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25.ADONIDE

Di nuovo. Sempre la stessa storia, a Lhena sembra di essere bloccata in un loop senza fine. È come in uno di quei film in cui la protagonista vive la stessa giornata all'infinito finché non muore. È solo che quella volta non riesce neanche a rimanerci male, risucchiata da quelle precedenti, rassegnata all'idea che tra lei e Daniel si metterà sempre qualcosa in mezzo.

Si trascina svogliatamente il trolley dietro di se, mentre Carlos la affianca con le mani gettate nelle tasche, lungo i corridoi dell'aeroporto di Madrid. Sta di nuovo per cominciare un'altra vita, questa volta non troppo lontana da casa, sempre senza la persona che ama al suo fianco.

Le sembra tutto così assurdo, come se avesse vissuto uno splendido sogno destinato a finire troppo presto. Niente ha senso quanto le cose tra lei e Daniel sembrano andare per il meglio. Ottimi complici, chimica perfetta, pessimi amanti. C'è qualcosa di peculiarmente strano nel loro binomio. Perché se sentono una così forte connessione non riescono a tenerla viva?

Sembravano sbrogliati tutti i nodi, superati tutti gli ostacoli e ora invece raccolgono i frammenti dei loro cuori distrutti, agonizzanti su un pavimento di sforzi vani.

È devastante sentire di essere l'esatta metà di una persona ma non riuscire a trovare il modo per combaciare. Sembrano essere due pezzi di un puzzle con un lato rotto, perfettamente compatibili, impossibili da unire.

Quando è finita la festa Carlos si è reso conto di tutto, ha preferito non chiedere nulla per non rovinarsi la serata, ma il giorno dopo è corso da Lhena per farle ancora una volta da spalla e la sua frustrazione ha travolto anche lui. Vederla stare così male, anche quando prova a non sbagliare, gli fa intrecciare tutti i nervi. Arrivati a quel punto, però, è difficile persino trovare qualcosa da dire. Per questo si limita a starle vicino, aspettando che sia lei a chiedergli aiuto.

La accompagna in aeroporto, non in grado di contestare la sua decisione di partire ancora una volta. La osserva in silenzio, aspettando che lei butti fuori i suoi dubbi martellanti e i suoi sentimenti contrastanti, ma per quella volta Lhena si tiene tutto dentro per riempirsi dopo essere stata svuotata dall'assenza di Daniel.

Il pilota Ferrari la segue all'interno dell'aeroporto di Madrid, muovendosi in sincrono con lei, osservandola da dietro, nella speranza che anche il più piccolo dubbio la trattenga dal mollare tutto e le dia la forza per affrontare di nuovo le cose.

«Secondo me non voleva dirti quello che ha detto» esordisce Carlos, stringendosi nel suo cappotto invernale. Ha paura di dire qualsiasi cosa, conscio che potrebbe facilmente banalizzare una situazione di per se troppo complicata.

«E cosa voleva dire?» domanda lei retorica, alzando un sopracciglio e scrutandolo di traverso mentre sospira cercando di scacciare il peso che si trascina addosso.

Non è arrabbiata con il suo migliore amico e in un certo senso non è neanche arrabbiata con Daniel, vorrebbe solo capire se un giorno riuscirà mai ad essere felice, senza dover faticare per vivere cose che le persone si godono tutti i giorni.

Quando era una bambina si era rassegnata all'idea che certe persone nascono rotte, come i suoi genitori e che altre semplicemente non sono destinate ad essere amate, come lei. Poi ha conosciuto Daniel, la sua follia travolgente, il suo bisogno di amare qualcuno, il cuore più grande di se stesso. Per anni le é bastato godere del suo affetto, ma quando ha cominciato a bere dalla fonte del suo amore è stato come assaggiare qualcosa di velenoso, una sostanza che le creava dipendenza, più male le faceva, più lei ne aveva bisogno ed ora che ne è stata privata vive nell'agonia del vuoto che la sua assenza le provoca.

«Lhen, conosco Daniel» Carlos sospira e si ferma sul posto, costringendola a fare lo stesso. Vorrebbe solo vederli insieme e felici, lui che per primo sa cosa voglia dire affrontare gli ostacoli dell'amore, ma non comprende l'autosabotaggio di cui entrambi sono vittime consapevoli. «Non vuole che tu scelga tra lui e il tuo lavoro, vorrebbe solo che per una volta scegliessi lui e basta.»

