7-Rivelazione
*Dal punto di vista di Alex*
Stavo negli archivi ad esaminare la raccolta dei quaderni in cerca di qualche indizio. Nella mia famiglia si tramandava da millenni ormai di annotare tutto quello che accadeva nel branco, per informare le generazioni future.
Da piccolo ci venivo spesso, anche contro il volere di mio padre, all'epoca non capivo del perché si arrabbiasse tanto, in fondo era anche mio dovere come futuro Alpha documentarmi. Ma adesso che Bastian aveva ammesso la verità, mi è tutto più chiaro.
Mio padre era così contrario al fatto che mi documentavo, per via di mio fratello.
Di che malattia era affetto da spingere mio padre ad un gesto del genere? Consideravo mio padre un idolo da seguire, un modello, ed ora non sapevo più che pensare di lui, oltre al forte senso di odio, come ha potuto fare un gesto simile? Cercai il quaderno di mio padre per delle ore, ma niente. In verità dovevo cercare informazioni su Elieen come mi aveva consigliato Deborah, ma per prima cosa dovevo sapere del perché mio padre avevano fatto un gesto tento atroce a mio fratello.
Pensa Alexander, se fossi tuo padre, dove nasconderei un quaderno che non vorresti che venga trovato? Dopo alcuni minuti a riflettere mi fu tutto chiaro, ma certo... perché non ci ho pensato prima? Tutti i quaderni erano messi in ordine di data, quindi gli sarebbe bastato metterlo in mezzo a quelli più vecchi.
Provai con la mia teoria e dopo un vari tentativi feci bingo. Anche perché era l'unico in condizioni perfette in mezzo a quei pezzi d'epoca. Lo aprì. Su ogni foglio, in cima a destra vi era riportata la data, non tutti erano così scrupolosi, ad esempio io non riportavo mai la data mi limitai a scrivere le cose importanti e basta, le guerre, le alleanze pattuite ecc.
Ultimamente vi scriverti anche di Elieen, non so cosa mi abbia fatto quella donna, ma non riuscivo a togliermela dalla testa. Scansai per un secondo questi pensieri per concentrarmi un secondo sul diario di mio padre. Dovevo trovare la data della mia nascita, sicuramente vi sarà scritto anche di mio fratello e del perché abbia agito in questo modo. Appena trovai la pagina mi misi a leggere:
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12/05/3045
Ore: 00:30
Oggi ho dovuto prendere la decisione più difficile della mia vita. Ero contento all'idea di avere due figli, fino a quando non ho scoperto dopo il parto che uno dei due era affetto della sindrome di Down. So come ci si sente ad avere un fratello così, perché anche mia sorella ne soffriva e quando morì per l'intera famiglia fu devastante, soprattutto per mia madre. Così ho deciso di non far rivivere un simile lutto alla mia famiglia.
Ucciderlo fu la cosa più difficile della mia vita. Era pur sempre mio figlio, ma fu la scelta più giusta. Dovevo pensare a mio figlio sano, e come dovevo modellare il suo carattere per essere in futuro un ottimo Alpha. So che sembra disumano, ma se doveva badare al fratello malato, che ne sarebbe diventato di lui? No, essere un Alpha significa anche pensa al bene del branco, di conseguenza significava anche mettere le questioni personali al secondo posto.
Nessuno dovrà saperlo. Nessuno al di fuori di me e di Bastian.
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Rimasi sconvolto da ciò che lessi, ma i conti non tornavano. Bastian non ha detto niente a nessuno, papà e morto prima di conoscere Elieen o perlomeno prima di parlarci, perché alla battuta di caccia c'era anche lui, è mia madre impazzì a tal punto che nemmeno si ricordava di me.
Quindi, come faceva Elieen a saperlo? Dubito che sia come a detto Bastian, perché non è che sapeva solamente alcune cose del branco rivale, ma anche del nostro.
Spesso lei ripeteva "La vostra razza" perché dire una cosa del genere se anche lei è un licantropo? O forse non lo è. Tra noi e lei ci sono moltissime differenze e tralasciando l'altezza che per una licantropa e al quanto insolita se non rara, c'era anche la sua forma umana che era al quanto strana, aveva sia coda che orecchie da lupo mentre il resto del corpo è da umana, perché? Noi licantropi non abbiamo una forma intermedia o siamo in forma umana o in forma lupo.
