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Capitolo 1

Soleil

Attraverso i corridoi silenziosi, avvolta nella mia camicia da notte rigorosamente rossa, ansimando. Non c'è anima viva. Nemmeno una guardia. Giro l'angolo ed esco dal castello. Inspiro l'aria fresca e inizio a correre. Passo dopo passo, mi allontano sempre di più dalla reggia, dai miei genitori, da quella prigione che ho dovuto sopportare per venti lunghissimi e faticosissimi anni. Sento il vento che scorre nei miei capelli. Mi sento euforica. Ho sempre pensato che la libertà fosse un sentimento, non un modo di essere. Adesso mi sento più libera che mai. Poi mi fermo bruscamente. C'è un fiume. Per le creature del fuoco, bagnarsi sarebbe come un suicidio. Non posso attraversare questo fiume. Nessuna forma d'acqua mi può toccare, o morirei, si spegnerebbe il fuoco dentro di me. Il mio cuore smetterebbe di battere. 

Mi inginocchio e mi sporgo per vedere il mio riflesso. Il mio sguardo scatta sulla superfice del fiume e... Non vedo il mio riflesso. Non ci sono i miei capelli rossi. Non c'è il mio viso lentigginoso. Al loro posto c'è il muso dorato di un cavallo, la criniera è fatta di fuoco. Mi perdo ad osservare tutti i suoi dettagli. Poi si muove. Ed è una sensazione bruttissima. Come se una parte di me si fosse staccata dal mio corpo. Il cavallo fa ancora un passo. E immerge lo zoccolo del fiume. Trattengo il respiro, aspettando il momento in cui il mio cuore smetta di battere. Non accade. Ormai il cavallo è completamente bagnato. Poi lo sento. Un ululato. Se il cavallo è l'animale del regno del fuoco, il lupo è l'animale del regno dell'aria. Questo significa che c'è una creatura dell'aria qui nella foresta. Possibile che mi sia spinta così lontana da andare in un altro regno? C'è un altro ululato. Questa volta è più vicino, il suono è più nitido. Il lupo si sta avvicinando. Il cervello mi dice di fuggire, di tornare al castello e andare a dormire. Ma il cuore mi dice che lo spirito non è cattivo. Mi dice di andare incontro all'ululato. Sono bloccata. Non so cosa fare. Dentro di me due forze della stessa grandezza stanno lottando tra di loro. E io sono soltanto il campo di battaglia. Proprio quando sento di star per esplodere... 

Mi sveglio. Apro gli occhi e mi alzo dal materasso morbido. Questa è almeno la quinta volta che faccio questo sogno. E come tutte le volte, mi sveglio prima di raggiungere il lupo. Non ho idea di che cosa significhi, ma credo sia qualcosa di importante. Qualcosa che sta per accadere. Devo decifrare questo sogno il prima possibile. 

Indosso un vestito rosso molto semplice, con qualche decorazione dorata, mi trucco e vado nella sala del trono. Oggi viene Flareon, il mio promesso sposo. Non ci vado molto d'accordo, ma non posso rifiutarmi. Non posso voltare le spalle al mio popolo. O governo con quella vipera oppure scappo e gli lascio il mio regno tra le mani, il che è ancora peggio. Devo soltanto sopportare.

<<Buongiorno principessa Soleil>> mi saluta Flareon, facendo un sorriso malvagio. 

<<Buongiorno, Flareon>> lo saluto a mia volta, con fredda gentilezza. Faccio cenno alle guardie di andarsene. Non che lo volessi davvero, ma i miei genitori mi hanno obbligato a passare un po' di tempo intimo con Flareon. 

<<Vuoi passare un po' di tempo da soli?>> Calca l'ultima parola, come se volessi veramente trascorrere anche solo un istante con lui. Alzo gli occhi al cielo.

<<No, ma devo farlo, sai, devo sposarti>> dico, facendolo divertire ancora di più. Si avvicina ed io non indietreggio. Lo guardo negli occhi. Ormai siamo così vicini che posso sentire il suo respiro. Trattengo il fiato.

<<Fai bene a sposarmi, guadagni un bellissimo marito e dei bellissimi figli, se prendono da me, sennò, beh, saranno brutti come te>> Ridacchia. Sento la furia montare dentro di me. Come osa ins-

<<Hai la faccia di una che mi sta insultando in tutte le lingue del mondo>> Sussurra, passando la lingua sulle labbra, forse credendo di risultare più attraente. Beh, per me resta sempre un orribile e disgustoso verme. 

<<Ops, mi dispiace che non sappia trattenere le mie espressioni facciali>> dico, con un tono dispiaciuto. Poi gli rido in faccia. L'espressione di Flareon è un misto tra soddisfazione e incredulità. Poi sussurra una cosa che blocca la mia risata:

<<Questa si che è mia moglie>> Fa un sorrisetto, mentre calca la parola 'moglie'. Il secondo dopo sento la porta sbattere. Per fortuna me ne sono andata da quella maledetta sala.

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