17-Bagor ed Elieen.
Nota autore:
Finalmente sono riuscita ad aggiornare, dovrete avere un po' di pazienza con me in questi giorni.
Volevo dire solo un ultima cosa, vi chiedo scusa se c'è qualche errore di battitura ma come molti già sanno lavoro sette giorni su sette ed è un miracolo che riesca a scrivere perché non è facile gestirsi un bar da soli. Pensate che per aggiornare scrivo ad ogni minuto libero perché quando torno a casa sono così stanca che crollo a dormire. Quindi abbiate pazienza con me, chi mi segue da più tempo sa dei grossi progressi da me svolti per farvi più attenzione, detto ciò buona lettura. É grazie ancora chi mi segue ed ha pazienza con me.
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Mi risvegliai tra le braccia di Alexander nella base abbandonata, abbassando lo sguardo, vidi sul mio compagno una cicatrice enorme lungo tutta la gamba destra. Gli presi il volto fra le mani e notai leggendo la sua anima che era in preda a dolori lancinanti, ma nonostante ciò mi teneva stretta fra le sue braccia, come se in tutta questa storia fossi io la vittima, e non il carnefice, ma ciò che mi sorprese maggiormente era il mondo in cui mi guardava, mi trasmetteva tutto l'amore che aveva in corpo camuffando il suo dolore come se nulla fosse, ma ciò nonostante mi sentivo ugualmente in colpa, tutto questa sua sofferenza era solamente colpa mia, ma non avevo tempo nemmeno per auto commiserarmi, Alexander in questo momento aveva la priorità.
Scattai subito in piedi cercando di calmare il panico che mi assaliva, e se l'avevo graffiato io? No, non posso averlo fatto... Chiesi subito conferma a lui, all'inizio sembrava titubante nel darmi la risposta, poi però dopo che feci pressioni, confermò le mie paure, se non veniva sottoposto a cure mediche immediate sarebbe potuto morire, così mi trasformai in lupo e facendolo salire sulla mia groppa corsi nel suo accampamento.
Iniziai a galoppare nella foresta con agilità, raggiungendo velocità talmente elevate, che gli alberi iniziarono ad aprirmi come macchie sfocate, ma nonostante ciò riuscì a schivarli con enorme facilità. Raggiunsi l'accampamento in men che non si dica e ne rimasi sorpresa nel constatare che era semi deserto, dov'erano andati tutti? Mi scossi per scaricare quei pensieri, non erano importanti in questo momento Alexander stava soffrendo e dovevo portarlo dal dottore, per prima cosa tornai nelle mie sembianze umane fregandomene se ero nuda e lo portai immediatamente dal dottore.
Appena mi vide, il dottore strinse le bende a Biscotto e Farina, e dandomi un indumento da mettermi corse da me vedendo la brutta c'era del suo Alpha. Egli mi fissava in modo strano, quasi come se avesse paura ad avvicinarsi, ciò mi fece capire che anche lui era presente quanto ho perso conoscenza. Ma questa sua codardia mi fece salire un nervoso micidiale, non era proprio il momento di andarsene a nascondersi con la coda frale gambe, Alex era ferito gravemente e se non si dava una svegliata lo avrei aiutato io sventrandogli la trachea. Ma forse non c'era bisogno di arrivare a tali rimedi estremi, anche perché se lo uccidevo avrei condannato Alexander con le mie stesse mani, così ringhiandogli minacciosa, gli dissi più arrabbiata e pericolosa che mai:
«Vuoi fare morire il tuo Alpha per caso? Fidati non ti conviene, perché poi sarò io a porre fine alla tua miserabile vita.» prima lo guarisce e poi lo uccido o deciso, visto che non la smetteva di tremare.
