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8. Alcol

Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Fabio, Langio, Langello
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Leonardo, Floro, Floreani
Simone De Pisis


GALIENI'S POV

«È inutile, Roffo, stasera non vengo» mi imposi, sedendomi sul letto del mio amico a gambe incrociate, «sicuramente in discoteca lo vedrò con qualcun'altra e la scena di oggi mi è bastata».
«Ti prometto che ci staccheremo, non staremo con loro e tu non vedrai Andrea neanche un secondo, se vorrai» insistette Matteo.
«Non ti preoccupare per me, starò bene» continuai, ignorandolo.
«Okay, allora resto a casa con te» affermò, rimettendo al loro posto i vestiti per la sera e raggiungendomi sul letto.
«Non se ne parla!» protestai.
«Non ti lascio da solo» ribatté.
«E va bene, vengo» mi arresi, sospirando, e Roffo mi saltò addosso, abbracciandomi felice.
Uscii dalla stanza di Matteo, ancora ridendo, e mi ritrovai faccia a faccia con Fada, che mi guardò con aria interrogativa.
«Vado a prepararmi» dissi, evitando il suo sguardo e correndo in camera. Fissai l'armadio per dieci minuti, indeciso su cosa indossare, ed infine optai per una semplice camicia bianca, aderente, ed un paio di pantaloni blu; mi spruzzai così tanto profumo che quasi soffocai, infilai le Converse bianche e mi guardai un'ultima volta allo specchio, sistemandomi i riccioli con un po' di gel, prima di scendere al piano di sotto, dove gli altri erano già tutti pronti.
«Finalmente!» esclamò Leonardo, «ma non era Fada quello vanitoso?».
«Scusate l'attesa, passando troppo tempo con lui, sono stato contagiato» scherzai.
«È per questo che adesso stai molto con Roffo?» chiese Fadani, ridacchiando, anche se nella sua risata lessi un velo di serietà.
«Può darsi» risposi, evasivo, prima di uscire di casa. Il Lisu mi seguì: «Lore» mi chiamò, facendomi fermare e voltare verso di lui.
«È successo qualcosa oggi? Ti vedo strano» disse.
«Adesso non è il momento, dammi un po' di tempo e ti racconterò tutto» promisi, e lui annuì, abbracciandomi.
«Quando vuoi, sai che per te ci sono sempre» mi confortò; sorrisi, poi uscirono gli altri e tutti insieme ci avviammo verso il Tropical Salou, seguendo le indicazioni di Giacomo.
Arrivammo in pochi minuti, erano appena le undici, ma la fila era così lunga che riuscimmo ad entrare solo a mezzanotte inoltrata. Fabio si diresse subito verso il bar ed offrì a tutti un Mojito; brindammo a noi ed alla nostra vacanza, poi ci buttammo in mezzo alla pista, ma avevo davvero poca voglia di ballare, così, molto presto, mi allontanai con Roffo e mi andai a sedere su dei divanetti. La musica era così alta che non potevamo neanche parlare, quindi mi guardai intorno, incuriosito dal locale, finché non vidi Lisandri ballare con una ragazza bionda, a pochi metri da noi; si avvicinavano sempre di più e non passò molto tempo prima che si baciassero, restando avvinghiati per minuti interi; quando, finalmente, si staccarono, vidi Andrea prenderla per mano e portarsela via, nella direzione dell'uscita. Non potevo credere a quello che avevo appena visto, Andrea e Simone si amavano davvero e stavano insieme ormai da due anni, non capivo come avesse potuto tradirlo così; decisi, quindi, di andarlo a cercare per farlo ragionare, ed avvertii Roffino, prima di uscire dalla discoteca. Li cercai dappertutto, intorno al locale, ma non li trovai, sembravano spariti nel nulla, così pensai che l'avesse portata a casa ed andai a controllare, visto che si trattava solo di qualche minuto a piedi. Quando arrivai alla villetta, trovai il cancelletto già aperto, che confermò i miei sospetti; entrai in casa e non vidi nessuno, salendo le scale sentii dei gemiti provenire dalla camera di Andrea e Floro; ormai, quindi, era troppo tardi per fermarlo, così tornai indietro, sconsolato ed amareggiato, verso il locale.
