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11- improvvisamente amici.

Nota autore:
Premetto che aggiornare oggi non è stato per niente semplice, soprattutto perché il titolare era sempre presente ma c'è lo fatta XD Quindi se c'è qualche errore abbiate pietà per questa povera anima... 😂😂😂

Detto questo vi lascio alla lettera..

******

«Sta zitto e portami nelle tue stanze.» gli risposi con malizia.

Alexander mi guardò come se fossi un aliena, non era da me essere così esplicita, di solito lo avrei mandato a quel paese o l'avrei insultato pesantemente ma l'effetto del siero della verità non era ancora avanto di conseguenza sia le mie parole che le mie azioni erano sincere al centro per cento, consapevole che una volta finito l'effetto della posizione mi sarei pentita amaramente di ciò che stavo per fare, ma adesso come adesso me ne infischiavo, ci avrei pensato più tardi alle conseguenze.

Alexander si scosse, e riprendendosi dallo stupore iniziale mi afferrò a mo' di sposa, dicendo al suo Beta prima di andarsene:

«Pensa tu al resto. Io sarò occupato per le... vediamo, facciamo per le prossime quattro ore non voglio essere disturbato.»

Bastian incrociò le braccia sul petto, rimproverandolo: «Sei un Alpha adesso, ed hai dei doveri da rispettare. Non puoi andare a scopare lasciando tutti qui dopo che anno fatto chilometri per raggiungere il nostro territorio, non credi?»

«Bastian sei un rompi scatole.» commentai acida.

«Tu taci che sei ancora sotto l'effetto del siero della verità, faresti e diresti qualsiasi cosa, ma Alex ha dei doveri che non può trascurare, prima il dovere e poi il piacere.» mi rispose puntando il dito contro Alexander.

«Senti spara lesto, vedi di startene a cuccia e di non intrometterti nelle faccende dei grandi» gli dissi di risposta. Insomma sembrava che ci provava gusto ad interromperci.

«Sentite la cagna in calore.» mi righiò lui imbufalito.

Ed io che pensavo che finalmente potessimo andare d'accordo, ed invece niente. Va beh, in parte è anche colpa mia che lo ridicolizzato davanti a tutti, e le loro risate non aiutavano di certo per calmarlo. Alexander mi teneva ancora in braccio guardando prima me è poi suo zio con aria confusa, dopo un po' ad ascoltare la nostra disputa con quell'espressione confusa, esclamó:

«Siero? Che diavolo sta succedendo?»

Giusto, lui non sapeva quello che mi aveva fatto mio padre, e Bastian glie lo spiegai anche a lui, specificando in modo dettagliato che con molta probabilità, una volta finito l'effetto non so se sarei stata così propensa ad andare a letto con lui, nonostante volessi veramente farlo. Lui guardò suo zio per un paio di minuti buoni quando in fine disse con una finta innocenza:

«Bastian, mio caro zio adorato, sono più che certo che tu sappia benissimo prendere le mie veci, in fondo è compito del Beta sostituire Alpha quando è impegnato in questioni d'affari.»

Suo zio lo guardò ad occhi sgranati esclamando più furioso di prima: «E questo genere di cose lo chiami affari? Posala immediatamente e fa il tuo dovere... Ah! Devi proprio smettere di ragionare con il pene»

Alexander sbuffò rumorosamente, posandomi a terra con delicatezza per poi dirigersi verso il branco. Effettivamente Bastian aveva ragione, non poteva lasciarli lì e venire a spassarsela con me.

"È davvero dolcissimo Alexander. L'esatto opposto di te." Commentò farina.

"Già, tu sei irascibile, presuntosa, orgogliosa, sgarbata e..." prosegui Biscotto, ma prima che potesse finire la frase lo interruppi dicendogli malamente:

«Ok, ho capito. Sono una ragazza orribile e per qualche assurda ragione piaccio a quel meraviglioso ragazzo. Ora però tacete entrambi.»

Biscotto e Farina si guardarono complici. Esclamando nuovamente all'unisono:

"E vedi di non ferirlo nuovamente quando tornerai in te stessa."