Visto che c'ero aprì uno di quei vecchi libri ma come
dovevo immaginarmi erano talmente vecchi che non solo no capivo cosa c'era scritto, ma molte pagine erano persino danneggiate. Forse era il momento di chiamare un esperto del settore, o per meglio dire un antiquario che possa ristrutturarli e tradurli.
Stavo postando il libro quando a distrarmi fu Elieen che entrando come una furia iniziò ad urlarmi contro "Del perché ero qui, cosa stavo cercando, è così via" Ora non conosco Elieen così bene da capire ogni suo disturbo mentale, ma una cosa avevo capito di lei, quando si sentiva messa alle strette rispondeva con la aggressività, di conseguenza aveva ragione Deborah.
In uno di questi libri c'era scritto chi era in realtà, e se non era tra quelli più recenti ciò voleva dire che era persino più grande di me. Ma ciò era impossibile, era una teoria che faceva acqua da tutte le parti, perché questi quaderni anno secoli e non esiste un licantropo immortale. Ripeto, se lei non lo fosse? Ciò spiegherebbe tutto.
«Rispondimi razza di ebete. Che ci fai qui? Che stai cercando?» mi urlò Elieen distraendomi dai miei pensieri.
«Emm...» ed ora cosa dico. Se le dicevo la verità si sarebbe insospettita e forse sarebbe pure scappata, e questo non lo volevo, così gli risposi porgendogli il quaderno di mio padre: «Volevo sapere qualcosina di più su mio fratello, ma a parte che descrive di averlo ucciso per il bene di mio futuro da Alpha non dice nient'altro.»
Il volto di Elieen si addolcì, era la prima volta che vedevo una simile espressione sul suo volto e questo mi sconcertò parecchio. Ma oltre questo vidi chiaramente che era più sollevata, e questo rafforzò la mia assurda teoria. Ad un tratto lei cambiò nuovamente espressione, sembrò nuovamente preoccupata, come se avesse sentito il mio stato d'animo.
«Mi stai dicendo la verità?» mi chiese sospettosa.
«Ma si certo. Anche se non capisco del perché mio padre abbia fatto una cosa del genere. Io lo stimavo, ed ora non so più che pensare di lui. Per non parlare di Bastian, mi fidavo ciecamente anche di lui, è mi ha mentito.» non so nemmeno io del perché mi stavo confidando con lei. So che non gli interessano questo genere di cose, anzi, scusate a lei non interessa di niente e di nessuno.
Ma al di fuori di ogni mia previsione, Elieen si sedette accanto a me rispondendomi stranamente comprensiva:
«Non puoi dare torto a tuo zio se non ti ha detto nulla. Ti ricordo che prima di te è stato il fedele Beta di tuo padre, ed anche se è morto a continuato a seguire il suo ordine. Come tiene anche tanto a te, fidati lo so, è si vede anche. E poi mettiti nei suoi panni, se è stato difficile per tuo padre rivelartelo, per lui deve essere stato altrettanto, non credi?»
La guardai stupefatto. Non era né odiosa né strafottente o stronza, era semplice lei, una Elieen che io non conoscevo. Quindi sotto quella scorza da cattiva ragazza in fondo si nascondeva anche un cuore d'oro.
Mi scossi, ripensando alle parole che mi disse lei un secondo fa, aveva ragione, mio zio non poteva pagare per gli errori di mio padre. Era compito suo dirmelo. Ma gli avevo detto delle cose orribili, come potevo scusarmi? In quel momento la rabbia prese il sopravvento su di me.
«Hai ragione, forse ho un tantino esagerato. Ma cosa posso fare ora? Non penso che tornerà ad essere il mio Beta dopo il modo in cui lo ho trattato.»
«Io non ci conterei» detto ciò indicò con un cenno di capo un angolo poco illuminato della stanza e dopo un attenta osservazione vi vidi Bastian.
Ma che diavolo... non lo nemmeno sentito arrivare, da dov'è spuntato, e perché era assieme a Elieen? Oddio, ora sono pure geloso di mio zio? Sono davvero incredibile. Mi diedi un piccolo buffetto per riprendermi ed andai verso mio zio.
«Emm... ecco. Insomma, hai sentito tutto. Mi dispiace per tutto.» dissi titubante. In casi come questi non sapevo mai come comportarmi.
