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28. Mi odio per tutto questo

Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Christian Sacchi


GALIENI'S POV

Quella sera ero stato costretto da Matteo ad uscire col gruppo, visto che sarebbero stati presenti solamente Giacomo e, forse, il Lisu, e Roffo non voleva rischiare di rimanere da solo con Ligambi: le cose, infatti, erano peggiorate, perché GiaLiga aveva lasciato la sua ragazza per motivi a noi ancora misteriosi, e Matteo non riusciva ad affrontare la situazione. Andrea, invece, era alla festa della birra insieme soltanto a Davide, cosa che non mi andava per niente giù; dal suo compleanno, due giorni prima, ci eravamo parlati pochissimo, io tentavo di allontanarlo il più possibile, ma lui insisteva a scrivermi.
Stavamo girando per Marina, quando il Lisu si allontanò da noi per andare a salutare la sua ragazza; nel gruppo delle sue amiche notai un volto familiare, così: «Ragazzi, quella vestita di bianco non vi ricorda qualcuno?» chiesi.
Giacomo si mise gli occhiali, per guardarla meglio: «Sì, forse assomiglia a qualcuno» disse, pensieroso.
«Lory...» rispose Matteo, che, con quel tono, confermò i miei dubbi.
Non ci pensai due volte e mi avvicinai al gruppo, presentandomi: «Piacere, Lorenzo».
Andrea mi guardò, stranito, poi, quando la ragazza in questione disse il suo nome, ogni mia incertezza sparì: era Rebecca, la tipa che Fadani aveva baciato al PortAventura.
«Ragazzi, è meglio che io vada a casa» sentenziai, scambiandomi uno sguardo d'intesa con Roffo, «domani devo studiare».
Li salutai ed andai verso la macchina, poi mi diressi alla festa della birra, da quel traditore del mio ragazzo; una volta parcheggiato, lo cercai tra la folla, non era né tra gli stand né ai tavolini, quindi proseguii verso il Luna Park lì vicino. Mentre camminavo, lo ritrovai un po' in disparte, con Davide, nei parcheggi tra la festa e le giostre: Sandella era appoggiato alla sua macchina e stringeva Andrea così forte che la sua canottiera si era stropicciata ed alzata sulla vita, lasciando intravedere la sua pelle nuda; il viso di Davide era nascosto tra i riccioli di Fada, che, invece, aveva il suo appoggiato nell'incavo del collo del suo amico; anche Andrea lo abbracciava stretto, accarezzandogli la nuca con estrema dolcezza. A quel punto mi immaginavo che lo stesse baciando, così camminai a passo svelto ed arrabbiato verso di loro e strattonai via Fadani: «Traditore di merda!» urlai.
Mi guardò, spaesato, così continuai: «Dimmelo se te li stai facendo entrambi, così la chiudiamo subito» ed iniziai a spintonarlo ripetutamente.
«Ma di che stai parlando?» chiese Andrea, confuso, mentre Davide mi tratteneva per il busto.
«Di Rebecca e questo qua» sbottai, dimenandomi per liberarmi dalla sua stretta.
«Chi cazzo è Rebecca?» domandò Fadani, alzando il tono della voce.
«Come se non lo sapessi!» grugnii.
«Cazzo stai dicendo?» insisté.
«La tizia che ti sei limonato a Salou!».
«Cosa c'entra adesso? Non stavamo neanche insieme, io e te!» ribatté, sconcertato.
«Ora sì, ma non t'importa lo stesso!» risposi, sempre più arrabbiato.
«Lorenzo, davvero non ti capisco, calmati e spiegami», affermò, riprendendo la calma, «Dave, lascialo».
Sandella mollò la presa sul mio corpo: «Vi lascio soli» disse, poi, salendo in macchina.
«Cosa c'è da spiegare? Non riesco più a fidarmi di te, per nessuna cosa» gridai, mentre le lacrime mi rigavano il viso, «dici tanto di Andrea e poi sei come lui!».
«Non provare mai più a paragonarmi a quel pezzo di merda!».
«Te sei anche peggio! Andrea se n'è pentito subito, tu, a quanto pare, no!» esclamai.
«Io non ho fatto niente!» si alterò.
«Tanto non ti credo» sbottai, «è meglio finirla qui».
«Non capisci, vero? Ho scelto te, in mezzo a tutti gli altri, ho sempre scelto te, cazzo!» urlò.
«Smettila di mentire, hai rovinato tutto ed è solo colpa tua!» ribattei, disperato.
«Mi incolpi, come se tu non avessi fatto nulla di sbagliato!» commentò, visibilmente arrabbiato, «Sei pazzo! La tua mente è malata, non puoi credere a tutto ciò che ti dice!».
«Non sono pazzo, sono ferito, c'è differenza! Sapevi che sono fatto così già da prima che ti mettessi con me» gli ricordai.