Oddio. Sono peggio di mio padre, aspetta, mio padre mi ero dimenticata che venuto a trovarmi, sarà ancora qui? Spero di sì, perché dovevo dirne quattro anche a lui, deve proprio smetterla di drogarmi. Corsi come una saetta dentro l'accampamento base ed iniziai a cercarlo da per tutto. Ma niente, deduco che se ne era già andato, ma in fondo dovevo aspettarmelo da lui.

Non odiavo fino in fondo mio padre, come in tutte le famiglie avevamo i nostri alti e bassi, e quello di drogarmi una seconda volta e decisamente un errore molto grosso. Anche se dovevo ammettere a malincuore, nonostante volessi strozzarlo che i suoi intenti non erano cattivi, gli mancavo a palazzo e voleva che tornassi da lui.... oh mio dio, l'effetto del siero ancora non è passato? Non è da me pensare a certe cose tanto... sincere, ma quanto me ne ha dato! Solo ora mi resi conto della gravità della situazione erano passati tre giorni ed ancora non svaniva? C'era qualcosa di molto strano, e non me n'ero accorta fin ora, perché ero stata distratta da Alexander e dalla figuraccia Fatta a pranzo quel giorno, ma ora ero lucida… più o meno.

Camminavo per i corridoi dell'accampamento maledicendo a bassa voce mio padre, questa volta ha veramente esagerato, non potevo essere sincera al cento per cento, soprattutto se questo significava mettere a nudo i miei pensieri più reconditi su Alexander. Devo trovare una soluzione, forse posso isolarmi per le montagne finché non passava l'effetto del siero? Ah, maledetto padre impiccione.

«Elieen.» mi chiamò una strana voce familiare.

Mi voltai e vidi Bastian venire verso di me con uno sguardo stranamente pacifico. Ma tanto non ci casco. Non ho proprio tempo di litigare con lui ora, devo dileguarmi. Così facendo un gesto svolazzante con la mano gli dissi Irritata:

«Non ho tempo di giocare con te mezzo uomo. Devo andarmene prima che dico qualcos'altro di imbarazzante.»

«Ma aspetta, abbiamo organizzato una festa, e poi non puoi andartene, Alex ne rimarrebbe distrutto.» mi rispose con voce stranamente cordiale.

Anche se questa storia mi puzza, perché lui non è mai gentile con me, decisi di non darci troppo peso rispondendogli: «Non sarà per sempre, starò via fino che l'effetto del siero della verità non svanisce. Questa volta papà ha esagerato con la dose, di solito sparisce entro ventiquattr'ore.»

Bastian fece una strana espressione, sembrava proprio la faccia di chi è colpevole. «Bastian cos'hai fatto?» chiesi a denti stretti. Calma Elieen, fa respiri profondi.

Bastian si schiarì la gola visibilmente terrorizzato iniziando a divagare: «Non è stata colpa mia, mi è caduto il coperchio e... ti giuro che non lo fatto a posta non mi picchiare...»

«QUANTO. NE. HAI. MESSO!» sitrillai ormai fuori di me sillibando ogni parola.

«Elieen per favore non uccidermi, se ti calmi troveremo insieme una soluzione.» continuò lui reminssivo.

Non c'è la facevo più a contenere la rabbia, se non si decideva a parlare chiaramente lo avrei sventrato proprio qui, in questo stesso momento. «O parli o ti uccido...» dissi a denti stretti, seguito da grossi respiri molto profondi. Dovevo mantenere la calma è desistere dal desiderio di ucciderlo.

«Ecco, tuo padre mi ha dato la boccetta penso che era di... dieci centilitri... e quando lo messa nella zuppa accidentalmente lo rovesciata tutta.»

Tutta? Oh no, no no no e ancora no. Sono nella merda, non sa nemmeno il guaio che ha combinato. Feci un grosso respiro, e dopo alcuni minuti di silenzio dissi tentando di essere il più calma e meno minacciosa possibile:

«Bastian non ti rendi minimamente conto di quello che hai combinato. Quel siero che mi hai versato viene creato al Palazzo divino dal dio della saggezza in persona, è così forte che una sola goccia di esso dura per ventiquattr'ore, due gocce per una settimana. Ora potrò stare in questa condizione per mesi se non anni a causa tua, e non posso rimanere così, per gli altri non c'è problema ma se devo parlare con Alexander è un vero casino, lui mi piace veramente è...» ma perché sto piangendo? Ah, certo stupido siero, a causa della quantità della dose che mi somministrò, non solo dicevo la verità ma anche le mie azioni erano oneste e sincere.

