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Capitolo 5

Domenica 20 Febbraio. Ore 14:45, cortile del collegio Kadic.

Elia aveva da poco finito di pranzare ed ora si stava dirigendo verso la palestra per l'incontro ma improvvisamente si ricordò di aver lasciato il computer-cubo-di-metallo-tascabile in infermeria quindi fece dietrofront, ripercorse il cortile evitando i mucchi di neve ghiacciata sparsi e, una volta arrivato, prese la scatoletta tra le lenzuola e se la mise in tasca.
"Queste dimenticanze potrebbero uccidermi." Pensò.
Si avviò verso la porta quando sentì il rumore di una piccolissima esplosione seguito da una puzza di bruciato. Immediatamente avvertì una presenza alle sue spalle ma grazie agli anni di addestramento non si scompose.
"Non c'era nessuno dentro quando sono entrato."
Chiuse gli occhi.
-Speravo di aspettare i prossimi 9 minuti prima di venire alle mani.-
Si voltò.
Vide con sorpresa una strana nuvola di fumo nero scattare verso lui ma Elia la schivò spiccando un balzo e aggrappandosi al cornicione della porta.
Si aiutò con le gambe per non cadere.
"Non è possibile! Il mio avversario è una nuvoletta di smog posseduta?"
Dopo aver agilmente evitato un altro paio di tentacoli fumosi riuscì ad uscire dall'infermeria attraverso la finestra e cadde in un cumulo di neve. Rabbrividì al contato con il freddo.
Corse per il cortile mentre il fumo gli stava addosso senza neanche dargli tempo di riprendere fiato.
Decise di passare per il parco con l'intento di seminare quello stranissimo fumo assassino. Fece un po' di slalom tra gli alberi ma niente. Lui gli era sempre alle calcagna.
Il parco non era stato ripulito dalla neve e i piedi ormai erano zuppi, i passi sempre più pesanti e la corsa sempre più impacciata. Fu così che inciampò in un tombino stranamente libero dal bianco candido che dominava nei dintorni.
Cadde per terra a faccia in giù inzuppandosi ancor di più.
Il fumo ne approfittò per far partire un tentacolo diretto alla sua testa ma Elia si fece scudo con la lastra di metallo su cui era caduto. Si sentì un leggero scoppio ma il metallo resistette quel tanto che bastava da permettergli di rialzarsi in piedi e ricominciare a correre nonostante il freddo e il bagnato che intaccavano il suo equilibrio e la sua agilità.

