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DANDELIONS


Anche se Daniel volesse non potrebbe in alcun modo dimenticare Lhena. Sarebbe come perdere un braccio o una gamba, o peggio ancora, una parte della sua anima. Lei c'è stata con lui in ogni momento della sua vita da quando si sono conosciuti e cancellarla, significherebbe cancellare quasi tutti i suoi ricordi belli. Cancellerebbe di certo il dolore, ma non gli rimarrebbe nient'altro. Ed è un prezzo troppo alto da pagare.

Ci ha pensato tutta la notte. Lei lo ha finalmente scelto, a discapito di tutto, ha compiuto la follia più grande della sua vita e ha cambiato rotta all'ultimo secondo. Ma quanto è costato tutto questo?

Una parte di lui vorrebbe abbandonarsi a quella felicità, l'altra lo sta pregando di preservare gli ultimi brandelli del suo cuore, malridotto e dolorante, in preda ad un'agonia che sembra non finire mai.

È mattino presto quando si affaccia dalla finestra della sua camera e la vede passeggiare in giardino con un'aria pensierosa. A guardarla da lì, dopo tutto quello che hanno passato, riesce a scorgere tante piccole cose che prima non vedeva.

Quando si sono conosciuti Lhena aveva appena ventun anni, una ragazzina che imparava ad essere donna. Dietro quel sorriso splendente e quell'aria spensierata nascondeva un manto fragile e pieno di ferite, che Daniel ha scoperto a poco a poco, con la delicatezza di chi da sempre nasconde il dolore dietro alla risata. Si è innamorato così in fretta di lei, dell'idea che aveva del loro amore, che si è perso il momento in cui quella ragazzina è diventata donna sotto il peso della vita, con i suoi traumi che venivano a galla, impossibili da tenere a bada dietro ai suoi sorrisi forzati.

Prima la sua luce lo accecava, ora è spenta e buia, schiacciata dai suoi errori, con la stanchezza dipinta in volto.

Si è innamorato del modo che aveva di affrontare la vita, ridendo delle sue disgrazie, senza accorgersi che in realtà con il rumore della sua risata camuffava le crepe del suo cuore. Esattamente come lui.

Si è innamorato di lei perché inspiegabilmente era così simile a lui. E non ha saputo cogliere la paura che l'ha scavata dentro, fino a rubarle quel sorriso che le faceva da scudo.

Nel momento in cui si è innamorato, si è dimenticato di continuare a far parte della sua vita, sbiadendo a poco a poco il colore che li dipingeva.

Ora sono due sagome grigie, alla ricerca disperata di un modo per riempirsi a vicenda. Perché solo a vicenda possono aggiustarsi.

Sospira, lasciando andare la tenda che ricopre la finestra. Si butta sotto il getto di acqua calda che utilizza per far fluire i pensieri lungo il suo corpo. Gli scorrono davanti agli occhi le immagini di tutti i momenti che hanno vissuto da quando si sono conosciuti. Non c'è un solo attimo in cui lei non abbia fatto parte della sua vita. C'era nei momenti belli, c'è stata in quelli brutti, ma cancellarla significherebbe cancellare gli ultimi anni che ha vissuto. E Daniel non è pronto a farlo.

Indossa velocemente qualcosa di pulito e si dirige al piano di sotto, pronto ad affrontarla, convinto che sia inutile prolungare quella situazione ancora. Esce in giardino, trovandola esattamente lì, dove l'aveva intravista dalla finestra della sua stanza.

La guarda da lontano mentre si muove tra i cespugli del giardino, accovacciata tra le foglie, con le mani sull'erba. Prova ad immaginare il perché, ma per sicurezza dovrebbe chiederglielo e davvero non sa se riuscirà ad affrontare quella situazione. Si osserva le nocche bianche delle sue mani strette in un pugno, temporeggia nell'attesa di trovare il coraggio. Alla fine si arrende a se stesso, alla voglia di sentirle dire un'ultima volta il vero motivo per cui è lì, la voglia di illudersi ancora. Si incammina verso di lei e si ferma a qualche centimetro di distanza, alle sue spalle.