Di fatti il dottore sgranò gli occhi e facendo un passo in dietro si scostò bruscamente capendo che non ero ironica, non in questo momento perché gli avrei fatto male sul serio se non si dava una mossa al più presto, stavo per raggiungere il limite della pazienza. Di seguito posai Alexander sul lettino in acciaio, ed accarezzandogli i capelli gli sussurrai dolcemente:
«Tranquillo, andarà tutto bene non ti permetterò di morire, non puoi io ho bisogno di te.»
«Cosa gli accadrà.» chiese titubante mentre iniziava a sterilizzare la ferita.
«Proprio non lo so, non era mai capitato che un licantropo venisse graffiato da me, perché di solito attacco solo gli umani.» risposi preoccupata.
«Ragioniamo.» disse il dottore continuando la sua medicazione: «Se gli umani si trasformano in quei lupi umanoidi perché non sono in grado di contenere ciò che siamo noi, Alexander potrebbe diventare come te? Cioè... un essere divino?»
Un Dio? No, non penso o almeno lo speravo, anche perché valeva lo stesso principio per gli umani, il corpo di Alexander non è progettato per contenere tale potere, di conseguenza potrebbe impazzire proprio come loro, però se diventasse un semidio era totalmente diverso. Però quello che mi sembrava strano di tutta questa storia, era maggiormente mio padre, perché non interveniva? Avevo infranto le regole, con molta probabilità avrò fatto del male a qualcuno è lui rimane nel suo palazzo? Non è da lui, non che l'idea di essere punta mi piacesse, per carità, però questa storia mi puzzava di bruciato.
Spiegai la mia teoria anche al dottore, e ciò spaventò sia me che lui, perché se c'erano problemi nei piani alti questo consisteva in una catastrofe imminente anche qui. Poco dopo entrò anche Bastian inondandomi le narici di una puzza nauseabonda, odorava di pollo bruciato e di sangue.
«Puzzi da fare schifo, fatti un bagno sei disgustoso.» Mi lamentai acida.
«Tappati il naso visto che stavo sistemando i tuoi casini, sei proprio l'ultima persona al mondo che si può lamentare.» mi ripose ringhiando.
Mi voltai verso di lui con espressione confusa, casini, a cosa si riferiva? Bastian notando la mia confusione capì immediatamente che non sapevo a cosa si riferisse, di conseguenza mi spiego del villaggio e di cosa aveva fatto Alexander per sistemare la situazione, ne rimasi sia commossa che terrorizzata. Alex aveva rischiato il tutto per tutto per aiutarmi, ed era per questo che ora si trovava in questa orribile situazione, in più aveva sistemato il casino da me causato, se un intera città massacrata poteva definirsi casino, ma tralasciamo questo dettaglio per un momento, se è vero ciò che ho fatto, perché mio padre rimane a guardare? Cosa sta escogitando? Perché deve aver per forza in mente qualcosa.
«Elieen con te parlo, mi sentì? Terra chiama Elieen, dovresti almeno ringraziarci sai come, le buone maniere... cosa che evidentemente tu non hai» si lamentò quella piattola di Bastian.
«Si, si ora sta zitto il suono della tua voce mi disturba.» lo azzittì malamente, cosa che lo fece lamentare ancora di più, possibile che con capisca il significato della parola zitto?
«Bastian non sto scherzando, se non la smetti immediatamente di parlare diventerai veramente il mio prossimo giacchino di pelle... Il grigio mi manca...»
Bastian la smise immediatamente, tappandosi la bocca con le mani proprio come farebbe un bambino che ha commesso una marachella. Il dottore rideva sotto i baffi alla mia affermazione cosa che mi smosse il sistema nervoso, di conseguenza voltandomi di scatto lo rimproverai dicendogli minacciosa:
«C'è poco da ridere decerebrato, se Alexander muore conta che darò esclusivamente la colpa a te, e ti garantisco che morirai di una morte lenta e dolorosa...» Appena gli dissi ciò, egli si ammutolì di botto concentrandosi esclusivamente su Alexander.