Arrivò in palestra e chiuse la porta di colpo ansimando e gocciolando.
Mentre riprendeva fiato alzò la testa e vide 5 ragazzi che lo guardavano in modo strano: le ragazze le conosceva, erano Yumi ed Aelita ma i ragazzi non li aveva ancora visti: il primo aveva i capelli biondi, gli occhiali ed un'aria seria. La cosa che colpì di più Elia fù lo zainetto sulle sue spalle, il secondo aveva i capelli bruni ed indossava una tuta nera adatta al combattimento mentre il terzo aveva l'aria più allegra, vestiva di viola ed aveva i capelli come i suoi ma un po' più corti, uniti e con una macchia viola al centro.
-Sentite! Uno strano fumo nero mi inseguiva. Sapete se è normale da queste parti?-
Il biondino con gli occhiali lo guardo allarmato.
-Del fumo hai detto?!-
-Si, ed ho ottime prove per dedurre- prese fiato. -che sia uscito da una presa elettrica.-
I cinque si scambiarono uno sguardo complice.
All'improvviso uno schianto alla porta la fece spalancare e sbatté Elia per terra con forza bagnando parte del pavimento della palestra.
La nuvola di fumo si compresse ed assunse le sembianze del biondino con gli occhiali e si scaraventò ad una velocità impressionante contro Elia ma lui si girò sulla schiena, lo bloccò tra le gambe e, sfruttando il pavimento bagnato, si girò verso la porta e con la forza delle gambe scaraventò il clone fuori in mezzo alla neve.
Si rimise in piedi con i muscoli che tremavano per lo sforzo improvviso.
-Via da qui!!- gridò Aelita.
Si diressero di corsa verso gli spogliatoi e si nascosero in quello dei ragazzi.
La stanza era piuttosto piccola. C'erano due file di armadietti di metallo con il lucchetto e ai lati un'ordinata fila di appendini e delle panche.
Elia si sedette su una di quelle vicino ad un termosifone a riprendere fiato e a scaldarsi.
I 5 ragazzi si raccolsero dall'altra parte dello spogliatoio attorno al biondino con gli occhiali che in quel momento aveva preso un computer dallo zaino e stava digitando.
Dalla sua posizione, Elia riusciva a scorgere per un secondo l'orario: 15:08.
-C'è qualche torre attiva Jeremy?- chiese Aelita mentre il bruno si infilava le scarpe e prendeva la giacca.
"Torre attiva? Di che sta parlando?" Pensò.
Il biondino, che doveva chiamarsi Jeremy, rispose subito.
-Non lo so. Il superscanner sembra fuori uso.-
"Superscanner? Che ci devono fare con un superscanner? Scannerizzare un super foglio?"
L'altro biondo parlò.
-Allora andiamo subito.-
-Odd! Non possiamo stare tranquilli con quel clone in giro.- esclamò Jeremy.
-Allora decidiamo chi va e chi resta.- disse Yumi impaziente.
-Non è così semplice.- rispose Jeremy. -C'è un altro problema legato al programma degli scanner. Mi serve del tempo per sistemarlo.-
-Ulrich e io proveremo a tenere a bada il clone.-
-Non è una buona idea- disse Jeremy. -X.A.N.A. potrebbe aver architettato qualche trappola su Lyoko mentre noi perdiamo tempo a ripristinare gli scanner.-
-Posso tenerlo impegnato anche da solo voi andate a disattivare la torre.- rispose il bruno.
"X.A.N.A.? Che cosa sarebbe? E Lyoko? E poi quel coso è davvero così forte?" Pensò. Decise di intervenire.
-Scusate se vi interrompo.- tutti si voltarono verso Elia -Se vi serve posso pensarci io a quello.-
-Non è il caso.- disse Jeremy -Ti faresti solo male. Stai lontano da quel clone più che puoi.-
-E se ti dicessi, invece, che posso fermarlo se non addirittura distruggerlo?-
-Non ti credo. Sei stato quattro giorni in infermeria a dormire. Anche se fossi bravo quanto Ulrich, non ce la faresti mai. Saresti troppo fuori allenamento. E poi sei bagnato ed infreddolito, se non ti copri subito ti ammalerai!-
"Forse ho trovato quello che cercavo..."
-Di quello che vuoi ma sicuramente ho più esperienza di te e sono in perfettamente in grado di decidere i miei avversari da solo e per vostra informazione quel "coso" mi fa un baffo!-
Quello che si chiamava Ulrich difese il suo amico.
-Avrà anche meno esperienza in combattimento ma Jeremy è sicuramente tre volte più intelligente di te! E non è così stupido da...- Un colpo alla porta li riportò alla realtà.
Elia concluse la frase -Urlare, forse?-
"E così è questo Jeremy il ragazzo che lavorava l'altra notte."
Starnutì.
"Uffa! Adesso lo sistemo io quel clone!" Pensò.
-Vi do dieci minuti. Non di più. Lo terrò impegnato per quel tempo. Poi lo lascerò andare.- Un altro colpo e la porta cedette.
Il clone si voltò verso i cinque ragazzi e fece per attaccarli ma Elia si scagliò contro di lui scaraventandolo contro il muro. Non ci volle molto affinché il clone si riprese dall'urto e subito tentò di colpire con un pugno ma Elia si abbassò e gli sferrò una raffica di colpi nello stomaco facendolo indietreggiare ed infine gli mollò un calcio in piena faccia. Purtroppo però, quello strano clone di Jeremy aveva assorbito i colpi ed era ancora in piedi e investì Elia con una sfera di energia elettrica sbattendolo per terra.
Il clone sorrise per la sua vittoria, nessun umano era mai rimasto cosciente dopo una scarica del genere, ma dopo qualche secondo il suo ghigno si spense
-Così però non vale, amico.-
Elia si rialzò come se niente fosse.
-Di solito uso i miei poteri solo se necessario...-
Il clone fece un passo indietro stupito che quel piccolo, insignificante umano fosse indenne.
-Ma siccome mi hai fatto arrabbiare...-
Si mise in posizione di scatto.
-Farò un'eccezione! HYPER FAST!!!-
Un bagliore arancione ed Elia partì alla carica ad una velocità stratosferica e sbatté il clone al muro vicino all'imbocco della palestra. Poi lo sollevò e gli diede un pugno nello stomaco molto forte e mirato facendolo volare verso il soffitto altissimo.
Il clone a mezz'aria si mise dritto in posizione per atterrare ma, per sfortuna, atterrò sul bagnato e scivolò.
Colse l'attimo.
Elia chiuse gli occhi. L'immagine di una fiamma apparve nella sua testa.
-HIPER FIRE!!!- urlò.
La sua mano prese fuoco. Poi si lanciò parallelo al pavimento e colpì il clone in tuffo trapassandolo da parte a parte.
Elia vide il Jeremy dissolversi come fumo e scomparire.
Atterrò in piedi.
Si guardò intorno.
Era in palestra.
Non c'era nessuno.
Solo un orologio appeso al muro che segnava le 15:16.
"Meno di 8 minuti." pensò "È un record."
Tornò negli spogliatoi a cercare gli altri ma erano già andati via.
-Meno male che se ne sono andati. Avrebbero potuto farsi male. Ora però, devo chiarire un mio dubbio nel par...- fece per uscire dallo spogliatoio ma una dolorosissima fitta alla gamba destra lo fece cadere a terra.
"No! Non di nuovo!"
Un'altra fitta e svenne.

-Hai capito adesso?- chiese la ragazza.
-Si, si ma non avevo dubbi sulle tue informazioni.- rispose la voce metallica.
La ragazza si portò davanti ad un interfaccia.
-É arrivato il momento di scoprire le carte.- digitò qualcosa ed alla fine si aprì uno strano schermo ovale.
Era grande come lei ed era azzurro, dal centro partiva una spirale infinita che girava in modo ipnotico.
-Sei sicura di voler entrare in azione adesso?- chiese la voce.
-Assolutamente. Ormai i tempi sono maturi.- la ragazza entrò nel portale azzurro.
-Guardati le spalle. Edera.- sogghignò la voce metallica.

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