'anima. Pur utilizzando tutte le forze che si ha per allontanarli e lanciarli via in un mondo alieno, tornano sempre indietro. E, allora, resta che sopportarli, imparare a convivere e trarre insegnamento, per migliorare ed elevare il resto dell'esistenza.
«Dove ho messo gli orecchini di perle nere?» Mi chiedo sola, agitandomi davanti allo specchio del bagno e rovistando nel mio beauty «Trovati!» dico trionfante, dopo averli intravisti.
Il silenzio viene interrotto dalla vibrazione del telefono sul mobile. È un messaggio di Sara, mi scrive -Come stai?-
Si sta facendo davvero tardi ma non posso evitarla, devo rispondere. Afferro saldamente il telefono con la mano sinistra, con la destra tiro su il pantagonna blue della divisa. Mi schiarisco la voce e con tono pacato rispondo con un messaggio vocale «Ciao, amica! Scusami per ieri sera, ma sentire quella notizia è stato come un fulmine a cel sereno. Ma adesso sto meglio, tutto bene!»
Infilo velocemente la maglia in cotone beige e non tarda ad arrivare una sua risposta. Dopo il dito sul play, la sua voce rauca e bassa mi tiene compagnia «Sono a lavoro. Ieri sera non ti ho scritto nulla, non volevo sbagliare con frasi insensate, banali. Poi, scusami tu! Avrei dovuto dirti tutto subito, cautamente, invece sono stata egoista, non volevo rovinare la serata, non in partenza almeno».
«Non ti preoccupare, hai fatto bene» registro con bocca stretta, ripassandomi il rossetto sulle labbra «almeno nella prima parte della serata ci siamo divertite».
Lei digita velocemente -Vero! Se hai bisogno di me, per qualsiasi cosa, chiamami! Anche alle tre di notte. Ti voglio bene!-
Rispondo anch'io scrivendo -Ciao tesoro, grazie!- lascio il telefono e cerco di concentrarmi sulle ultime cose da fare. Devo accellerare i tempi.
Sono in ritardo, spesso mi ritrovo a gestire questa botta adrenalinica prima di arrivare a lavoro. Il più delle volte arrivo precisa. Ok! Diciamo pure che sono ritardataria, un mio piccolo difetto aggiunto a tanti altri: sono testarda, orgogliosa, nervosa delle volte, poco sicura di me stessa in alcune situazioni, e lunatica? Sì! Una pazza lunatica.
Ma, dico anche che sono un uragano, l'energia in persona, non voglio fermarmi mai e non conosco la noia. Sono una giovane mamma e questo per me è solo un vantaggio, sono dietro a Davide in tutto e la sua visione del mondo mi aiuta ad affrontare la vita guardandola da altri punti di vista.
Chiudo la porta, non prima di assicurarmi di aver preso tutto quello di cui ho bisogno. Fiondo giù per le scale con stile sportivo e quattro scalini al secondo, finché la mia discesa atletica non viene interrotta da un intreccio di piedi, con un'elegante imprecazione per il dolore avvertito all'altezza del tendine d'Achille.
Questa è davvero una giornata di quelle no. Negatività, vai via da me, please!
Seduta sul sedile della macchina, mi massaggio la parte dolorante. Osservo l'orario "Don't worry Stella, non è poi così tanto tardi". Giro la chiave, metto la prima e a strada libera lascio la frizione. Tranquillamente percorro le stradine della mia città e poi saluto l'Obelisco, un rito che faccio tutti i giorni alla lunga colonna piramidale.
La strada che mi porta verso il centro commerciale dove lavoro, taglia le campagne leccesi, il tragitto è una passeggiata tra ulivi secolari, attorniati da fiori di campo e grandi vigneti. Lascio il finestrino semi abbassato, quel poco necessario a fiutare il profumo di mosto e uva che inonda la campagna. Opto, stranamente, di non ascoltare musica, sento solo in sottofondo frinire le cicale. Anche il loro rumoroso corteggiamento, oggi, un po' mi infastidisce.