Dopo alcune ora il dottore asciugandosi la fronte, si voltò verso di noi assicurandosi che era fuori pericolo ma necessitava di riposo assoluto, perciò per il momento Bastian doveva prendere il suo posto ed io invece mi andai a consultare sul da farsi, dovevo sapere a cosa andavo in contro una volta che si sarebbe svegliato. Il problema è che le risposte che cercavo si trovano nella biblioteca reale, ovvero a palazzo e non mi era più concesso metterci piede ma dovevo trovare un modo per entrarvi, dovevo farlo per Alexander.
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*Dal punto di vista di Deborah*
Percepì la preoccupazione di Elieen, ciò mi fece capire che si era svegliata ed aveva scoperto cos'era successo. Mi uscì un ghigno divertito di istinto, Tutto stava andando per il verso giusto, il padre ormai non era più un problema è talmente preso da me che non presta più attenzione a niente ed a nessuno, uomini basta un bel sorriso e cadono hai tuoi piedi come vermi.
A distrarmi dai miei pensieri fu Dimitri, dicendomi in un ghigno divertito:
«Il plebeo sta bene, a superato la notte ed è pronto per essere liberato sta sera stessa.»
«Non avere fretta fratello mio, tutto a suo tempo. Prima di tutto dobbiamo far allontanare Elieen per poi liberarlo nel branco di Alexander.» gli dissi con calma.
Per essere il dio della saggezza era fin troppo frettoloso, se volevamo che la nostra vendetta abbia successo dovevamo essere pazienti ed aspettare che Elieen si rovinasse con le sue stesse mani, non doveva capire che c'ero io dietro a tutto questo.
Inizialmente le volevo veramente bene, ma dopo quello che mi ha fatto no, non potevo più far finta di niente lei doveva pagare per il suo crimine, volevo vederla con il cuore spezzato proprio come lo ero io.
«Dimitri» lo chiamai. «Va dal umano e rassicurarlo, deve fidarsi di noi, ma soprattutto deve credere che Elieen è la sua nuova combriccola siano i cattivi.»
«E suo padre? Prima o poi si accorgerà di quello che stai facendo...» mi chiese preoccupato.
«Nah, tranquillo a lui ci penso io. E talmente preso da me che nemmeno si accorge di quello che succede a palazzo, figuriamoci al di fuori, ora va e fa quello che ti o detto.»
Dimitri se ne andò lasciandomi sola, gia pregustavo il sapore della vendetta, mia cara e dolce amica tu piangerai o eccome se lo farai, ed io sarò lì per darti il colpo di grazia.
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*Elieen.*
Non so come, non so perché ma riuscì ad entrare dentro il palazzo Divino senza alcun problema è ciò mi spiazzò, aumentando i miei pensieri, che diavolo stava facendo mio padre? Non è da lui trascurare certe cose, ero sempre più convinta che qualcosa non andava.
Mi aggiustai meglio il cappuccio per non far vedere il volto, visto che due guardie mi passarono a fianco, ma per fortuna me la scappai, essendo passati molti anni da quando vivevo qui la mia immagine sparì dalla loro mente, ed era naturale, attenzione sapevano che esistevo ma erano millenni, se non secoli che non vi mettevo più piede, dunque era normale che non ricordavano il mio volto, il palazzo invece rimase identico proprio come allora, non era cambiato di una virgola: colline di marmo, rifiniture in oro in ogni dove, diamanti e rubini più pregiati incastonati ovunque. Ma del resto a mio padre è sempre piaciuto il lusso più sfrenato.
Avrei indagato su mio padre più tardi, ora dovevo recarmi alla biblioteca reale, come sempre appena vi entrai il tanfo di chiuso mi inondò le narici, per quanto sembrasse strano solo in due si recavano in questo posto, io e Bagor il bibliotecario del palazzo, lui è un orco stranamente gentile cui piace isolarsi in mezzo a mucchi di libri, in passato passavo le ore in sua compagnia a leggere e parlare dei nostri libri preferiti. Lo so, sembra strano che un orco sia pacifico ed ami la queste, com'era strano che vivesse a palazzo, ma qualcuno doveva pur occuparsi di tutti questi documenti storici, e siccome nessuno voleva saperne papà scese sulla terra, cercando allungo colui che potesse sia riordinare che preservarli e dopo lunghe ricerche incappò in lui.