È un ragionamento così ingarbugliato che risulta persino difficile da spiegare. Carlos sembra essere l'unico a capire che per quanto Daniel sia stato presente, forse più di lui, negli ultimi anni della vita di Lhena, si è sempre sentito a margine. Solo un amico quando lei viveva la sua relazione con Manuel, solo quello che l'avrebbe aspettata al ritorno dall'Alaska, solo un amante quando ha preso la decisione più sbagliata della sua vita, ma mai la prima scelta, mai al primo posto, sempre la conseguenza, mai la soluzione.

Lei sospira, perché in un certo senso, nonostante la difficoltà del discorso, lo capisce. Sa cosa Carlos voglia dire e non può che dargli ragione. Daniel è sempre stato pronto ad amarla in tutti i modi in cui lei ne aveva bisogno, lei lo ha sempre lasciato a margine.

Sente però di non poter fare più nulla in quel momento. È bloccata, risucchiata in fondo al vortice di decisioni che l'hanno incastrata in un groviglio di malessere dal quale sembra impossibilitata ad uscire. Perciò scrolla le spalle e rivolge al suo migliore amico uno sguardo vacuo e rassegnato. Lui in risposta sospira pesantemente e la avvolge con un braccio, tirandola verso di se.

«Fa' buon viaggio e smettila di guardarti indietro» esordisce Carlos stringendola forte e lasciandole un bacio affettivo ta i capelli. Si guardano senza dire niente, comunicando con i loro occhi più di quanto riuscirebbero a fare a parole. «Se cominci questo capitolo, devi farlo davvero questa volta.» 

Lhena apprezza la sua scelta di non infierire su una situazione già pesante di per se, di preferire un silenzio confortante ad ulteriori parole che la farebbero sentire ancora più male di quanto già si senta. Ciò che ama di Carlos è che riesce in qualche modo a decidere sempre le tempistiche giuste, tutto ciò di cui lei non sarà mai in grado.

«Mi mancherai» afferma con un fil di voce, trattenendo a stento le lacrime che spingono dalla bocca dello stomaco, dove cova tutto il malessere che quella volta non sarà così passeggero.

«Non quanto ti mancherà Daniel» ribatte prontamente Carlos, per ricordarle che ha ancora qualcosa da risolvere, perché si rifiuta di credere che sia un capitolo chiuso. «Pensaci bene, Lhen.»

Lei annuisce per evitare di riaprire il discorso. Non sarebbe in grado di affrontarlo e riuscirebbe solo ad ingarbugliare ancora di più i suoi sentimenti. Lo sa che Carlos glielo ricorda per il suo bene, ma comunque gli rivolge un'occhiataccia per pregarlo di non parlarne. Si separano a malincuore e una volta afferrato il suo trolley, si dirige verso i controlli, non prima di essersi voltata di nuovo per salutare la sua vita madrilena.

Una volta terminate tutte le procedure, si lascia cadere su una delle sedie davanti al gate d'imbarco, aspettando che le hostess siano il via libera per cominciare a salire sul velivolo. Ogni secondo le martella sulle tempie come una zavorra sempre più pesante, che le ricorda di quanto tempo abbia sprecato negli ultimi due anni, di quanto le sue scelte abbiano segnato la sua vita.

Sono pensieri che non sente di poter sopportare, le si aggrappano alle spalle, premono sul petto impedendole di respirare. Dovrà trovare il modo di andare avanti, forse rivolgendosi a qualcuno che le dia una mano per sistemare la sua mente ingarbugliata.

Nel frattempo, per evitare di farsi prendere dal panico, tenta in tutti i modi di distrarsi, facendo un giro per i negozi dell'aeroporto, antistanti al gate di imbarco. Si aggira tra agli scaffali della libreria, quando i suoi occhi cadono banalmente su una delle agende esposte. Una copertina lilla, con un disegno inciso sopra è una frase che la colpisce in piene petto.

L'edera rappresenta la passione che spinge gli amanti ad avvolgersi l'uno all'altra, proprio come la pianta fa attorno ai tronchi degli alberi.

È impressionante il modo in cui al destino piaccia giocare con lei. Avrebbe potuto guardare un migliaio di stampe diverse e invece i suoi occhi si sono scontrati con il filo conduttore della sua vita. Ha sempre utilizzato il significato dei fiori e delle piante per rivelare alla gente ciò che a parole non riusciva ad esprimere. Con Daniel sopratutto. L'edera poi, è stata la protagonista della prima volta in cui Lhena ha sentito che qualcosa tra loro potesse realmente scattare.

