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Capitolo 26

È ancora pomeriggio quando Lucas e Daniel sono sul punto di lasciare il paddock, sono rimasti con la loro scuderia per discutere di alcuni dettagli e subito dopo la riunione gli ingegneri e i meccanici li hanno lasciati da soli a recuperare le loro cose, così sono rimaste le uniche due anime presenti in tutta la pit lane. Escono dal loro box e percorrono il tratto di strada che li separa dall’uscita del paddock fianco a fianco, con le loro cose in due borsoni che tengono in mano. Daniel si ferma per un momento, osservando il brasiliano che continua la sua camminata verso i tornelli d’uscita, lo guarda allontanarsi con fare sicuro, e non riesce a capacitarsi del fatto che ci sia lui a capo, insieme ai commissari, di questa follia, e che probabilmente è riuscito a comprarsi l’immunità in qualche modo. Il brasiliano si accorge in ritardo che il suo compagno di squadra non è più accanto a lui, si volta e lo vede fermo a qualche metro da lui, come incantato. Lucas torna indietro e si ferma a mezzo metro da lui, entrambi lasciano cadere il borsone a terra, Daniel lo guarda negli occhi, mi terrai vivo, lo so… ma stanotte ho bisogno di amarti, non delle informazioni che sai, pensa, incapace di distogliere gli occhi da quelli nocciola del brasiliano. Lucas si avvicina a lui, lo sovrasta appena con la sua figura, le loro labbra sono vicine, e i loro respiri si mescolano. Sei la persona più spregevole sulla faccia della Terra… eppure non ti resisto… le labbra di Daniel cercano delicatamente quelle di Lucas, ed entrambi si lasciano andare a un bacio pieno di passione. Il brasiliano circonda con un braccio la vita del tedesco e lo avvicina di più a sé, c’è qualcosa di diverso in lui e anche Daniel lo sente, dal modo in cui lui lo stringe, lo sa che sta baciando il Lucas di cui si era innamorato molto tempo fa, che non è mai andato via, che era solo stato sostituito da un’altra versione di lui. Daniel si allontana appena, prima che Lucas lo prenda per mano e lo conduca fuori dal paddock, non prima che entrambi abbiano recuperato i loro borsoni.

Daniel è un po’ nervoso, mentre scende nella hall dell’albergo e pensa all’invito a cena di Lucas, un invito vero cazzo, e un po’ inizia a ricredersi sul brasiliano. Se cambiasse davvero potrebbe aiutarci a fermare i giochi… Daniel sospira, sa che in fondo il brasiliano non cambierà mai, e che probabilmente sta solo assecondando un po’ il tedesco per tenerlo ancora buono dalla sua parte. Ancora solo qualche sacrificio per il bene di tutti… ma non stanotte, stanotte sarai mio e basta. Daniel entra nel ristorante, sparsi per la sala ci sono i suoi colleghi seduti a un grande tavolo, ad eccezione di Sam che non c’è, forse per non destare sospetti nel brasiliano, e anche parecchi meccanici e ingegneri delle poche scuderie che ancora sono rimaste in gara. Seduto a un tavolo appartato, Lucas aspetta il tedesco, che quando lo vede gli sorride e si sistema con una mano il ciuffo, nonostante sia già perfettamente pettinato così, si siede di fronte al brasiliano e in poco sembra che nessuno dei due voglia più pensare agli Electric Hunger Games, chiacchierano spensieratamente esattamente come mesi fa, quando ancora tutto questo era solo un progetto di cui nessuno o quasi sapeva nulla, tantomeno Lucas stesso. Daniel è contento di riuscire finalmente a essere spensierato con lui, Lucas gli offre del vino ma lui non ne beve molto, deve comunque tenere ben salda la sua copertura. Il brasiliano sembra sempre più confidente con il tedesco, e a fine serata lo accompagna fino alla porta della sua camera.