«Posso sapere cosa stai facendo?» chiede, grattandosi una tempia con l'indice.

Lhena sobbalza, spaventata dal suo arrivo improvviso, di cui non si era accorta, ma non si volta. Prende un respiro profondo e rilassa i muscoli, tornando a fare ciò in cui era intenta prima.

Non si aspettava di sentire la sua voce rivolta a lei così in fretta, Daniel è sempre in grado di stupirla. Non è ancora pronta, ma forse non lo è mai stata o forse non si è pronti per quel tipo di cose, bisogna solo lasciarsi andare. E lei ne ha tutte le intenzioni, anche se sembra tardi.

«Cerco del tarassaco» risponde calma, spostando delle foglie davanti a lei. «È un fiore che cresce tra la primavera e l'autunno in Europa. Qui in America non è comune, ma credo di averlo intravisto.»

È chiaro che a Daniel non interessino stupidi discorsi sulla genealogia di un fiore, ma quello è il suo modo per prepararsi psicologicamente ad affrontare qualcosa di decisamente più importante. Non può vedere il piccolo sorriso che spunta sulle labbra dell'australiano, che la osserva a braccia incrociate, mentre è semplicemente se stessa.

Quella scena lo fa sorridere perché gli sembra di ritrovare la Lhena che conosceva. C'è qualcosa di insolitamente diverso in lei, tremendamente familiare. Sembra essere ritornata come un fantasma dal passato, come se qualche meccanismo fosse scattato nella sua testa e l'avesse fatta tornare in se.

Per poco la ragazza non rischia di cadere inciampando nelle sue stesse gambe. In un primo momento Daniel si muove per aiutarla, ma si blocca sul posto quando si rende conto di essere ancora tremendamente ferito. Lei nemmeno se ne accorge, intenta a ritrovare l'equilibrio e ad evitare di farsi male.

«Attenta a non cadere mentre ti sbracci in modo maldestro» esordisce il pilota, con fare imbarazzato. Apparentemente quella frase potrebbe non avere alcun senso, non per loro due però.

Il cuore di Lhena si ferma per un attimo. Afferra subito il momento a cui lui allude, non si sarebbe mai aspettata di sentirgli ricordare del gran premio di Monaco del duemiladiciotto, l'ultimo dei ricordi davvero felici e genuini che condividono.

In quell'istante le si accende la speranza, una piccola fiammella flebile, mantenuta ancora in vita da un sentimento tanto forte da poter affrontare tutte le intemperie. Daniel prova ancora qualcosa, lo sente nel suo tono di voce, nel modo incerto in cui pronuncia quelle parole, nella sua premura ancora viva verso di lei.

Deglutisce a fatica, tentando di rimanere calma e non mettersi a piangere o a fare discorsi inutili dettati dalla foga del momento. Riprende a spostare le foglie davanti a se, con le mani tremanti e finalmente individua ciò che cercava.

«Trovato!» esclama, con un sorriso stampato in volto.

Ne afferra uno e lo porge a Daniel che lo prende in modo scettico e se lo rigira tra le dita. L'impatto tra i loro occhi è quasi catastrofico. Il mare che incontra la terra, un'esplosione vulcanica contro un cielo che aspetta di essere infiammato.

È la rottura di ogni equilibrio, che dona il sostegno nel vuoto.

Sono i loro mondi frastagliati che si ricompongono riempendo le loro crepe a vicenda.

In quegli occhi Lhena ci vuole morire e rivivere in un loop infinito, nutrendosi del legame che li unisce al di là di ogni tempo e luogo, qualcosa che a parole non potrebbero spiegare a nessuno, ma che in quel momento, con i loro sguardi stanchi e doloranti, sono perfettamente in grado di comprendere.