Ero consapevole che stessi esagerando, ma non riuscivo proprio a non farlo, e non potevo credere che Andrea me lo stesse rinfacciando, conosceva ogni mia debolezza e la stava usando contro di me, di nuovo; come avrei potuto stare con una persona del genere?
«Non credi sia il momento di cambiare? Sei vittima delle tue stesse insicurezze, ti ho sopportato per vent'anni, Lorenzo, e non ce la faccio più! Sai che ti amo, ma non puoi starmi così addosso, ho il diritto di vivere la mia vita, ma questo non significa che io possa tradirti! E poi, solo perché tua madre è morta così, non vuol dire che debba succedere anche a me! Ho venti anni, è molto probabile che mi ubriachi e che guidi ubriaco e che faccia cazzate, ma se non le faccio ora, quando le devo fare? Dovresti imparare a divertirti un po' anche te, impara a crescere, non rimanere bloccato su tutto quello che ti è successo, vivi e supera tutto, cazzo!» sbraitò, senza prendere fiato.
Dal modo in cui parlava, sembrava che volesse dirmi quelle cose da una vita; io ci provavo, ci avevo sempre provato e lui lo sapeva. Non potevo biasimarlo se non riusciva più a sopportarmi, ero troppo difficile da gestire, ma avevo sperato che almeno lui mi potesse capire ed aiutare, però, evidentemente, avevo sempre sbagliato.
«Se non capisci tutto questo, forse hai ragione, è meglio che ci lasciamo» continuò.
«Allora è finita, divertiti, vivi e non cercarmi più» dissi, arreso ed amareggiato, «volevo solo che tu mi amassi, non che mi distruggessi» e mi allontanai a passo svelto da lui, per sempre.
Mi appoggiai ad un albero e mi lasciai cadere a terra, in un pianto disperato, portando le ginocchia al petto ed appoggiandovi la fronte; stavo ancora singhiozzando, quando sentii qualcuno sedersi accanto a me ed appoggiarsi con la sua spalla contro la mia, così alzai il viso ed incontrai, a sorpresa, quello preoccupato di Christian, il mio ex ragazzo.
«Cosa è successo, Lory?» chiese, accarezzandomi la testa, «Se posso saperlo».
Gli spiegai tutto, mentre ancora piangevo, e lui ascoltò ogni mia parola, continuando a muovere le sue dita piano e delicatamente tra i miei capelli ed asciugandomi, ogni tanto, le lacrime.
Finito il mio racconto, Christian si alzò, prendendo le mie mani e tirandomi su: «Vieni, ti offro qualcosa» propose.
«Grazie» sorrisi.
«Io non avrei mai fatto niente di tutto quello, comunque» confessò, attirandomi a sé da un fianco.
«Lo so» sussurrai, appoggiandomi a lui, «mi potevo fidare di te, non mi avresti mai fatto del male».
Vidi le sue labbra piegarsi all'insù, poi sentii la sua mano premere sulla mia nuca, così assecondai la sua spinta e mi avvicinai a lui, posando la mia bocca sulla sua; stavo per staccarmi, quando Christian mi accompagnò col suo corpo verso l'albero, facendovi aderire la mia schiena, per poi passare la sua lingua sulle mie labbra per intensificare il bacio. Mi abbandonai a quelle sensazioni piacevoli e familiari, non mi ero mai reso conto di quanto tutto quello mi fosse mancato e di quanto io, in quel momento, ne avessi bisogno. Ad un certo punto spostò la sua mano dal mio fianco fino al mio fondo schiena, stringendo e tirandomi, ancora di più, verso di sé, mentre io mi aggrappavo ai suoi riccioli.
«Sei solo un doppiogiochista!» sentii urlare a pochi metri da noi.
Christian si allontanò leggermente, così mi accorsi della presenza di Andrea davanti a noi, che ci guardava sdegnato.
«Non è come sembra, Andrea» tentò di difendermi Chri.
«Te stai zitto» inveì il diretto interessato.
«Andrea...» iniziai, ma lui mi interruppe: «Non voglio sentire nessuna scusa del cazzo, adesso ascoltami tu e lascia che ti rinfreschi la memoria: sono stato io ad ascoltare i tuoi problemi, sono stato io che ho assecondato le tue cazzate, sono stato io a tenere davvero a te, sono stato io a starti dietro, anche quando tutti mi dicevano di andarmene, sono stato io a lottare per te, sono stato io ad amarti, anche quando mi hai dato tutte le ragioni per non farlo, e, infine, sono stato io ad essere lì per te, quando nessun altro c'era» sbottò, cominciando a piangere, «e adesso stai mettendo su un teatrino per lasciarmi e tornare con questo qua, tentando di tenere la tua coscienza pulita, avresti fatto più bella figura a dirmelo subito, ma tanto non le tirerai mai fuori le palle, io mi arrendo».
