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8- Dea luna?

Saltai a dosso a Bastian come una furia. Fui così rapida e così veloce che nessuno fece in tempo a fermarmi.

Lo scaraventai a terra mettendomi a cavalcioni su di lui stringendo la presa intorno al suo collo. Provò a ribellarsi ma ci misi così tanta forza che fu tutto inutile. La mia coda aveva tutti i peli tesi e le orecchie erano rivolte all'indietro.

Tentai di squarciagli la giugulare a morsi, ma il bastardo mi teneva una mano sul collo per allontanarmi da lui. Tsk, voglio proprio vedere fino a  quanto resisterà in questa posizione.

Infatti, come da me previsto le sue forze iniziarono a diminuire ed io avanzavo sempre di più verso il suo collo. Ero quasi vicina quando un gruppo di licantropi, tra cui anche Alexander e Dancan mi trascinarono lontano da lui.

Bastian aveva una faccia terrorizzata, e non lo biasimavo affatto, perché quando mi arrabbiavo i denti si trasformavano in zanne da lupo. E con per certo non dovrei avere un bel aspetto. Ma nonostante tutto, non potevano impedirmi di urlargli contro. Così lo minacciai fuori di me.

«TI STRAPPERÒ IL CUORE A MANI NUDE E ME LO MANGIARO'. STA ATTENTO CANE BASTARDO!»

«Calmati furia. Non uccidere nessuno. Respira, fa grossi respiri» tentò di tranquillizzarmi dolcemente Alexander. Ma invano perché come se non avessi sentito nulla continuai a minacciarlo, dicendogli con uno sguardo assassino:

«Ti conviene dormire con un occhio aperto, perché prima o poi ti prenderò e ti scuoierò vivo. Lurido spione che non sei altro…»

Vedendo che la mia ira non si placava Alexander si giocò la carta del ricatto, e lì mi fermai all'improvviso come se mi fossero spente le pile. C'erano troppe persone nella stanza non potevo subire un umiliazione simile. Non di fronte a tutti questi cani bastardi.

«Ok, ora però devi dirmelo questo segreto. Sono proprio curioso di saperlo. Per averla fatta calmare così all'improvviso deve essere bello grosso.» esclamò Alpha dei Black Flagg con tono divertito.

Alexander non fece nemmeno in tempo a rispondergli che un mio ringhio lo mise a tacere. Dopo di ciò rimasi immobile in mezzo a quei licantropi, che mi guardavano incuriositi. Specialmente Alex, che mi fissava con uno strano sguardo sognate, che fece irritare maggiormente suo zio. Infatti gli urlò contro:

«Svegliati Alex, ti ha stregato. Ecco perché sei così preso da lei.»

Alex lo guardò ferito, per poi rivolgerlo a me. Mi fissava con degli occhi imploranti, come per dirmi " Ti prego, fa che non sia vero" ed era così in effetti, per qualche strana ragione non potevo usare i miei poteri su me stessa. Sennò a quest'ora avrei già un ragazzo o per meglio dire un marito, non crede? E volevo dirgli anche la verità, ma non ci riuscì, quell'incertezza sul suo volto mi ferì più di ogni altra cosa. Che sciocca che sono stata, davvero ho pensato che qualcuno potesse amarmi veramente? E soprattutto o riposto tutto questo in Alex? Sono una completa idiota.

Stavo quasi per andarmene quando Alexander mi fermò afferrandomi per un braccio. Mi fissava ancora con quel suo sguardo implorante.

«Ti prego, dimmi che non è vero. Dimmi che questi sentimenti che provo per te, sono reali.» mi supplicò lui.

Non sapevo che rispondergli, è vero che io non avevo fatto niente, come ho già detto non posso usare i miei poteri su me stessa, ma sapevo anche con certezza che non ero io la sua anima gemella, quindi rimasi immobile senza rispondergli. Dopo qualche minuto di silenzio Alexander deviò il mio sguardo esclamando con tono ferito:

«Vattene. Voglio che tu te ne vada.»

Sentì una strana stretta al cuore, in fondo era ciò che volevo, allora perché non mi sentivo felice? Perché quelle parole mi devastarono? Non mi sarò mica innamorata sul serio di lui voglio sperare, ma purtroppo tutti i segnali facevano pensare il contrario.