«Non devi scusarti, avevi pienamente ragione e che... vedi, avevo promesso a tuo padre di mantenere il segreto, ma non volevo tradire la tua fiducia.» si scusò lui. Poi guardando storto Elieen esclamò con stupore: «Ma ciò che mi ha sconvolto di più è stato l'inatteso interessamento da parte di Elieen. Allora non è vero che glie ne frega soltanto di se stessa.»
Eh?!? Sbaglio o mio zio appena fatto un complimento ad Elieen? Il mondo sta per finire ne sono sicuro.
«Sapete una cosa?» ci indicò furiosa Elieen. «Andate a fanculo tutti e due.» disse in fine per poi andarsene sbattendo malamente la porta alle sue spalle.
Ma io che c'entro? È stato mio zio a dirlo. Ma come sempre non ho avuto la più minima speranza di poter chiarire la cosa con lei come due adulti, che manda a fanculo tutti quanti. Ah, lasciamo perdere cercare di capirla è come cercare di dialogare con un muro di mattoni. Bastian notando il mio stato d'animo mi diede una pacca sulla spalla, seguita da un sorriso di compassione.
«Quella ragazza è completamente pazza, dimenticala, anzi, penso che dovremmo tenerla d'occhio non è normale che sappia tutte quelle cose, e lo sai anche tu. È un infiltrata dei Black Fangs, fidati di me.»
«Zio, tu la odi a morte e non riesci a dare un giudizio concreto.» risposi acido. «Se è veramente come dici tu allora perché Sebastian gli ha chiesto se si conoscevano? In più quando a rivelato tutti quei segreti imbarazzanti su di lui, era tanto sorpreso quando noi, e dall'espressione dubito che stesse fingendo. Per non parlare del suo aspetto. Zio, lei è qualcosa che noi non conosciamo, e di certo non è un licantropo. Di questo ormai ne sono sicuro»
Mio zio mi guardò stralunato e dopo di ciò facendo un espressione sbalordita correndo via come una furia. Che avesse capito qualcosa di cui io non ne sono a conoscenza? Ma no, dopo quello che è successo dubito che mi mentirebbe. Così scansando quei pensieri, tornando alla ricerca di indizi su Elieen.
*********
*Elieen*
Non mi fidavo a lasciare Alexander negli archivi, so che stava cercando qualcosa sul mio conto, ma anche se fosse molti dei testi che mi riguardavano erano antichi se non rovinati, ed ameno che non sappia leggere la scrittura antica non penso che avrebbe scoperto qualcosa.
Avrei potuto insistere sul fatto di farlo andare via, ma avrebbe potuto insospettirsi, non sapevo che fare. Ero con le spalle al muro e non volevo che scoprisse qualcosa su di me.
Avevo bisogno di svagarmi un po', lontano da tutti è da tutto per un po' di tempo, ma ovviamente non mi fu possibile perché il suo beta venne da me a brutto muso, accusandomi:
«Adesso si spiega tutto, essendo la dea luna lo hai stregato, ecco perché è così preso da te. Ma fidati che spezzerò l'incantesimo, pure a costo di ucciderti. In un primo momento mi odierà, ma fidati con il passare del tempo mi ringrazierà.»
Ma è stupido o cosa? Io non gli ho fatto niente, era lui che non mi ha dava tregua. Ma come sempre la colpa era mia, splendido... aspetta, lui crede che io sia la dea luna? Insomma pensavo che non mi avrebbe mai creduto, cos'è cambiato? Bastian notando il mio volto perplesso chiarì i miei dubbi dicendo:
«All'inizio non ti credevo, poi ascoltando i dubbi di Alex tutto tornava. Il tuo strano aspetto, la tua altezza, i tuoi strani poteri. Sei così diversa da noi perché tu non sei un licantropo, ma bensì la dea luna. E per quanto mi sembra ancora assurdo è l'unica idea plausibile.»
Aspetta... Alexander, cosa? «E Alexander lo sa chi sono?» chiesi timorosa.
«Ancora no, ma con l'aiuto di qualche traduttore sarà questione di giorni prima che unisca tutti i tasselli mia cara» mi rispose suo zio con tono di sfida.
Nei secoli, quando ancora credevano in me, i licantropi hanno sempre tentato di sfidare la mia autorità, inutile dire che anno fatto tutti una prossima figura. Nessuno può battermi o pensare di tenermi in pugno, ed era ora che mi dessi una svegliata. In questi giorni sono stata al gioco del ricatto, ma se questo voleva dire farmi scoprire dopo secoli a tentare di cancellare la mia esistenza, non ci sto.