«Sai che le pratiche di divinazione dicono che c'è un modo per sapere tra quanto tempo accadrà una cosa che desideri?» esordisce, mostrandogli un piccolo sorriso, indebolito dai dolori del tempo che hanno sprecato. Daniel se ne sta in silenzio, ad ascoltare i suoi discorsi privi di fondamenta scientifiche - un po' un paradosso per una che di scienza ci vive - nell'attesa di capire come agire, cosa dire. «Chiedi al dente di leone, a seconda di quanti soffi impieghi a spazzare via i semi, avrai la tua risposta» continua lei, avvicinandogli il fiore alle labbra.

Il pilota alza gli occhi al cielo e sospira pesantemente. Un tempo avrebbe assecondato ogni sua follia, in quel momento vorrebbe solo cancellare i cappi che si sono entrambi legati da soli intorno al collo. La osserva con un'espressione perplessa, fermo sul posto, con la mascella serrata.

«Non ci credi?» lo provoca lei, allargando le labbra in un grande sorriso. Probabilmente in una situazione normale i ruoli sarebbero stati inversi, ma Lhena capisce e percepisce la stanchezza di Daniel e sa che deve essere lei quella a trovare la forza di splendere per entrambi, per quanto risulti difficile.«Prova, dai!»

«Lhena, smettila, lo sai che non credo a queste cose e non ho alcuna voglia di scherzare» risponde duramente lui, spostandole bruscamente la mano, mentre sbuffa sonoramente.

Quella reazione non la ferisce. Se la aspettava e non può dargli alcun torto, per questo la trasforma in energia per continuare quella battaglia silenziosa che stanno consumando.

«Non puoi aver pronunciato questa frase, non sta uscendo dalla tua bocca!» lo prende in giro, rifilandogli una gomitata amichevole. Lui cerca in tutti i modi di trattenere un sorriso, ma alla fine è costretto a cedere e a dargliela vinta.

Prova a distogliere lo sguardo per non darle la soddisfazione, ma lei sorride trionfante, seguendolo con i suoi occhi. Daniel però non ha alcuna intenzione di cedere così facilmente, come tutte le volte. Per questo ritorna immediatamente serio, sospira, abbassa lo sguardo per trovare le parole giuste e raccogliere la forza per sostenere i suoi occhi glaciali che l'hanno ferito in tanti modi diversi.

«Ho bisogno di chiederti una cosa e voglio che tu sia sincera» esordisce con tono grave e fermo. Lhena sussurra, deglutisce con fatica e si prepara al peggio, tenendo in tensione tutti i muscoli del suo corpo. «Se Thomas non me lo avesse detto, tu mi avresti mai rivelato del segreto che ti sei portata dentro?»

Il fatto che Daniel ancora non riesca a pronunciare chiaramente l'aborto, probabilmente sottolinea quanto non abbia ancora metabolizzato ciò che è successo, anche se così sembrava. Dunque la discussione che hanno avuto a Madrid durante la festa non è il motivo della loro ennesima rottura. Il fatto che si trovino a fronteggiarsi ancora con i loro cuori distrutti dipende dai rancori che hanno sempre seppellito invece di affrontare. E forse quello è il momento giusto, è il momento di farsi davvero male, per permettere alle ferite di guarire davvero.

«Probabilmente no» afferma Lhena con tutta la sincerità del mondo. Non vuole mentirgli e non vuole mentire a se stessa. «Sapevo che ci saresti stato male e che dall'essere arrabbiato saresti passato a sentirti in colpa per non esserci stato. E tu non hai colpe.»

Daniel alza immediatamente la testa a quell'affermazione e la guarda sorpreso. Non è vero che non ha colpe, le sue colpe sono state quelle di sbagliare i tempi tanto quanto ha fatto lei. Sentirglielo dire però un po' gli alleggerisce il cuore, gli distende i muscoli e toglie un po' di nebbia dalla sua mente, permettendogli di ragionare più lucidamente.

«Poniamo che io ti perdoni ancora una volta» esordisce, senza guardarla negli occhi. Non vuole darle alcuna speranza, anche se nello sguardo di Lhena si accende già una scintilla. «Chi mi dice che alla prima difficoltà non scapperai di nuovo, come hai sempre fatto?»