Se la ricorda bene quella sera nel cortile della villa in cui hanno festeggiato il matrimonio di sua cugina. Lei e Daniel avevano già cambiato tutte le carte in tavola, ma le sarebbe bastato cedere a quella voglia irrefrenabile di baciarlo per insabbiare l'unica scelta sbagliata che li aveva travolti.

Le sarebbe bastato rispondergli che lui era il suo tronco quando l'australiano le ha chiesto se mai fosse stata l'edera di qualcuno.

Ma avrebbe sbagliato.

Daniel non è il suo tronco, non è il suo supporto, è il prolungamento del suo stesso ramo, quello con cui si intreccia dal primo giorno in cui si sono conosciuti, quello con cui è destinato ad unirsi per dare vita alla foglia più verde.

Ed è arrivato il momento di smetterla di girare a vuoto intorno alla corteccia del loro amore. Lhena vuole slanciarsi verso quell'unione e se lui ha intenzione di allontanarsi sarà lei ad avvicinarsi.

È in quel momento che realizza tutto. Le scorrono davanti agli occhi le immagini di un futuro vuoto. A ventisette anni ha raggiunto quasi tutti i suoi obiettivi lavorativi, ma da chi tornerà a casa la sera? A chi si stringerà nel letto quando le sue giornate saranno nere?

C'è un solo volto che corrisponde a quell'immagine e non è in Alaska o sul volo per valencia su cui stanno cominciando ad imbarcare i passeggeri. È dall'altra parte del mondo e non può offrirle nulla di solido, solo la sicurezza di trovare la stabilità in ogni tipo di disordine.

Infila una mano in tasca ed estrae il suo biglietto. Lo osserva per qualche minuto e istintivamente lo straccia.

Per due anni ha cercato di programmare la sua vita in ogni minimo dettaglio, credendo che l'impulsività che l'ha sempre caratterizzata non potesse portarla da nessuna parte.

Ha scelto di ascoltare la sua testa, a discapito del suo cuore ed ora ha la mente pesante e l'anima svuotata. Per sentirsi viva ha bisogno di compiere un'ultima follia.

Corre lungo tutto l'aeroporto, dirigendosi ai banchi delle compagnie aeree, con lunghe file chilometriche a popolarli. Attende impazientemente il suo turno e si getta sul primo bancone libero, con aria disperata.

«Mi dica che c'è un volo disponibile per Los Angeles» esordisce, suscitando quasi pena nella donna dietro il computer.

Quando l'hostess ha terminato la sua ricerca, annuisce e le comunica che c'è disponibilità per un viaggio di sedici ore, uno scalo e un numero a quattro cifre. La bionda sgrana gli occhi, anche se avrebbe dovuto aspettarselo, ma non ci pensa due secondi prima di estrarre la carta e i documenti per prenotare il nuovo volo, che partirà in meno di trenta minuti, con un gate che è dall'altra parte dell'aeroporto.

Succede tutto talmente in fretta che nel momento in cui l'aereo decolla si rende conto che ha appena gettato all'aria i progetti di una vita. E quando realizza che non prova alcun rimpianto, ma riesce finalmente a respirare, si dice che è quello che avrebbe dovuto fare fin dall'inizio e per una volta ha la certezza di aver preso una scelta giusta.

Dopo un viaggio devastante, in cui ha attraversato due continenti e tre città, finalmente Lhena atterra all'aeroporto di Los Angeles. L'aria caotica americana la travolge all'istante, ma non ha tempo da perdere, deve trovare il modo di raggiungere Daniel e aprirgli il suo cuore, fargli capire che niente potrà mai sostituire la sua presenza.

Sfortunatamente nel periodo in cui l'australiano ha deciso di comprare casa nella città californiana, lei non era così presente nella sua vita e non ha idea di come fare per raggiungerlo. C'è solo una persona che può aiutarla in quel momento e spera tanto che sia disposta a farlo. Afferra il cellulare e compone il suo numero, attendendo nervosamente che gli squilli non si trasformino nella segreteria telefonica.

«Pronto?» la voce di Michael, il personal Trainer di Daniel, le fa tirare un sospiro di sollievo. Quasi non riesce a parlare.

«Ciao Michael, so che ti sembrerò una pazza e che Daniel ti avrà raccontato tutto, quindi so anche che non vuole vedermi, ma sono a Los Angeles» butta fuori tutto d'un fiato, un flusso di coscienza che le impedisce di fare un discorso ordinato.