Ho sempre cercato di affrontare la vita con positività. Da che ho ricevuto Davide in dono, non ho mai trovato motivi per abbattermi, non ho mai creduto che le mie condizioni meritassero dei miglioramenti. L'ho capito, forse c'è voluto del tempo, ma sono felice e grata per quello che ho.
I sorrisi portano altri sorrisi. Il mio promemoria preferito è: ricordati di sorridere. Ho deciso di attorniarmi di positività, ho scelto di essere felice, reprimendo ferite e segreti del cuore.
Sorrido per me e per Davide, per chi mi sta attorno e poi perché credo che sia la mia curva più bella.
Oggi, però, ammetto che c'è qualcosa di diverso, neanche durante il mio tragitto preferito riesco a percepire la sua magia. Il caldo mi infastidisce e non c'è suono che le mie orecchie vogliano sentire.
Me la prendo anche con l'auto. Sì, mi riferisco alla mia macchina, alla mia seconda casa, al mio spazio intimo paragonabile a quello di una doccia. Solo io e lei sappiamo canti e coreografie segrete, o pianti e sorrisi condivisi insieme, ma adesso quasi mi manca l'aria, mi sento alle strette qui.
Finalmente, sono arrivata a destinazione, ed eccola lì, sulla grande struttura commerciale è affissa, insieme ad altre, l'insegna del mio negozio: NR. Lavoro in questo grande gruppo da sette anni. New Reality, è una società fortissima e quotata in borsa, una tra le più forti presenti sul mercato della grande distribuzione. Negli ultimi anni il suo rendimento è stato notevole, con conto economico positivo, inoltre è in continua espansione, anche internazionale.
Presa la maturità, ero sicura di non voler continuare gli studi e cercai subito un lavoro. Fui davvero fortunata, venni assunta da loro per qualche mese e successivamente vista la mia condotta e il rendimento mi confermarono il contratto a tempo indeterminato. Una grande soddisfazione.
Adesso sono una part-time, per il momento è quello che mi serve, riesco ad occuparmi di Davide nel pomeriggio. La mattina, invece, aiuto una signora anziana, la signora Franca.
Il suono della timbratrice, dopo il passaggio del tesserino, segna l'inizio del mio turno di lavoro.
Da lontano, noto Gabriele parlare con Marta e Francesca, le mie colleghe del reparto. Mi avvicino a loro.
Faccio parte del team abbigliamento uomo-donna. Siamo una bella squadra, per lo più ragazze giovani, capitanate da un bravo leader.
«Quindi ci tocca farlo oggi, ci organizziamo e in giornata finiamo di fare l'allestimento. Entro questa sera, voglio che il reparto sia in linea con i criteri» sento Gabriele pianificare qualcosa.
Raggiungo il gruppo «Buongiorno!»
Ho risposta solo dalle donne, mentre Gabriele è intento a sfogliare pagine di lavoro.
È un tipo preciso, ha una forte determinazione. Per lui conta tanto l'esempio, non si limita a dare solo istruzioni ma mette in pratica quanto detto. Lui è il primo a dare disponibilità, è imparziale, capisce l'esigenza del team e poi da buon romano è divertente. Raramente, però, capita di beccarlo in pessimo umore e professionalmente sembra uno dei peggiori dittatori della storia.
«Buongiorno Stella!» alza il capo quando sembra notare la mia presenza «Siamo in allestimento. Oggi puoi rimanere fino alla chiusura?» domanda accigliato, con ovviamente voluta risposta implicita e chiaramente deducibile.
«Sì, va bene, mi organizzo con Davide» rispondo con freddezza e senza entusiasmo.
«Noi ora andiamo in pausa, stacchiamo e andiamo a mangiare, tu inizi a campionare la nuova merce. Quando arriviamo dividiamo secondo i criteri espositivi, valutando strutture e pareti» parla freddo, con direttive precise che sanno di comandi.