“Sei stato davvero gentile ad invitarmi a cena Lucas.” il tedesco sorride, prima che il brasiliano si avvicini a lui e lo blocchi contro il muro, con le braccia a ingabbiarlo per non farlo scappare, e le labbra a centimetri dalle sue.

“E intendi farmi entrare oppure no?” Daniel non resiste alla voce suadente di Lucas, in fondo, avere il brasiliano nel suo letto rientrava nei piani per la serata del tedesco.

“Potrei mai dirti di no?” sussurra Daniel, strisciando la tessera magnetica contro il lettore per aprire la porta senza nemmeno guardare, tirandosi dietro il brasiliano, e chiudendo a chiave la porta della camera una volta che entrambi sono dentro. Daniel si allontana per chiudere le tende e accende solo l’abat-jour su uno dei due comodini accanto al letto matrimoniale che riempie quasi totalmente la camera del tedesco. Lucas non fa caso al disordine tipico del suo compagno di squadra, si avvicina a lui e gli sfiora piano il collo con le dita, il primo bottone della camicia già aperto, lui che trema appena sotto le sue dita che lo sfiorano piano.

“Ogni tanto bisogna trattare bene anche i propri compagni di squadra, giusto Daniel?” mentre pronuncia questa frase, Lucas si avvicina con le labbra al collo del tedesco, e sostituisce le sue dita, sfiorandolo con le labbra, le sue mani lo prendono per la vita, lo avvicina a sé, facendo scontrare i loro bacini, la reazione di Daniel è quasi immediata, non riesce a trattenersi, Lucas lo manda in estasi senza tante cerimonie. Le mani di Daniel si spostano sulla vita di Lucas, attorno al suo corpo e sulla sua schiena, va a cercare il bordo dei suoi pantaloni e infila lentamente le dita al di sotto di essi e della stoffa dei boxer, sfiorando la pelle nuda del brasiliano, che in compenso traccia con la punta della lingua una leggera scia sul collo del tedesco, prima di baciarlo con ardore.

“Spogliami Lucas…” mormora Daniel, quando il brasiliano gli lascia un istante d’aria. Non passa che un attimo, prima che il brasiliano lo prenda in parola e inizi a sbottonargli la camicia senza un minimo di riguardo. Le mani di Daniel slacciano per prima la cintura di Lucas, per poi tirargli giù la zip dei pantaloni neri, ma il tedesco viene bloccato dal brasiliano che lo libera con poca grazia della camicia, senza smettere di baciarlo. Lucas costringe Daniel a indietreggiare verso il letto, prima di staccarsi dalle sue labbra e scendere a inginocchiarsi all’altezza del bacino del più piccolo, gli slaccia la cintura e la toglie insieme ai pantaloni, lasciandolo solo con i boxer addosso. Lucas alza lo sguardo su Daniel, incontrando i suoi occhi, le dita di Daniel si infilano tra i capelli del brasiliano, che senza smettere di guardarlo negli occhi gli abbassa i boxer lentamente. Le labbra di Lucas si posano sul basso ventre di Daniel, lasciando una scia di baci verso il basso, che fa gemere di piacere il tedesco. Con le mani sulla schiena di Daniel il brasiliano si lascia andare e presto la stanza si riempie dei gemiti del tedesco, che fatica a controllare le sue reazioni, le sue unghie graffiano la spalla di Lucas e presto il tedesco cede alla passione, una scarica di adrenalina gli percorre la schiena e di riflesso geme. “Lucas…” il brasiliano si alza piano, leccandosi le labbra, si avvicina al tedesco, che sente l’odore pungente delle labbra sporche di Lucas.