«Prima di tuto respira» la interrompe lui, con tono calmo e pacato. «In che senso sei a Los Angeles?»

«Nel senso che ho una valigia piena di vestiti invernali che si dovrebbero adattare al clima di Valencia, ma ho preso un volo per Los Angeles solo per parlare con Daniel» tenta di spiegarle lei, mentre si muove nervosamente avanti e indietro sul marciapiede fuori dall'aeroporto.

«D'accordo sono colpito» risponde lui dopo qualche secondo di silenzio. «Dammi quaranta minuti e sono in aeroporto, aspettami lì.»

Non sembra arrabbiato o infastidito e Lhena quasi emette un urlo quando sente quelle parole. Tira un sospiro di sollievo e si trattiene dal mettersi a saltare sul posto, intenta a mantenere la calma.

«Grazie, grazie, grazie! Ti devo un favore» esclama.

«Puoi anche semplicemente smetterla di farlo impazzire» ribatte Michael, ridendo leggermente e agganciando la chiamata per andarla a recuperare.

Quel lasso di tempo sembra un'eternità. Quando vede accostare una macchina nera accanto al marciapiede, che ha quasi scavato con il percorso che ha ripetuto all'infinito, è quasi sollevata nel constatare che Michael è da solo. Non sarebbe stata pronta a vedere immediatamente Daniel. Non sa cosa dire, non sa come porsi, come confessargli ciò che prova. Approfitterà del tragitto verso la villa dell'australiano per rifletterci.

Il personal Trainer del pilota la saluta con il suo tipico sorriso amichevole, le prende la valigia dalle mani e la carica nel portabagagli. Lhena sale sul sedile del passeggero, tenendosi stretta la borsa sulle gambe, rannicchiata su se stessa, con la gamba che fa nervosamente su e giù, mentre nella sua mente ripercorre le ultime ore. Realizza in quel momento di essere dall'altra parte del mondo e di non aver avvertito nessuno. Accende il telefono e trova una ventina di chiamate perse da parte di Carlos, che probabilmente avrà già mandato la polizia in tutta la Spagna per cercarla, ma prima che possa fare ulteriori danni gli manda un messaggio e gli chiede di avvertire la sua famiglia.

Michael le getta qualche occhiata di tanto in tanto mentre guida, rispettando il suo silenzio. Non le chiede niente e non prova a conversare e Lhena gli è profondamente grata.

Quando svoltano in un viale sconosciuto, che sembra essere quello della villa di Daniel, improvvisamente smette di respirare. Il pilota australiano li aspetta sulla porta e Michael le lancia un'occhiata quasi di scuse, che le fa intendere che lui sapesse del suo arrivo. Avrebbe dovuto immaginarlo, non poteva nasconderglielo.

Lhena prende un respiro profondo prima di scendere dall'auto, mentre il personal Trainer le dà una carezza confortante sul braccio, sgusciando fuori dal veicolo per precipitarsi all'interno dell'abitazione, come a voler evitare di assistere allo scontro a fuoco che si preannuncia.

Daniel le punta addosso uno sguardo durissimo, terribilmente spigoloso, se potesse uccidere con quegli occhi scuri, probabilmente Lhena sarebbe già morta.
Dopo qualche minuto si fa coraggio e decide finalmente di aprire lo sportello. Appena mette piede sul suolo quasi cade a terra a causa di un breve mancamento. Sente formicolare tutte le parti del suo corpo, non è pronta a quel confronto, ma deve farsi forza, lo deve ad entrambi.

«Che ci fai qui?» esordisce lui. Il suo tono è ancora più furioso dell'ultima volta. Daniel non sembra intenzionato ad ammorbidirsi quella volta, ma dall'altra parte lei non è disposta a mollare come ha sempre fatto.

«Questa volta non te lo permetto, non lo permetto a niente e nessuno» ribatte con voce tremante, tentando in vano di dare un senso ai pensieri nella sua mente. Daniel infatti la guarda confuso e non ha il tempo per reagire quando lei aumenta il passo e gli va incontro, precipitandosi sulle sue labbra in un bacio famelico, nervoso, desideroso.

In un primo momento lui cade preda del momento, cede all'amore che ha sempre provato nei suoi confronti e ricambia quel bacio con la stessa violenza con cui si sono amati in quegli anni, un amore che li ha portati solo a sanguinare. Subito però si costringe, contro la sua stessa volontà, a tirarsi indietro. La afferra per le spalle e le rivolge uno sguardo quasi scioccato, che si trasforma presto in furia crescente. Fissa le sue labbra come se volesse assaggiarle ancora, ma allo stesso tempo gli serve per ricordargli tutte le ferite che hanno aperto in lui.