Lei sorride amareggiata. Quella domanda è più che lecita, ma la risposta non esiste. No può dargli alcuna certezza, non è nelle condizioni, ma può convincerlo della sua fermezza, del fatto che abbia compreso quanto veramente Daniel conti per lei.

«Nessuno te lo può dire, nemmeno io» afferma, «e non posso nemmeno chiederti di fidarti ancora, te l'ho chiesto troppe volte.»

Non la risposta che Daniel si aspettava, ma quella che voleva sentire nel profondo. È stanco di ascoltare promesse che non vengono mantenute e apprezza la sincerità con cui lei gli sta dicendo che non ha certezza del futuro.

«E allora cosa dovrei fare?» chiede con un tono tagliente, guardandola a testa alta.

«Amarmi» risponde lei, scrollando le spalle. «Come solo tu sai fare quando nemmeno io ci riesco.»

La semplicità e la leggerezza di quelle parole spiazzano Daniel, che non era più abituato a vederla con quel fuoco negli occhi. Rischia quasi di farsi travolgere da tutta quella fermezza, ma rimane in piedi, saldo sulle sue idee.

«E chi amerà me?» la provoca.

«Io, a modo mio, con le mie complicazioni, che tu hai sempre accettato.» Lhena fa un passo avanti, lo guarda dritto negli occhi, con una sicurezza che non le appartiene, ma non è mai stata più convinta di così. In quel momento sa perfettamente cosa vuole. Vuole lui e nient'altro. «Ti sto chiedendo tanto, lo so, ma non c'è una vita in cui io e te non ci apparteniamo» aggiunge, con un fil di voce e il tono più dolce, morbido.

Daniel però emette un ghigno amareggiato, alza gli occhi al cielo e torna a guardarla con aria titubante. Non le crede.

«Quanti giorni ci metterai questa volta a rovinare tutto?» la sua lingua affilata fa più male del previsto, ma Lhena inaspettatamente non si scalfisce. Rimane in piedi ed avvicina di nuovo il dente di leone alle labbra del pilota, che la guarda confuso.

«Soffia» gli spiega lei esortandolo.

Daniel non crede davvero a quel tipo di cose, ma la accontenta e con una sola emissione di fiato spazza via tutti i pappi del fiore, che si perdono nel vento, sotto i loro volti increduli. Lhena non riesce a trattenere una risata e si copre la bocca con una mano mentre l'australiano scuote la testa, anche lui divertito dall'ironia di quel gesto.

«Forse dovremmo smetterla con le pratiche di divinazione» afferma lei ironicamente, gettando a terra lo stelo del fiore. Se è un segno del destino, non è per niente buono, ma non sarà neanche quello a fermarla. Si avvicina ancora a lui e questa volta gli afferra l'avambraccio, ancora incrociato con l'altro, all'altezza del petto. Si alza sulle punte, per guardarlo negli occhi alla stessa altezza, a pochi centimetri dal suo viso.

«Daniel, credimi, so che sei stanco, ma ti chiedo solo un'ultima possibilità. Non me la devi, ma ti prometto che è quella giusta» lo implora, con un fil di voce. «Abbiamo fatto troppa strada per abbandonare il viaggio quando siamo quasi a destinazione»

«Tu sei pessima con le promesse» ribatte prontamente Daniel, guardandola negli occhi come se potesse scrutare ogni piccola parte di lei. «Tanto quanto sei brava con le parole.»

L'australiano sembra irremovibile, fermo sulla sua decisione di non cedere per questa volta, ma Lhena non si arrende, lo ha fatto troppe volte per farlo ancora. Glielo deve questo coraggio, per tutte le volte in cui lo ha tirato fuori lui al posto suo.

«Fammi imparare ad amarti» lo supplica, cercando in ogni modo i suoi occhi, mentre lui tenta di distogliere lo sguardo.«Non ti deluderò questa volta.»