Sentii il mio cuore accelerare notevolmente ed iniziai ad avere difficoltà a respirare, volevo controbattere, ma non riuscivo ad emettere un filo di voce; un forte calore mi avvolse e cominciai a sudare freddo, mentre i brividi percorrevano il mio corpo, così mi appoggiai all'albero, cadendo a terra e tentando, invano, di regolarizzare il respiro. Christian si accucciò di fianco a me ed io mi sorressi a lui, poi: «So che è difficile, ma sono qui per te, respira insieme a me, andrà tutto bene» affermò, sicuro.
«Andrea, basta, calmati, non vedi che sta male?» si intromise Davide.
«Comunque mi mancherà il vecchio te, quello con cui ho passato tutta la vita, non riesco più a riconoscere il Lorenzo che amavo» continuò Andrea, ignorando il suo amico, «e smettila di fingere, non ti crede nessuno; non ti cercherò più, e, se mi vedrai da qualche parte, non sarò lì per te, addio».
Andrea si allontanò da noi, mentre Sandella ci guardava, indeciso se avvicinarsi o meno, quindi: «Vai pure, ci penso io a Lory» lo informò Christian, tentando di farmi alzare.
«Mi dispiace, Fada è un coglione» asserì Davide, prima di andarsene.
Christian aspettò che l'attacco di panico cessasse, poi mi trascinò nella sua auto: «Non c'è problema se stasera stai da me, non ti lascio da solo» affermò, uscendo dal parcheggio, «domattina ti accompagno a prendere la macchina».
Rimasi in silenzio per l'intero viaggio, ripensando a tutto ciò che era successo, mentre le lacrime continuavano a scendermi lungo le guance; avevo sempre avuto paura che qualcuno portasse così tanta felicità nella mia vita, perché in ogni momento avrebbe potuto andarsene e portarsela con lui, e quel momento, alla fine, era arrivato.
Quando giungemmo a casa, Christian mi prestò una sua maglietta per dormire, troppo grande per me, e mi fece sistemare nel suo letto, mentre lui passò la notte sul divano. Mi svegliai più volte e feci diversi incubi, finché non arrivò mattina; controllai il telefono e vi trovai un messaggio di Dave della sera prima, che chiedeva se stessi bene, così lo ringraziai e lo rassicurai il minimo indispensabile, poi mi rivestii ed andai ad avvisare Christian che ero pronto per partire. Qualche minuto dopo eravamo già in macchina, diretti al parcheggio del Cecina Fiere, il posto che ospitava la festa della birra.
«Scusami per ieri sera, ho esagerato» affermò Christian, ad un tratto.
«Scusami tu, e grazie di tutto» lo rassicurai, sorridendogli.
«Però non vorrei che tu fraintendessi, ti voglio bene e lo sai, ma abbiamo già appurato che tra noi non funziona».
«Non devi giustificarti, nonostante tutto, io amo ancora Andrea» risposi, «infatti sono sollevato che ci abbia fermati, so che saremmo andati oltre e so che poi me ne sarei pentito».
«Tranquillo, Lory» disse semplicemente, «comunque, pensavo che non soffrissi più di attacchi di panico».
«Sono diminuiti, anche se ho ricominciato ad avere qualche problema già in vacanza» spiegai, scendendo dall'auto e dirigendomi verso la mia, accompagnato da Christian.
Stavo per salire, quando: «Comunque Fada è stato uno stronzo» si lasciò sfuggire.
«Però ha ragione, non è solo colpa sua».
«Cosa intendi?» domandò, confuso.
«Mi affeziono facilmente, mi emoziono facilmente, mi arrabbio facilmente, mi deprimo facilmente, divento ansioso facilmente, e mi odio per tutto questo» confessai, tentando di trattenere le lacrime.
«Ma lui ha comunque esagerato, dovrebbe sapere quanto combatti per superare i tuoi limiti» ribatté, abbracciandomi, «stai attento, fammi sapere quando arrivi».
Lo salutai e lo ringraziai di nuovo, per poi avviarmi verso casa mia.
Ero fisicamente ed emotivamente distrutto, ero terrorizzato all'idea che le cose tra me ed Andrea non sarebbero mai tornate com'erano un tempo, lui era una delle parti più importanti della mia vita e l'avevo appena perso per sempre, e non sapevo se sarei riuscito ad affrontare tutto quello.

NdA
Ciao a tutti! La situazione tra GiaLiga e Roffo non sta ancora evolvendo, chissà cosa ci sarà in serbo per loro... La relazione tra Lisandri e Irene, invece, sembra andare bene... Tra Fada e Lory le cose sono molto degenerate, sembra che nessuno dei due riesca più a fidarsi dell'altro e sono arrivati a lasciarsi... Cosa ne pensate di questo capitolo? Grazie mille a tutti, come sempre.
Alla prossima!
Sofia e Luna

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