Bastian provò a consolarmi, ma lo frenai bruscamente. Lui aveva causato questo guaio è lui doveva porvi rimedio, dunque finché non sarà passato l'effetto del siero lui sarà il mio porta voce.

«Bastian ora tu dovrai fare tutto quello che ti dico.»

*********

Passò una settimana da quando iniziai ad evitare accuratamente Alexander. Se gli avrei spiegato la situazione, infido com'è, di sicuro non mi avrebbe dato tregua per una possibile dichiarazione. Sì a pranzo ero stata chiara su quello che provavo per lui, ma per mia fortuna non feci nomi, dunque potevo benissimo dirgli che non era lui e per farlo dovevo tornare alla normalità, visto che ora come ora mi era impossibile mentire.

Bastian si occupava di ascoltare quello che gli dicevo è dire l'esatto opposto. Così ero sicura di non fare altre figuraccie. Ovviamente non fu molto contento di mentire nuovamente al suo Alpha, ma non aveva altra scelta, questo casino era tutta colpa sua è doveva prendersi le sue responsabilità.

"Perché non gli dici semplicemente quello che provi per lui e ti godi il momento?" Commentò Farina sbucando dal nulla.

"Farina ha ragione. Anche se andrà male almeno potrai provare i piaceri e le gioie dell'amore!" Si intromise anche Biscotto sbucando anche lui dal nulla facendomi trasalire.

«Ma da quanto siete qui con me?» chiesi sorpresa. Non mi ero nemmeno accorta della loro presenza, talmente ero immersa nei miei pensieri.

"Da circa un ora almeno." Risposero all'unisono.

«Primo non se ne parla nemmeno, secondo non accetto consigli da dei stupidi cani, che ne sapete voi dell'amore?» risposi infastidita. Anche se sotto l'effetto del siero i miei pensieri cattivi rimanevano e come sempre i loro commenti mi infastidivano più di ogni altra cosa al mondo. L'unica differenza è che di solito evitavo di essere così cattiva…

"Primo siamo lupi" Puntualizzò Biscotto.

"E secondo, anche se siamo solo lupi non ci vuole la scienza per capire che ti stai rovinando la vita da sola. Ti lamenti sempre che sei l'unica a non avere l'anima gemella, ma la realtà dei fatti e che stai facendo tutto da sola. Tu nemmeno ci provi a essere felice." Prosegui Farina.

So che ha ragione, come so che mi stò rovinando con le mie stesse mani, ma mettetevi nei miei panni, io a differenza degli umani so con certezza che tra noi non avrebbe mai funzionato. Quindi non trovavo l'utilità di soffrire inutilmente.

«Adesso devo andare a pranzare. Ci vediamo» risposi frettolosamente per poi scappare via. Non volevo dir loro che avevano ragione e se sarei rimasta lo avrei fatto sicuramente.

In sala da pranzo Alexander mi guardava con uno sguardo da cane bastonato. Sentivo chiaramente il suo malessere perforarmi il petto, sentiva la mia mancanza e temeva che dopo l'incidente della zuppa io non volessi più parlare con lui. Se solo sapesse che lo sto evitando per evitare che lo stuprassi qui davanti a tutti

Purtroppo i posti erano tutti occupati e quel inutile di Bastian non mi aveva tenuto il posto. Stupido cane inutile, e secondo voi qual'era l'unico posto rimasto? Ovvio, vicino ad Alexander. Per fortuna avevo i miei metodi per risolvere questa facenda. Andai alla destra di Bastian e afferrando la spalla del licamtropo che era seduto accanto a lui, glie la stritolai così forte da farlo gridare dal dolore. Poi strattinandolo bruscamente lo scaraventai a terra sedendomi al suo posto.

