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3. La valigia gialla

Legenda Personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Leonardo, Floro, Floreani
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Fabio, Langio, Langello
Simone De Pisis


FADANI'S POV

Fabio se ne stava in piedi davanti al rullo delle valigie, aspettando la sua ormai da circa venti minuti; se n'erano già andati tutti e, probabilmente, di lì a breve sarebbero arrivati i bagagli di un altro volo, ma il Langio era irremovibile: non voleva credere al fatto che la sua bellissima valigia gialla potesse essere davvero stata smarrita.

«Ma quando arriva?» chiese per l'ennesima volta, girandosi verso di noi, che lo aspettavamo qualche metro più in là, impazienti di lasciare l'aeroporto.

«Fa', dai, andiamo a chiedere al banco informazioni» suggerì GiaLiga, avvicinandosi a Fabio e tirandolo per il braccio; questi sbuffò, ma non oppose più di tanto resistenza, così, finalmente, ci incamminammo verso un uomo dello staff dell'aeroporto, che ci indicò un addetto ai bagagli: purtroppo per Fabio, la sua valigia era perduta.

«Dai, hanno detto che forse, in Italia, riuscirai a recuperarla» cercò di consolarlo Leonardo.

«Sì, e io, nel frattempo, giro, per tutta la settimana, con le uniche mutande che ho?».

«Magari conquisti qualche bella spagnola!» ironizzò il Lisu con una delle sue solite battute squallide, ricevendo come risposta solo un dito medio.

Andammo a comprare i biglietti dell'autobus -per fortuna c'era Giacomo che se la cavava con lo spagnolo, e anche altre lingue, poiché aveva fatto il liceo linguistico- e in circa un'ora ci ritrovammo sotto quella che sarebbe stata la nostra casa per una settimana. Si trattava di una villetta residenziale, tutta rosa, con parecchie finestre e una piscina nel giardino: era bellissima rispetto a quanto avevamo pagato, non avrei potuto aspettarmi di meglio.

«Wow, è stupenda!» affermò, esterrefatto, Lory, con la faccia sorpresa come quella di un bambino davanti a una coppa enorme di gelato; nel vederlo così non riuscii a trattenermi dall'afferrargli la mano per trascinarlo verso la porta d'ingresso, tra le risate del mio migliore amico, che correva insieme a me, cercando di non inciampare nella valigia.

«Ahia!» esclamò Lory, lasciando la mia mano e portandosi la sua al braccio, con un'espressione di dolore sul viso; vidi un mazzo di chiavi ai suoi piedi, poi mi voltai e vidi Roffino a bocca aperta, che cercava di scusarsi, dispiaciuto, dicendo: «Senza quelle non sareste mai entrati».

«Certo, ma, se lo prendevi in testa, non ci entravamo proprio!» sbottai, scontroso e preoccupato per il braccio di Lorenzo.

«Tranquillo Fada, non è niente, mi sono solo spaventato» mi informò Lorenzo, raccogliendo le chiavi e infilandole nella serratura.

Lo ripresi per mano, trascinandolo dentro casa, seguito da tutti i nostri amici; abbandonammo le nostre valigie variopinte nell'atrio e partimmo all'esplorazione di ogni stanza. L'interno era ancora più bello dell'esterno: il primo piano ospitava il cucinino, un bagno e una specie di salottino, con tanto di divano in pelle bianca e un enorme televisore, mentre al secondo piano c'erano tutte le camere da letto e altri due bagni. Mentre gli altri affondavano sul sofà, afferrai la mia valigia e corsi di sopra per cercare di accaparrarmi la stanza migliore; scelsi quella con il letto matrimoniale -ci avrei dormito benissimo con Lory- e il balconcino, così chiamai a gran voce il mio compagno di stanza e lo aspettai rotolandomi sul letto morbido. Sentii il rumore di una mandria di elefanti salire le scale, valigie che sbatacchiavano in ogni dove e grugniti di disapprovazione, così mi sedetti a gambe incrociate sul materasso, pronto a combattere per ciò che mi spettava di diritto. I miei amici fecero irruzione nella camera tutti insieme e mi guardarono malissimo, mentre Lory fece capolino dalla porta per ultimo, osservando la scena divertito e preoccupato.