In più io non potevo usare i miei poteri per me stessa, anche volendo non avrebbero avuto effetto sennò a quest'ora avrei già trovato il mio vero amore no? Ah, giusto lui non può saperlo. Anche se ha scoperto chi sono, resta il fatto che conosce poco e niente di me, più niente che poco, ma dettagli.
«Io non gli ho fatto niente. E se mi credi o no non mi importa. Sai qual è la verità? Per Alex la persona più importante sei stato sempre tu, ed ora non lo sei più e che sei sceso al secondo posto ti da sui nervi, per questo vorresti a tutti i costi che io fossi il nemico, ma non è così.» gli risposi freddamente per poi fare dietro front e tornare agli archivi.
«Ehi dove vai? Stiamo ancora parlando, vieni qui!» mi rispose lui minaccioso.
Provò anche ad inseguirmi ma bastò un mio ringhio a metterlo al suo posto. Si limitò a dirmi che non era finita qui per poi andarsene, mentre io tornai a passo svelto da Alexander.
Conoscevo un metodo perfetto per distrarlo.
**********
Arrivata agli archivi lo trovai a capo chino su un libro molto vecchio, per quant'era concentrato nemmeno mi sentì arrivare e questo andò a mio vantaggio. Mi spogliai completamente chiamando la sua attenzione con un leggero colpo di tosse.
Alex appena mi vide sussultò nascondendo subito il libro. Ma appena realizzò che ero nuda divenne rosso peperone, per poi passare ad un colorito più bordeaux. Adoravo quando faceva il timido, sembrava così indifeso...
Mi avvicinai a lui mettendomi a cavalcioni su di lui, ed avvicinandomi al suo orecchio gli sussurai in modo sensuale:
«Che ne dici di lasciare quei libri polverosi e divertiti un po' con me?»
Alex provò a parlare, ma tutto ciò che uscirono furono delle parole senza senso. Così dandogli un piccolo bacio a stampo sulle labbra gli sussurrai nuovamente in modo provocante:
«Che c'è, il gatto ti ha mangiato la lingua?»
È ufficiale, Alexander era diventato un vegeta. Ma subito dopo come se si fosse appena svegliata da un coma si avventò su di me, accarezzando ogni centimetro del mio corpo.
Iniziò a baciarmi il seno e non potetti far a meno di trattenere un gemito. L'intento di distrarlo aveva funzionato, il problema è che funzionò così bene il mio piano che anch'io persi la testa. Ogni suo bacio scatenava in me mille brividi lungo tutto il corpo.
So che ripeto sempre che mi fa schifo, e che mi è indifferente, ma per quanto tentassi di convincermi la verità è che un po' piaceva anche a me. Insomma è sempre un ragazzo da urlo, quale ragazza sana di mente non si sentirebbe attratta, Giusto? Quindi la mia non è debolezza ma semplicemente sanità mentale. Giusto, provare dell'attrazione fisica e normale.
In preda alla passione del momento sfilai la maglietta di Alexander quando, come sempre il suo Beta fece irruzione negli archivi. Appena ci vide si coprì gli occhi esclamando scandalizzato:
«I miei poveri occhi. Bruciano!»
«Ma dimmi un po', lo fai apposta interromperci sempre durante un amplesso? O perlomeno ci eravamo quasi...» risposi stizzita. C'è, questo è un vizio.
«Non credere che mi faccia piacere. Per colpa tua avrò gli incubi questa notte!» rispose Bastian a tono, continuando a coprirsi gli occhi.
«Ma non dire cavolate che sono perfetta, potresti solo sognartela una donna come me carciofo.» gli dissi di risposta.
Che non scorreva buon sangue fra di noi si era capito ormai, ma insomma, quando è troppo e troppo. Persino Alexander perse la pazienza, ed intromettendosi nella nostra accesa discussione disse furibondo:
«Ora basta. Sembrate due bambini, possibile che non potete stare nella stessa stanza senza scannarvi a vicenda?» poi calmando il tono di voce e coprendomi con una sua giacca chiese a suo zio: «Cos'è successo di così urgente questa volta?»
Bastian una volta che ero coperta si schiarì la gola e disse con tono serio: «C'è Dancan, Alpha dei Black Fangs. In questo momento è nella sala riunioni che ti aspetta nella sala riunioni. Se non riavrà il suo Beta partirà all'attacco dei nostri territori.»
