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Capitolo III

Ma a volte non è concesso scegliere, nella vita. L'unica cosa concessa è quella di decidere con chi spartire la gabbia.

(Giorgio Faletti)

Liam si svegliò appoggiato alla finestra su cui si era addormentato la notte precedente, un rivolo di bava gli scendeva lungo il mento, e aveva sporcato il legno liscio della finestra.

Con un gesto veloce della mano si pulì il viso, poi cercò di aprire gli occhi ancora assonnati.
Meburn era tornata a essere la piccola cittadina rumorosa del solito.
Un gruppo di ragazze cantava e ballava, accompagnato dalla musica di un giovane ragazzo che suonava il tamburello in un angolo, mentre i passanti lasciavano qualche denaro come ricompensa.

Liam scese in fretta le scale che portavano al salotto, dove sapeva che avrebbe trovato i suoi nonni.
Quella mattina, infatti, tutto procedeva nella stessa maniera degli altri giorni.
Sua nonna era in cucina, intenta a lavare i piatti nel lavello.
I capelli grigi erano arrotolati in un codino, non coperti dal suo classico velo nero.
Il nonno era seduto su una sedia del tavolo con il giornale del giorno tra le mani.
Un occhio meno attento avrebbe sicuramente pensato che fosse una statua, ma Liam era abituato a quella scena, e sapeva che suo nonno era talmente concentrato quando leggeva il giornale che, se fosse entrato uno di quei mostri che vedeva spesso nei suoi sogni, non si sarebbe accorto di nulla.

Sul tavolo era posizionata una ciotola di latte riempita con dei cereali, la solita colazione di Liam.

I piatti vuoti vicini a quello di Liam indicavano che i due anziani avevano già consumato il loro pasto, come al solito.

Erano passati anni da quando non facevano colazione tutti insieme, questo era dovuto probabilmente all'orario in cui si svegliava Liam, ma il ragazzo sentiva come se qualcosa lo dividesse dai due parenti.
Viveva con loro da quindici anni, ma cominciava a sentirsi escluso dal resto del mondo.
Tutti in paese dicevano che era un giovane brillante, che avrebbe sicuramente avuto un futuro eccellente, ma Liam pensava che queste voci fossero tutte idiozie.
Non poteva andarsene e lasciare i due nonni soli, soprattutto visto che la vecchiaia portava con sé molti problemi.

Insomma, non aveva futuro, e nemmeno presente, visto che era comunque già confinato dentro quella casa.
Certo, aveva degli amici, e in città era ben voluto da tutti, ma desiderava con tutto se stesso di poter partire, lontano dalla piccola Meburn, per esplorare terre lontane e sconosciute.

Immaginava, un giorno, di tornare a casa e raccontare aneddoti di popoli lontani a suo nonno, che sicuramente non poteva leggere in un semplice giornale.
Ma in cuore suo sapeva che questi erano solo sogni, come quelli che lo tormentavano la notte, erano solo frutto della sua immaginazione.
Il suo passato, così come il suo futuro, erano vuoti, privi di qualunque cosa.

«Vuoi fissare quella ciotola di latte per sempre?» chiese una voce dietro di lui.

«Allora sei vivo» rispose Liam.

Il nonno appoggiò il giornale sul tavolo, non prima di averlo ripiegato con estrema delicatezza.

«Sono più vivo di un ragazzino, perfino di te giovanotto» esclamò suo nonno con un sorrisetto beffardo sulle labbra «a differenza tua, io ero sempre in giro, sempre in cerca di nuove avventure».

«Probabilmente non vendevano i giornali ai tuoi tempi.»

«I giornali? Ragazzo mio, quelli c'erano eccome, ma io potevo vedere tutto con i miei occhi, non avevo bisogno di una raccolta di fogli per sapere cosa succedeva là fuori»

Il vecchio aveva un espressione sempre più divertita sul volto segnato dalle numerose cicatrici.

«Tu invece passi le tue giornata in giardino, oppure esci con quel Jonathan.»

«Marcus» lo corresse Liam.

«Sì, quello che è» sbuffò «quello che voglio dire, è che c'è un mondo enorme là fuori, e se vuoi veramente scoprirlo devi solo allungare un piede fuori dalle mura di questa piccola città»

Liam ascoltava in silenzio, non avrebbe mai immaginato che suo nonno potesse fare un discorso del genere, soprattutto davanti a lui.

«Quando io e tua nonna ti abbiamo trovato davanti alla porta di casa» continuò il vecchio, incrociando le gambe «abbiamo dovuto rinunciare al nostro progetto di lasciare Meburn, per crescere te, quindi non azzardarti a parlarmi più con quel tono da presuntuoso»
Il volto del vecchio adesso era serio, le labbra strette, e gli occhi pieni di rimprovero.

La mente di Liam però era concentrata solo su un punto in particolare del discorso.

«Mi avete trovato fuori dalla porta?»
«Sì, cosa c'è di strano?»
«Pensavo che mi aveste prelevato dall'ospedale dopo che mia madre era morta durante il parto»

«Oh, no» rispose il nonno alzando una mano «un uomo anziano ti ha portato qui, e ti ha lasciato tra le braccia di tua nonna»

Liam osservò con la coda dell'occhio la nonna: aveva smesso di lavare i piatti, e ora seguiva immobile la discussione, scuotendo la testa in direzione del nonno.

«Nel mio sogno un uomo anziano mi prendeva in braccio dopo la morte della mamma» disse il ragazzo fissando i due anziani con uno sguardo carico di sfida.

Questa volta fu la nonna a prendere parola: «Vedi, probabilmente il tuo sogno distorce la realtà in un mondo magico.
La luce che vedi quando il vecchio ti prende un braccio, rappresenta l'uscita da corpo di tua madre, quando hai visto la luce del sole per la prima volta.
Nulla di quel sogno è accaduto come tu credi».

Il ragazzo abbassò gli occhi abbattuto, la speranza che si era costruito era crollata immediatamente.
Per l'ennesima volta, quegli incubi erano giustificati.

Il nonno riprese il giornale tra le mani e lo sfogliò velocemente: «Cara, hai saputo che un ricco straniero ha appena comprato i territori nella parte est di Meburn? Adesso riprenderanno gli scavi per trovare i minerali».

«Dopo tutti gli uomini che sono morti nell'incidente quindici anni fa, solo uno sciocco riaprirebbe gli scavi» rispose la nonna, con una voce turbata.

«Sono gli stessi scavi in cui morì mio padre?» chiese Liam
«Sì, proprio quelli» spiegò il nonno «una frana schiacciò tutti i minatori, compreso tuo padre».

«Si possono visitare?»

«Certo che sì, anche se troverai ben poco».

«Dove si trovano?»
«Nella zona a est di Meburn, te l'ho già detto» sbuffò «però è molto distante da qui».

Liam si alzò di scatto dalla sedia, spostando la ciotola di latte ormai freddo.

«Dove stai andando con così tanta fretta?» chiese il nonno, alzando la testa dal giornale e inarcando un sopracciglio.

«Vado a visitare gli scavi» rispose Liam, salendo velocemente le scale che portavano alla sua camera.

ANGOLO ME
Ciao lettori!
Come vi sembra questo nuovo capitolo? A me personalmente piace abbastanza, perché pone molte incognite.

Secondo voi cosa troverà Liam?

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