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26. Fai attenzione


Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella



GALIENI'S POV

Quella mattina avevo deciso di svegliarmi un po' più tardi rispetto agli altri giorni, ultimamente stavo solo studiando, infatti la sera prima avevo dovuto rifiutare l'ennesimo invito del mio ragazzo ad uscire, per rimanere a casa sui libri; ero consapevole del fatto che stessi esagerando, ma ero davvero spaventato da ciò che avevo sentito riguardo a quell'esame e qualche uscita in meno non mi avrebbe di certo ucciso.
Presi il cellulare dal comodino per scrivere il buongiorno ad Andrea, mi dispiaceva trascurarlo e quindi cercavo di compensare con piccoli gesti. Trovai proprio qualche suo messaggio su WhatsApp, così aprii la conversazione e vidi un audio ed una foto delle quattro del mattino; l'immagine ritraeva un Fada sorridente e Sandella che gli stampava un bacio sulla guancia, con i boccali di birra in mano. Feci partire l'audio e, col cuore in gola, lo ascoltai: iniziava con delle risate, poi Andrea cominciava a parlare: «Ehi, Lory! Siamo al Rumba cafè e sono stufo che non vuoi più uscire, ma tanto c'è Dave qua con me, basta lui a farmi compagnia. Tu continua pure a studiare, ma cosa te ne farai del trenta quando capirai di aver perso un'estate con me? Dave non mi metterebbe mai in secondo piano per degli stupidi libri, ma, se a te sta bene così, d'ora in poi mi comporterò di conseguenza; sappi che la prossima volta non sarai più il benvenuto come lo saresti stato queste sere. Se te lo stai chiedendo, siamo ubriachi e felici senza di te! E sì, torneremo a casa guidando ubriachi e felici! Divertiti sui tuoi libri, che io mio diverto con Dave, e se non arriviamo a domani, a te non te ne deve fregare».
Quando la registrazione finì, le lacrime già mi avevano rigato il volto, non riuscivo neanche a muovermi e non riuscivo neanche ad arrabbiarmi, ero solo spaventato all'idea che potesse essergli successo qualcosa, avevo bisogno di sentirlo immediatamente, così avviai la chiamata, mentre mi vestivo velocemente, ma il suo telefono era spento. Continuai a piangere, sempre più agitato, mentre uscivo di corsa di casa, tentando di chiamare anche Davide, ma pure il suo cellulare sembrava morto. Guidai in fretta, fino a casa di Fada e citofonai più volte, nella speranza che qualcuno mi aprisse, ma ciò non accadde, mentre il panico aumentava sempre di più; decisi, quindi, di andare da Sandella, forse Fada aveva dormito lì, di nuovo. Quando arrivai, la prima cosa che vidi fu la macchina della pizzeria, così iniziai a rilassarmi, anche se avevo bisogno di vedere con i miei occhi che Andrea stesse bene; suonai ripetute volte il campanello, mentre la rabbia si impossessava del mio corpo, prendendo il posto della preoccupazione.
Dopo non so quanti minuti, Andrea mi aprì la porta e mi guardò, confuso ed addormentato; cominciai a spintonarlo, urlandogli contro: «Che cazzo fai? Sei uno stronzo! Vaffanculo! Ti odio!».
Enfatizzai ogni frase colpendolo sul petto, e, ad ogni strattone, lui indietreggiava, sempre più confuso; dovette fermarmi Davide, che, nel frattempo, ci aveva raggiunti: «Lorenzo, calmati, che è successo?» domandò.
«Che è successo?! Lo stai chiedendo davvero?» urlai, completamente in lacrime, «Siete solo due cretini!».
«Lory, rilassati» tentò Andrea, poggiando entrambe le mani sulle mie braccia, per fermarmi.
«Ne va del tuo futuro, te ne rendi conto?» continuai, liberandomi dalla sua presa.
«Quindi è per il fatto che ieri ti avevo detto che sarei rimasto a casa a studiare?» chiese, stranito.
Prima che potessi rispondere, Sandella si intromise: «Lory, non prendertela con lui, sono stato io a chiedergli di uscire».
«Te non ti mettere in mezzo! Faresti meglio a stare lontano dal mio ragazzo, ti sei già avvicinato abbastanza!» sbottai, ripensando a tutte quelle volte in cui, ultimamente, quei due erano usciti da soli.
«Avrei potuto rifiutare, se avessi voluto; se tu non esci mai, non puoi impedirmi di stare con altre persone» intervenne Fada.
«Lo stai difendendo? Non capisci che si sta mettendo tra di noi? Sembra che non ti importi di quanto io sia geloso e protettivo, ma non lo faccio apposta, so di essere facilmente rimpiazzabile, non sono niente di speciale. Ti sei sentito stanotte? Te lo faccio sentire io se vuoi, non hai idea di quanto le tue parole mi abbiano fottutamente ferito» gridai, tirando fuori il telefono, per far partire l'audio.
Andrea lo ascoltò spiazzato, non si ricordava niente di tutto quello che aveva detto, ma questo non lo giustificava; finita la registrazione, ci fu un momento di silenzio, in cui Fadani non riuscì a sostenere il mio sguardo, poi sussurrò: «Scusami».
«Sai dire solo questo?» dissi, deluso, «È la seconda volta che mi prometti di stare attento quando bevi, ed è la seconda volta, in pochissimi giorni, che ti comporti come se non te ne fregasse un cazzo, né di me né della tua vita; sapevi quello che stavi facendo e sapevi che mi avrebbe ferito, eppure questo non ti ha fermato».
Feci per andarmene, ma Andrea mi fermò appena fuori alla porta: «Aspetta» implorò.
«Non ce la faccio più così, quindi no, Andrea, non aspetto» affermai, esasperato.
«Cazzo intendi? Io non ti lascio andare» continuò, afferrando delicatamente il mio polso, «ti amo troppo, anche se sono uno stronzo».
«Ti amo anch'io, ma non so cosa fare. Ho bisogno di spazio, non posso continuare a studiare preoccupandomi per te e sentendomi in colpa perché non ci sono e non posso riaccompagnarti in sicurezza» spiegai, mentre le lacrime ricominciavano a scendere lungo il mio viso.
«Ci stiamo lasciando?» domandò, con la voce spezzata, lasciando la presa sul mio braccio.
«No, prendiamoci una pausa, forse farà bene ad entrambi, io non so se riesco a stare con qualcuno che si comporta in questo modo, ho bisogno di una persona che accetti ed assecondi anche tutti i miei lati negativi» ammisi, «devo potermi fidare di te e al momento non è così».
Mi avvicinai a lui, per lasciargli un leggero bacio sulle labbra, poi continuai: «Ti prego, quando esci fai attenzione, se non per me, fallo per te, promettimelo una terza volta e lascia che io mi fidi ancora di te».
Andrea annuì impercettibilmente, non disse niente e rimase immobile, guardandomi con gli occhi lucidi, così andai via, lasciandoli entrambi sulla porta.
In quel momento mi resi conto che non sarei riuscito ad arrivare a casa, perciò andai a suonare da Roffo, che stava nell'edificio accanto; subito mi aprì ed io, senza neanche pensarci, mi gettai tra le sue braccia, pronte ad accogliermi, e mi lasciai stringere, mentre mi abbandonavo ad un pianto disperato.

NdA
Bentornati! Fada sa solo fare casini, stavolta Lory non è riuscito a passarci su, forse anche lui ha un po' esagerato, ma ormai il danno è fatto; come pensate che andrà a finire? Grazie per aver letto fin qui, alla prossima!
Un abbraccio,
Sofia e Luna

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