«Sono io che non te lo permetto» ribatte, deglutendo con fatica. Lhena gli rivolge un'occhiata confusa, mentre tenta di mantenere la lucidità. «Di farmi ancora male» le spiega lui, salendo un gradino per aumentare le distanze.

Gli si legge in faccia tutta la stanchezza che si trascina dietro per una situazione che lei stessa ha messo in piedi. Sarebbe stato tutto infinitamente più semplice se avesse messo da parte il rancore un anno fa. Di certo ora non si ritroverebbe a pregare il suo perdono.

«È il nostro orgoglio a farci male» ribatte, avvicinandosi a lui e afferrandogli il viso per costringerlo a guardarla negli occhi. «Mettiamolo da parte, Dan, noi non possiamo stare separati.»

Lo urla quasi in modo disperato, implorante, cercando di convincerlo di qualcosa di cui lui era già consapevole da moltissimo tempo e che lei ha evitato di comprendere troppo a lungo.

Daniel sospira, butta fuori l'aria dai polmoni e la guarda con la mascella serrata, stringendosi nella felpa che indossa. Vorrebbe avere la forza di mandarla via, eliminarla dai suoi pensieri per sempre, ma averla lì continua a suscitare qualcosa in lui.

Più si respingono, più si attraggono. Una legge strana in cui non sanno identificarsi.

«Camminiamo» la esorta, superandola, senza nemmeno aspettare che lei si muova. Lhena si affretta a raggiungerlo e lo affianca, osservandolo nell'attesa che lui possa dire qualcosa. Daniel combatte contro se stesso per non ricambiare quello sguardo, ma alla fine è costretto a cedere.

«È la prima volta» esordisce, emettendo un ghigno nervoso.

Si sente irrequieto, incapace di gestire le sue stesse sensazioni. Nessuno lo manda fuori di testa tanto quanto è in grado di fare Lhena. E forse è proprio quello che gli piace di lei, anche se farebbe volentieri a meno di tutti i drammi in cui trascina entrambi. Si è innamorato di lei proprio perché era in grado di sconvolgere la sua vita, ma un tempo lo faceva in modo positivo, ora sembra aggiungere pesi non richiesti sulle sue spalle. 

«Cosa?» gli chiede lei, rivolgendogli un'occhiata confusa. È come se non fossero sincronizzati sulla stessa frequenza e non riuscissero a comunicare in modo chiaro.

«Che fai tu qualcosa per me» risponde lui in modo duro, un po' canzonatorio.

«Lo so» ammette lei, abbassando lo sguardo, per poi ritornare su di lui con un'espressione dispiaciuta. «Devo chiederti scusa.»

Daniel non può credere a quelle parole, lo sorprendono completamente, facendolo irrigidire mentre continua a guardarla con un'aria curiosa in volto. Emette una leggera risata un po' divertita e un po' stupita, schioccando la lingua contro il palato mentre scuote la testa.

«Quindi i miracoli esistono! Alhena Rojas Ibáñez ha appena chiesto scusa» la schernisce, provocandole una lieve risata.

«Chiederei scusa solo a te» ribatte Lhena prontamente, questa volta stupendolo del tutto.

L'australiano infatti si ferma di colpo, rimanendo senza niente da dire, mente deglutisce l'amaro che ha in bocca, resistendo al desiderio di passare ancora una volta sopra tutto e baciarla.

Lhena quel desiderio lo percepisce in qualche modo e percepisce anche la guerra interiore che si sta consumando dentro di lui. Glielo legge in quegli occhi che una volta conosceva più dei suoi e in quei muscoli irrigiditi, che sono il chiaro segnale di quanto lui stia lottando contro se stesso.

Averlo ridotto così è la sua più grande colpa. Probabilmente non se lo perdonerà mai e una parte di se spera di potergli finalmente dare quello che desidera, rimediando un po' a tutto il dolore che ha provocato.

Si sono presi a pugni e accartocciati così violentemente da poter essere l'unico rimedio l'uno dell'altra. Quando si riduce in pezzi qualcosa di cui si era gli unici ad essere a conoscenza, non si può cercare riparo da nessun'altra parte, l'unica persona a poterti aggiustare è l'unica che ti ha distrutto.

