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11. Avventure tra gli alberi

Legenda personaggi:
Lorenzo Galieni
Andrea Fadani
Andrea, Lisu, Lisandri
Matteo, Roffo, Roffino, Roffini
Davide Sandella
Fabio, Langio, Langello
Leonardo, Floro, Floreani
Giacomo, GiaLiga, Ligambi


FADANI'S POV

Entrai in camera di soppiatto, ormai erano passate le cinque; mi cambiai senza accendere la luce e, facendo il più piano possibile, mi stesi nel letto e rimasi sorpreso nel trovarlo vuoto. Preso dal panico, afferrai il cellulare per scrivere a Lory, ma, in quel momento, Dave spalancò la porta e se la richiuse alle spalle.
«C'è un Lorenzo in camera mia» disse, perplesso, accendendo la luce, «forse hai ragione, quei due nascondono qualcosa».
«Dorme nel letto con Matteo?» domandai, sentendo già la gelosia consumarmi dall'interno.
«Sì» confermò.
Mi alzai di scatto dal letto e, senza nemmeno pensarci, mi diressi verso la camera di Roffini, ma Sandella mi bloccò, posizionandosi davanti alla porta.
«Dove pensi di andare?» chiese, severo.
«Fammi passare» sbottai.
«Ne abbiamo già parlato, lascia a Lorenzo il tempo che gli serve».
«Fanculo anche te, Sandella» inveii, accendendomi una sigaretta ed uscendo nel balconcino; mi sporsi, guardando l'orizzonte, mentre Davide mi raggiunse, appoggiandosi, accanto a me, con la schiena alla ringhiera.
«Scusami, però mi dà noia pensarli insieme» dissi.
«Ma non è normale, Andrew» mi fece notare, preparando la sua sigaretta.
«Lo so» sussurrai, «ma non posso farci niente».
«Fada, posso dirti come la penso io?» chiese.
Annuii, aspettando che parlasse, e feci un lungo tiro, concentrandomi sulla sensazione positiva che il fumo mi provocava.
«Sicuro di non provare qualcosa di più profondo per il tuo migliore amico?» insinuò.
«Solo perché ho baciato un ragazzo, ora devono piacermi tutti?» quasi urlai, infastidito.
«Sai che non è questo che intendevo» obiettò.
«Non sono innamorato di Lorenzo, se è questo che vuoi sapere» sbottai, gettando il mozzicone e mettendomi nel letto; diedi le spalle alla finestra e mi coprii, col lenzuolo, fin sopra alla testa, rannicchiandomi e cercando di dormire.
Quando mi svegliai, ero ancora più stanco di prima e la testa continuava a scoppiarmi. Sarei rimasto volentieri nel letto tutto il giorno, da solo, ma la possibilità di distrarmi al parco avventura mi diede la motivazione giusta per alzarmi ed andare a prepararmi.
Quando fummo tutti pronti, ci avviammo verso la fermata del taxi vicina, ed i primi quattro salirono sull'unico disponibile, mentre io, Dave, il Langio ed il Lisu aspettammo il successivo, che non tardò ad arrivare.
«Prima ne ho parlato con Roffo» disse improvvisamente Davide.
Sgranai gli occhi e subito controllai intorno a me: fortunatamente Andrea era immerso nei suoi pensieri, con le cuffie alle orecchie e la testa appoggiata al finestrino, Fabio, invece, era seduto davanti, intento a godersi il paesaggio di Salou.
«Quindi?» chiesi.
«È stato molto schivo, sicuramente nascondono qualcosa» mi informò.
«Che stronzi» borbottai, tra i denti.
«Vedi che sei troppo geloso?».
«Smettila, te l'ho già detto, vorrei solo che mi dicessero le cose, non sono il primo che passa per la strada, ma sono un loro amico, soprattutto per Lory» risposi.
«Forse non è niente di serio ed è solo una cosa fisica, magari vogliono sperimentare qualcosa di nuovo» insinuò.
«Lorenzo non è così» sbottai.
«Magari non lo conosci come credi, visto che, a quanto pare, sta più con Matteo che con te».
Per fortuna in quel momento il taxi si fermò, così mi precipitai fuori dall'auto, pronto per andare a chiedere spiegazioni a quei due infami, che pensavo miei amici, ma Langello mi bloccò, ricordandomi che dovevo pagare la mia quota. Innervosito, tirai fuori il portafogli e gli lasciai i soldi. Prima che potessi ripartire, sentii Sandella urlare: «Così peggiorerai le cose, non fare cazzate, scusa ma ho esagerato».