«Non è giusto!» urlò il Lisu.

«Sei sleale!» continuò Leonardo.

«Potevi almeno lasciare la camera bella al Langio, visto che è senza valigia!» inveì Ligambi.

«Lo dici solo perché sei in camera con lui! E, comunque, chi prima arriva meglio alloggia!» risposi, in mia difesa, «Da qui non mi smuovo».

«Insopportabile come al solito» farfugliò Matteo, lasciando la camera.

«Peggio di un bambino di tre anni» sussurrò Davide, mentre usciva dalla porta.

«Ma se non lo conosci neanche!» mi difese Lorenzo, ridendo; poi, appena tutti furono usciti, entrò nella stanza e poggiò la valigia sul letto.

«Io dormo dal lato della finestra» sentenziò, evitando il mio sguardo.

Pensai che nemmeno lui fosse d'accordo con il mio comportamento, dopotutto Lory metteva sempre gli altri prima di sé stesso, a differenza mia, che a volte sembravo troppo egocentrico, così: «Non dirmi che sei arrabbiato anche tu con me» dissi, tentando di fargli pena.

«Potevamo veramente lasciarla a Fabio, mi dispiace per lui e la sua valigia gialla» mugugnò, triste.

Sporsi il labbro inferiore, in quell'espressione tipica dei bambini che cercano di impietosire qualcuno, così: «Ma adoro il balconcino, quindi forse hai fatto bene» continuò Lory, sorridendo dolcemente: ero riuscito nel mio intento.

«E vai!» esultai, abbracciandolo e scompigliandogli i capelli.

«Dai, ora sistemiamo i vestiti nell'armadio» disse, liberandosi dalle mie braccia e aprendo la valigia.

Sbuffai e feci lo stesso, ritrovandomi di fronte una miriade di vestiti ben piegati: «Non ci staranno mai tutti lì dentro» mi lamentai, «io li lascio qui».

«Non ti preoccupare, ci penso io» affermò, alzando gli occhi al cielo.

«Grazie, mamma» scherzai, e schioccai un bacio nell'aria, per poi scendere dal letto e andare al piano di sotto.

Lì trovai il mio omonimo intento a messaggiare, seduto sul divano; aveva il gomito appoggiato sul bracciolo e la testa rasata posata sulla mano.

«Con chi parli, Lisu?» chiesi, accomodandomi al suo fianco.

«Con Simo» rispose, con la tristezza negli occhi marroni, «mi dispiace che non sia potuto venire».

Il suo ragazzo, come altri due del nostro gruppo -Paolo e il terzo e ultimo Andrea-, non era potuto partire per vari impegni personali; il Lisu e Simo, nonostante stessero insieme da soli due anni, erano molto legati, forse anche troppo, ma non volevo che Andrea si rovinasse la vacanza per l'assenza del suo fidanzato, quindi cercai di sdrammatizzare: «Dai, è solo una settimana, puoi stare senza di lui, non siete mica sposati!».

«Tu parla per te» disse, secco, «tu sei sempre intorno a Lory e non state neanche insieme!».

«Okay, hai ragione, mi arrendo» ridacchiai.

Lasciai perdere il discorso: il Lisu diventava sempre scontroso e irritabile quando qualcuno gli faceva notare o soltanto scherzava sul suo legame eccessivo con Simone, in più, non aveva tutti i torti su me e Lorenzo. Mi distesi e appoggiai la testa sul suo petto, ignorando le sue lamentele: adoravo dargli fastidio.

NdA
Ciao a tutti! Siamo tornate con un nuovo capitolo; come richiesto abbiamo aggiunto una legenda con i nomi dei personaggi che appaiono in ogni capitolo, speriamo possa aiutare, ci rendiamo conto di utilizzare tanti nomi e soprannomi, ma lo facciamo per essere meno ripetitive possibile. Vi ringraziamo per essere arrivati fin qui, speriamo continuiate a seguirci e a farci sapere cosa ne pensate.
Sofia e Luna

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