«Ti ricordi cosa ti ho detto il giorno prima di sposarmi?» gli chiede improvvisamente.

La sua intenzione non è di certo quella di suscitare brutti ricordi, abbastanza dolorosi per entrambi, ma vuole ripercorrere l'unico momento che porta con se di quella giornata. Se non avesse già sposato Thomas a Parigi, forse Daniel sarebbe riuscito davvero a farle cambiare idea.

Daniel stringe i pugni ricordando quell'istante. Non pensa di aver mai sentito un dolore più grande al suo povero cuore già distrutto. Avrebbe voluto dimenticarsi persino il suo nome quel giorno, perché non esiste niente di peggio della sensazione di non essere scelti dall'unica persona che può completarti.

«No, ho preso la sbronza peggiore della mia vita per cercare di non ricordarmelo» risponde, scuotendo la testa e guardando verso il basso.

Lhena emette un ghigno intenerito, si sposta davanti a lui e gli afferra il viso tra le mani. Quel contatto è come una scossa elettrica per Daniel, che è costretto ad alzare il capo di scatto e a fronteggiare lo shock termico degli occhi glaciali che si ritrova di fronte.

«Ti ho detto che tu mi amavi troppo ed io troppo poco» gli ricorda lei, facendo riaffiorare alla sua mente la conversazione che hanno avuto.

«Menomale che me le sono dimenticato certe stronzate» mente comunque lui, avrebbe preferito realmente non ricordarsi di quelle parole.

Allora era ancora ignaro della complessità che si celava dietro la loro situazione, ma aveva in qualche modo già capito che erano arrivati ad un punto di non ritorno. Se lo chiede spesso quando si sono smarriti, quando il loro amore si è trasformato in veleno ed è abbastanza sicuro che la risposta non sia più nei suoi errori.

«È la verità, non mi hanno mai insegnato ad amare. Tu lo hai fatto» afferma Lhena, tenendo lo sguardo fisso nel suo. «Tu mi hai insegnato così tanto sui sentimenti, Dan, mi hai dato così tanto amore da sentirmi sopraffatta.»

«Quindi ora è tutta colpa mia perché ti ho amata troppo?» ribatte subito lui, partendo in contropiede. Non crede di poter affrontare i suoi ennesimi discorsi complicati e questa volta non vuole nemmeno sforzarsi di comprenderli.

«No, è colpa mia» lo ferma immediatamente lei, prima che possa fraintendere le sue parole e dare inizio alla discesa definitiva del loro rapporto. «Ho avuto paura, come quando si ha paura di fronte a qualcosa di nuovo. Ho avuto paura di spegnerti.»

Ammettere ad alta voce quelli pensieri che circolano nella sua testa da anni è quasi liberatorio. Non lo aveva mai detto a nessuno perché si sentiva una stupida a non riuscire a fare qualcosa di così naturale come provare amore. Con Daniel è stato come imbattersi in qualcosa di nuovo e non riuscire a gestirlo. E ha mandato tutto all'aria, diverse volte e forse è tardi per rimediare, ma lei ci vuole davvero provare.

«E l'ho fatto e non sai quanto mi dispiaccia» afferma, abbassando lo sguardo. Si sente troppo in colpa per aver distrutto qualcosa di così tremendamente bello, «ma purtroppo temo di essere l'unica che può riaccenderti.»

Daniel rimane colpito da quelle parole. Nei suoi occhi ci legge sincerità, anche se orami dubita anche di poter decifrare ogni sua emozione come faceva un tempo. Qualcosa però gli impedisce di mandarla via e di farla smettere di parlare, vuole ascoltare ciò che ha da dire.

«Lasciami rimediare a tutto ciò che ho fatto, lo so che è tanto, ma non voglio più vivere nella paura.» Non c'è niente di pensato in quello che sta dicendo, è un flusso di coscienza, sono pensieri reali, niente di studiato o finto. «Ho girato tutto il mondo, sono scappata da ogni parte, ho corso così tanto solo per capire che la mia felicità non è in nessun luogo, in nessun'altra persona che non sia tu.»

Ed è vero quello che dice, perché ha viaggiato da una parte all'altra del globo nella speranza di trovare qualcuno che potesse sostituire il posto che Daniel occupa nel suo cuore, con l'illusione di averlo fatto, ma la verità è che quel posto è stato scavato per lui e non c'è nessuno che possa assumere quella forma. Le ci è voluto un mare di tempo inutile per capirlo, graffi e ferite che avrebbe potuto evitare, ma quella consapevolezza ora è sua e non va più via.

