Verdetto parte 1
Seguirono Jane verso un tombino dove vennero risucchiati dall'oscurità. Era un passaggio nascosto, una via dalla quale i Volturi amavano uscire o facevano percorrere a vampiri in attesa di colloquio. Edward teneva stretta Bella cercando di infonderle coraggio: sapeva quanto tutto quello potesse sembrarle terrificante e, in fondo, anche lui aveva paura. Jane faceva strada con sicurezza e ben presto si trovarono davanti ad un ascensore che Edward conosceva bene. Il viaggio durò poco e si ritrovarono in quella che sembrava una segreteria di lusso. Dietro una scrivania sedeva una giovane donna che non appena li vide si apprestò a salutare garbatamente.
"Buongiorno, Jane", disse solare. Edward notò immediatamente il roseo colorito delle sue guance: era umana. Si chiese cosa potesse spingerla a rimanere lì al servizio dei Volturi ma ben presto la sua domanda trovò una risposta nel modo giulivo con cui la ragazza sorrise di rimando a un occhiolino di Felix. Sperava, anzi no, bramava essere trasformata. Attraversarono un'altra porta e trovarono ad accoglierli Alec.
"Jane, esci a prenderne uno e ne riporti indietro due... e mezza", disse in tono divertito squadrando Bella. "Bel lavoro", concluse scatenando le risate di Jane. Edward era teso nel vedere i due fratelli insieme ma non lasciò trasparire i suoi timori per non spaventare ulteriormente Bella.
Non mi piace, non mi piace pensava Alice, anche lei tesa per la situazione. Jane e Alec erano famosi per il loro sadismo e l'assenza di scrupoli e vederli insieme avrebbe agitato chiunque.
"Bentornato, Edward", disse Alec. "Mi sembri finalmente di buon umore"
"Un poco", ammise. Non voleva che Bella sapesse cosa aveva chiesto ai Volturi e sperava che il discorso non venisse fuori.
"Questa sarebbe la causa di tutti i tuoi problemi?", domandò Alec osservando divertito Bella che si teneva aggrappata al suo braccio. Edward sorrise sprezzante e si fermò. Non voleva continuare, non voleva andare davanti ad Aro.
"Fatti avanti", disse dietro le sue spalle Felix. Edward non riuscì a trattenere un ringhio cupo che lentamente risalì dalla sua gola. Felix sorrise e lo invitò ad avvicinarsi, sfidandolo.
"Sii paziente", lo ammonì Alice, sfiorandogli il braccio. Edward guardò la sorella negli occhi ambrati. Non servirebbe a nulla ora. Collaboriamo o finirà tutto ancor prima che inizi. Tu sei debole, Edward, e io da sola non posso fare molto. Cerca di calmarti e andrà tutto bene, gli disse Alice nel pensiero. Potersi parlare in quel modo poteva essere un vantaggio: Alice avrebbe controllato l'immediato futuro di Aro per sapere se e quando avrebbe deciso di ucciderli tutti. Doveva sperare che la sorella avesse ragione.
Continuarono a camminare preceduti da Jane e Alec che si tenevano per mano. Edward sembrava non fare a caso a nulla in particolare ma in realtà osservava tutto, cercando possibili vie di fuga. Stava memorizzando il tragitto, contando le finestre e, soprattutto, stava pensando a come portare Bella fuori da lì.
Se avesse avuto un cuore, questo si sarebbe fermato nell'attimo stesso in cui entrarono al cospetto di Aro. Bella era persa nella visione ed Edward poteva sentirne il respiro affannoso e spaventato. C'erano altri vampiri, tutti impegnati in conversazioni tranquille ma Edward aveva occhi solo per Aro. Fu lui a farsi incontro, avvicinandosi con la grazia di un predatore, avvolto nel suo mantello nero come la notte.
"Jane, cara, sei tornata!", disse gioioso.
"Sì, signore. L'ho riportato indietro vivo, proprio come voi avete chiesto", rispose la vampira. Per un attimo Edward capì che Jane non l'avrebbe mai lasciato vivere se non fosse stato per Bella e Alice. In un certo senso, quell'inaspettata visita gli aveva salvato la vita.
"Ah, Jane, che conforto mi dai!", disse squittendo Aro. "E ci sono anche Alice e Bella!", continuò battendo le mani come un bambino. "Che lieta sorpresa! Meraviglioso!". In un'altra situazione, Edward avrebbe trovato divertente il modo di fare infantile di Aro, ma in quel momento sembravano solo le fusa di una tigre pronta ad attaccare. Lo sguardo di Aro passò in rassegna gli ospiti, soffermandosi su Bella e poi su Edward.
