Capitolo 08 ~ Piccoli, grandi batticuori...
Decisi di affrontare Meg il giorno successivo, appena terminato il pranzo.
Con la scusa del trasloco finalmente giunto a casa l'attirai nella mia trappola.
"Hey Meg finito qui mi aiuti a ordinare un po' la mia camera?"
"Si certo!!"
*Cosa avrà combinato Noah alla povera ragazza sembra imbambolata, l' avrà baciata?*
*Stai scherzando spero?!*
*Io non scherzo mai...*
Raggiunta la mia camera feci finta di nulla iniziando a svuotare gli scatoloni e riponendo le mie cose nei mobili, sulla scrivania e nella cabina armadio, dopo poco mi voltai verso di lei, osservando come con lentezza posizionava i vestiti sul materasso, era arrivato il momento di scoprire cosa fosse successo alla mattina.
Presi un sonoro sospiro e mi preparo all'interrogatorio imminente...
"Allora, mi dici cosa ti succede?" Chiesi a mia sorella che sobbalzò per lo spavento.
"Come?" Mi disse voltantosi. "Non si può essere solamente felice?" Aggiunse poi, con fare innocente, sedendosi sul materasso.
"Felici sì! Ma com'è possibile che improvvisamente un tour della nostra nuova scuola ti possa essere stato così illuminante? Tu signorina mi nascondi qualcosa, sputa il rospo!" Le dissi io indagatoria.
"E va bene qualcosa è successo..."Confessò finalmente lei, facendo spuntare il sorriso che teneva forzatamente nascosto.
"Quindi!? Racconta, non ti far pregare!" La spronai.
"Non è successo nulla di particolare...Noah mi ha fatto vedere l'aula informatica e poi..."
"Poi!! Dai Meg sei esasperante"
"Ci stavamo per baciare ma voi ci avete interrotti!" Urlò tutto d'un fiato.
Rimasi in silenzio a causa dello shock per pochi secondi pensando di non aver capito bene poi la guardai e mi resi conto che andare da Amplifon è ancora prematuro, ci ho sentito giusto.
Scoppiai a ridere consapevole che la mia coscienza aveva ragione...
*Modestamente io ho sempre ragione (fa swish con i capelli)*
"Come?!?! Ecco perché avevate quelle facce colpevoli! Vi abbiamo beccati inconsapevolmente." Riuscii a dire tra le risate.
"Non c' è niente da ridere Emma, mi sono sentita in imbarazzo e Noah ne sembrava pentito" Disse mia sorella incupendosi all'improvviso, a quel punto capii che c'era rimasta male.
"Dai Meg, sta tranquilla, non esiste che Noah si possa essere pentito, ti si è avvicinato lui? Dai raccontami cos'è successo!" La consolo io invitandola a raccontare tutto l'accaduto...
*MEGAN POV*
"Ora se siete d'accordo potremmo dividerci, Luke puoi aspettarci in segreteria e vedere se la documentazione è pronta mentre Noah e Megan vanno a vedere l'aula informatica e noi andiamo a vedere la biblioteca" Disse Erick per poi indicare lui e mia sorella.
Io annuì per dare il consenso e così fece Emma che salì poco dopo con Erick le scale accanto alla mensa mentre io e Noah ci dirigemmo verso le scale a lato della palestra.
Mentre camminavamo per i corridoi della scuola che avremmo condiviso poche settimane dopo, non potei non ammirare Noah in tutta la sua "oggettiva bellezza". Era alto circa 1m e 80, con la carnagione perlata, i capelli scuri che scendevano fin sopra le spalle e gli occhi color nocciola che esprimevano un'innata simpatia, portava gli occhiali, il ché li dava un'aria da intellettuale e ragazzo studioso, in contrapposizione con il suo sorriso furbo e spontaneo che suggeriva che la lista di ragazze interessate a lui fosse notevolmente lunga...
"Hey, così mi sciupi, bimba! " Esclamò lui ridendo, probabilmente notando che lo stavo fissando.
*Ma io dico, meno stupida mia madre poteva farmi, ora mi ha visto, che figura...*
"Bimba!? Non chiamarmi così! Poi non ti stavo guardando, anzi, mi stavi coprendo la visuale su..."
"Su cosa?" Mi interruppe lui, regalandomi un sorriso furbo "Sugli armadietti" Aggiunse alzando il sopracciglio.
"Certo! Gli armadietti, mi chiedevo quale sarà il mio!" Gli risposi io pronta, ammirandoli e facendo scorrere un dito su di essi.
Sospirai mentalmente per la geniale scusa che avevo usato, anche se, nemmeno un bambino ci avrebbe creduto.
"Magari..." Ammiccò avvicinandosi "Potrei chiedere alla segretaria di metterti vicino a me" Mi disse lui, eseguendo il mio stesso gesto.
"Non credo mettano ragazze del primo anno vicino a ragazzi dell'ultimo e poi pensa che noia vederti tutti i giorni, no grazie, meglio di no" Mi fermai, facendomi fintamente pensierosa, lo guardai pagandolo con la sua stessa moneta, regalandogli un sorriso furbo, prendendomi gioco di lui, anche se dentro di me sapevo di star per svenire.
Come risposta ricevetti solo un sussurro che mi fece venire i brividi in tutto il corpo "Vedremo..." per poi notare Noah percorrere le scale in silenzio, non mi rimaneva che seguirlo.