“Sei così dolce, eppure c’è quel non so che…” la frase di Lucas muore sulle labbra di Daniel quando il brasiliano lo bacia, e lo fa indietreggiare fino sopra il letto, il tedesco stringe tra le dita il colletto della camicia del brasiliano e lo tira a sé, baciandolo e togliendogliela. Lucas non aspetta che Daniel gli tolga i vestiti, si spoglia da solo di tutti i suoi indumenti, boxer compresi. Nella testa di Lucas c’è ancora una battaglia a cui il brasiliano può solo assistere inerme: una parte di lui vorrebbe riuscire ad allontanarsi da Daniel, gli urla che è sbagliato lasciarsi andare e che anche il tedesco, come gli altri, sarà presto solo una vittima della loro situazione; l’altra parte combatte per lasciarsi andare, nonostante il brasiliano continui a negarlo, non potrebbe mai fare a meno di Daniel. Lucas decide di lasciare libero l’istinto, e mentre con una mano accarezza lentamente il fianco del tedesco, entra in lui piano, per paura di fargli del male. Le sue spinte sono delicate, al contrario della prima volta che lo aveva posseduto in casa sua in Germania, ormai non riesce più a negare l’evidenza, dentro di lui è nato un sentimento che non riesce più a reprimere. Si allontana da Daniel, guardandolo negli occhi senza smettere di farlo suo. Il tedesco posa una mano sul suo viso, sente che Lucas è cambiato dalla prima volta, vorrebbe dirgli quello che prova, ma non gli esce nemmeno una sillaba dalle labbra che pur rimangono schiuse per colpa delle spinte del brasiliano. 

“Sei bellissimo…” sussurra Daniel, prima che gli occhi di Lucas si chiudano e lui rimanga completamente alla mercé dei suoi sentimenti, che gli fanno raggiungere l’orgasmo poco dopo. Il brasiliano geme piano, e le sue labbra scendono a baciare il collo di Daniel, che lo tiene vicino al suo corpo e geme anche lui, tremando sotto il corpo del più grande. Lucas lascia il corpo di Daniel, e appoggia la fronte contro la sua, chiudendo gli occhi, cerca di regolarizzare il suo respiro.

“Ti amo Daniel.” il sussurro di Lucas esce senza preavviso dalle sue labbra, il cuore del tedesco perde un battito, vorrebbe rispondergli, ma subito dopo nasce in lui la consapevolezza che quello sopra di lui non è l’uomo buono che aveva conosciuto anni fa, e di cui si è innamorato, si è trasformato in un mostro. Quella sporadica dimostrazione d’amore lascia il tedesco con un nodo in gola e presto gli occhi gli si riempiono di lacrime al pensiero che avrebbe potuto avere tutto questo in una vita normale con il brasiliano, se non fossero mai stati inventati i giochi, se Lucas non fosse stato uno degli artefici di questa follia. Ma Daniel rimane in silenzio e lascia che le lacrime gli righino il viso mentre con le labbra cerca piano quelle di Lucas, e finge di non sapere nulla di lui, per un attimo anche di non far parte del gruppo di André, finge di non essere a letto con il nemico, per conservare dentro di sé quello sprazzo di felicità e vita normale che ha sfiorato, anche se solo per pochissimo tempo, stanotte insieme a Lucas.


È tempo per i piloti di affrontare la realtà. Oggi uno di loro morirà. Sono rimasti solo Jean, André, Sam, Robin, Daniel, Sebastien, Mitch e ovviamente il fattore Lucas. Fattore che farà di tutto pur di non far morire Daniel e Sam, che ancora li reputa dalla sua parte, quando in realtà è solo con sé stesso, nonostante il riavvicinamento del suo compagno di squadra. André vorrebbe non farsi prendere dallo sconforto, ma non riesce a farne a meno. Prima che tutti arrivassero al circuito si è presentato dai commissari per rifiutare la loro proposta e non ha ancora dimenticato quel ghigno soddisfatto sui loro volti. Si tormenta le mani seduto in macchina mentre aspetta il via delle qualifiche, Jean è accovacciato accanto alla macchina del tedesco con il casco già in testa, in modo da non lasciare che gli altri vedano quello che si stanno dicendo.