«Dai Elieen, non fare così. So che sei imbarazzata ma parlami almeno, non evitarmi per favore.» si lamentò Alexander.

Mi avvicinai all'orecchio di Bastian e gli sussurai in modo che solo sui potesse sentirmi: «Rispondigli che l'unico motivo per cui lo sto evitando e perché altrimenti lo stuprerei persino qui, in questo preciso momento.»

Bastian arrossì visibilmente. Si schiarì la gola e parlò per me: «Elieen mi ha riferito di dirti che...» si ferma di colpo e girandosi verso di me piagnicolò «ti prego Elieen non voglio essere cattivo con lui»

«Fallo.» gli ordinai seguito da un ringhio minaccioso.

Bastian sbuffò rumorosamente proseguendo: «Ha detto non devi rompergli le scatole»

«Dimentichi qualcosa...» precisai inalzando un dito al cielo con enfasi.

«Cane bastardo...» aggiunse a denti stretti.

So che gli dava fastidio, ma doveva assumersi le sue responsabilità. Il resto del branco ci fissava così stupefatti che alcuni di loro erano rimasti persino con le forchette a mezz'aria. E come biasimarli, di solito ci scannavamo a vicenda, mentre nelle ultime settimane non avevamo fatto altro che fare combutta. E non vi descrivo nemmeno l'espressione di Alexander, si può immaginare benissimo com'era in questo momento.

«Zio cos'è questa storia... voi due non sarete mica...»

Non lo facemmo nemmeno finire che rispondemmo all'unisono con tono schifato: «PER CARITÀ NO!»

«Allora, cos'è questa storia?»

Bastian mi guardò implorante, ma non volevo sentir ragioni, Alex non doveva saperne niente al riguardo altrimenti addio alla mia pace. Bastian sbuffò rumorosamente e dopo qualche incertezza confessò all'amico:

«Non è quello che pensi. Vorrei dirtelo ma non posso altrimenti questa qui» mi indica: «Sue testuali parole, mi stacca i testicoli e me li fa ingoiare, e se permetti tengo molto alla mia virilità. Devi avere solo pazienza»

Alexander non sembrò molto contento della risposta, ma ormai si era rassegnato al fatto che io facessi più paura di lui.

«Batian ed Elieen, nel mio ufficio. Subito.» rispose furioso.

Non che a me faceva paura che sia chiaro, ma se con suo zio avrebbe usato il tono da Alpha avrebbe cantato meglio di un fringuello, e per evitare che spiattellasse tutto lo segui a ruota.

Una volta entrati Alexander ci fece accomodare, mantenendo sempre la sua espressione crociata sul suo volto. Sapeva benissimo che non dipendeva da suo zio, e se voleva la verità doveva fare pressioni su di me infatti guardandomi furioso mi disse:

«Dimmi quello che sta succedendo o rivelerò il tuo piccolo segreto.»

Lurido schifoso bastardo. Perché doveva fare sempre così? Non volevo dirglielo e lui mi costringeva a farlo, non è giusto. Provai a sussurrare qualcosa a Bastian ma Alexander infuriato nero gli urlò con tutta la voce che aveva in corpo di allontanarsi il più lontano possibile da me.

Ovviamente obedì, ed io mi ritrovai alla merce del Alpha geloso marcio. Perché era ovvio che il suo cattivo umore derivasse dalla gelosia.

«Se non parli lo dirò al mio tre.... Due...» iniziò a contare.

«OK» urlai per fermarlo... dovevo stare attenta a ciò che dicevo non potevo rivelargli la verità ed è appunto questo il problema perché non potevo mentire per via del siero. Non avevo altra scelta, dovevo confessare ciò che aveva combinato Bastian per non dirgli che era lui la persona che amavo.

«Sai, quando ho detto tutte quelle cose quando c'era mio padre è del siero? Bhe per colpa di tuo zio l'effetto non è ancora finito perciò, visto che è tutta colpa sua per evitare brutte figuraccie mi fa da interpreta» dissi fulminando con lo sguardo quello stupido chihuahua.

«Ma non capisco del perché proprio lui, perché non hai chiesto a me di farlo!» insistette Alexander.