Dopo essere saliti al piano superiore entrammo in aula informatica, aula dove si sarebbe tenuto il laboratorio di informatica e molte volte anche quello di lingue straniere e materie come la matematica o il corso di scrittura creativa
Dopo aver girovagato un po' per la stanza, mi soffermai sulle grandissime vetrate che la illuminavano, la vista da lì era spettacolare, davvero... all'orizzonte si vedeva l'oceano e i vari quartieri benestanti che ci dividono da esso.
Non potei rimanere indifferente a quella bellezza così esclamai: "C'è una vista stupenda da qui!"
"Posso confermare" Esclamò Noah di rimando.
Mi girai e noto il suo sguardo abbassato, ero una ragazzina, certo, ma non una stupida, avevo capito cosa stava guardando poco prima.
"Mi stavi guardando il culo, Chris?" Chiesi io, senza mezzi termini, appoggiando le mani ai fianchi e facendo salire notevolmente le mie sopracciglia, lo vidi inghiottire e iniziare a balbettare cose senza senso: "Ehm sì,... cioè no! Okay, sì scusa" Scoppiai a ridere vedendolo in un evidente imbarazzo e difficoltà, cosa sicuramente non da lui.
"Sai, sei quasi carino quando arrossisci" Esclamai io divertita "Però" Aggiunsi con tono più basso "Sono io quella che dovrebbe arrossire, o almeno in tutte le storie che ho letto è accaduto così" Continuai pensierosa.
"Accaduto cosa? Cosa succede dopo che la ragazza o in questo caso, il ragazzo arrossisce nelle tue storie?" Mi chiese lui, cambiando completamente atteggiamento e facendo sparire il ragazzino insicuro e imbarazzato di pochi secondi prima.
Notai i suoi occhi luccicare curiosi così per non fargli capire che non mi è indifferente mi voltai verso la finestra e iniziai a raccontare la scena più vista nelle storie d'amore.
"Prima il ragazzo dice qualcosa alla protagonista che la maggior parte delle volte è una ragazzina insicura, dolce, intelligente." Iniziai a raccontare con tono annoiato "Le si avvicina un po', le sfiora i capelli, magari mettendole una ciocca dietro l'orecchio, le sorride, un sorriso che le fa tremare le gambe e sentire le farfalle allo stomaco, il ragazzo le si avvicina ancora, più deciso, le sussurra qualcosa all'orecchio come..."
Non riuscii a terminare la frase perché sentii' il suo respiro caldo sul mio collo che mi creò all'istante una miriade di brividi, poi lo sentii continuare al posto mio...
"Sei bellissima"
"S-si tipo questo" Cercai di non balbettare nel rispondergli ma mi risultò alquanto difficile, viste le sue mani sui miei fianchi e il suo respiro che non smetteva di soffiare contro il mio collo, sembrava lo facesse apposta, ero convinta avesse capito che non mi era indifferente.
Mi voltai verso di lui, ma la situazione sembrò peggiorare, perché mi ritrovai a pochissimi millimetri dalla suo viso, il suo sorriso furbo non lasciava la sua bocca che io stavo irrimediabilmente fissando, cercai di alzare lo sguardo su di lui, osservando i suoi occhi fare avanti e indietro sul mio viso, dalla bocca agli occhi.
Mi fissava dall'alto, essendo un pochino più alto di me, si avvicinò fino a far sfiorare i nostri nasi, sorridendomi e io non potei far altro che ricambiare, sorprendendomi dell'incredibile fascino che esercitava su di me, conoscendolo da poco più due ore e già trovandoci una situazione abbastanza compromettente.
"E poi?" Mi chiese avvicinandosi, ancora, fino a far sfiorare anche le nostre labbra.
"E poi..."
Venimmo interrotti da delle voci in corridoio che si fecero sempre più vicine, io mi allontanai bruscamente da lui, forse per paura che ci scoprano o forse per paura di quello che sarebbe potuto accadere.
Per fortuna divina quando mia sorella ed Erick comparirono sulla soglia della porta ci trovarono abbastanza distanziati, io probabilmente rossa come un pomodoro, mentre Noah sembrava aver cambiato ancora una volta umore, che si sia pentito di quello che non è successo?...
*EMMA POV*
Rimango in silenzio durante tutto il racconto, ancora un po' scioccata, e non lo negai, credevo fortemente che Noah non avesse cambiato umore perché si fosse pentito ma anzi, secondo me era infastidito dal fatto che io ed Erick lo avevamo interrotto, si è sentito anche lui in imbarazzo, forse...
"Megan, credimi se ti dico che mi avete spiazzato, ma vedrai che Noah recupererà il bacio mancato" Cercai di consolarla come meglio potevo, la verità era che non sapevamo come potevi sentirsi quel ragazzo.
"Veniamo a te ora, cosa hai provato?" Le chiesi poi, cercando di sviare il discorso di Noah e concentrandoci sui suoi sentimenti.
"Lo ammetto, è stato strano, diverso, ma bello ed emozionante, devi credermi se ti dico che mi è successo quello che accade nelle storie, sentivo davvero le gambe molli e spero solo non sia una mia fantasia, ma ho provato davvero una sensazione bellissima." Mi disse lei a quel punto e vedi i suoi occhi brillare.
Pensai ai sentimenti di Noah, cosa lo aveva spinto ad avvicinarci subito a mia sorella forse anche lui si era confidato con qualcuno, magari con uno dei suoi migliori amici, magari proprio con Erick che lo ha sorpreso come è successo a me...
Ciao a tutti!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Vi ricordo di seguirmi anche su instagram: backystonestories.
A presto!
☆Backystone☆
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