Una piccola parte di me voleva fargli sapere la verità, ma l'altra sapeva che anche sperando, non c'era futuro per noi. Lo sempre saputo che sono destinata a stare sola, e se questi pensieri non facessero pensare che io sia innamorata, l'altra alternativa è che io stia impazzendo, mi rendo conto che la seconda teoria è troppo assurda, andiamo sono troppo perfetta per impazzire. Così divincolandomi dalla sua presa risposi freddamente:

«Tempo di prendere le mie cose e me ne vado»

********

Ero in camera mia a preparare le valigie, ma mentre raccoglievo tutti i miei vestiti, quella maledetta fitta al cuore non voleva andarsene. Iniziai a piangere senza rendermene conto, e non né capivo il motivo, in fondo volevo questo, no? Si, Alexander mi piaceva è mi stavo innamorando ma i suoi sentimenti non sono reali, non sono io la sua anima gemella e prima lo capirò, prima mi metterò l'anima in pace.

Ed è strano, fino a qualche minuto fa avrei giurato di non provare niente per lui, ma ora che lo stavo perdendo mi fu tutto più chiaro. Deborah, Biscotto e Farina avevano ragione, lui mi piaceva, e lo avevano capito ancor prima di me stessa.

Appena raccolsi le ultime cose feci per andarmene quando vidi Alexander sulla soglia intento a fissarmi con uno sguardo stupefatto. La mia prima reazione fu quella di lanciare la valigia per terra per potermi asciugare le lacrime. Ci mancava solo questa, nessuno mi aveva mai visto piangere.

«Spostati!» mugolai.

«Perché stai piangendo? Credevo che non ti piacesse stare qui.» mi chiese sorpreso, ignorando totalmente il mio ordine.

«Non sto piangendo è polvere.» mi giustificai. Anche se non ero molto credibile con gli occhi rossi ed umidi.

Alexander si avvicinò a me, mantenendo sempre le distanze, si sentiva ancora ferito dal fatto che avessi giocato con i suoi sentimenti. Almeno lui ne era convinto.

«Alex, fammi passare.» dissi nuovamente però questa volta con più fermezza.

«No, se prima non mi dici del perché stai piangendo.» mi rispose lui autoritario.

«Che vuoi che ti dica. Alex mi hai accusato senza prima sentire la mia versione, senza sapere niente di me. Perché se solo lo avessi fatto, avresti saputo che non posso usare i miei poteri per me stessa. Ma non preoccuparti, me ne sto andando. Non so nemmeno io del perché ti sto dicendo queste cose.» gli risposi tutto d'un fiato per poi spintonarlo malamente per farmi strada verso la porta. Ma lui mi fermò nuovamente portandomi fra le sue braccia.

Io davvero non lo capisco, mi aveva detto di andarmene ed ora mi abbraccia? E poi dicono che sono io la lunatica. «Lasciami andare, volevi che me ne andassi? Bhe lo sto facendo.» mi lamentai nuovamente.

Veramente lo volevo anch'io all'inizio, ora però, anche se non dovrei pensarlo, volevo rimanere al suo fianco, so che una relazione fra noi due era fuori discussione, però tutto questo mi aveva aperto gli occhi. Si provavo qualcosa per lui. Se era amore, ora non so, ma di certo deve essere per via del suo bel aspetto, non ci sono altre spiegazioni.

«Come potevo saperlo se non ti confidi con me?» mi rispose infastidito, ed aveva ragione purtroppo, non poteva capire. «Però questo mi ha fatto riflettere, se è vero ciò che dici, vuol dire che ciò che provo per te è reale, giusto?»

Scossi il capo sconsolata. Lui non aveva mai provato cosa significava trovare la propria anima gemella, quindi era più che normale la sua domanda, ma purtroppo non era così, perché una volta trovata tutto il resto spariva, avendo solo il destinatario di stare con la tua lei o il tuo lui. E questo vale anche per Alexander, avrebbe dimenticato immediatamente tutto l'amore che prova per me. Perciò quello che provava lui non era vero amore. E per farlo capire anche ad Alexander glie lo spiegai in modo dettagliato. A fine discorso lui mi guardò con gli occhi umidi esclamando:

«Ma come posso scordare tutto l'amore che provo per te così di punto in bianco? Insomma è… innaturale. Elieen non succederà fidati di me, dammi almeno una possibilità.»

