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12. Incomprensioni

Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Giacomo, GiaLiga, Ligambi

FADANI'S POV

«Hai voluto aiutarlo tu e guarda che cazzo hai combinato!» urlai contro Roffini, lanciando il mio caschetto di sicurezza ai suoi piedi, con tutta la rabbia che avevo in corpo.
«Andrea...» tentò di dire Matteo.
«Devi stare solo zitto!» lo fermai, in lacrime, «È tutta colpa tua! Stai rovinando ogni cosa!».
«Se tu non lo avessi toccato non sarebbe successo niente!» mi rinfacciò.
«Non metterti in mezzo, lo tocco quanto mi pare!» continuai, «Sei tu che dovresti tenere le mani a posto!».
«Perché, sei geloso?» domandò, sarcastico.
«Sì, ti crea problemi?» risposi, di rimando.
«Non direttamente; non ti rendi conto che tutto questo crea problemi a Lory? Non penso che tu lo conosca come credi, se non ti sei accorto di quanto stia soffrendo».
Era la seconda volta in quel giorno che insinuavano che io non conoscessi Lorenzo e forse non avevano tutti i torti, la persona in vacanza con noi non era la stessa con cui avevo passato tutta la vita.
«Hai ragione, non conosco il nuovo Lorenzo, quello che tu hai cambiato e rovinato!» gridai.
«Ragazzi, basta!» intervenne Ligambi, «Non è successo niente di grave, alla fine, Lorenzo sta bene e sicuramente non vuole vedervi litigare».
«Giusto, io vado da Lory» disse Matteo, dirigendosi verso l'ambulanza, «Fadani è solo un coglione, è impossibile farlo ragionare».
«Tu non vai proprio da nessuna parte» ribattei, bloccandolo per poi spintonarlo dal petto.
Stava per difendersi, quando il Lisu si pose tra noi, fermandolo, mentre Davide mi afferrò da dietro, trattenendomi per il busto.
Sentii la voce di Lorenzo che, arrabbiato, diceva: «Non toccare più Roffo!».
Lo guardai, incredulo a quelle parole; mi stavo soltanto preoccupando per lui, dopotutto la caduta era stata colpa di Matteo, che avrebbe dovuto controllare quei ganci, invece di pensare solo a toccare Lorenzo.
«Andrea, vieni, dobbiamo parlare» mi chiamò, alzandosi ed allontanandosi sia dall'ambulanza che dagli altri.
Dave mi lasciò andare e, guardandomi, mi fece capire che era arrivato il momento di affrontare la situazione, così seguii Lorenzo nel parcheggio accanto al parco.
«Come stai?» chiesi, guardando la sua spalla fasciata e sfiorandola appena con le dita.
«Bene» rispose secco, ritraendosi leggermente al mio tocco e portandosi le braccia sul torso nudo.
Slegai la felpa che avevo in vita e gliela posai delicatamente sulla schiena, ci guardammo negli occhi senza dire una parola; avrei tanto voluto abbracciarlo in quel momento, ma il mio orgoglio non me lo permetteva. Decisi di spezzare il silenzio, così: «Hai trovato o no il coraggio di parlarmi?» chiesi, maledicendomi subito.
«Perché, lo sai?» domandò, sorpreso.
«Sono il tuo migliore amico, pensavi che non me ne sarei accorto?».
«Volevo dirtelo, ma poi tu hai cominciato a mettermi da parte, avevi occhi soltanto per Davide!» mi accusò.
«Senti chi parla! È praticamente dal primo giorno che preferisci Roffini a me! Hai perfino cambiato stanza!».
«Non avevo voglia di essere svegliato in piena notte, visto che tu, all'una, non eri ancora tornato! Ti sei divertito con Sandella?» disse, sarcasticamente.
«Più di quanto immagini! E tu nel letto con Matteo?» replicai, usando il suo stesso tono.
«Questi non devono essere affari tuoi!» sbottò.
«Hai ragione, adesso puoi dire tutto a lui, io non conto più un cazzo per te!» urlai, facendo un passo verso di lui.
«Cazzo dici? Allora non hai capito proprio niente!» affermò, tentando di allontanarmi con la mano, ma io opposi resistenza e mi avvicinai ancora di più.
«Cos'altro c'è da capire? Ho capito anche tr-».
Le sue mani calde mi afferrarono tra il collo e le guance, tenendomi fermo, e, in un attimo, sentii le sue labbra appropriarsi delle mie; sgranai gli occhi, trovando i suoi chiusi, e, dopo qualche secondo di smarrimento, lo spinsi via, forse con troppa forza, fino a farlo cadere per terra.
«Che cazzo fai?» gli urlai contro.
Incrociai il suo sguardo, liquido e spaventato, che subito abbassò verso il terreno, e non ricevetti risposta.
«Ti ho chiesto che cazzo fai! Se stai con Roffini, perché l'hai fatto?» inveii, sconvolto ed arrabbiato.
Più Lorenzo continuava ad ignorarmi, più io andavo su tutte le furie, finché non riuscii più a trattenermi.
«Non ti riconosco più! Annega pure nella tua vergogna e non avvicinarti mai più a me!» ordinai, deluso e sdegnato da quello che una volta era il mio migliore amico.
Poi me ne andai in fretta, calpestando la mia felpa, che era caduta dalle spalle di Lorenzo quando mi aveva baciato; lo lasciai lì da solo, prima che le lacrime cominciassero a scendere anche sul mio volto, così andai in strada e, girato l'angolo, mi lasciai cadere sulle ginocchia, senza più forze. Ero confuso, stravolto, arrabbiato e disperato, mentre l'assenza di Lorenzo già si insinuava nella mia vita: non saremmo mai più tornati ad essere quello che eravamo prima.


NdA
Ciao a tutti! Come vedete, ci divertiamo a farvi soffrire (anche se soffriamo con voi), ma almeno Lorenzo è vivo e vegeto, gioite per questo! Ringraziamo ancora una volta chi ci segue e vi invitiamo, come sempre, a farci sapere quello che pensate. Vi auguriamo un buon Natale, al prossimo aggiornamento.
Sofia e Luna

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