"Vedi Edward?", continuò guardandolo quasi in modo affettuoso, "Cosa ti dicevo? Non sei lieto di non aver avuto ciò che mi hai chiesto ieri?"
"Sì, Aro, lo sono", rispose Edward stringendo il braccio attorno alla vita di Bella. Era davvero felice di non essere morto ma i festeggiamenti avrebbero tardato ad arrivare.
"Adoro i lieto fine", sospirò Aro. "Sono così rari. Ma voglio sentire tutta la storia. Com'è potuto accadere? Alice?". Il vampiro si voltò a fissare nelle iridi Alice. "Tuo fratello ti credeva infallibile, ma a quanto pare c'è stato un errore". Edward s'irrigidì. Sapeva che Aro desiderava una come Alice nella sua guardia e che le sue domande erano sinceramente interessate a sapere se il suo potere avesse dei problemi.
"Ah, sono tutt'altro che infallibile", rispose Alice, sfoderando un brillante sorriso. Edward aveva sempre ammirato la capacità di Alice di sembrare tranquilla anche quando non lo era. "Come hai potuto vedere tu stesso, risolvo tanti problemi quanti ne creo".
"Sei troppo modesta", disse Aro. "Ho seguito certe tue imprese straordinarie e devo ammettere di non aver mai osservato doti come le tue. Meraviglioso!". Per una frazione di secondo gli occhi di Edward e quelli di Alice s'incrociarono. Osservato? Edward, credo che Aro voglia qualcosa da noi... che non aspettasse altro per averci qui, pensò Alice. Aveva ragione: Edward maturò il forte sospetto che Aro sapesse già tutto prima che lui mettesse piede a Volterra. Il loro sguardo non sfuggì ad Aro che, prontamente, tentò di giustificarsi.
"Scusa, non ci siamo ancora presentati, vero? È soltanto che mi sembra di conoscerti già e a volte mi faccio prendere la mano. Tuo fratello mi ha parlato di te ieri, in maniera piuttosto singolare. Vedi, ho un certo talento in comune con lui, ma purtroppo il mio deve sottostare a certi limiti". In quel momento Edward capì che il potere di Aro era di molto più forte di ciò che sperava: poteva navigare fra i ricordi delle persone senza che loro potessero in alcun modo saperlo. Edward era convinto di avergli mostrato solo Bella; in realtà Aro aveva sbirciato ben oltre.
"Ma è di gran lunga più potente", rispose secco Edward. Di cosa stai parlando, Edward?, gli domandò Alice e lui si affrettò a precisare. "Aro ha bisogno del contatto fisico per ascoltare i pensieri ma riesce a coglierne molti più di me. Aro percepisce ogni pensiero che la mente della persona abbia mai generato"
Questo complica le cose, Edward... ma potrebbe anche rivelarsi utile, pensò Alice. Aro notò lo sguardo complice fra i due e ne sembrò infastidito. In quel momento, Aro e gli altri alzarono lo sguardo verso un punto alle spalle dei tre ospiti: Felix era di ritorno, portando con sé gli altri due Anziani.
"Marcus, Caius, guardate!", disse Aro suadente. "Infine, Bella è viva e assieme a lei c'è Alice! Non è meraviglioso?". Edward cominciava a detestare la parola meraviglioso, mentre né Marcus né Caius sembravano avere interesse per la cosa. Poi, Marcus si avvicinò ad Aro e gli diede la mano, e dopo poco la voce di Aro echeggiò nuovamente nella stanza.
"Stupefacente", disse, "Davvero stupefacente". Marcus stava facendo leggere i propri pensieri e Alice sembrava irritata dall'attesa. Cosa stanno facendo? Perché Marcus gli fa leggere la mente, domandò Alice a suo fratello. Edward si girò lievemente verso di lei per dare spiegazioni.
"Marcus vede le relazioni fra le persone. È sorpreso dall'intensità della nostra". Edward sapeva perché Marcus era così interessato alla loro relazione: non era facile trovare un vampiro che resisteva alla propria cantante.
"Come fai a strale così vicino?", domandò d'un tratto Aro. Era evidente che Bella non riuscisse a seguire il filo della conversazione ed Edward non avrebbe mai voluto che lei sapesse cosa significava per lui. Ma non era più tempo dei segreti.