Ma allora non aveva capito un bel niente. Dargli l'opportunità di cosa, di spezzarmi il cuore? No, non se ne parla. Finché non lo avrebbe provato sulla sua pelle non avrebbe mai capito. Così scansandolo bruscamente gli risposi freddamente:

«Succederà, e questo sarà l'innesco della mia pazzia. Già l'odio è l'invidia mi anno resa la ragazza che sono oggi, se poi ci mettiamo che….» aspetta, che sto facendo? Gli stavo veramente confidando i miei veri sentimenti, sono pazza per caso? Cosa avevo in mente. Mi scossi per scacciare tutti questi pensieri per poi proseguire dicendogli: «Devo andarmene, fammi passare!»

Vidi chiaramente il volto di Alexander rabbuiarsi. Potevo sentire il suo malessere, non voleva che me ne andassi, anche se fu proprio lui a cacciarmi. Ma che dovevo fare? Non potevo restare. Dovevo filarmela prima che questi sentimenti si facessero troppo grandi da sopportare.

Ma appena incrociai il suo sguardo tutta la mia determinazione sparì all'istante.

Perché con lui non riuscivo ad essere me stessa? Tra i due è lui che ha stregato me, non ci sono altre spiegazioni.

«Lo so che ti ho detto io di andartene. Ma appena ho pronunciato quelle parole me ne sono pentito subito. Non mi importa se sei o meno la dea luna, come non mi importa se contraccambi i miei sentimenti, e nemmeno voglio costringerti. Però vorrei soltanto che rimani al mio fianco. Stregato o no, io non posso immaginare una vita senza di te. Tu mi completi, possiedi quella fermezza che non ho mai avuto, hai quel coraggio che a me manca, perciò ti prego dimentica quello che ho detto prima e rimani con me, ti supplico.»

Un Alpha che supplica una donna? Di certo è insolito, ma Alexander e sempre stato un tenerone, al contrario del resto della sua specie, forse è proprio questo che mi piaceva di lui appunto perché era diverso dagli altri. Mi scossi per riprendermi da quei pensieri, dovevo andarmene da lui,  questo è certo, allora perché non riuscivo a dirlo? Perché quello che mi disse mi rese così felice? Tentai di convincere me stessa che era solamente attrazione fisica e niente di più, ma la verità è che nemmeno io ci credevo più di tanto.

«Ok, rimarrò.» dissi con un filo di voce.

Stupido cane bastardo, lui ed al suo sexappeal. Posai la mia borsa per terra, tanto ormai avevo capito che con lui non riuscivo ad essere me stessa. Quindi l'unica opzione è tentare di maltrattarlo il più possibile in modo tale che perda interesse per me. È la cosa migliore, sia per me che per lui, illuderci a vicenda non avrebbe portato ad alcun risultato.

«Andiamo da Dancan, spiegherò cos'è successo veramente fra i due branchi. Infondo ne sono responsabile, perché prima del mio intervento eravate alleati.» dissi mentre mi dirigevo verso la porta. Ma egli afferrandomi per un braccio mi disse con uno sguardo da cucciolo ferito:

«Aspetta non cambiare discorso. Non parliamo... di noi?»

Mi voltai, e divincolandomi dalla sua presa gli dissi cercando di essere il più fredda possibile: «Cosa c'è da dire? L'hai detto tu no, io non provo niente per te. Se rimango e solo per mio divertimento.» era meglio così. Anche se gli avrei spezzato il cuore prima o poi mi avrebbe dimenticata. Gli passerà.

Stavo per andarmene quando mi ritrovai di fronte Farina è Biscotto che fissavano con una nota di rimprovero.

"È stato orribile. E come aver assistito mentre bastonavi un cucciolo di foca." Commentò stizzita Farina.

"Già, guarda che faccia che ha. Provò pena per quel poveretto" commentò anche Biscotto con una nota di pietà rivolta ad Alex.

«Ragazzi, non avete un branco in cui tornare o l'unico vostro obiettivo è rompermi le scatole? E poi lo avete sentito pure voi, giusto? A detto che non gli interessa se contraccambio i suoi sentimenti o meno.» risposi infastidita a quei due pulciosi rompi scatole.

"Primo, può sentirti e praticamente affianco a te.» disse Biscotto.

"Secondo, si lo a detto ma ciò non toglie che l'hai ferito. Potevi usare almeno un po' più di tatto, non credi?" Fini la frase Farina. Alcune volte il loro modo di finire le frasi dell'altro metteva i brividi talmente erano sincronizzati.