Bagor al tempo era uno schiavo degli umani, nel tempo in cui credevano ancora a queste creature o almeno fino a quanto gli umani stessi non gli anno dato la caccia fino ad estinguerli tutti, dunque quando mio padre offrì a Bagor la libertà, egli accettò immediatamente. Col tempo io e lui legammo molto e quanto mi esiliarono fu l'unico a combattere per me, l'unico a comprendere il mio dolore perché in fondo non eravamo tanto diversi io e lui, anch'io ero schiava del mio destino, ed anche se non ne parlo mai, aveva un posto speciale nel mio cuore, quindi ero sicura che nel vedermi non avrebbe chiamato le guardie, anzi, con molta probabilità mi avrebbe persino aiutato nel cercare il libro giusto.
Annusai l'aria è drizzai le orecchie nel captare o un suono o un odore che mi potesse condurre da lui, e dopo qualche secondo grazie al mio formidabile naso lo trovai. Bagor appena mi vide rimase a fissarmi incredulo con quei suoi occhi verdi come un prato all'inglese, subito dopo corse verso di me con la sua solita grazia, facendo cadere persino qualche libro nel tragitto, per poi stringermi in forte abbraccio.
«Bambina mia, sapevo che tuo padre non poteva tenerti lontano ancora per molto, rimani pur sempre sua figlia.» mi disse piagnucolando dalla gioia.
«Bagor, frena l'entusiasmo ed abbassa la voce, non dovrei essere qui né tantomeno mio padre mi ha ammesso a palazzo però mi serve il tuo aiuto è non ho tempo da perdere.» Specificai frettolosamente.
Bagor si accigliò immediatamente e mi dispiaceva, in fondo mi a fatto più lui da padre che non quello biologico, per questo mi chiamava bambina mia ma la situazione era seria e dovevo sapere fin dal principio a cosa andavo in contro, così gli spiegai frettolosamente la situazione ed a fine racconto Bagor mi rispose pensieroso:
«Elieen sarò sincero, non so se posso aiutarti, vedi prima di te non esistevano nemmeno sia i licantropi né i lupi mannari dunque è possibile che tu possa creare una nuova creatura, ma rimangono sempre ipotesi, potrebbe anche non avere alcun effetto su di lui...»
«Dai papo, ci sarà pure qualche libro cui potrebbe essermi d'aiuto, pensa per favore.» lo supplicai. Non potevo correre alcun rischio.
«Purtroppo no bambina mia, almeno non qui tuo padre per qualche ragione a fatto bruciata un paio di libri subito dopo il mio arrivo» mi rispose accigliato Bagor. «L'Unica cosa che potresti fare è monitorare la situazione e vedere come procede la sua guarigione, se inizi a percepire o vedere cambiamenti allora sai cosa devi fare.» continuò Bagor con tono dispiaciuto. Ok, dovevo indagare su mio padre, ma per ora la proprietà era Alexander.
Purtroppo però sapevo a cosa si riferiva, se Alexander iniziava ad accennare sintomi strani avrei dovuto ucciderlo, per preservare l'equilibrio proprio come fece mio padre fece all'epoca, in teoria era questa la cosa giusta da fare, ma nella realtà dei fatti non so se ci sarei mai riuscita a compiere un simile gesto, ero molto affezionata a quel cane puzzolente ed ero arrivata ad un punto tale da non riuscire ad immaginare una vita senza di lui, ma ovviamente questo non glie lo avrei mai detto, o sempre la mia dignità da preservare.
Stupidi sentimenti, sapevo che mi avrebbero rammollito e per secoli li ho combattuti innalzando mura così spesse in torno al mio cuore che pensavo di essere al sicuro, ed invece eccomi qui a rischiare la mia vita per un cane... come sono caduta in basso.