«Per quanto tu ci abbia provato, non ci sei mai riuscita» la contraddice ancora una volta Daniel, lottando contro la sua stessa volontà di cedere e fidarsi, perché in quel mare glaciale che stanno incontrando in quel momento le sue iridi marroni ci legge sincerità, ci legge amore.

«E sai qual è la cosa peggiore?» continua di fronte al silenzio di Lhena, ammutolita dalla sua fermezza. «Che un giorno ci incontreremo per la strada e tu sarai convinta che l'amore non esiste, perché non hai trovato il tuo, quando ce lo avevi davanti agli occhi.»

Quelle parole la colpiscono definitivamente. Daniel ha ragione, perché se le dirà di no, difficilmente lei troverà qualcun altro con cui condividere i suoi sentimenti. Ci ha provato diverse volte, fallendo miseramente, perché nella sua mente alla definizione di amore corrisponde una sola persona.

Fa un passo indietro, gettando le mani in tasca e dondola sui piedi, rivolgendogli un ultimo sorriso amaro.

«Mi hai sempre amata più dei miei sbagli» constata ad alta voce.

«Ti ho sempre amata più di tutto.»


1 anno dopo - Abu Dhabi 2022

Nono. In parata con Sebastian Vettel. Daniel taglia l'ultimo traguardo della stagione, l'ultimo ufficialmente su una monoposto, l'ultimo per non sa quanto tempo.

Nessuno qualche anno fa avrebbe detto che la sua carriera potesse avere un punto interrogativo così grande, eppure mentre guarda l'ultima bandiera a scacchi della stagione sventolare sotto il cielo di Abu Dhabi, con i fuochi d'artificio sullo sfondo, una morsa gli blocca la bocca dello stomaco.

Non gli vengono neanche le parole per descrivere il suo stato d'animo. Lui, perenne logorroico, ammutolito dal rumore del silenzio. Balbetta nell'ultimo team radio alla squadra di Woking, che con lui non è stata clemente, ma che gli ha comunque permesso di raggiungere l'ultima vittoria della sua carriera, quella che gli mostrano sul volante della sua monoposto papaya.

È tanto da sopportare, così tanto che non riesce neanche a trattenere le lacrime prima di salutare per sempre la sua auto. Quell'insieme di ruote e fibra di carbonio l'ha odiato e poi amato e poi odiato ancora, eppure non riesce a dirgli addio, perché è quello che lo fa sentire vivo.

La conosce bene quella sensazione. È quella che ha vissuto con Lhena per due anni, prima di trovare la risposta definitiva al loro futuro.

E quando arriva nei box, tra abbracci e applausi e si sente più solo che mai, in quegli suoi occhi glaciali ritrova casa.

Lhena si toglie le cuffie, da cui ha sentito in silenzio ogni sua parola e lo accoglie tra le sue braccia, senza dire niente, lasciando che le lacrime le scorrano sul volto, mostrando tutta la sua emozione in quel momento.

Daniel si aggrappa a quell'abbraccio come fosse il suo ultimo appiglio, chiedendole implicitamente di non abbandonarlo in un momento così delicato della sua vita e lei ricambia la stretta, confermandogli che rimarrà, come gli ha promesso quasi un anno prima.

È stato difficile mettere da parte l'orgoglio che li ha logorati per tutto il tempo che hanno sprecato, ma quando sembrava essere fermo sull'idea di lasciarla finalmente andare, ha capito di non poterlo fare. L'ha accompagnata in aeroporto, con l'intento di dirle addio, ma le loro anime sono state forgiate per essere unite e nell'ultimo abbraccio che si sono riservati, ha capito che non poteva abbandonarla, che separarsi da lei avrebbe significato creare una voragine incolmabile.

E in un anno hanno guarito le loro ferite, promettendosi di non procurarsene più.

In quel momento la guarda e ha la conferma di aver fatto la scelta giusta, nonostante il dolore, nonostante la paura.

Lhena lo osserva sorridendo, con gli occhi lucidi. Un'espressione un po' amara di chi comprende le emozioni che sta provando come fossero sue. Lei lo sa come si sente in quel momento e sta provando ad alleggerire il peso che sente sul petto.

