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20. Problemi, problemi, problemi...

Legenda Personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Paolo, Masco, Mascolini
Simone De Pisis
Andrea Marianni


GALIENI'S POV

Io e Fada arrivammo a casa di Giacomo con un po' di ritardo, Andrea aveva passato quasi un'ora in bagno a prepararsi, nonostante fosse una semplice serata in casa. Ad aprirci fu Masco, che ci salutò con una pacca sulla spalla, prima di tornare sul divano, accanto al suo ragazzo. In salotto c'erano già tutti i nostri amici, tranne Roffo e GiaLiga, che sicuramente erano in qualche altra stanza.
«Ciao ragazzi» esclamammo all'unisono, poi Fada si accomodò su una poltroncina; mentre stavo per sedermi anch'io Marianni disse: «Ehi, rosso, vai a fare rifornimento» e mi passò una ciotola con poche patatine rimaste. La presi e mi diressi in cucina, dove vidi Giacomo intento a giocherellare con Oliver, il suo cane, ma non c'era traccia di Matteo, così: «Ciao Gia'! Dov'è Roffo?» chiesi.
«Non c'è» rispose solo.
«Ma mi ha scritto un'oretta fa che era già partito, tu l'hai sentito?» continuai, preoccupato.
«Sì, era qua, ma se n'è andato prima che arrivassero tutti gli altri, ha avuto un contrattempo» spiegò, alzandosi e raggiungendo, poi, gli altri in salotto.
Mi sembrava strano che Matteo non mi avesse avvisato, così presi il cellulare e lo chiamai, giusto per stare tranquillo.
«Lory!» rispose, dopo appena uno squillo.
«Roffo, tutto a posto? Ci raggiungi più tardi?» domandai.
«No, non vengo».
«Cos'è successo? Giacomo mi ha detto che sei dovuto andare via» indagai.
«Non ti preoccupare, goditi la serata e ne parliamo domani» disse, affrettando la conversazione.
«Matteo, dimmi dove sei e arrivo» mi imposi, «io ti ho rovinato la vacanza intera, non muoio se perdo una serata».
«Sono a casa» ammise, «grazie, Lory».
Chiusi la chiamata ed andai ad avvisare gli altri: «Ragazzi, devo andare ché ho avuto un contrattempo».
Mi diressi verso l'ingresso, ma fui fermato da Fada, che voleva delle spiegazioni: «È successo qualcosa?» chiese, con un velo di apprensione nella voce.
«Niente di grave, si tratta di Roffo, poi ti spiego, se ne capisco qualcosa».
Non gli lasciai il tempo di replicare e lo salutai con un veloce bacio a stampo, prima di uscire dalla casa del mio amico.
Guidai fino all'abitazione di Matteo, con la preoccupazione a mille; speravo che non fosse accaduto niente di grave a qualche suo familiare e che i miei pensieri fossero, come al solito, esagerati e ben lontani dalla realtà dei fatti.
Quando suonai il campanello venne ad aprirmi la mamma di Matte e, a giudicare dalla sua espressione, non dovevano esserci grossi problemi in famiglia, così mi rilassai, mentre raggiungevo la camera di Roffo. Lo trovai seduto sul letto, con la testa bassa, perso nei suoi pensieri.
«Ehi» lo salutai, mettendomi accanto a lui.
Alzò in viso in risposta, guardandomi negli occhi: «Ho fatto una cazzata».
«Sono qui, dimmi tutto» lo incoraggiai.
«Ero sul divano con Giacomo e stavamo giocando con Oliver, ma ad un certo punto Olly è saltato su e mi ha fatto cadere su Giacomo, e sono finito sdraiato su di lui».
«Quindi?» chiesi, ancora confuso.
«Quindi non capisco, non so cosa mi sia successo, non ci avevo mai pensato prima d'ora, è tutto un casino, Lory» borbottò tutto d'un fiato.
«Di che stai parlando?» riprovai.
«Di GiaLiga sto parlando, Lorenzo!» sbottò.
«Questo lo avevo intuito, Matte, calmati e fammi capire, sennò non posso aiutarti».
«È semplicemente successo, l'ho baciato» confessò, «e lui neanche mi ha respinto!» urlò, poi.
«Ne avete parlato?» domandai, posando la mia mano sul suo ginocchio.
«Sono scappato» disse, scuotendo la testa.
Sospirai: «Hai provato qualcosa?».
«Lorenzo, è felicemente fidanzato. Con una donna» mi ricordò.
«Non c'entra con quello che hai sentito tu» precisai.
