20- sacrificio
Nota autore:
Ecco il capitolo, ieri sono rimasta fino a tardi per correggerlo. Purtroppo in questi giorni sono sommersa di lavoro e non o tempo per scrivere, però non preoccupatevi, ogni minuto libero lo dedicherò alla storia:)
Buona lettura e non odiarmi dopo questo capitolo XD
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Sentì una rabbia mai provata fin ora, e non accennava a calmarsi, volevo vendetta per i torti subiti. Nemmeno con i licantropi avevo provato un simile sentimento d'odio così profondo e capisco solo ora la differenza. Invidia ed odio nonostante possono sembrare uguali dal punto di vista emotivo, quello che provavo in questo momento è indescrivibile.
Tornai nelle mie sembianze umane, fissando Biscotto e Farina con uno sguardo infuocato, che ovviamente non era indirizzato a loro e questo lo sapevano benissimo tutti i presenti.
Anche Alexander tornò nelle sue sembianze umane, e provò a consolarmi o tentare di placare la mia ira ma fu tutto inutile, ero stata tradita dalla mia migliore amica ed ora come ora non mi interessavano le sue ragioni per il semplice fatto che ha scelto di prendersela con le persone a me care, più tosto con la diretta interessata, e questo per me è da codardi.
"Elieen davvero, devi stargli lontano lascia perdere la vendetta." Intervenne nuovamente Farina per tentare di calmarmi.
"Farina ha ragione, forse c'è una motivazione dietro al suo comportamento, prima di sparare sentenze dovresti sentire la sua campana." Prosegui Biscotto.
I loro discorsi senza senso non fecero altro che incrementare la mia ira, a tal punto da farmi uscire un ruggito degno di nota, persino gli alberi ondeggiano tante fu forte. «Voi non capite…» tentai di rispondere hai miei lupi, ma parlare mi costava molto sforzo, il mio battito cardiaco era a mille, il mio volto ormai rosso per la rabbia sembravo più in pomodoro che una dea. Avevo una vena sul collo così gonfia che temevo che potesse esplodere da un momento all'altro.
Alexander provò l'ennesimo tentativo di placare la mia rabbia stringendomi in un forte abbraccio, però questa volta controllando la sua forza, mi accarezzava dolcemente la schiena sussurrandomi che glie l'avremmo fatta pagare insieme e che ora dovevo solamente svuotare la mente.
Ma non ebbi nemmeno il tempo di farlo che percepì una sensazione strana, sentivo la disperazione dei miei licantropi, la paura e poi… quello che mi spaventò ancora di più, iniziarono a sparire poco a poco e questo voleva dire solo una cosa…
senza perdere altro tempo mi trasformai ed iniziai a correre come un ossessa nel branco di Alexander, schivavo gli alberi con grande agilità seguita da Alexander che stranamente riusciva a tenere il mio ritmo con molta facilità.
La notte ormai regnava sovrana, ed i licantropi nell'accampamento di Alex andavano diminuendo ancora di più, dovevo aumentare il passo, la situazione si facevano sempre più strana. Cosa gli stava succedendo? Perché tutto dun tratto non li percepivo più? Alla seconda domanda sapevo già la risposta ma preferivo ignorare la verità, finché mi era
concesso.
Appena arrivai nell'accampamento mi ritrovai una scena agghiacciante, c'erano licantropi morti ovunque, ed i sopravvissuti combattevano contro un lupo mannaro completamente fuori controllo. Alexander a quella scena ne rimase un secondo agghiacciato, ma vedendo suo zio ormai senza forze è ferito che combatteva contro quella creatura deforme scatto subito verso il campo di battaglia afferrando una spada in argento da un cadavere, per poi lanciarsi contro l'intruso.
Alexander con mio grande stupore, fece un salto fuori dal comune, afferrandolo per la gola per poi trascinarlo a terra. Lo teneva fisso al suolo mentre gli mostrava le zanne, però mentre combatteva la luna piena lo illuminò ed il suo corpo iniziò a cambiare. Le orecchie si tramutarono in orecchie da lupo come le mie, ma le sue erano grigi e leggermente più grandi, apparve anche una coda che mostrò immediatamente il suo attuale stato d'animo.