“Pensavo che a questo punto della competizione avremmo già avuto tutto il necessario per le mani in modo da fermare questa follia.” il tedesco sospira, il francese vede molto bene il suo petto che si alza e si abbassa, appoggia per quel che può il mento sulle sue braccia che stanno sulla monoposto del tedesco, sospira a sua volta.

“Tutto quello che era possibile fare fino ad oggi lo abbiamo fatto, lo sai meglio di me.” André si volta a guardare suo marito, e quel barlume di tristezza che ormai il francese ha imparato a riconoscere alla perfezione attraversa gli occhi blu del tedesco, chiudendo lo stomaco al francese, che farebbe di tutto pur di non vederlo soffrire.

“Dobbiamo tornare in quell archivio al più presto, deve esserci un modo per aprire quella cassaforte. Oggi uno di noi morirà e non possiamo impedirlo.”

“Ci torneremo André, il tempo di arrivare a Parigi.” il tedesco distoglie lo sguardo dal francese e si infila i guanti. Il francese si alza e da’ una leggera spinta affettuosa al casco di André, andrà tutto bene.

Il francese taglia per primo il traguardo, con André e Lucas al seguito. Daniel invece è vittima dello stesso destino di Antonio a Marrakech, ma nessuno riesce a capirne il motivo: il tedesco taglia la linea del traguardo con una lentezza che nessuno si aspettava prima dell’ultima curva, e dalla quarta posizione precipita in ultima, salvando Mitch da morte certa. Lucas probabilmente vorrebbe spaccare qualcosa, non riesce davvero a capacitarsi del fatto che gli abbiano portato via Daniel ora che era finalmente riuscito ad accettarlo nella sua vita e a non trattarlo più come una pedina dei suoi giochi. Continua a chiedersi chi li abbia visti insieme, perché di certo è quello il movente del suo calo di potenza, chi dei commissari che reputava dalla sua parte gli abbia fatto un torto così grande. Jean viene accompagnato nel retro palco dove ad attenderlo ci sono due scelte: una fialetta di veleno e un arco con una faretra. Il francese non vorrebbe uccidere il tedesco, è parte del suo gruppo, con loro ha passato forse le fasi più delicate di questa competizione, ha portato informazioni preziose alla squadra, eppure Jean sa che dovrà compiere un gesto orribile, contro la sua volontà. Non che abbia mai voluto davvero uccidere qualcuno. La mente di Jean vacilla, la tentazione di trovare il modo di sottrarsi a questo è forte, ma i due uomini con i volti coperti dai caschi neri che presidiano l’uscita sul palco non promettono di lasciargli via di scampo se mai lui dovesse provare a scappare. Dall’altra parte delle tende sente la voce di Daniel, disperata mentre dice qualcosa che il francese non riesce a comprendere, coglie solo il nome di Lucas, capisce che il tedesco sta piangendo, e pensa che non avrebbe la forza di fargli del male avvicinandosi. Jean prende l’arco e sfila delicatamente una freccia dalla faretra, si rigira il sottile stelo di metallo tra le dita, sarà lontano da Daniel ma abbastanza vicino da permettergli una morte veloce e indolore. I due anonimi uomini lo invitano a salire sul palco, e il francese esce sulla struttura di metallo venendo quasi abbagliato dai faretti che lo illuminano. Quando si abitua alla violenta illuminazione si accorge che ormai su Jakarta sta calando la notte, vede tra il pubblico il resto della sua squadra che mormora tra di loro qualcosa che lui non riesce a sentire, in disparte, Sam cerca di tenere calmo Lucas, continuando la sua parte da doppiogiochista con il brasiliano. Lui guarda il francese con odio, che a sua volta cerca di evitare il contatto visivo con il brasiliano, spostando il suo sguardo su Daniel. Trova il tedesco tenuto fermo da altri due uomini, con il viso rigato dalle lacrime, i suoi singhiozzi riempiono l’aria della sera.

“Ti prego, per favore, non uccidermi…” è il mormorio disperato del tedesco, che trema visibilmente.