L'australiano si sente sopraffatto da quel discorso, investito da qualcosa che avrebbe sempre voluto sentirsi dire, ma una parte di lui è stanca di sanguinare e lo spinge ad attivare il suo istinto di sopravvivenza, prima che possa cadere sotto l'ultimo colpo.

«Sei sempre stata brava con le parole e mai con i fatti» risponde aspramente, liberandosi dalla sua presa. «Sono stanco, Lhen, non posso stare a rincorrerti per tutta la vita, mi fai a pezzi.»

È come se l'avesse appena accoltellata, ma lei sa di non poterlo biasimare e prova a rimanere in piedi, resistendo al dolore. Si è ripromessa di non mollare e non lo farà.

«Dammi una possibilità» lo prega.

«Non ci siamo già fatti male abbastanza?» ribatte lui, qualche passo più indietro e la frustrazione sul volto. «È davvero questo che vuoi?»

Lhena non sa più cosa rispondere, gli ha detto tutto ciò che doveva dirgli dall'inizio e ora sa che Daniel ha solo bisogno di tempo e che la decisione spetta a lui, è tutto nelle sue mani.

«Grazie per essere venuta, ma credo sia un po' tardi» afferma, infliggendole l'ultimo colpo.

Lhena però, forse, ha ancora un ultimo appiglio. Non vuole andare via senza che lui sappia quanto realmente si senta in colpa per tutto ciò che ha fatto, ma quanto sia convinta che se deve incastrarsi con qualcuno, quel qualcuno non può che essere lui.

«Sei arrabbiato e lo capisco» esordisce, mantenendo la calma e un tono fermo.«Ma ricordi i discorsi che ho sempre fatto sul destino?»

«Come dimenticarli!» esclama Daniel, emettendo una leggera risata.

Un tempo sarebbe stato ore ad ascoltare le sue farneticazioni sulle vite precedenti, i destini che si incrociano, le persone che non possono che essere le legate, le anime affini come le loro. Ora è stanco persino di sentirla accennare a cose che non mette mai in pratica, ricadendo sempre negli stessi errori.

«Ci credo ancora» afferma lei con convinzione, sovrastando il suo silenzio. «Pensa a quante volte ci siamo respinti e quanto continuiamo ad essere attratti. Le nostre anime sono fatte per appartenersi e questo non può cambiare.»

Prova a prendergli le mani, avanzando di qualche passo, ma Daniel fugge, lasciando la presa e lei rispetta quella sua distanza, convinta che prima o poi non ci sarà più. Indietreggia di poco, per fargli capire che, nonostante non sia quello che voglia, gli darà duro il tempo di cui ha bisogno.

«Aspetterò tutto il tempo necessario, te ne ho già portato via tanto, lo so e meriterei forse di aspettare per sempre» esordisce, deglutendo con fatica, incredula di fronte alle sue stesse parole. Daniel non riesce a trattenere una risata per l'ultima parte della frase e questo fa sorridere anche lei, che trova la forza per finire il suo discorso. «Ma so che sei migliore di me.»

«Non ti aspettare niente» la ammonisce lui, dandole la speranza che le serviva. Non la sta cacciando almeno, il che significa che sta riflettendo su quelle parole.

«Ti ricordi quando mi hai chiesto se sono mai stata l'edera di qualcuno?» esordisce improvvisamente, ricordandosi della loro tradizione. I fiori li hanno sempre accompagnati in ogni momento, a volte è stato proprio un mazzo di qualcosa a farli riconciliare, quella magari può essere la mossa vincente. «La risposta è che non lo so, ma tu di sicuro sei la mia.»

In quel momento Daniel sospira per non cedere come uno stupido e dargliela vinta come sempre. È la dichiarazione più pura e sincera che potesse dedicargli, ma non può cancellare tutto il passato per delle semplici parole.

«Dove dormirai?» cambia discorso, nella speranza che lo distragga dalla sua forte tentazione di baciarla.

«Non lo so, cercherò qualcosa qui vicino» risponde lei con serenità, scrollando le spalle.

«Ti do una stanza» afferma lui, sembra non intenzionato a ricevere una risposta negativa.«Anche se mi hai cancellato più volte dalla tua vita, non ti lascerei mai da sola in città, non l'ho mai fatto.»

Di sicuro quella stoccata Lhena se la merita, ma le fa comunque male, sottolinea quanto sia stata scorretta nei suoi confronti e quanto in realtà non meriti il suo perdono, anche se lo desidera più di ogni altra cosa.