«Non posso ucciderlo, io.... forse potrei essermi un po' affezionata.»
«Forse?» mi chiese inarcando un sopracciglio.
«Ok, gli sono affezionata sei contento ora? Bagor non ho tempo da perdere, devo sapere a cosa vado in contro in modo tale da proteggerlo.» ammisi in fine mostrandogli tutta la mia preoccupazione. Quando si trattava di Alexander non riuscivo ad essere me stessa, ed anche Bagon l'aveva capito, ripeto, mi conosceva meglio lui che non il mio padre biologico.
«Non riesco a crede che qualcuno sia riuscito a sciogliere quel aisberg che tu chiami cuore...» mi rispose sarcastico. «Dev'essere molto determinato per essere riuscito a conquistare l'indomabile Elieen.» prosegui innalzando con enfasi un dito verso il cielo.
Distinto mi strappò un sorriso, Bagor era ed è il mio orchetto preferito, ed anche l'unico, visto che è rimasto l'unico della sua razza. Ma quel momento di benessere durò poco, difatti mi accigliai subito, se nemmeno lui poteva aiutarmi come avrei fatto ad aiutare Alexander? Restare all'oscuro delle possibili conseguenze, mi faceva sentire come se fossi in un vicolo cieco. Bagor notando la mia espressione mi posò una mano sulla spalla esclamandomi dolcemente:
«Quando scoppiò lo scaldalo dei lupi mannari, tuo padre me li fece analizzare uno dopo l'altro ed avendoli studiati migliaia di campioni posso venire con te, e dirti se sta diventando uno di loro o no.»
Lo guardai sognante, davvero lo farebbe per me? Insomma andrebbe contro mio padre, contro le regole del palazzo per rassicurarmi? Non potetti far ameno di stringerlo in un forte abbraccio, cosa che lui ricambiò immediatamente.
«Grazie Papo.» Gli sussurrai gioiosa.
«Ora però andiamo, non posso assentarmi allungo, per quanto sia rimbambito tuo padre in questo momento se ne accorgerebbe se ritardo, quindi prima andiamo e prima torniamo.» mi disse staccandosi frettolosamente da me.
Aveva ragione dovevamo muoverci, stava correndo un simile rischio solo per me non potevo chiedergli di più, così lo presi per mano e ci teletrasporrammo direttamente in infermeria.
Appena fummo lì il dottore incrociando lo sguardo di Bagor saltò per aria facendo un urletto non proprio mascolino. Bagor ormai era a palazzo da secoli, ma ricordava benissimo come reagivano le persone in sua presenza.
«Che diavolo è quella cosa?» disse all'improvviso il dottore.
Definirlo "Quella cosa" a mio parere era un tantino esagerato ma non me ne fregava più di tanto, tanto era lui che rischiava di morire.
«Provalo a ripetere se hai coraggio.» disse di fatti Bagor con tono minaccioso.
Il dottore sgranò gli occhi terrorizzato, mentre Bagor avanzava verso di lui ringhiandogli minaccioso. Ma non poteva ucciderlo o almeno non ora prima doveva occuparsi di Alexander, dunque posai dolcemente una mano sulla spalla di Bagor dicendogli:
«Non ora Papo, prima deve guarire Alexander, poi se vuoi puoi pure uccidere il dottore. Ma per ora mi serve vivo»
Vidi chiaramente cambiare il colorito del dottore da bianco a trasparente per quant'era terrorizzato, non osava nemmeno parlare, poveretto un po' mi faceva pena in fondo era il suo primo orco ed era normale la sua reazione, va bhe io quando vidi Bagor per la prima volta lo scambiai per tricheco per via dei suoi incisivi sporgenti, e glie lo dissi anche, ma ovviamente non ebbe cuore di minacciare una bambina così mi lasciò stare, e con il tempo diventammo inseparabili.
