Capitolo 6
Dopo due anni dal mio matrimonio, una sera, ricevo una telefonata.
La voce dall'altro capo della cornetta è quella di un uomo.
"Buonasera. Chiedo scusa per il disturbo, ma avrei bisogno di parlare con Elizia"
Dice l'uomo. Che diavolo vorrà da me?
Perplessa e pensierosa, rispondo:
"Sono io. Chi parla?"
"Ciao piccola! Sono Roberto" dice l'uomo con voce calma e tranquilla.
"Roberto? Quel Roberto?" penso tra me e me mentre gli rispondo stupefatta.
"Roberto, sei proprio tu? Oddio dove sei?"
"Sono qui in città".
"Dici davvero? Non è uno scherzo?" chiedo, mentre lo sento ridere di gusto alla mia domanda ridicola.
Non posso crederci: è tornato in Italia e tra tutte le persone che poteva contattare ha scelto me. Proprio me.
"Dimmi subito dove sei che vengo lì. Tu però non muoverti, mi raccomando".
Un'altra risata.
"Non mi muovo, tranquilla".
Dopo aver interrotto la chiamata con Roberto, avviso immediatamente mio marito Michele.
Agitata e felice al contempo, gli spiego tutto e lo invito a raggiungermi quanto prima per poter incontrarmi con Roberto.
Arriviamo al posto indicatomi in precedenza al telefono e quello che mi trovo di fronte è un gigantesco camion. A quanto pare fa il camionista all'estero.
Mentre lui scende dal camion, io faccio lo stesso dalla macchina.
Incapace di star ferma, gli corro incontro tuffandomi letteralmente tra le sue braccia. Lo abbraccio e lo bacio, mentre una piccola lacrima mi scivola sulla guancia.
Sono al settimo cielo!
Finalmente, dopo diciotto anni, posso riabbracciare mio fratello.
È un sogno.
Lo fisso per un istante: è cambiato tanto, barba e capelli sono più lunghi.
Parlando del più e del meno (nessuna menzione alla ex moglie e alla figlia. Loro sono un taboo), vengo a sapere che ha deciso di ritornare in Italia.
Un giorno, durante una chiacchierata con mia sorella Eva, le chiedo:
"Tu sai perché Roberto non vuol vedere la piccola Valeria?" ( che poi tanto piccola non è).
"Guarda, quando ancora parlavo con la sua ex, mi ha confessato che, innuno scatto di rabbia, gli avrebbe detto che Valeria non è sua figlia. Ma non le ho mai creduto, perché Valeria è chiaramente la figlia di Roberto. Sono praticamente due gocce d'acqua".
"Ma allora perché non la vuole vedere?"
"Non lo so proprio. Sai com'è fatto. Se non vuole dirtelo, non te lo dirà. Non sarai in grado di fargli cambiare idea, sorellina." conclude.
Purtroppo, ha ragione. Roberto non è mai stato un libro aperto.
Segreti a parte, il nostro rapporto va molto meglio. L'età adulta ci ha cambiato rendendoci più consapevoli degli errori commessi in gioventù. Infatti, non perdiamo occasione per vederci e stare insieme.
Poi, un giorno, all'improvviso, ricevo una chiamata da mio padre. Mi chiede di andarlo a trovare perché deve subire un' intervento al cuore. Come se volesse vedermi un'ultima volta prima di morire.
Rimango spiazzata. Che faccio? Ci vado o non ci vado?
Michele, il mio uomo, mi supporta in tutto. Confidandomi con lui decido che andrò da mio padre.
"Dopo tutto questo tempo non so se avrò il coraggio di chiamarlo ancora babbo" dico sincera.
"Devi fare quello che ti senti, amore mio" suggerisce saggio.
La verità è che non ho mai smesso di pensare a quelle lettere, a quella foto.
È tutto un casino, cazzo!
Deciso, partiamo.
Dopo alcune ore arriviamo a casa di mio padre Simone. Ad aspettarci davanti al cancello di casa trovo Claudio. Una volta scesi dalla macchina, Claudio ci viene incontro salutandoci.
"Ciao" dico semplicemente, ricambiando il suo abbraccio.
"Lui dov'è?" chiedo.
"È dentro che ci aspetta".
Prendo mio marito per mano e passo dopo passo mi avvio all'interno della casa. Lui è lì, seduto sulla poltrona ad aspettarmi. Non appena i suoi occhi incontrano i miei, mi saluta sorridendo.
È passato del tempo ma, a parte qualche segno di vecchiaia e la carnagione più scura, non è cambiato affatto. Gli occhi sono azzurri, identici ai miei e a quelli di Roberto, sono sempre gli stessi.
"Ciao" gli dico una volta vicina.
Lui si alza e mentre mi abbraccia mi sussurra:
"Ciao a te. Sei bellissima, lo sai?" e io sorrido.
Prendendomi sottobraccio, mi invita ad accomodarmi meglio. Lo seguo fino alla stanza accanto dove mi mostra la sua passione più sfrenata: i puzzle.
Sorrido ancora e sapete perché? Quella dei puzzle è una passione che ci accomuna.
Per me è un modo come tanti per potermi rilassare dopo una giornata estenuante di lavoro. A casa ne ho diversi; dai più semplici a quelli più complessi, e ora ne avrò un altro da aggiungere all'elenco di quelli ancora da fare, perché mio padre me ne ha appena regalato uno. Una bellissima immagine di un cavallo alato bianco da riprodurre in mille minuscoli pezzetti.