«Ti prometto che mi farò vedere il meno possibile» lo rassicura, ringraziandolo con lo sguardo.

«Come se bastasse non vederti» sussurra lui tra se e se, incamminandosi all'interno della casa, dove Michael ha già lasciato la valigia della bionda all'ingresso, consapevole che sarebbe andata in quel modo.

Daniel la accompagna in una delle stanze degli ospiti e quando la osserva mentre si guarda intorno con curiosità, si rende conto che è la prima volta che Lhena mette piede in quella casa.

Quante cose che si è persa di lui nell'ultimo periodo della sua vita.

La lascia da sola, sperando di poter sopravvivere con i pensieri che gli rimbalzano da una parte all'altra del cervello. Si dice che una decisone l'ha già presa, ma in realtà è fortemente combattuto.

Ritorna in soggiorno, dove il suo personal Trainer aspetta in silenzio che sia lui a parlare, ad esporgli ciò che pensa, ma Daniel se ne sta in silenzio a passare in rassegna la libreria impolverata, dove sono riposti libri che non ha mai letto. È lì che forse trova la risposta alla sua lotta interna.

Il suo sguardo viene catturato da una rosa secca che lui si porta dietro da qualche anno come fosse un trofeo. Si è spostata in tutte le case che ha abitato, accompagnandolo come un suo piccolo totem. È uno dei fiori che componevano il bouquet che ha regalato a Lhena il giorno della sua laurea, quando l'ha sorpresa raggiungendola a Madrid, dopo averle detto che non sarebbe potuto esserci.

Non poteva perdersi una giornata del genere, ha assorbito la sua felicità, nutrendosene come fosse linfa vitale e portandosela dentro per giorni. Il gran premio successivo lei si è presentata con quel fiore essiccato, facendosi promettere da Daniel di non buttarlo.

Per lui è stato come rubare una parte di lei e trascinarsela dietro.

«Tu la ami ancora» esordisce Michael, impaziente di sentire cosa sta pensando.

«Non posso smettere da un giorno all'altro, ma prima o poi passerà» ribatte Daniel, rigirandosi il fiore secco tra le mani.

È così che vede il loro amore. Secco. Non come le foglie che cadono dagli alberi, ma come quel fiore. Lhena ha preso la sua bellezza e l'ha congelata, imprimendola nel tempo. E forse è così che ha fatto con i loro sentimenti. Li ha congelati, per renderli eterni e in pochi riescono a godere della bellezza di un fiore secco senza ripensare a quando era forte e rigoglioso.

Daniel ha imparato che c'è bellezza anche dietro ai fiori secchi, hanno un fascino oscuro, sono dedicati a pochi. A quelli come lui, che sanno amare anche il cielo dopo la tempesta.

«Ma ti senti?» lo rimprovera Michael. «L'amore non passa, Daniel, specie quando due persone sono fatte per stare insieme.»

Lui non parla, conscio di quanto quelle parole siano vere, ma ancora intento a rifiutarle e a mentire a se stesso per non ricadere nel dolore. È come quando ci si scotta e si ha paura di riavvicinarsi al fuoco.

«Sì, ve ne siete fatte e dette di tutti i colori, perché siete due stupidi che fanno fatica a gestire i propri sentimenti» continua il suo personal Trainer, di fronte al suo silenzio. «Ma ora lei è qui, non è a Valencia, è quello che hai sempre voluto, ha scelto te.»

«Poteva farlo prima» ribatte lui, più per mentire a se stesso che per contraddire Michael, che sembra aver capito la situazione prima di lui.

«Non essere cocciuto! Non sei senza colpe» lo riprende, rifilandogli una gomitata amichevole. «Daniel lei ha buttato tante occasioni, non farlo anche tu» prosegue, guardandolo fisso negli occhi, per convincerlo a fare la cosa giusta.

«Anche se volessi, temo che non potrei» risponde lui, constatando l'amara verità.



Here we are! Ultimo capitolo prima dell'epilogo. Mi scuso per l'immenso ritardo, ma scrivere la seconda parte è stato più difficile del previsto.

Siete sorpres* da Lhena? Finalmente sembra aver preso la scelta giusta (gli angeli stanno cantando), anche se si trova un Daniel - giustamente - un po' restio.

Troveranno mai pace sti due? Domanda da un milione di dollari di cui avrete la risposta nell'ultimo capitolo.

A presto!

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