«Perché lui non mi piace, quindi non gli direi niente di sconv....» cazzo. Cazzo. Cazzo. No non posso averlo detto sul serio, o mio Dio, voglio morire.

Sul volto di Alexander apparve un sorrisetto Soddisfatto. Proprio non ci voleva, in questo momento desideravo ardentemente uccidere Bastian con tutta me stessa, ma non potevo farlo perché Alexander, per qualche oscura ragione a me ignota ci teneva a quel damerino da quattro soldi... oddio anche i miei pensieri sono sinceri, è la fine.

Se solo mio padre fosse ancora qui mi darebbe l'antidoto, ma ovviamente se n'era andato e adesso capisco anche il perché.

«Su Elieen diglielo, infondo ormai lo sanno già tutti, Alexander compreso. Anche se quella sera non hai fatto nomi era palese che ti riferivi a lui» si intromise suo zio. Come se non aveva già fatto danni a sufficienza.

«Era questo quello che ti preoccupava? Sei davvero così orgogliosa da non volermi fare sapere che io ti piaccio?» disse anche Alexander con il suo sorrisetto soddisfatto. Prima o poi glie lo strappo a morsi, così impara con la sua importanza. «Non devi vergognarti, mi sembra più che ovvio che io ti attraggo.» si indicò ed aggiunse imitando malamente  la mia voce: «E come biasimarti, guardami, sono perfetto.»

«Ok, va bene dovete smetterla immediatamente perché non vi sopporto più. Se non volete che vi sventri entrambi proprio in questo momento vi consiglio di non provocarmi ulteriormente.» dissi alzandomi di scatto. «Io vado a parlare con Deborah, vedo se posso farmi avere l'antidoto. E finché non avrò risolto non voglio né parlarvi né vedervi.»

Alexander provò a controbbattere, ma inutilmente perché me ne ero già andata. Non volevo più sentire questi due.

******

Per parlare in tranquillità con la mia amica me ne andai nella capanna al di fuori del territorio di Alexander. Non tornavo da settimane? Mesi forse? Boh… resta il fatto che sembrava già cadere tutto a pezzi, e vedendo le impronte di fango, più la puzza di cane capì che vi era diventato il dormitorio di quei due ammasso di peli.

Misi velocemente a posto, aprì le piccole finestre ed una volta riassettato l'ambiente chiamai la mia amica. Non ci volle molto prima che apparve nella mia dimora, si guardò attorno disorienta per qualche secondo, poi chiedermi:

«Elieen, perché sei tornata qui? Cos'hai combinato questa volta?»

Oh andiamo... possibile che dev'essere sempre colpa mia? Non ne posso più di nessuno, ma cercai comunque di calmarmi, avevo bisogno del suo aiuto non di certo di litigare con lei per l'ennesima volta. Così iniziai a raccontarle tutto dall'inizio ed a fine discorso trattenendo un sorriso esclamo:

«Oh donzella, sei in un vero guaio.»

«Davvero. Sai dirmi solo questo? Deborah ho bisogno del tuo aiuto.» le risposi svizita.

«E che vuoi che faccia scusa!» rispose lei ad occhi sgranati.

«Va da Dimitri e chiedigli la cura per me, non posso aspettare che finisca l'effetto da sola. Mi manca parlare con...» per fortuna mi fermai in tempo, o almeno era quello che pensavo io all'inizio perché quel diavolo aveva capito benissimo a chi mi riferivo.

Deborah mi guardò con un sorriso trionfante, per poi esclamare gioiosa: «LO SAPEVO CHE TI PIACEVA...»

Perché mi doveva torturare in questo modo? Che palle. Aspettate che mi riprenda e farò passare le pene dell'inferno a tutti coloro che osano approfittarsi di me in questo mio momento di debolezza.

«Vorrei, ma sai benissimo che non ti aiuterà Dimitri. Sarà pur sempre il dio della saggezza, ma dopo che tu lo hai rifiutato in quel modo così... brusco, diciamo che ha molto risentimento verso di te.» mi disse Deborah con un ghigno divertito dipinto sul volto.

«Se lo convinci a qualunque costo, ti devo un favore. E sai benissimo che i miei favori sono tanto rari quando ambiti.» tentai di corromperla.