Parliamo del più e del meno, non rivanghiamo nessun discorso inerente al passato. Non so se il motivo è dovuto alla moglie, con la quale non ho alcuna confidenza, o semplicemente lui non se la sente di parlare di certi avvenimenti accaduti precedentemente proprio con lei lì presente.
Rimaniamo lì qualche giorno. L'operazione va benissimo e dopo qualche settimana di riposo e diverse telefonate, decide di venirmi a trovare. Nonostante la sua presenza a casa mia e nonostante la conoscenza dei miei suoceri, quel legame che ci ha uniti per tanto tempo è come se fosse svanito.
Non riesco più a sentirlo come mio padre e non so come spiegarmelo.
Eva, dopo un tempo indefinito, fa pace con nostra madre Simona.
Un giorno, durante una pausa di lavoro, ricevo uno strano messaggio da Eva.
"Ciao. Conserva questo numero in caso di bisogno. Se ti va, chiamami. Ma probabilmente non lo farai mai, perché entrambe sappiamo il motivo".
Io educatamente rispondo.
"Ok, grazie. Spero vivamente di non averne bisogno. Goditi la vita finché potrai, perché un giorno, poi, verrai a piangere da me".
E premo invio.
Quando mia sorella si comporta così non la sopporto.
Sembra si diverta a fare uscire il peggio di me.
Chiedo sempre notizie di Eva a zia Anna, d'altronde è mia sorella e le voglio bene. So che è ancora con lei e per questo non la chiamo, anche se brano dalla voglia di vedere e sentire le mie nipoti che fortunatamente si stanno riprendendo abbastanza bene da "quella cosa" bruttissima e orripilante che hanno subito da quel essere ignobile.
La mia vita famigliare va bene. Desidero tanto avere un bambino, ma al momento non arriva e un po' ci soffro. A Michele non dico niente; capisco che per lui non è di vitale importanza, ma si sa come sono fatti gli uomini in questi casi.
Ne parlo però con Roberta, che nel frattempo si è fidanzata e a breve si sposerà.
"Roby, tra poco con operai anche tu" le dico prendendola un po' in giro. Lei mi guarda in modo strano.
"Non penserai mica di scappare! Visto che sei tu quella che mi dovrà truccare".
Io rido, non posso fare altrimenti.
"E chi scappa! Lo so che dovrò truccarti, ma con te è facile, non ti trucchi mai!" scherzo, nonostante la mia mente pensi ad altro.
"Ti vedo pensierosa. Che succede Ely?"
"Ma perché mi conosci così bene? Non è che per caso sei la mia sorella segreta?" le chiedo scherzando.
"Tanto un segreto più o un segreto in meno non fa differenza nella mia famiglia" aggiungo.
"Forza, sputa il rospo."
" Scherzi a parte.... vorrei tanto avere un bambino, ma per ora sembra non essere il momento giusto. Michele lo vedo tranquillo, come se per lui non fosse una cosa primaria."
"Gliene hai parlato?" Faccio no con la testa.
Con Roberta riesco sempre a parlare tranquillamente. Con la sua saggezza mi dice:
"Vedrai che arriverà il momento giusto. Purtroppo, gli uomini sono un po' egoisti, ci vogliono solo per loro. Forse non avrà tanto istinto paterno, ma sono convinta che sarebbe contento di diventare papà."
"Ne sei sicura?"
"Sicurissima. Scommetti che rimarremmo incinta insieme? Già ci vedo entrambe girare per i giardinetti con i pancioni prima e i passeggini poi".
Immaginandomi la scena, le scoppiò a ridere in faccia.
Roberta si sposa dopo poco. Hanno organizzato un bellissimo matrimonio e loro erano bellissimi ed emozionatissimi.
Passano sei mesi dalla nostra chiacchierata sui bambini e purtroppo Roberta scopre che non potrà avere figli. È un duro colpo per lei. Prima di arrendersi prova anche l'inseminazione, ma niente da fare. Le devo stare vicino. Voglio starle vicino.
"Mi dispiace infinitamente, amica mia. Purtroppo, la vita è infame e so cosa stai provando, ma ti sono vicina".
Potrà sembrare una frase fatta, ma non so proprio che dirle; sono momenti e argomenti delicati da affrontare.
"Grazie, Ely. Apprezzo la tua gentilezza. Stai tranquilla, ne ho parlato con Massimiliano e abbiamo deciso di fare domanda di adozione. Io non ci sto senza bambini."
"Bravi. È la decisione megliore che potevate prendere. Non vedo l'ora di fare la zia!" esclamo euforica.
"Sarai una zia stupenda, me lo sento".
L'adozione è una pratica lunga, ma mi auguro che, quanto prima, vengano fatti tutti gli accertamenti del caso e che i miei amici risultino idonei per adottare un bellissimo bambino o una bellissima bambina.
Eccoci qua
Elizia ha ritrovato suo fratello Roberto non potrebbe essere più felice, il suo sogno di avere i suoi fratelli vicini sta' cominciando ad avverarsi.
L'incontro col padre non va come vorrebbe c'è tanta freddezza tra loro riusciranno ad avvicinarsi?
Riuscirà Elizia ad avere quella pace interiore che cerca fin da piccola?
Vi aspetto nei prossimi capitoli!!!
Un abbraccio a tutte voi e grazie per il vostro sostegno!!
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