Bagor nonostante fosse contrariato dal fatto di non poter picchiare quello stupido dottore lo lascio andare.
Mi guardai intorno e notando che non vi era nessuna traccia di Alexander chiesi a quel ectoplasma del dottore:
«Dove lui?»
«Lui chi» chiese il dottore balbettando.
«Tua sorella... Coglione, si riferisce ovviamente al cane rognoso, tu che credi?» intervenne Bagor paralizzando quel povero Cristino ancora di più.
«E nella sua stanza, si è ripreso da poco e ti cercava e... poi... Non ti trovava... lui...» provò a spiegarmi, ma era così spaventato che iniziò a balbettare così tanto da rendere impossibile capire il discorso completo. Ma fortunatamente capì il primo pezzo del discorso, così presi per mano Bagor per poi condurlo nelle stanze di Alexander.
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Appena entrammo nella sua stanza, lo vidi disteso sul letto con la gamba ingrassata ed al suo fianco vi era Bastian intento a rassicurarlo per non so che cosa. Siccome quei due imbecilli non si accorsero della nostra presenza gli richiamai con un colpo di tosse.
Bastian appena vide Bagor sbiancò anch'egli, ed Alexander bhe... appena mi vide per mano insieme a lui iniziò a ringhiargli contro, non curante del fatto che se solo volesse, il mio Papo gli avrebbe potuto far esplodere la testa con una mano sola, per fortuna gli avevo raccontato di lui e di quanto ci tenessi perciò fece finta di niente, domandandomi:
«Immagino che quello con la faccia da fesso sia Alexander.»
«No Papo, quello è suo zio e non è fesso, diciamo che è un esserino inutile. Alexander è quello sul letto» specificai.
«Ed io a lui mi riferivo, se stavi insieme a quell'altro non ti avrei mai dato la mia benedizione...» commento acido.
Ovviamente quel invertebrato di un Beta protestò ai nostri commenti, ma sia io che Bagor lo ignorammo spudoratamente. Alexander invece corrugò la fronte alla parola "Papo" guardando prima lui è poi me, per poi tornare a fissare Bagor con aria interrogativa.
Vedendo la sua confusione, stavo già per spiegargli la situazione, ma Bagor intervenne prima lui mettendosi a brutto muso con Alpha, per poi dirgli minaccioso:
«Anche se non sono Il suo padre biologico lo praticamente crescita io ed è come se fosse la mia bambina, no scusa lei è la mia bambina. Perciò prima di visitatrti vorrei avverti su un punto, se solo osa piangere a causa tua ti ridurrò in mille pezzi, tant'è che nemmeno i tuoi cari saranno in grado di riconoscerti, sono stato chiaro?»
Una persona normale ne rimarrebbe traumatizzata, insomma Bagor per quanto gli volessi bene devo ammettere che non ha proprio un aspetto rassicurante: pelle verde e coriacea, zanne, iridi verdissime proprio come la sua pelle, largo, possente e muscoloso. Invece Alexander scoppiò a ridere, per poi voltarsi verso di me esclamando:
«Adesso capisco da chi hai ripreso il tuo bel caratterino. Ma ciò non toglie che sono furioso con te.»
«E perché saresti arrabbiato con me?» chiesi confusa.
«Perché sei sparita per settimane senza dire niente a nessuno, ero preoccupato che fossi scappata che per via di ciò che avevi fatto non saresti più tornata. Ti rendi conto di quanto io mi sia spaventato? Ho pensato pure al peggio, ovvero che tuo padre era venuto a conoscenza dei tuoi.... » si fermò di colpo guardando Bagor con incertezza, per poi proseguire sul vago: « dei tuoi tu sai cosa... comunque non farlo mai più.»
