18. Adiós Salou
Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Leonardo, Floro, Floreani
Giacomo, GiaLiga, Ligambi
Fabio, Langio, Langello
Simone De Pisis
GALIENI'S POV
Da: Roffo
Ieri avete comprato il correttore (per il succhiotto) ed ora state tentando di capire come usarlo? È mezzogiorno, sbrigatevi!
Leggendo quel messaggio, non potei fare a meno di ridere; Andrea, che ancora dormiva, si lamentò, grugnendo e muovendosi, avvicinandosi ancora di più a me.
«Fada, svegliati, è tardi» dissi, scrollandolo delicatamente per la spalla. Lui, in risposta, mugugnò di nuovo, così: «Dai, Andrea! Impara a tornare a casa prima la prossima volta» scherzai.
«Sei tu che hai voluto andare in spiaggia ieri sera e ti è piaciuto rimanerci fino a tardi» replicò, mettendosi a sedere.
«Non mi sembra che tu ti sia lamentato» continuai, alzandomi per prepararmi e raggiungere gli altri.
«E il buongiorno non me lo dai?» chiese, imbronciato.
«No» risi, scegliendo i vestiti da indossare; quando mi girai per andare in bagno, mi ritrovai Andrea ad un centimetro dal viso e non feci in tempo a respingerlo che mi baciò: «Buongiorno».
«Sei un prepotente» affermai, cercando di non ridere e spostandolo per farmi strada, uscendo dalla stanza per andare a vestirmi.
Una volta pronto, tornai in camera, dicendo: «Vai pure, ti aspetto qui».
Quando rientrò nella stanza, dopo una decina di minuti, mi prese per mano e mi trascinò verso le scale.
«No» sussurrai, ritraendo il braccio e fermandomi, «non voglio ancora dirlo agli altri».
Andrea si voltò e mi guardò, sconcertato e deluso, poi: «Come vuoi» sentenziò, avviandosi di sotto.
«Ma Fada...» cominciai, seguendolo.
«Ragazzi!» urlò Giacomo, all'improvviso, dal salotto.
Preoccupati, corremmo verso di loro: «Che succede?» mi allarmai, dimenticandomi quello che stavo per dire ad Andrea.
I nostri amici guardarono, spaventati, GiaLiga, poi si voltarono verso di noi e, dopo un attimo di esitazione, Dave, Floro ed il Lisu scoppiarono a ridere, mentre il Langio, Roffo e Giacomo continuarono a fissarci, sconvolti.
«Che avete fatto ai capelli?!» chiese Matteo, sbigottito.
«Aaah!» esclamammo in coro, voltandoci l'uno verso l'altro, per poi scoppiare a ridere.
«Però state bene, soprattutto tu, Lory, con questo cambiamento drastico» commentò Fabio.
Sorrisi, imbarazzato, prima di sentire Fada sbottare: «Sta' zitto!» avvicinandosi a me.
«E non essere geloso» scherzò il Lisu, ammiccando, «ah, ho capito! Lorenzo è il fuoco della passione, Andrea, invece, è il mare che ogni volta lo spegne, però il fuoco si riaccende sempre, perché 'sti due si vogliono di continuo, è come un circolo vizioso!» affermò, ridacchiando.
Rimasero tutti immobili e zitti a guardarlo, sconcertati, indecisi se ridere o picchiarlo per la disperazione.
«Vedo che sei di buon umore eh, felice di rivedere Simone?» domandai, sarcastico.
«Sicuramente anche Simo sarà felicissimo di riabbracciarti» intervenne Fada, prima che Lisandri rispondesse: «Vaffanculo, Galieni» e lasciasse la stanza.
Mi resi conto che avevo esagerato e che Andrea ci era rimasto male, così stavo per seguirlo, ma Fada chiese: «Ora che ci penso, lui come lo sa?» rivolgendosi a Davide ed indicando la direzione in cui se n'era andato il Lisu.
«Sa cosa?» domandò Leonardo, confuso.
Guardai i miei amici, cercando di cogliere qualche indizio nelle loro espressioni e sperando che non avessero capito tutto.
«Bravo scemo, nessuno sapeva niente» affermò Dave.
«Bravo scemo te!» ribatté Roffo, «State sempre di più peggiorando la situazione».
«Aspettate» intervenne Ligambi, «quindi il Lisu ha ragione?».
«Ops» sogghignò Fada, facendo spallucce e voltandosi verso di me, con un sorrisetto furbo in viso.
Abbassai lo sguardo, coprendomi la faccia con la mano e scuotendo la testa.
«Dai, Lory, prima o poi avremmo dovuto dirglielo» mi consolò Andrea, tirandomi a sé per il fianco.
«Oh mio Dio» disse Fabio, scatenando una risata in Dave e Roffo.
«Fada, vedo che lasci marchi, sei possessivo, eh?» ironizzò Floro, indicando il mio collo e facendomi arrossire.
«Questo non è niente» rispose Andrea, strizzando l'occhio.
«Io me ne tiro fuori!» esclamai, esasperato, «Vado dal Lisu».
Mi allontanai verso il cucinino, trovandovi Lisandri seduto al tavolo, con la testa tra le mani. Mi avvicinai a lui, abbracciandolo da dietro e sussurrando: «Ehi, scusami...».
Andrea sollevò il viso, girandosi verso di me; solo allora mi accorsi che stava piangendo, così lo strinsi un po' di più.