Mostrai il timbro ad uno dei bodyguard, così entrai di nuovo; la gente era ancora più numerosa di prima e la calca era opprimente, andai a cercare Roffino ma non lo trovai dove l'avevo lasciato, quindi mi recai al bancone e mi sedetti su uno sgabello. Ordinai un Long Island e, mentre lo sorseggiavo, Fada apparse al mio fianco e mi trascinò in pista, facendomi versare il drink sulla camicia, che aderì al mio petto ancora di più; l'odore dell'alcol, che emanava Andrea, era molto intenso, sicuramente quell'idiota era già ubriaco ed ora stava ballando ad un centimetro dal mio corpo, incitandomi a fare lo stesso. Cercai di allontanarmi, ma non me lo permise, trascinandomi a sé per un braccio ed iniziando a muoversi su di me; aveva la camicia azzurrina sbottonata sul petto ed un paio di pantaloni beige che gli calzavano a pennello. Adesso che mi trovavo così vicino a lui, riuscivo a distinguere, oltre all'odore dell'alcol, il suo profumo buono, che tanto amavo; lo guardai in viso, aveva le gote rosa, gli occhi luccicanti e le labbra carnose, rosse ed umide; senza neanche rendermene conto, feci aderire il mio corpo al suo, assecondando i suoi movimenti; sentii la testa girare, ma rimasi ancorato al suo sguardo, finché non sentii la sua stretta ferrea su un fianco, la sua mano calda sul collo e le sue labbra poggiarsi prepotenti sulle mie. Ero consapevole che non avrei dovuto permetterglielo, ma la mia forza di volontà era annullata totalmente, ed era come se il mio corpo fosse del tutto scollegato dalla mia mente; non riuscendo a fare altro, schiusi la bocca ed approfondii il bacio, non trovando opposizioni da parte di Andrea. Ci baciammo e ci mordemmo le labbra per un tempo che a me sembrò infinito ma contemporaneamente troppo poco, mentre nessuno dei due riusciva a staccarsi dall'altro e le nostre mani correvano per i nostri corpi, in un tocco che, almeno io, ambivo da fin troppo tempo. Quando ci separammo ci guardammo negli occhi, senza fiato; presi un bel respiro e, rimettendo in moto il cervello, realizzai tutto ciò che era appena successo e, sentendomi svenire, corsi via, fuori dal locale.
Scoppiai a piangere, appoggiandomi ad una parete per non cadere.
Che cosa avevo fatto?
Che cosa aveva fatto Fada?
Da quel momento le cose non sarebbero mai più state le stesse, non avrei più neanche potuto guardarlo, avevamo rovinato ogni cosa e dei nostri venti anni di amicizia non sarebbe rimasto più nulla.
Come avrei passato il resto della settimana con lui?
Come avrei passato il resto della vita senza di lui?
Iniziai a camminare, via da quel posto e via da lui, senza una meta precisa, ed ignorai le chiamate di Matteo; volevo starmene da solo, stavolta neanche Roffino avrebbe potuto consolarmi.
Tutto ciò di cui avevo bisogno era tutto ciò che mi faceva soffrire.


NdA

Ciao ragazzi! Non vedevamo l'ora di pubblicare questo capitolo, quindi, come vedete, siamo in anticipo. Speriamo che il capitolo vi piaccia e che non abbiate iniziato ad odiarci, abbiamo voluto regalarvi una "piccola semi-gioia" hahaha.
Un abbraccio a tutti e grazie ancora a chi continua a seguirci.
Sofia e Luna

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