Mi avvicinai a lui accarezzandogli dolcemente il viso con affetto, lui si era presentato per me, e non volevo causargli un simile pensiero, ma anch'io mi ero scordata che il tempo a palazzo scorre diversamente che sulla terra, così dandogli un dolce bacio sulle labbra gli spiegai del perché mi ero assentata e della mia dimenticanza, anch'io ero preoccupata per lui di conseguenza non ci prnsai molto, a fine discorso Alexander accarezzandomi dolcemente la mano mi rispose gioioso:
«Eri davvero ci così preoccupata per me da rischiare la tua vita?» poi però nonostante capì che era rimasto contento dal mio gesto, mi guardò severamente, dicendomi con una nota di rimprovero:
«Ma non devi farlo mai più, e troppo grande il rischio che hai corso, se tuo padre ti avrebbe vista a palazzo tu saresti finita in un mare di guai.»
Bagor osservò la scena con una strana espressione dipinta sul volto, sembrava sia felice che infastidito al tempo stesso, ma sicuramente il suo stato d'animo negativo derivava dal fatto che era stato sempre un po' geloso nei miei confronti, proprio come un vero padre ed era anche per questo che lo adoravo, ma non potevamo perdere altro tempo, Bagor andava di fretta e dovevo riportarlo a palazzo prima che qualcuno si accorgesse della sua assenza, così gli feci spazio ed iniziò a visitarlo. Gli fece fare alcuni esercizi, ovviamente da sdraiato perché non poteva camminare un gran che con quel gesso, che a me sembravano inutili ma siccome mi fidavo del mio orchetto lo lasciai fare senza intromettermi.
Ma Bastian non era della mia stessa idea, di fatti gli stava facendo continue pressioni su cosa stava facendo al suo Alpha, fino a quanto ormai stufo delle continue interruzioni si voltò di scatto afferrando Bastian per il collo, e stringendo la presa lo minacciò dicendogli:
«Un altra parola e ti spezzo il collo.»
Bastian fece il gesto di cucirsi la bocca e Bagor lo lascio andare, ritornando dal suo paziente. Dopo una mezz'ora, Bagor si alzò e prendendomi in disparte mi disse con tono dispiaciuto:
«Purtroppo sta cambiando, non so in che cosa, ma ti posso dire con certezza che non si trasformerà in un Lupo mannaro.»
Ne fui sia rassicurata che preoccupata dalla sua affermazione, perché almeno non sarebbe diventato instabile, ma rimaneva sempre il problema in che cosa si stava trasformando. «Ed adesso che facciamo?» chiesi di fatto preoccupata.
«Per adesso niente, possiamo solamente aspettare e vedere in che cosa si trasformerà.» mi rispose Bagor con tono afflitto. Sapeva che questa notizia mi aveva distrutto nel profondo, difatti posando una mano sulla mia spalla mi disse sottovoce:
«Elieen, tesoro, non perdere tempo e digli tutto quello che vorresti dirgli prima che sia troppo tardi o te ne pentirai, potrebbe non accadere niente di grave, come potrebbe perdere il senno della ragione. Vedo chiaramente che lo ami, ma ciò nonostante ti ostini a non voler pronunciare quella parola, perché?»
«Bagor dobbiamo tornare, si sta facendo tardi.» dissi a Bagor per cambiare discorso. Non me la sentivo di rispondergli anche perché non lo sapevo nemmeno io del perché avevo così paura di dirlo ad alta voce. Pet fortuna Bagor non insistette al riguardo, conosceva benissimo i miei limiti e di come ne ero suscettibile, stavo già per accompagnarlo ma mi disse che sarebbe andato da solo e che dovevo rimanere al fianco di Alexander, però prima di andarmene si voltò verso di me, dandomi uno strano avvertimento:
«Bambina mia, non fidarti di Deborah non so precisamente il motivo ma si sta comportando in maniera strana.» detto ciò, sparì senza aggiungere nient'altro.
Perché non dovevo fidarmi della mia moglie amica? Ci conoscevamo da bambine, eravamo sempre insieme condividendo tutto. Perché tutto d'un tratto Bagor mi diede un avvenimento così strano? Non so cosa stia succedendo, ma di sicuro investigherò.
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