Aspetta, Dancan? Oddio che bello. Tra i licantropi era il mio preferito: è arrogante, presuntuoso, manesco, irascibile, scontroso e con un pessimo senso dell'umorismo. A-D-O-R-A-B-I-L-E, speravo che venisse a riprenderselo stuzzicarlo sarebbe risultato molto più divertente. Mi vesti come una furia correndo subito in sala riunioni.
Appena arrivai fui subito raggiunta da Alexander che mi rimproverò dicendomi:
«Eliien va via, sono cose cui non ti riguardano.»
Ma non lo calcolai di pezza, mi sedetti sul tavolo vicino a Dancan per poi dirgli a mo' di bambina:
«Ciao Dancan! Allora, tua moglie ti ha perdonato? Bhe se io fossi in lei non ti perdonerei mai, non è carino tradire la propria donna.»
Ovviamente lui non mi conosceva, per questo mi guardò sospettoso e sorpreso nello stesso tempo. Alex invece si coprì il volto disperato.
Perché ero così felice di vederlo? Semplice, perché con il suo pessimo carattere era più divertente farlo arrabbiare, e questo lo aveva capito anche Alexander, infatti intervenne dicendo all'Alpha:
«Non fare caso a lei. Gli piace provocare gli Alpha, manie di protagonismo. Ma torniamo a noi.» si sedette di fronte a lui trascinandomi per un braccio a sedermi al suo fianco ed una volta che si sedette prosegui dicendo in un ghigno: «Sai, se tu provi a sfiorare solamente un singolo membro del mio branco io ucciderò il tuo prezioso Beta, e questo non lo vuoi vero?»
Dancan contrasse la mascella in modo frenetico. Anche se è un uomo freddo e senza scrupoli, teneva molto al suo branco, e soprattutto al suo Beta, erano amici fin dall'infanzia. E senti chiaramente la sua rabbia, come sentì anche il suo tentativo di calmarsi, sapeva che ad un semplice passo falso gli avrebbero fatto del male.
«Liberalo ora.» disse in fine a denti stretti.
Ma Alexander scoppiando in una risata gli rispose divertito: «Non usare il tono da Alpha con me. Non funziona e lo sai visto che lo sono anch'io. Ma se lo libero, io cosa ci guadagno?»
Fu più forte di me, quella situazione sarebbe potuta diventare un ottima fonte di divertimento per me, e non riuscì più a stare zitta, così mi intromisi dicendo ad entrambi:
«Perché non stipulate un alleanza in cambio della sua liberazione?»
«Preferirei morire più tosto.» risposero entrambi con tono schifato.
«Ma pensateci bene, siete tra i branchi più forti ed antichi che esistano, farsi la guerra è stupido. Soprattutto per via dei vostri antenati che si contendevano la stessa donna!» risposi con un ghigno divertito.
Loro non sapevano il motivo reale della loro acceso odio reciproco. Nei secoli venne dimenticato, ma non da me, soprattutto perché fui io a causare questa interminabile guerra, ero ubriaca ed arrabbiata, ebbene sì, fu proprio in quel periodo che iniziò il mio odio verso di loro, quindi per dispetto gli assegnai la stessa Mate.
Mi feci delle grosse risate ad osservarli, due Alpha che si contendono la stessa anima gemella? Non ha prezzo, e poi se vogliamo essere onesti non era la mate di nessuno dei due, stavo solo giocando quado lo feci.
Ma questo non potevo dirglielo, erano già sconvolti per quel poco che rivelai lasciandoli ad occhi e bocca aperte. Il primo a riprendersi fu Alexander, ma solamente perché ci era già passato, quindi riuscì a metabolizzare subito la cosa, esclamando:
«E tu che ne sai? Ma soprattutto come fai a conoscere qualcosa che nemmeno noi sappiamo?»
Ecco, ed ora che mi invento? Fino adesso era stato divertente, ma come sempre Alexander doveva rovinare tutto. Stavo pensando a mille scuse plausibili, quanto intervenne Bastian esclamando:
«Lei sa tutte queste cose, perché è la dea luna!»
Nella sala calò il silenzio. Mentre io ero intenta a trucidare Bastian con lo sguardo. Se, lurido barboncino troppo cresciuto. È un cane morto.... Questo non doveva farlo, non sfidarmi...
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