Non potevo credere hai mei occhi, Alexander si era trasformato in un semidio, ma non essendo venerato da tutti lo rendeva un semidio vagabondo o almeno così li chiamava Bagor, loro a differenza nostra non sono vincolanti da nessuna regola non essendo né l'uno le l'altro è questo li rendeva imprevedibili.
Alexander mi distrasse dai miei pensieri con un ruggito così potete da sembrare il mio, persino il lupo mannaro ne rimase impressionato, per non parlare di suo zio, era letteralmente con la bocca per terra.
«Alex calmati, se perdi il controllo dei tuoi poteri è la fine.» gli Urlai a squarciagola per farmi sentire.
Ma niente, Alexander continuava a colpire il lupo mannaro con colpi sempre più violenti, in breve tempo il sangue si sparse tutto in torno a loro persino Alexander ne era ricoperto. Lo capivo era arrabbiato per i suoi fratelli uccisi ingiustamente, ma se continuava così avrebbe ucciso un anima innocente, quel lupo mannaro non aveva conoscenza di ciò che faceva, proprio come me, dunque mi venne spontaneo chiedermelo perché con me e stato così paziente e con lui no? Sarà il cambiamento del suo corpo? I suoi nuovi poteri? Non riuscivo a giustificare una simile ora, anch'io avevo massacrato un intero villaggio, lo stesso villaggio di questa povera vittima, perché è ciò che è.
Decisi di intervenire, non potevo guardare un secondo di più, ma proprio quando stavo per avanzare Bagor mi apparve davanti facendomi segno di starne fuori, inizialmente non capivo, poi osservando la scena mi fu tutto più chiaro. Alexander ora è un semidio e come tale, potrà diventare come me se ascolta la sua preghiera, la stessa che riuscì ad udire io la preghiera di Alexander, dopo l'intervento del mio Papo.
Anche se era stato trasformato in lupo con la forza, rimaneva comunque una parte di tutta la ragazza licantropa, si instabile, più forte ed aggressiva ma comunque sia era come tutti loro, aveva semplicemente bisogno di una guida, e non potevo essere io.
Alexander doveva cogliere questa opportunità da solo, anche se ero ancora scettica al riguardo ora bene o male sapeva controllarsi ma dopo? Ne sarebbe stato ancora capace? L'incertezza mi uccideva.
«So che è difficile da credere, ma Alexander può diventare come noi, se in loro c'è una parte di te allora posso diventa anche divinità come lo sei tu» mi spiegò Bagor con tono fermo e deciso.
«Ma Padre, e se diventasse instabile? Era quello il timore iniziale» gli chiesi di fatto.
«Un dio senza uno scopo è instabile, e Alexander dopo questa notte lo diventerà. Ma se avrà anche lui qualcuno di prendersi cura, allora potrà controllare i suoi poteri.» mi spiegò nuovamente con la solita espressione seria dipinta in volto.
«Allora dobbiamo aiutarlo, lui non sente la preghiera di quel umano la rabbia lo acceca, ma se ora lo aiutiamo….» provai ad insistere, ma Bagor mi rimproverò severamente esclamando:
«No, deve farlo da solo. Deve sentirla e decidere di accantonare la vendetta per aiutarlo, altrimenti sarà tutto perduto.»
Volsi uno sguardo ad Alexander che nel frattempo continuava a colpire quel lupo mannaro innocente, non era colpa sua, i suoi crimini erano stati dettati dalla mancanza di autocontrollo, ma soprattutto a causa mia.
«Alex!» urlai a squarciagola per attivare la sua attenzione.
Di certo non potevo dirgli niente, ma potevo sperare che capisse il mio sguardo. Tirai indietro le orecchie osservandolo con tristezza.
Lui mi osservò per qualche minuto buono con espressione confusa, mentre ansimava per lo sforzo, poi dopo qualche secondo sgranò gli occhi e si girò ad osservare il lupo mannaro a terra.
