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Capitolo 1

Martedì 12 Settembre 2017

Di fronte, ho una giovane donna: semplice tipa dai folti capelli castani scurissimi, quasi tendente al nero e dagli occhi verdi. Le cinge un lungo vestito blu in jersey, non le cade troppo aderente ma valorizza la sua altezza e le sue forme. In abbinamento ha indossato un giacchetto in jeans, mentre sotto l'abito spiccano dell'espadrillas con paillettes argentate.

Eh dai! La tipa allo specchio non è niente male.

Sono Stella, Stella Destini.

Il fisichino lì riflesso non è perfetto, d'altronde che mi aspetto se vivo di Nutella e non dedico ore alla palestra. Adoro le mie maniglie e la mancata pancia piatta. Adoro anche la terza misura di reggiseno che la gravidanza mi ha regalato.

Sì, gravidanza. Sono mamma di Davide, un angioletto di cinque anni: l'uomo della mia vita, il mio miracolo, il mio unico successo.

Ventisei, sono i miei anni. Nonostante le responsabilità, l'esperienza e maturità (che credo di avere), mi piace definirmi una ragazza di soli ventisei anni. Il tempo è passato così in fretta e delle volte ho esigenza di restare legata al periodo spensierato e frivolo della mia vita.

Ho un lato al limite della follia. Parlo con il mio riflesso, nel senso che non mi limito solo con il pensiero, delle volte capita che lo specchio ascolta piccole frasi con la mia voce: resoconti settimanali, se non giornalieri, di ciò che mi coinvolge. È un modo per incoraggiarmi, supportarmi e correggermi da sola, finché la scena si conclude con un bel match me contro me. La mia parte autocritica prende il sopravvento, divento severa con me stessa e mi sottopongo a continui giudizi. Però, credo che l'atteggiamento così severo alla persona lì allo specchio abbia cambiato la mia vita e aiutato a trovare la strada per la serenità.

Sì, lo so, è follia pura.

Non sono mai arrivata a prendermi a schiaffi, ma forse qualche volta l'ho pensato: quando vorrei essere diversa da quella che sono, quando vorrei avere più coraggio, quando vorrei liberare le mie emozioni e quando vorrei che l'evolversi della mia vita fosse differente. I paletti che mi sono posta mi hanno aiutata ad affrontare la vita diversamente, limitando le mie paure ma anche annullando la mia audacia.

Inspiro intensamente finché i miei polmoni sono pieni e lascio l'aria espirando lentamente. «Vai Stella! Sei pronta» dico spostando la ciocca di capelli dietro l'orecchio. Passerò questa piacevole serata in compagnia di Sara, entrambe desideriamo vederci e affrontare finalmente lunghe parlate a quattr'occhi. Non usciamo sole da tanto tempo, lei presa dai preparativi del suo matrimonio con Mattia e io dal mio Davide.

Il suono dell'arrivo di un messaggio dal cellulare mi distoglie dallo specchio. È Sara -Io sto per uscire di casa- leggo.

Mi devo affrettare anch'io, non posso fare attendere risate e confidenze del cuore.

Io sono pronta, Dade è da mamma... direi che posso andare. «Eh dai!» mi saluto allo specchio con uno stacchetto dei fianchi e poi correndo entusiasta verso la porta.

***

Saggia scelta quella di indossare scarpe basse, con il tacco non sarei riuscita a correre tra i vicoli del centro storico. Una bella passeggiata lesta tra riflessi dorati che la pietra dona agli antichi palazzi e profumo di rustici appena sfornati. Fino ad arrivare alla vista del Duomo con il campanile che svetta accanto, imponente come pochi. Una cartolina che resterà per sempre bella e affascinante come la prima volta che l'ho vista.

Lecce. È questa la mia città, la mia terra, il mio mare, il mio sole. È qui che sono nata e cresciuta e ho intenzione di rimanere per sempre.

Il mio cuore è salentino: bianco come le spiagge e limpido come il mare, sgargiante come lo stile barocco, tenero e gentile come la pietra leccese, ribelle come una taranta.

Pizzicata, morsa dalla tarantola: un morso che resta sulla pelle e nell'animo, come un richiamo, qualcosa che mi terrà legata a questi posti e persone. Per sempre.

Sarà colpa della taranta la mia intima innata follia?

«Sara!» La vedo da lontano, è vestita con una casacca bianca e colletto rigido in perline nere, jeans capri e zeppe. Sempre bella, con quel caschetto impeccabile e un viso magnetico.

Sara è l'amica perfetta. C'è sempre stata. Siamo nate come compagne di scuola, siamo cresciute insieme e ci siamo curate le ferite l'una dell'altra.
Lei è stata al mio fianco in ogni ricorrenza importante, è stata presente al mio test di gravidanza, poi è diventata un punto di riferimento per me e per Davide, mi ha aiutata a non mollare e credere in un futuro migliore.

È una ragazza bellissima, solare, simpatica, altruista, disposta a battersi per difendere ciò che è suo, non usa giri di parole è schietta e diretta, la sua sfacciataggine la fa uscire dalle situazioni più disastrose in modo perfetto e la sua dolcezza acquieta anche un bambino in preda ad un attacco isterico.

Lei, grazie a Mattia, ha il cuore vivo. Il mio ormai è solo di pietra, malleabile esclusivamente per Davide.

«Stella! Non ci credo. Finalmente sole, io e te!» Mi abbraccia e avverto la sua stretta forte e calorosa.

«Vieni. Entriamo!» Dico allungandole la mano. Mi segue mentre chiedo al cameriere se può servirci un apericena.

«Sediamoci qui» Decide di sedersi su un angolino dinnanzi ad una vetrata che mostra il borgo antico. Mi accomodo davanti a lei, l'una di fronte all'altra, la nostra posizione preferita nei momenti confidenziali.