Dondola su se stessa, con le mani nascoste dietro la schiena e Daniel sa già la sua prossima mossa. La loro tradizione.

Senza parlare gli mostra una semplice foglia, non un fiore colorato di cui non sa il significato, non un mazzo con un biglietto che ne interpreta la simbologia. Una foglia verde, grande, che a lui sembra di aver già visto da molte parti.

«Non si porta in testa?» chiede, rigirandosela tra le mani.

Lhena in un primo momento lo osserva confusa, non riuscendo a capire cosa intenda, poi collega e scoppia a ridere, coprendosi una bocca con la mano, mentre lui la guarda con aria interrogativa.

«Quello è l'alloro idiota!» esclama, tenendosi l'addome con una mano.

Daniel non può fare a meno di seguirla, ridendo di se stesso e imbarazzandosi per la sua affermazione. Si strofina una mano dietro alla nuca e continua a fissare la foglia che ha tra le mani, chiedendosi quale sia il significato nascosto dietro di essa questa volta.

«E questa cos'è?» chiede incuriosito.

«Edera» risponde Lhena, facendosi seria e sorridendogli teneramente, mentre lo osserva con uno sguardo innamorato.

«Edera?» domanda lui per conferma.

Non è di certo la prima volta che sente quel nome, sa cos'è l'edera, l'ha vista spesso arrampicarsi sulle pareti di edifici e palazzi, aveva solo sbagliato ad identificarla. Lo ha sempre affascinato il modo in cui adorna le costruzioni cittadine, ma non si è mai chiesto cosa potesse significare nel linguaggio dei fiori. Fino a quel momento.

Lhena si fa più vicina e gli cinge il collo con le braccia, rivolgendogli un sorriso dolce, prima di fornirgli la risposta che cerca. C'è un motivo ben preciso se ha deciso di regalargli prorpio quella foglia d'edera e non qualche altro fiore che potesse adornare i loro ricordi condivisi.

«Simboleggia la passione degli amanti» gli spiega. «Ho sempre amato l'edera, perché è una pianta rampicante, è tenace e cresce velocemente, rischiando di divorare tutto quello che ha intorno. Spesso rovina le pareti degli edifici su cui si arrampica, ma più la tagli più ricresce.»

«È come il nostro amore» afferma subito Daniel, sorridendole in risposta, con gli occhi sbarrati per la sorpresa.

Lhena annuisce e sorride. Stranamente ha sempre amato quella pianta già prima di incontrare il pilota australiano. Quando era bambina la osservava per ore mentre abbelliva il porticato della sua casa, attorcigliandosi intorno alle travi. Ci ha sempre visto un fascino misterioso dietro l'edera ed ora che la identifica con l'amore che si sono scambiati lei e Daniel, è convinta che il destino le abbia riservato da sempre quel momento.

«È come il nostro amore» conferma, guardandolo dritto nei suoi occhi scuri, che le regalano una luce diversa quella sera. Sono ancora segnati dalle lacrime che ha versato, ma sono finalmente sereni. Anche se non è tutto al suo posto nella sua vita, Daniel è stato in grado di trovare la pace nella tempesta, lottando con la sua tenacia e avendo il coraggio di mettere un punto. Una pausa gli farà bene, anche se non immaginava sarebbe andata così.

«Ci sono rami che si rincorrono per una vita intera senza mai toccarsi» esordisce lei, giocando con il bottone della sua polo arancione.

Ha sempre pensato che nonostante ai suoi occhi sia bello con qualsiasi cosa addosso, quel colore non gli doni. Non vede l'ora di rivederlo in blu, come lo ha conosciuto, quando si è innamorata la prima volta.

«Ma ce ne sono altri che si toccano?» chiede lui, corrugando la fronte, nel tentativo di capire dove lei voglia arrivare.

«Molto spesso da un filamento si separano due rami che poi si ricongiungono» risponde Lhena, incurvando le sue labbra in un sorriso soddisfatto.