«Avete rotto tutti e due, lui sta bene» risposi in un ringhio.

Mi voltai verso di lui per chiedergli conferma. Non lo avessi mai fatto, era bianco come un lenzuolo con gli occhi persi nel nulla… forse avevo un tantino esagerato.

"visto?" Mi beffeggiò Farina.

«Oh ma stai zitta!» l’ammonì per poi rivolgermi ad Alexander con un filo voce:

«Però. Forse. Potrei volerti bene e dico forse…» che si accontentasse, non riuscivo a fare di meglio.

Ma appena pronunciai quelle parole si illuminò, a quanto pare sembrava essersi già ripreso. Buon per lui. E poi fui costretta a dirlo, prima sembrava uno zombie, mentre adesso aveva un sorriso a trentadue denti da farmi infastidire, davvero basta così poco per renderlo contento? Certe volte è proprio un bambinone. Mi voltai nuovamente verso Farina e Biscotto esclamando:

«Spero che ora siate contenti.»

"Almeno sei stata meno stronza, quindi si." esclamarono all'unisono.

Che dire, prima o poi mi farò un cappottino con le loro pellicce, così impareranno ad essere meno sfrontati con me.

************

*Dal punto di vista di Alexander*

La mia stellina è la dea luna? Ancora non ci credo. Sapevo fin dal principio che era speciale, ma di certo non immaginavo una cosa del genere. E poi a detto che mi vuole bene, è già un inizio per lo meno. Spero solo che non l'abbia detto per compassione, anche se tentavo di nasconderlo ci ero rimasto veramente male per la sua affermazione precedente.

Non è vero che non mi importava se non provava nulla per me, io volevo che contraccambiasse i miei sentimenti o per meglio dire né avevo bisogno.

Inizialmente pensai che mi aveva stregato per via della mia posizione, ma subito dopo averle detto che doveva andarsene me ne pentì immediatamente. Se voleva veramente prendere il controllo del mio branco lo avrebbe già fatto, visto che ero già pazzo di lei, invece non faceva altro che respingermi.

Per fortuna non sembrava portarmi rancore, almeno è quello che lascia a vedere, con lei non c'è niente di sicuro, bipolare com'è.

*******

Io ed Elieen tornammo alla sala riunioni dove vi erano ancora i nostri "Ospiti" se così vogliamo metterla. Con loro vi era anche Sebastian, essendo rilanciato sotto mio ordine. Appena vide Elieen non sapeva dove nascondersi, e come biasimarlo nel loro precedente incontro lo aveva umiliato. Dancan notando il volto pietrificato del suo Beta ci chiese sospettoso:

«Che cosa le ha fatto quella pazza?»

Elieen stava per aprire bocca quando Sebastian la azzittì con un urlo disperato, supplicandola con lo sguardo di non rivelare niente. E dal sorrisetto strafottente di lei dubito che sarebbe bastato per zittirla, così prima che scoppiasse una catastrofe intervenni dicendo:

«Niente di che, anno solo parlato. Sai com'è Elieen, come avrai ben capito sa essere alquanto offensiva quando apre bocca.» poi indicandola le chiesi: «Hai detto che ci volevi raccontare cos'era realmente successo tra i nostri due branchi. Potresti raccontarcelo meglio per favore?»

Se avrei usato un tono autoritario molto probabilmente mi avrebbe insultato in tutte le lingue del mondo sapendo quant'è orgogliosa. Quindi con lei bisognava usare un tono più... Gentile. Mettiamola così.

Elieen si sedette pesantemente su una sedia,e sbuffando sonoramente iniziò a narrare con tono svogliato:

«All'inizio eravate alleati ed i due primi Alpha dei vostri due branchi non erano altro che due fratelli. Il padre per evitare una eventuale lotta fra di loro divise il regno in due, ovvero come lo conoscete ora, in modo tale da permettere hai due gemelli di governare entrambi. E visto che il territorio era enorme come soluzione si rivelò molto efficace, o almeno all'inizio, comunque  sia, così facendo riuscivano a regnarlo meglio. Poi siccome mi annoiavo a vederli tutti felici e contenti decisi di divertirmi un po', assegnando ad entrambi la stessa Mate, anche se in realtà non era la vera anima gemella di nessuno dei due. Prima che mi accusiate, posso dire in mia difesa che ero ubriaca. Comunque la lite fra di voi è iniziata più o meno così, non c'è altro da aggiungere.»