"Mi costa un certo sforzo", rispose Edward, calmo.
"Eppure... è la tua cantante! Che spreco!"
"Per me è il prezzo da pagare", disse monocorde Edward. Molti vampiri, Aro compreso, avrebbero pagato l'oro del mondo per incontrare la propria cantante e potersi nutrire del suo sangue.
"Un prezzo molto alto", aggiunse Aro, consapevole della fatica che Edward doveva affrontare per controllarsi.
"Ma equo"
Aro rise. "Se non avessi sentito il suo odore nei tuoi ricordi, non avrei mai potuto credere che il richiamo del sangue potesse essere tanto forte. Nemmeno io ho mai provato nulla di simile. La maggior parte di noi darebbe qualsiasi cosa per un dono come questo, eppure tu..."
"Lo spreco", terminò sarcastico Edward. Nessun vampiro poteva immaginare quanto fosse forte il richiamo del sangue di una cantante: la sete, qualunque tipo di sete, in confronto era nulla.
Aro rise nuovamente. "Ah, come mi manca il mio amico Carlisle! Gli somigli molto... lui però non è così arrabbiato"
"Carlisle ha molte più qualità di me"
"Pensavo che nessuno potesse tenergli testa quanto ad autocontrollo, ma tu lo superi, di gran lunga"
"Non direi", disse Edward. Era stufo di quei preliminari, di quelle chiacchere vuote... voleva tornare a casa e voleva farlo con Bella. Ma Aro non sembrava intenzionato a far finire la cosa tanto in fretta.
"Il ricordo di quanto ti affascini è tala da stuzzicare la mia sete", ghignò Aro. Edward s'irrigidì, terrorizzato all'idea che volesse davvero bere il sangue di Bella. Non aveva sopportato tutto quello per dare in pasto Bella ai Volturi!
"Non essere inquieto"; lo rassicurò Aro, avendone letto la preoccupazione. "Non le farò del male. Ma sono molto curioso di una cosa in particolare", disse osservando Bella. "Posso?", chiese alzando una mano.
"Chiedilo a lei", rispose Edward, impassibile.
"Ma certo, che maleducato! Bella mi affascina il fatto che tu sia l'unica eccezione al talento straordinario di Edward... è un avvenimento unico e interessante! E mi chiedevo, visto che i nostri poteri si somigliano molto, se potessi essere tanto gentile da farmi provare per capire se anche per me costituiresti un'eccezione". Bella guardò Edward terrorizzata. Nemmeno lui voleva vedere la mano di Aro toccarle le pelle ma non avevano scelta e poi era curioso anche lui di sapere se i pensieri di Bella fossero occlusi anche ad Aro. Ma quante cose gli hai raccontato?, lo sgridò Alice. In effetti, quando Aro gli chiese di vedere la situazione che lo stava portando a chiedere di morire, Edward non si era più di tanto preoccupato di ciò che mostrava. Bastarono pochi secondi per capire che anche Aro non poteva leggere Bella e questo rese felice Edward. Non c'era nulla che non andasse in lui era Bella che era speciale.
"Davvero interessante", sussurrò Aro, incredulo. "Non è mai accaduto... Che sia immune ai poteri? Jane... cara?"
"No!", ringhiò Edward. Alice provò a tenerlo per un braccio ma lui scostò rapidamente: non avrebbe mai permesso che Bella provasse la tortura sadica di Jane, soprattutto per compiacere la curiosità di Aro. Accadde tutto molto rapidamente. Mentre Aro chiedeva a Jane di provare il suo talento sulla giovane ragazza, Edward si lanciò contro Jane. Ma non fece molta strada. Sebbene Edward volesse con tutto se stesso mettere la parola fine sul viso infantile di quel mostro, bastò un solo sguardo di Jane per farlo crollare a terra in preda agli spasmi. Edward si contorceva, incapace di rimanere impassibile a quel dolore che gli pervadeva tutto il corpo e la mente. Mai in vita sua aveva provato un dolore simile e nemmeno si ricordava fosse stato così tremendo quando il giorno prima l'aveva atterrato nello stesso modo. Non riusciva nemmeno a sviluppare un pensiero. Poi, nel silenzio della sala, rotto soltanto dai rantolii di Edward, si levò chiara e disperata la voce di Bella.
"Basta!", gridò la ragazza, incapace di guardare Edward in quelle condizioni e Aro fece cenno a Jane di smettere.
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