Daniel emette una lieve risata, comprendendo in qualche modo il senso delle sue parole. Continua a guardare la foglia di Edera da dietro le spalle della bionda, mentre con l'altra mano le stringe la vita, tenendola stretta a se.

«È molto bella» afferma.

Lhena capisce che non si riferisce solo alla semplice foglia che si rigira tra le dita, ma al significato che si nasconde dietro, alla metafora del loro amore tormentato, che finalmente si possono godere dopo aver sudato e dopo aver gettato sangue amaro.

Da un anno oramai vivono in balia dei loro sentimenti. Lei ha messo da parte le sue preoccupazioni, riuscendo finalmente a giostrarsi tra il lavoro dei suoi sogni e l'amore della sua vita. Segue Daniel quando può e lo supporta anche da lontano. Lui credeva morta qualsiasi speranza di poter stare insieme, ma si è lasciato sorprendere ancora una volta e può dirsi finalmente felice con la donna che ama al suo fianco. È stata dura, ma forse rifarebbe tutto, perché nessuno ha vissuto un legame intenso come il loro, nessuno può dire di averlo messo così duramente alla prova e aver avuto la conferma che in qualsiasi modo ci provino, non può essere spezzato.

«Una volta mi hai chiesto se fossi mai stata l'edera di qualcuno» esordisce Lhena. Le piace ricordargli infinitamente di quel momento, come se fosse il punto da cui ricominciare ogni volta, come se fosse l'attimo da cui tutto è partito.

Daniel sorride, gettando la testa all'indietro. Ricorda perfettamente a cosa si riferisca, ha quella scena stampata nella mente e gli piace sentirgliela ritirare fuori ancora e ancora.

«Era il matrimonio di Maya, me lo ricordo bene» risponde con gli occhi che brillano del riflesso della sua felicità in quel momento.

È una sensazione dolce amara, ma qualcosa gli dice di non essere completamente triste, perché anche se il prossimo anno non correrà tutte le gare del campionato, compresa quella che aspettava da una vita intera, sente che un disegno più grande lo aspetta. E se così non dovesse essere comunque non si pente di niente. Ha fatto tante scelte sbagliate nella vita, ma ogni secondo lo ha vissuto intensamente. Non vive con i rimorsi, ma solo con ricordi stampati nella mente.

Lhena, come se gli leggesse nella mente, percepisce quei pensieri e gli rivolge un'occhiata confortante, accarezzandogli una guancia con una mano e sfiorandogli le labbra con il pollice.

«Non so come sarà il tuo futuro, né il mio» afferma, avvicinandosi di pochi millimetri al suo viso. Daniel osserva ogni sua mossa mantenendo lo sguardo fermo sul movimento delle sue labbra, nell'attesa che lei finisca il suo discorso prima di poterle baciare. «Ma ti va di essere la mia edera?» domanda lei in fine, con un tono gutturale, quasi un sussurro.

Daniel sorride, avvicinandosi a sua volta ancora un po', fino a sfiorare le sue labbra, lasciandosi inebriare dal suo profumo, mente i loro nasi si toccano.

«Solo se mi prometti che ci intrecceremo» risponde, con una voce altrettanto bassa, in grado di sfiorare le corde della sua anima. Lhena non riesce a trattenere una risata e stringe la presa attorno alla sua nuca.

«Lo sai che faccio schifo a mantenere le promesse, ma se ti regalo un fiore è per sempre» afferma con convinzione, facendo sorridere anche lui, che annulla la distanza, neutralizzandola con il bacio più profondo e intenso che si siano mai scambiati.

Lhena assapora ogni centimetro di lui, mantenendo le mani salde sul suo petto mentre Daniel la stringe forte a se, afferrandole i capelli tra le dita. I loro cuori battono all'unisono, quasi esplodono dalle loro casse toraciche per unirsi a loro volta e diventare un tutt'uno.

Si separano senza fiato e la bionda lascia scorrere le sue labbra sul suo collo, respirando irregolarmente mentre raccoglie aria per i suoi polmoni.