A quelle parole realizzai che non potevo mettere su una scenata davanti a tutti e che avrei dovuto parlare con Lorenzo con calma ed in privato, così raggiunsi i miei amici ed aspettammo gli altri.
«Tutto bene?» mi domandò Matteo, poggiandomi una mano sul braccio.
«Sono solo nervoso, te lasciami stare» sbraitai, mettendomi in fila per comprare il biglietto. Gli altri fecero lo stesso e, dopo circa venti minuti, eravamo nel parco, con tutta l'attrezzatura necessaria per le arrampicate.
«Gia', me l'agganci, per favore?» chiese Leonardo, mentre noi altri eravamo ancora intenti a capire come infilare l'imbragatura. Con la coda dell'occhio scorsi Matteo che aiutava Lorenzo a stringere le cinghie in vita e sulle gambe; dopo poco toccò a Lory fare lo stesso, quindi si accucciò per vedere meglio cosa stava facendo e Matteo gli passò una mano sulla testa, scompigliandogli i riccioli e facendolo sorridere. La visione di loro due insieme mi faceva innervosire sempre di più, iniziai a litigare con la mia imbragatura, ma proprio non voleva chiudersi e cominciai a sudare, mentre tentavo di allacciarla e, contemporaneamente, controllare cosa stessero facendo; Davide si avvicinò, prendendomi le cinghie dalle mani tremanti.
«Calmati, Andrea» mi ammonì, sistemando il tutto con un semplice scatto.
«Sono calmo» ribattei, contraddicendomi con il mio stesso tono.
«Non puoi andare avanti così, dovete parlarne».
«Sei tu che mi hai fermato, sia ieri sera che prima» gli ricordai.
«Devi parlarci, non aggredirlo» ironizzò.
Sbuffai, infastidito, e mi avviai verso il percorso più vicino, dov'erano già saliti Fabio e Lorenzo. Mi arrampicai sull'albero, facendo attenzione ad attaccare bene il moschettone per non rischiare di cadere, e, quando arrivai in cima, attraversai con cautela un ponticello fatto di ciocchi traballanti di legno; un po' più avanti, vidi Lorenzo alle prese con una rete che collegava due alberi, sembrava in difficoltà, quindi allungai il passo per raggiungerlo; come previsto, chiese aiuto, non a me -come avrei sperato- ma a Fabio, che, però, troppo lontano, non lo sentì.
«Lory, tranquillo, sto arrivando io!» urlai.
«No, ce la faccio» disse, secco, agitandosi maggiormente e scalciando per liberare il suo piede dalle morse della rete. Mi affrettai ancora di più ed in poco tempo lo raggiunsi; quando fui abbastanza vicino, allungai una mano per aiutarlo, ma Lory, per scansarmi, scattò all'indietro così bruscamente che il moschettone attaccato alla sua imbragatura si staccò, facendolo cadere al suolo, cinque metri sotto di me.
«Lory!» urlai, con le lacrime agli occhi, sporgendomi il più possibile verso di lui. Lo vidi, steso su un fianco, con le gambe leggermente piegate e le braccia alla testa, intente a proteggerla.
«Cazzo, rispondi!» strillai ancora, ed in pochi secondi vidi accorrere l'addetto alla sicurezza, seguito da un gruppo di persone, che si radunarono intorno al mio amico, con le mani sul viso per la preoccupazione.
Avrei voluto lanciarmi, ma mi rimase quel poco di lucidità per capire che, ferito, non sarei servito a nulla, così, col cuore che mi scoppiava nel petto e le lacrime che, ormai, mi rigavano il volto, mi affrettai verso la fine del percorso, pensando già al peggio.

NdA
Buongiorno! Eccoci tornate con un altro capitolo, speriamo possa piacervi anche questo. Scusateci per il finale tragico, non odiateci, ma, piuttosto, fateci sapere cosa pensate che succederà adesso.
Ringraziamo ancora una volta ogni persona che ci segue, compresi i lettori "silenziosi", e vi invitiamo a scriverci i vostri consigli per aiutarci a migliorare. Alla prossima settimana!
Un abbraccio,
Sofia e Luna

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