«Ok. Inizio la campionatura» mormoro mettendomi subito all'opera.
«Ciao, Stella» mi salutano le colleghe.
«Ciao, ragazze, a dopo» le rispondo.
«Che hai?» mi chiede il mio responsabile, avvicinandosi una volta rimasti soli.
«Io? Ma ti sei visto in faccia? Hai le sopracciglia attaccate!» dico interrompendo la sistemazione dei cartoni.
Si volta verso lo specchio più vicino come a cercare il vero, poi rigirandosi commenta ancora «Beh, tu hai abbinato alla coda alta gli orecchini di perla nera».
Rido istericamente «Che razza di affermazione è?» chiedo confusa.
«Look aggressivo! Quando fai questo abbinamento, non è una buona giornata» raccoglie tutti i fogli nella cartellina passandomela «Tieni! Ti lascio i criteri, scegliti delle pareti da lavorare».
«Inizio da dietro» intervengo con poco entusiasmo. Lavorerò lontano, starò per i fatti miei, senza avere intorno nessuno《Vado lì》indico la parete infondo accentuando l'idea con le mani tese in avanti 《Sì, me ne starò lì 》.
«D'accordo, Miss Solitudine! Così sia» parla in modo borioso terminando con un'alzata di spalle.
«Sì, Mister Spocchioso. Farò proprio così» mi allontano munendomi di ciò che mi serve.
Gabriele è strano, diverso dal solito. È qualcosa che va oltre la mia impressione. Lo è in generale o con me? Non può essersela presa per ieri, voleva stare con me o parlare, ma sono andata via senza dire niente per giuste motivazioni, non di certo per non voler stare con lui . Sara gli avrà pur detto qualcosa, aggiornato sui fatti e motivato la mia reazione.
Probabilmente è semplicemente preso dalla situazione, concentrato a raggiungere l'obiettivo della giornata. Oppure avrà pensieri che lo preoccupano.
Ognuno può avere strane lune per la testa e oggi a tutti e due qualcosa non va, ci può stare un giorno senza sorriso, senza dover necessariamente sempre fingere e mettersi una bella maschera con uno smile sopra.
Oggi per me è il giorno perfetto per applicarsi e concentrarsi tanto sul lavoro senza pensare ad altro. Cercherò di lavorare al meglio, concentrandomi e mantenendo la mia mente qui, tra maglie e pantaloni e non in ricordi messi da parte.
Cartone dopo cartone, maglia dopo pantalone, porterò a termine quanto mi è stato detto.
***
«Brava Stella! Ottimo lavoro» la voce decisa del Direttore, mi catapulta alla realtà, riportandomi tra stand e tavoli pieni d'abbigliamento.
Non faccio in tempo a rispondergli, che è già andato via.
Completo l'ultimo modulo, mi resta da piegare qualche maglia disfatta. Dopodiché il mio lavoro sarà terminato.
Quando alzo lo sguardo, un ragazzo in lontananza si avvicina. Mi sembra che venga spedito verso di me.
I miei occhi mettono a fuoco.
Non può essere vero.
Inizio a lanciare fulmini e saette.
No! Sul serio... Ho un colpo al cuore.
È Luca...
Oh oh! 😨
Luca?
Ma è davvero lui?
Com'è possibile che LUI capisca tutto di te?
Può tradurre i tuoi silenzi.
Associa il profumo che indossi alle tue intenzioni.
Comprende la tua pazzia, da ché sei dolce, acida, poi smielata.
Legge le tue mille sfumature di un mondo colorato.
Sa come farti scherzare e ridere insieme.
Saprebbe pure dirti le parole giuste in ogni caso.
Conosce il peggio di te, ma resta perché ne vali la pena.
Ti cerca continuamente, anche quando non ci sei.
Per lui sei così speciale, mentre tu nemmeno te ne accorgi.
Può urlarti che ti ama e tu probabilmente gli risponderesti di non urlare.
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