C'è, praticamente eravamo lontani cugini? E questa guerra senza fine è nata solamente perché la dea luna era ubriaca? No, non posso crederci. Allora è sempre stata così stronza. Invidia o non.

Persino gli altri erano rimasti senza parole, per non parlare del mio Beta che aveva letteralmente la bocca per terra per lo stupore. Il primo a parlare fu Dancan che riprendendosi dallo shock esclamò:

«Quindi mi stai dicendo che sono imparentato con questo tipo!» mi indicò schifato.

Lei annuì e Sebastian esclamò anch'egli in stato di shock:

«E per giunta questa guerra e nata solo ed esclusivamente perché tu ti annoiavi?»

Elieen stufa di tutte quelle domande sbroccò al suo solito modo, gesticolando infastidita: «Cos'è siete sordi o vi devo fare un riassunto?»

Ok, la diplomazia non è il suo forte, ma questo si era già capito. Il mio Beta invece la osserva come se fosse il diavolo, non capisco perché quei due non possano andare d'accordo.

Si il loro carattere e completamente diverso proprio come il giorno è la notte, ma anch'io sono molto diverso da lei, e pure la trovo fantastica… va bhe, la mia opinione non conta molto, visto che sono pazzo di lei, però almeno Bastian potrebbe sforzarsi di andare un po' d'accordo con lei.

Alla fine dopo un inteso dibattito ci accordammo per un patto d'alleanza, dopo le ultime notizie era inutile farci la guerra. Ed allenandoci saremmo stati invincibili. Quindi conveniva ad entrambi.

Dancan ed il suo Beta Sebastian tornarono nel loro branco per dare la notizia agli altri. E così feci anch'io, andai con mio zio per annunciarlo anche agli altri membri del mio branco.

Il branco inizialmente ci guardarono stralunati, ma in fine capirono anche loro l'importanza di questo patto, anche se erano chiaramente dubbiosi al riguardo. Ma di certo non mi aspetto che cancellino secoli di astio così dall'oggi al domani, ma almeno pian, piano riusciremo a farlo funzionare. Almeno spero.

Durante il tragitto, Bastian mantenne un espressione imbronciata per tutto il tempo, e dopo un po' a tentare di dialogare in vano con lui sbottai dicendogli:

«No sul serio, ora mi devi spiegare del perché c'è l'hai tanto con Elieen. Perché io proprio non ti capisco, non è così male in fondo.»

Bastian mi guardò come se avessi appena detto un idiozia, per poi esclamare furibondo:

«Primo ha dato della teoria a mia madre. Secondo ti ha fatto il lavaggio del cervello, è arrogante, presuntuosa, manesca, violenta ha tentato di uccidermi otre tutto… devo continuare? No dimmelo, perché ne ho a bizzeffe di motivazioni per cui odialrla»

Che esagerato, si è vero ha una corazza molto spessa al di fuori, ma quando la guardavo negli occhi vedevo anche molta tristezza. «È una brava ragazza. Si un è un po' bipolare lo ammetto, ma se impari a conoscerla meglio ricrederai sul suo conto, fidati»

«In questo momento il tuo parere è nullo, visto che ragioni con il pene.» esclamò lui per poi ritirarsi nelle sue stanze.

Penso proprio che non sarà semplice fargli andare d'accordo...

Nota autore:

Prima di tutto vi ringrazio per i bellissimi commenti che mi lasciate, sono contenta  che la storia vi piaccia.  Perché da come avrete capito leggendo  il mio racconto amo scrivere storie... particolari, e cerco sempre di dare  un tocco di originalità ad ogni storia che scrivo.

Per chi segue questa storia e non  ha voglia di aspettare una settimana per il  prossimo capitolo, vi consglio anche "fuori di ciliegio" è un Fantasy molto particolare è originale, e sempre una storia d'amore perché io amo scrivere racconti romantici. 😊 Ovviamente sempre se volete, ma siccome ho visto che questa storia vi piace appunto perché è particolare quindi ho pensato che anche quell'altra possa piacervi.

Come sempre apero che questo capitolo vi sia piaciuto, un bacio ed al prossimo aggiornamento. 😘
















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