«Non vedo l'ora di intrecciarmi insieme a te in futuro» sussurra Daniel contro la sua tempia, alzandole il mento con le dita e costringendola a guardarlo. Lei sorride intenerita e gli stringe una mano sul fianco.

«Potranno reciderci mille volte, ma ricresceremo mille e una» afferma con convinzione, tentando di trasmetterla nei suoi occhi.

«Ti amo» sussurra lui contro le sue labbra.«Anche se mi hai fatto venire una gastrite incurabile!»

Lhena scoppia a ridere e Daniel si nutre del suono della sua risata genuina, che parte dal cuore e le esplode lungo le vene, investendo anche lui di quella felicità, curandogli le ferite.

«No, l'edera non è la pianta giusta per la gastrite» scherza lei, per poi farsi di nuovo seria e guardarlo per imprimere nella sua mente ogni movimento impercettibile del suo volto in quel momento. «Ti amo anche io e la cosa che amo più di te è la tenacia che ci metti quando ami una persona.»

Voleva dirglielo da tempo, fargli capire quanto gli sia grata per non aver mai mollato con lei, con loro, nonostante abbiano fatto di tutto per allontanarsi.

«Solo se quella persona sei tu» ribatte lui prontamente, dandole un bacio sulla fronte e allargando il suo sorriso.

«Quando ti ho regalato il girasole ho sbagliato» esordisce improvvisamente Lhena, ricevendo un'occhiata interrogativa.

Lo osserva. Ha un'espressione serena, nonostante tutto. Daniel ha sempre pensato di essere una persona debole, non rendendosi conto della forza che nasconde. E lo dimostra in quei momenti lì, in cui il mondo gli crolla addosso e lui trova la soluzione per spostarsi e la tenacia per ricostruire tutto da capo.

«È un fiore che appassisce se non segue i raggi del sole» gli spiega. «Quella sono io, tu sei il mio sole, senza di te non valgo niente, tu splendi della tua luce e mi sentirò sempre in colpa per avertene rubata un po'.»

Con i suoi sensi di colpa Lhena deve ancora impara a combattere. Daniel le ha insegnato tante cose, con lui è cresciuta, è diventata una donna migliore, quella che non pensava di poter essere, ma ci sono piccoli demoni con cui deve ancora fare i conti e lui le sta dando tutto il tempo necessario per farlo.

Il regalo più grande che Daniel le abbia mai fatto è insegnarle ad amare se stessa. È partito tutto da lui, da quando ha mostrato amore ad una persona per cui quel sentimento era qualcosa di sconosciuto. Ha continuato, mostrandogliene anche quando lei non era più in grado di provarlo. E alla fine le ha fatto capire che doveva partire tutto da lei.

Amare se stessi è la prima regola per aprirsi all'amore degli altri.

«Sarei felice di spegnermi per te» le sussurra, con una ritrovata scintilla negli occhi, quella che tiene acceso il loro amore anche nelle notti più oscure.

«Saresti in grado di riaccendere entrambi» ribatte lei, mente i fuochi di Abu Dhabi incendiano il cielo notturno.

Lui le sorride e la bacia ancora, nutrendosi del suo sentimento e in quegli occhi ritrova la conferma di qualcosa che ha pensato per una vita intera: ci sono anime destinate ad incontrarsi, ad incrociare il proprio destino, per poi dirsi addio. Altre si imbattono nella stessa strada per un semplice errore di percorso. E poi ci sono quelle come loro due, nate dalla stessa fiamma.

Le loro sono anime folli e disperate, che si rincorrono in tutte le vite in cui si incastrano e ci si può provare in tutti i modi a separarle, ma troveranno sempre la forza di intrecciarsi, ricrescere e ritrovarsi, come due rami di edera, che si rincorrono sul tronco del loro amore.

Mettere la parola fine a questa storia è più difficile del previsto, per questo non mi dilungherò qua sotto, ma vi aspetto nel capitolo dedicato ai ringraziamenti. È tutto scritto là. Grazie per avermi seguito fin qui.

- Mar

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