«No, hai ragione» ammise.
Sospirai, sedendomi accanto a lui: «Vuoi parlarne?».
Scosse la testa in segno di negazione, asciugando le lacrime che gli continuavano a scendere lungo le guance.
Dave si affacciò alla porta per controllare la situazione, ma io lo mandai via con un cenno della mano, tornando, poi, a rivolgermi al mio amico: «Senti Andre, hai fatto una cazzata, questo lo sai anche tu, ma per te non ha significato niente perché sei ancora innamorato di Simone; l'importante è che tu glielo dica subito, sennò peggiori il tutto».
«Ma non voglio perderlo» confessò, con la voce rotta dal pianto.
«Per questo devi dirglielo il prima possibile» spiegai, «quando lo raggiungi a casa gliene devi parlare».
«E il viaggio ad Amsterdam? Sicuramente non vorrà più partire con me».
«Non puoi nasconderglielo per una settimana, non si merita anche questo» risposi.
«È importante quel viaggio, è il regalo di Simo per il nostro anniversario...» commentò, tentando di non scoppiare a piangere un'altra volta.
«In questo momento la sincerità è quello che conta di più» gli feci notare.
«Hai ragione» disse, riabbracciandomi.
Rimanemmo così, in silenzio, per qualche minuto; pensai a che cosa avrei potuto dire per risollevare l'umore del mio amico, ma non feci in tempo perché Andrea si staccò da me, ricomponendosi: «Come va la spalla?» chiese, cambiando argomento.
«Meglio, non fa male se non faccio movimenti bruschi».
«Menomale, ci hai fatto preoccupare; il resto, invece?» continuò.
Sorrisi, involontariamente: «Tra me ed Andrea le cose vanno molto bene, direi anche troppo» lo informai, arrossendo.
«Stai dicendo che prima ho centrato il punto?» chiese, sorpreso.
«Non proprio» risi, «i capelli sono stati un incidente di percorso, ma sì, io ed Andrew stiamo insieme».
«Sai che sotto sotto me l'aspettavo?» sogghignò, colpendomi piano col gomito.
Ridacchiai, pronto a ribattere, ma la voce di Fada dall'altra stanza me lo impedì: «Lory, vieni! Dobbiamo preparare le valigie!».
Sbuffai e mi alzai, dando ad Andrea una pacca sulla spalla, poi raggiunsi il mio ragazzo per tornare in camera. Quel pomeriggio saremmo ripartiti per l'Italia, non riuscivo a credere che la vacanza fosse già finita, quei sette giorni erano stati pieni di esperienze ed emozioni che avrei ricordato per sempre; alla partenza non avrei mai immaginato che sarebbero successe tutte quelle disavventure e, durante la permanenza, non mi aspettavo che, in fondo, ci saremmo divertiti.
«Io mi metto qui e ti faccio compagnia» disse Fada, sedendosi sul letto a gambe incrociate, «a proposito, cos'ha il Lisu? Dave ci ha detto che era strano».
«Non ti preoccupare, è solo che gli manca Simone» risposi, «ora pensiamo a preparare tutto».
Sapevo che sarebbe toccato a me fare anche la valigia di Andrea; presi il suo bagaglio e lo posai accanto a lui, aprendolo, poi iniziai a togliere i suoi vestiti dall'armadio e dai cassetti per sistemarli. Non avevo idea di come avrei fatto a contenerli tutti nel trolley, era stato un miracolo che ci fossi riuscito all'andata.
«Secondo te esploderà di nuovo?» domandò, osservando preoccupato la montagna di indumenti.
«Può darsi» risi, «dovrai aiutarmi a chiuderla».
«Ti ci siederai sopra?» chiese, malizioso, sollevando le sopracciglia.
Gli lanciai in faccia la maglietta che stavo piegando e scoppiammo a ridere, poi ripresi a mettere tutto in valigia ed infine mi ci appoggiai sopra, lasciando a Fada il compito di tirare le cerniere.
«Il peggio è passato» sospirai, per poi iniziare a preparare la mia.
Fu molto più semplice, infatti, dopo solo una decina di minuti, avevo finito, così portammo i bagagli al piano di sotto, dove gli altri ci stavano già aspettando. Pronti per il viaggio, uscimmo dalla casa che ci aveva accolti per una settimana; ero un po' triste al pensiero di doverla lasciare, insieme ai ricordi che essa custodiva, ma ero felice di tornare nella mia.
«La chitarra!» esclamò il Lisu, correndo dentro e tornando dopo poco con il suo strumento musicale.
Stavolta eravamo davvero pronti, così ci lasciammo la villetta rosa alle spalle e raggiungemmo la fermata del taxi; come sempre ci dividemmo in due macchine e ce ne andammo definitivamente da Salou, diretti all'aeroporto per tornare alla normalità.
NdA
Ciao a tutti! Finalmente riusciamo ad aggiornare, ci siete mancati! Speriamo che il capitolo valga l'attesa, fateci sapere cosa ne pensate, come sempre vi ringraziamo tantissimo!
Vi chiediamo scusa per quella cosa oscena che dice il Lisu su Lory e Fada, ma sappiate che è praticamente da lì che è nata l'idea di questa storia, quindi non potevamo non inserirla e noi la chiamiamo "battuta della passione" ahahah.
Un abbraccio,
Sofia e Luna
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