«Forse no, ma anche se mi fosse piaciuto, non vorrebbe dire che io provi qualcosa per lui in quel senso. E poi è fidanzato» rispose.
«Allora, se non era niente, andiamo» proposi, alzandomi, «abbiamo una serata che ci aspetta!».
«Lory? Lorenzo? Galieni, fermati!» ordinò, seguendomi ed afferrandomi per un braccio, prima che potessi attraversare il corridoio. Sorrisi tra me e me, avevo ottenuto la reazione che speravo: Matteo era cotto di Giacomo e ne avevo appena avuto la conferma; così rientrammo in camera e tornammo sul letto.
«Lorenzo non fare così, non prendere queste iniziative» mi rimproverò, «devo ricordarti come stavi fino a qualche giorno fa?».
«Per questo dovete parlarne subito, non ti permetterò di fare le mie stesse cazzate».
«È una situazione diversa» commentò, «non mi va di parlarne adesso».
«Allora andiamo da lui, non puoi evitarlo per sempre» dissi.
«Non per sempre, ma stasera non me la sento» obiettò.
«Dai, fallo almeno per Andrea e Simone, che partono, e, fidati, hanno bisogno di noi in questo momento ed anche tu» cercai di convincerlo.
«Va bene, vengo» si arrese, «che è successo a quei due?».
«Fa' finta che non abbia detto niente, comunque credo che fra non molto lo scoprirai» spiegai, tentando di porre fine a quella conversazione.
«Spero non sia niente di grave» ribatté Matteo.
«Sta' tranquillo, ora andiamo» insistei.
Tornammo alla festicciola, giusto in tempo per vedere "La spada nella roccia". I ragazzi ci guardarono incuriositi, ma non fecero domande; gli unici due posti liberi erano uno accanto a Giacomo e l'altro accanto al mio ragazzo, quindi occupai quello vicino a Ligambi, sperando di aiutare, in qualche modo, Roffo, e ricevendo uno sguardo triste da Fada, che mostrava tutto il suo disaccordo. Cercai di tranquillizzarlo con uno sguardo ed un cenno del capo, poi mi concentrai sul film che stava iniziando.
Quasi due ore dopo, alla fine del cartone, vidi il Lisu alzarsi dal divano, spostando delicatamente Simone, che si era addormentato sulla sua spalla, per poi iniziare a mettere a posto gli avanzi; stavo per seguirlo quando Andrea mi tirò a sé per il polso, cominciando a coccolarmi.
«Io devo andare a casa, domani mattina devo studiare, ché gli esami si avvicinano» lo informai, «ti accompagno io o vai via più tardi?».
«Vengo a casa con te» sussurrò al mio orecchio, malizioso.
«Non è il caso, devo studiare veramente» ridacchiai, allontanandomi leggermente.
«Va bene, cerco un passaggio» borbottò, teneramente.
«Avviso gli altri» dissi, baciandogli le labbra.
Salutai tutti, tranne Simone, che dormiva ancora, poi: «Il Lisu?» domandai.
Non fecero in tempo a rispondermi che Lisandri sbucò dalla cucina, facendosi notare, così lo raggiunsi: «Quando hai intenzione di dirglielo?» chiesi, secco.
«Al più presto» sospirò, «non volevo rovinargli la serata».
«Ascoltami, non voglio essere io a dirlo a Simone, quindi vedi di farlo il prima possibile» sbottai.
«Tu non gli dici proprio niente, dammi tempo» ribatté, tornando in sala.
Andai alla porta, salutando un'ultima volta i miei amici, e Fada mi si avvicinò per avvisarmi che lo avrebbe riportato a casa Davide con la macchina della pizzeria in cui lavorava.
Avevo mille pensieri per la testa: Fada, il Lisu, adesso anche Roffo e GiaLiga, ma era il caso che iniziassi a pensare un po' anche all'università; infatti l'esame di diritto privato sarebbe stato di lì ad un mesetto e ancora non avevo aperto libro, così tornai a casa mia, deciso a riposarmi per affrontare una giornata di studio intenso nel migliore dei modi possibili.

NdA
Ciao a tutti! Ringraziamo chiunque sia arrivato fin qui. Cosa ne pensate di come si sta evolvendo la situazione? E non avete ancora visto niente! Ci sentiamo al prossimo capitolo.
Con affetto,
Sofia e Luna

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