“Daniel…” il francese vorrebbe riuscire a dirgli qualcosa, rassicurarlo che tutto questo è solo un incubo e che presto sarà finito, che il tedesco si sveglierà nella sua casa in Germania, in un mondo senza Electric Hunger Games, un mondo in cui magari avrebbe potuto vivere una vita normale. Ma mentire non è un'opzione da mostrare a Daniel, e il francese lo sa, il tedesco deve morire. Dalla platea, con il favore di un alito di vento che soffia dal pubblico verso il francese, Jean sente chiaramente il sussurro della voce di Robin.

“Katniss…” è l’unica parola che pronuncia l’olandese, e non sembra sentirla nessuno se non Jean, e Daniel che ora guarda verso il pubblico stupito, nonostante le lacrime continuino a non volersi fermare. È l’indizio che fa capire al francese che il suo gesto, la scelta dell'arco e le frecce, in realtà racchiude un simbolo di ribellione, un segnale involontario che tutti i suoi colleghi colgono alla perfezione.

“Jean, ti prego, lo hai sentito.” mormora il tedesco, che cerca gli occhi del francese in una disperata supplica. Jean non può rischiare che Lucas lo senta dire qualcosa di compromettente, con il braccio sinistro teso e l’arco in mano, incocca la sua unica freccia dando le spalle al pubblico e mirando al cuore del tedesco, fa un passo verso di lui prima di fermarsi a gambe divaricate e piedi ben saldi sul palcoscenico. Il tedesco si spaventa per via del gesto repentino del francese, viene lasciato andare dai due uomini, ma tenuto a portata di mano in caso tenti di scappare, si porta le braccia contro il petto, incapace di realizzare che uno dei suoi adesso gli sta puntando un’arma al cuore, pur contro la sua volontà.

“Daniel per favore sposta le braccia.” risponde il francese, con la voce che trema, le braccia tese come la corda del suo arco, pronta a lasciar andare la freccia del francese. Daniel scoppia in un pianto ancora più violento e si copre il viso con le mani, spaventato a morte, ostacolando la vista sul suo petto, sul punto esatto dietro cui si trova il suo cuore. “Daniel sposta le braccia.” ripete di nuovo Jean, ottenendo come risultato solo un grido da parte del tedesco. “Per favore, prima lo fai prima sarà finita, ti prego.” la corda dell’arco del francese si tende ancora di più, pronta a scattare, ma l’altro non vuole saperne. “Dimmi qualcosa…” le parole escono da sole dalle labbra di Jean, e in qualche modo sembrano calmare appena il tedesco, che mostra il suo viso rigato dalle lacrime e i suoi occhi rossi al francese. Daniel si volta verso il pubblico e cerca Lucas con lo sguardo. Sa che in qualche modo non è colpa del brasiliano se lui sta per morire, deve essere sfuggito qualcosa ad entrambi che il tedesco non riuscirà mai a sapere. Abbassa le braccia lungo il corpo, esponendosi al francese.

“Ti amo.” sussurra il tedesco, rivolto a Lucas. Subito dopo il suo sguardo è di nuovo sul francese, e la freccia che aveva incoccato lascia la corda dell’arco e si pianta esattamente nel cuore del tedesco con precisione chirurgica che stupisce anche Jean. Le lacrime non rigano più il viso di Daniel, il tedesco muore in quell’istante guardando il francese negli occhi, la forza della freccia lo sbilancia all’indietro e i due uomini lo prendono al volo prima che cada, il sangue macchia la sua tuta bianca, la sua anima abbandona il suo corpo, una lacrima riga il viso di Lucas, lacrima che nessuno dei presenti vede.

Nell’istante in cui Daniel muore, la fiamma della ribellione si accende dentro tutti i piloti rimasti in gara contro Lucas e i commissari. Hanno aspettato troppo a reagire, e uno di loro è caduto. Non lasceranno che una cosa del genere succeda ancora.

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