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Capitolo 11 ~ Sorelle

"Sono combattuta..." Sussurrò mia sorella, dopo poco, se non fossi stata così vicina a lei, non l'avrei sentita.

"Perchè, cosa succede?" Le chiesi io, abbracciandola, dopotutto non c'è consolazione più confortante di quella che si trova tra le braccia di una sorella.

"Mi sento terribilmente in colpa perché sento che sono attratta da Noah e penso a Thomas, a come starebbe male, mi sento una traditrice..." Confessò lei, quasi in lacrime.

"Meg, ascoltami, non sei affatto una traditrice e sai perché? È stato lui a chiederti un periodo di pausa per colpa di questo trasferimento e se ti posso dire la verità, sono davvero felice l'abbia fatto, non fraintendermi, lui mi è sempre piaciuto, è un ragazzo dolce, simpatico ma l'influenza che ultimamente Jenn ha su di lui non mi è mai piaciuta" Le passai la mano sulla schiena per cercare di calmarla.

"Lo so, nemmeno a me è mai piaciuto il loro rapporto..." Mi diede ragione lei.

"Non so davvero cosa fare..." Aggiunse sospirando.

"Secondo me dovresti ricominciare, darti una possibilità con Noah, vivere giorno per giorno, lasciare che sia il destino a decidere per te e seguire il tuo cuore se ti rendi conto che nonostante tutto il tuo cuore appartiene a Thomas saprai che è stata una fase, un dubbio dettato dalla distanza, ma è passato, ne parlerai con lui e tornerete più forti di prima...Se ti accorgerai che non è Thomas il tuo primo pensiero quando ti svegli o quando vai a dormire vorrà dire che non è la persona giusta, dopotutto hai solo quindici anni, hai tutta la vita per trovare il vero amore, anche se ovviamente capisco sia difficile essendo il tuo primo amore, ma fidati Meg non sarà l'unico"

"Si, hai ragione, come sempre!" Mi disse lei sorridendomi, un po' più tranquilla.

"Grazie per essere sempre al mio fianco, mi dici sempre la cosa giusta al momento giusto, ti voglio bene, lo sai? " Continuò e i suoi occhi si irrimediabilmente velano di lacrime.

"Non so se dico sempre la cosa giusta ma sai che ci sarò per sempre per te Meg e ora non piangere che fai piangere pure me, abbracciami!" Le dissi ridendo, mi buttai addosso a lei e la strinsi forte, cercando di farle capire che ero lì per lei e che mai nulla e nessuno avrebbe mai potuto separarci.

Non ci siamo mai dimostrate molto affetto attraverso abbracci o parole dolci, sappiamo di volerci bene e ce lo dimostriamo con i fatti, so di sicuro che lei ci sarà nei miei momenti difficili come io ci sarò per lei.

"Tu sai tutto di me e io tutto di te. Non è solo lo stesso cognome a renderci sorelle ma l'amore che portiamo dentro da sempre." Le dissi una volta staccate dall' abbraccio stritolatore, come lo chiamavamo da bambine e le sorrisi, rassicurandola.

Decidemmo di guardare un film a letto e di goderci quella strana affettuosità improvvisa.

Non me ne accorsi nemmeno ma erano passate già due ore e il film, ormai, era finito, così mi alzai stiracchiandomi e mi avviai verso la porta, ma venni interrotta subito dal detective Meg che mi chiese: "Vai da qualche parte?"

"Si, esco" Le risposi facendo la vaga ma sapendo benissimo che non mi avrebbe lasciata andare così facilmente.

"E con chi?" Mi chiede lei.

"Con..." abbassai lo sguardo per inventare una scusa ma notai l'orario e il mio imminente ritardo, così mi affrettai a correre in camera esclamando: "Meg mi dispiace, sono in ritardo"

Mi vesto alla velocità della luce e corsi in bagno, spazzolai velocemente i capelli, ripassai il mascara e mi guardai un'ultima volta allo specchio per poi prendere la borsetta e infilare le scarpe al volo.

Corsi verso la porta e urlai un "Ti voglio bene a stasera " veloce, prima di chiudermi la porta alle spalle ma non prima di sentire Meg rispondermi: "Non mi freghi Emma preparati all'interrogatorio signorina"

Risi pensando a come i ruoli a volte si scambiavano.