«Vai, spara!» capisco quando ha bisogno di dire qualcosa.

«Il vestito... sto prendendo peso, tra un po' non mi entrerà più. Gli invitati... ci sono un sacco di persone incerte che non sanno se possono venire» Ha iniziato a parlare a raffica senza riuscire a stare tranquillamente su quella sedia, con mani giunte davanti al viso, segno evidente di frustrazione «Il ristorante... probabilmente non mi farà fare il taglio torta fuori, verso le cascate. La Chiesa... il prete si sta inventando strane cose. Mattia... non lo so, sto facendo bene? È quello giusto? Inizio ad avere paura...»

«Ohi! Ferma, ferma» la tranquilizzo staccandole le mani e portandole sul tavolo sfiorandole delicatamente «Stai benissimo, dove pensi di aver preso peso? Anzi, io ti vedo sciupata in viso. Poi gli invitati, se non vengono peggio per loro e il ristorante e chiesa sono sciocchezze, si risolverà tutto» le accarezzo la guancia vedendola ancora angosciata «Sei sotto stress, piena di ansie e paure, ma di una cosa devi essere certa: del legame e dell'amore che c'è tra te e Mattia. Ti conosco da una vita e sono anni e anni che vi vedo insieme, hai fatto la scelta giusta» dico sicura delle mie parole.

«Mi sento in colpa anche a dire queste cose» bisbiglia mentre il cameriere lascia i piattini «Sono un mostro» sfoga tutte le sue frustrazioni infilzando uno stecchino sull'oliva.

«Tesoro, è normale che tu possa avere questi pensieri. State facendo un passo importante. Ti sposi, amica!» unisco pollice e indice delle mani creando un cuoricino, nell'intento di ammorbidire ancor di più la situazione «Chiunque penserebbe questo ad un passo dal matrimonio».

«Oh, Dios Mios! Ayúdame!» Delle volte si sente imprecarla in spagnolo per via delle origini della madre.

«Ma tu non hai da preoccuparti» continuo con il soccorso alle paure prematrimoniali «Dormite già sotto lo stesso tetto. Lui vive per te e tu per lui. Che cosa cambierà?»

«Hai ragione» risponde e si rilassa dopo un sospiro di sollievo.

«E poi...» alzo le mani al cielo aspettando che mi vengano incontro le sue «Hai da subito provato...»

«ELP!» gridiamo all'unisono battendo le mani reciprocamente.

Ridiamo. Ridiamo come matte, quelle che siamo.

La nostra adolescenza è stata segnata dalle abbreviazioni e dall'emoticons. Ai tempi della scuola pensammo di inventarci qualcosa di nostro, qualcosa che solo noi avremmo potuto capire, neanche i migliori agenti segreti della CIA sarebbero riusciti a decriptarli.

Tra tanti inventammo anche ELP.

ELP è qualcosa che abbiamo voluto e sognato nei banchi di scuola. Appassionate dalle storie d'amore lette sui libri e da quelle viste nei film, le nostre fantasie volavano in qualcosa di magnifico, qualcosa che cresce in continuazione, piano piano, fino ad arrivare allo stato assoluto, quello stato in cui non ti manca nulla e niente eccede. Come una luna piena.

Eccolo l'Effetto Luna Piena, in grado di far impazzire, di emanare energia, di illuminare il buio e di rendere tutto magico.

L'amore.

Sognavamo un'avventura galante e amorosa, uno scambio esclusivo di passione, un desiderio reciproco, un meraviglioso tormento d'amore.

Sognavamo quella potenza sospesa tra due anime che chiunque sarebbe stato in grado di accorgersi, anche se lontane. Quel legame unico, indistruttibile.

Sognavamo qualcosa di grande, fatto di cose piccole, di momenti quotidiani. Lui e lei uniti anche nei momenti meno belli, pronti a fidarsi l'uno dell'altra, a vivere non in monotonia ma con un briciolo di follia, ad amarsi non isolati ma insieme al resto del mondo.

Sognavamo qualcosa che succede quasi mai, una forza insolita e speciale, un'energia straordinaria.

Sognavamo, sognavamo, sognavamo il meglio per noi...

Capita, poi, dopo aver donato tutta te stessa, dopo aver fatto sogni e progetti, dopo aver amato incondizionatamente, un giorno, all'improvviso, tutto finisce. Con tutte le tue forze, non ti resta che tener premuto il tasto "delete" e rimuovere ogni singolo attimo, ricordo. La mente ti si annebbia e poi, si indurisce il cuore. Allora ELP ti sembra qualcosa di irraggiungibile, anche pericoloso, da cui stare alla larga.

ELP non è per tutti, ahimè, non è per me. Sono l'amica della luna nera, finita verso tutt'altra orbita.

Svelato ELP 🌌🌕🌌

Voi lo avete mai provato? Avete mai trovato quel qualcuno con cui condividere una forza sinergica, un'energia vitale, un'attrazione oltre che fisica, mentale, una passione travolgente...?

O fate parte del gruppo capitanato da Stella, "Stare alla larga da ELP"?
Lo avete magari provato, sì, ma alla fine siete rimasti colpiti, ustionati gravemente... 💔

La prima cosa è partire da se stessi

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S.

LOVE MYSELF
Sono pronta a
credere in me stessa,
a conoscermi,
ad accettarmi,
a comprendermi,
a perdonarmi.
Sono pronta a
morire,
curarmi
e poi rinascere.
Sono pronta a
non avere più paura,
a essere invincibile
e a lottare.
Sono pronta a
non scordarmi di me stessa,
a essere coraggiosa,
ad amarmi.

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