«Come posso aiutarti dopo ciò che hai fatto?» urlò all'improvviso spiazzando tutti i presenti.
Stava parlando con il lupo mannaro, lui lo capiva mentre il resto di noi udiva solamente ringhi ed ululati.
«Hai ucciso i miei compagni.» urlò nuovamente.
Alexander si scosse bruscamente, tornando a colpire senza sosta il lupo mannaro, nonostante lo tessi ormai pregando di arrestarsi. Bagor tentò due volte di fermarmi ma fu tutto inutile, non avrei permesso di rovinarsi con le sue stesse mani, Alex mi aveva aiutato nel momento del bisogno, ed io non mi sarei di certa tirata in dietro.
C'era una sola cosa da fare per salvarlo, ovvero? Chiamare mio padre, e per farlo c'era solo un modo, ovvero esaudire il desiderio di Alexander, nonostante ciò significasse dirgli addio, tornare a palazzo e non poterlo rivedere mai più, però il mio gesto sarebbe servito per dargli l'incentivo che gli serviva per diventare un dio completo. Chiusi gli occhi ed ascoltai nuovamente la sua richiesta d'aiuto.
Feci un grosso respiro, e prima di compiere l'estremo sacrificio, dissi ad Alexander:
«Alex, ricordati che qualunque cosa accada io ti amo e ti amerò per sempre.»
Mio padre poteva anche decidere di giustiziarmi, visto che una volta tornata gli sarebbe bastato prendere la mia mano per vedere tutti i peccati che comissi, ma non mi interessava l'uomo che amo aveva bisogno di me.
Purtroppo il mio amato era talmente arrabbiato che i poteri presero il sopravvento, e non riusciva né a sentire né a capire nient'altro, la luna piena deve aver incrementato i suoi poteri, rendendolo instabile solamente sotto i suoi raggi.
«Bastian, prenditi cura di lui.» dissi con un tono di voce roca per via delle lacrime che stavano per emergere.
«Cosa credi fare?» mi rispose a fatica Bastian per via della ferite.
«E tempo che torni a fare ciò per cui sono nata, una volta fatto Alexander si dimenticherà del nostro amore, dei sentimenti che prova per me però tu, per favore, non dimenticarti di me, almeno tu e fa si che si ricordi di tutto quello che provava per me.» gli risposi ormai in preda alle lacrime.
«ELIEEN!» urlò Bastian.
Ma fu troppo tardi, perché come in un esplosione rilasciai una nube rosa illuminando tutto il mio corpo ed i dintorni. Finalmente Alexander essendo attratto dalla luce rivolse lo sguardo verso di me e ne approfittai per mimare con le labbra la parola "Ti amo" per poi espandere quella nube su tutti i licantropi sparsi per il pianeta Terra.
Chi era a terra ormai privo di vita li donai un po' della mia essenza, facendogli resuscitare, i feriti guarirono ed Alexander tornò normale. l'Intero accampamento era avvolto dalla mia nube. Alexander aveva espresso il desiderio che tutto tornasse come prima, è così feci, riportai tutto a come doveva essere, ovvero lui con la sua vera mate.
Una lacrima solcò le mie guance ed il mio cuore si spezzò in due, non volevo dirgli addio, ma questo era l'unico metodo per salvare tutti, compreso lui da una vita piena di sofferenze.
Papà aveva ragione, distruggo tutto quello che tocco, ero invidiosa perché volevo essere amata, ma ero pronta a sacrificare tutto per Alexander. Anche se significava vivere nel ricordo di egli. Mi voltai verso di loro e facendo un sorriso amaro dissi prima al mio amato:
«Alex, mi hai dato tanto ma soprattutto hai avuto molta pazienza con me e per questo ti ringrazio. Sai ora credo in te, in tutti voi, siete una razza stupenda ed anche quando non ci sarò più ricordate che c'è sempre una parte di me in voi. Ti amo amore mio, sei l'unico che io abbia mai amato.»
A breve ognuno di loro avrebbe incontrato la propria mate, proprio come ogni altro Licantropo esistente, ed io sarei tornata ad essere data per scontato, sola, e presto dimenticata.
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