Meg sapeva che io ed Erick avevamo parlato di lei e Noah ma non sapeva che il nostro piano era molto più elaborato di una semplice uscita.

Poco prima di essere usciti dalla Sony quella mattina io ed Erick ci siamo scambiati i numeri di telefono e lui poco dopo mi ha chiesto di uscire a prendere un gelato e approfittando dell'uscita anche di parlare dettagliatamente dell'appuntamento del venerdì, mancavano solo tre giorni al falò in spiaggia e pochi altri all'inizio della scuola dire di essere agitata è davvero riduttivo.

Raggiunsi con l'affanno il luogo del ritrovo: il lungomare, l'unico posto che avevo conosciuto in quei pochi giorni.

Mi sedetti su un muretto basso e cercai di riprendere fiato, pian piano il mio respiro si faceva di nuovo regolare ma poi...

"HEY" Erick comparve alle mie spalle e io non potei far altro se non urlare spaventando a ruota pure lui...

"Oh Gesù che spavento, ciao come va? Cercai di salutarlo, ascoltando il mio cuore battere all'impazzata dentro il mio petto, di nuovo.

Erick scoppiò a ridere, si piegò su se stesso e mise una mano sulla pancia per darsi un contegno...

"Dovevi vederti, ahahaha sei diven-tata pa-pallida" continuò ridendo con le lacrime agli occhi.

Scoppiai a ridere anch'io e gli diedi un pugno sul braccio non scomodandolo minimamente.

"Scusami, ma sei comparso all'improvviso" Feci la finta offesa ma poi sorrisi di rimando..

"La prossima volta appendo un manifesto, comunque molto bene tu?" Mi rispose lui.

"Bene grazie le prime settimane in questa fantastica città stanno andando davvero alla grande...Dove mi porti?" Gli chiesi io, sorridendo.

Cercai di non arrossire come una ragazzina davanti alla sua prima cotta ma mi riuscì decisamente difficile perchè per prima cosa, lui era in lista come mia primissima cotta ufficiale e secondo, ma non meno importante, perché decise di prendermi per mano per raggiungere in fretta la sua auto.

"In un posto davvero bellissimo, fidati" Mi sorride, ma poi intravide le nostre mani ancora unite da lui stesso e le staccò velocemente, in evidente imbarazzo.

"Ah...scusa... non era mia intenzione..." Balbettò cercando di scusarsi ma lo precedetti.

"Figurati, è tutto okay."

Il tragitto fino alla macchina si fece improvvisamente silenzioso ma non imbarazzante, camminando ammirammo il mare e ci facemmo cullare dalla dolce brezza estiva che si stava pian piano facendo sempre più fresca, l'autunno era ormai alle porte ma nonostante ciò nelle ore centrali il sole riscalda l'atmosfera ancora pienamente estiva.

Arrivati alla macchina, Erick mi aprii la portiera e mi fece salire, sorridendomi calorosamente.

*Allora i gentiluomini esistono ancora*

*Sembrerebbe di si*

Ricambiai il sorriso e aspettai che salisse e mettesse in moto, per poi partire.

"Allora Emma raccontami di te..."

"Come già saprai ci siamo trasferiti qui da San Francisco, poche settimane fa per mio padre che sicuramente conoscerai bene, ho una sorella e adoro Harry Potter ma anche i romanzi rosa come qualunque ragazza" Gli risposi io.

"Ti mancano le tue amiche a San Francisco?"Mi chiese poi addolcendo lo sguardo a vedere il mio sorriso triste.

"Si da morire, ma cerchiamo di sentirci quasi ogni giorno, per fortuna abbiamo solo tre ore di fuso orario è abbastanza facile, speriamo duri..."

"E sei...si beh...sei fidanzata?" Mi chiese dopo un po', sembrò rifletterci se fare o meno quella domanda. Si concesse di guardarmi due secondi prima di ritornare concentrato sulla strada davanti a noi.

"Si beh intendo, hai altre persone a cui manchi oltre alle tue amiche?"

Okay...questa non ci voleva proprio...




Ciao a tutti!

Vi è piaciuto il nuovo capitolo?

Emma per l'apputamento si è vestita così:


Vi ricordo di seguirmi su instagram per tutti gli aggioramenti: backystonestories

A presto!

 ☆Backystone☆

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