«E un patto? E posso chiederti qualsiasi cosa?» mi chiese lei scioccata.

Non lo facevo da secoli oramai, ma si, se volevo tornare in me stessa dovevo farlo. Così stringendomi la mano mi fece un sorrisetto beffardo, sparendo dalla stanza. Fa solo che non combini niente di azzardato.

*******

*Nel frattempo*

*Dal punto di vista di Alexander*

Ora che Elieen se n'era andata Bastian avrebbe parlato senza  alcun timore, così lo portai nelle mie stanze per discutere dell'oro strano comportamento, sono più che certo che non c'entri solo la posizione, Elieen mi sembrò parecchio evasiva soprattutto ha iniziato a comportarsi in questo modo quando ha detto a tutti che io gli piaccio, insomma, non ha detto il mio nome ma sono più che sicuro che quando disse "caprone zuccone" si riferisse a me.

In più ci vidi giusto, Elieen soffriva davvero tanto per quello che gli era successo per questo chiamai gli altri branchi, per dimostrargli che potevamo cambiare, ma soprattutto che potevamo farci perdonare per essere stati così egoisti. Pensavo che quel gesto gli avesse fatto piacere, ma se fosse proprio questo il motivo del suo strano comportamento? Esposi tutti i miei dubbi a mio zio ed egli schiarendosi la gola mi disse timoroso:

«Alex, vorrei veramente dirti cosa sta succedendo ma non posso... Elieen sa essere molto terrificante.»

Perfetto, il mio beta aveva paura di lei. Odiavo usare il tono da Alpha perché volevo che i membri del mio branco mi portassero rispetto per ciò che sono e non perché glie lo ordinavo io. Però non ebbi altra scelta, dovevo togliermi il dubbio, feci diventare i miei occhi rossi ed usando il tono da capo gli ordinai:

«Bastian dimmi che cos'ha Elieen!»

Bastian provò a combattere ma quando usavo questo tono doveva ubidirmi per forza, infatti sospirò ammettendo:

«Elieen è ancora sotto il siero della verità, ma questo te la detto già lei, quello che a ommesso di dirti è che non vuole che tu venga a conoscenza che eri tu quello che gli piaceva!»

«Ma io l'avevo già intuito, insomma... non ci vuole la scienza per capirlo, davvero si sta affannano solo per questo? E poi tu che c'entri?» chiesi confuso.

«Bhe... perché.» si fermò un secondo, sembrava aver paura a rivelarlo ma in fine facendo un grosso respiro prosegui timoroso: «Perché è tutta colpa mia se il siero della verità è ancora attivo, vedi, dovevo mettergli una sola goccia nella zuppa ma per sbaglio il dosatore è caduto, facendo cadere tutti il contenuto, lei a sostiene che con tutta quella dose l'effetto del siero dovrebbe durare anni, se non secoli.»

Aspetta, cosa? Scherza voglio sperare. Non posso stare senza parlare con lei, non esiste... «Se solo tu non avessi insistito sul suo conto tutto questo non sarebbe successo. Vado a parlare...» dissi mentre feci per alzarmi, ma Bastian mi fermò bruscamente dicendomi:

«Ti prego aspetta, mi ucciderà se sa che ti ho detto tutto, sai benissimo quant'è orgogliosa.»

Stavo per rispondergli che non mi interessava un fico secco se ci rimetreva la pelle, per colpa sua non potevo parlare alla mia dea. Ma un Omega irrompendo nella stanza mi avverti che c'era uno strano tizio che era spuntato dal nulla in mezzo alla sala d'attesa che chiedeva di Elieen.

Appena andai li ritrovai un ragazzo dai lineamenti molto duri ed i capelli neri lunghi con gli occhi di uno strano colore ametista. Sapendo che gli dei potevano teletrasportarsi, capì subito che era uno di loro ma cosa era venuto a fare? Il ragazzo mi porse la mano presentandosi:

«Piacere mi chiamo Dimitri e sono il futuro sposo di Elieen.»

COSA?!? Elieen stava per sposarsi con questo damerino? Pretendo delle spiegazioni....











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