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11. CAMELIA

Agosto 2021

È notte fonda a Seward quando squilla il telefono. Lhena crede che sia tutto nella sua testa, ma Thomas, che dorme di fianco a lei, si muove senza tregua tentando di scongiurare il rumore. La bionda afferra il cellulare sul comodino controvoglia e se lo porta all'orecchio senza neanche guardare chi la stia chiamando a quell'ora. Dubita possa essere Daniel, le sue telefonate si sono interrotte più di qualche mese fa.

Era ovvio che anche lui prima o poi perdesse le speranze.

È meglio così, è meglio per tutti, se lo ripete da settimane. Eppure ogni volta spera che sul display compaia di nuovo il suo nome. Non può pretendere però che lui continui a provarci dopo tutte le porte che gli ha sbattuto in faccia. È stata lei quella crudele questa volta, gli aveva promesso che avrebbero provato a mantenere i rapporti e invece ha cancellato qualsiasi traccia del loro binomio. Almeno ora sono pari, nessuno può più rinfacciare niente semmai si rivedranno.

Ancora assonata, Lhena prova a capire chi parli dall'altro lato della cornetta, ma appena si rende conto che quelli che sente sono i singhiozzi di sua madre spalanca gli occhi, accende l'abat-jour sul comodino e si mette a sedere, sotto lo sguardo confuso e preoccupato di Thomas.

«Mamma?» chiede con voce tremante, come se si aspettasse già quello che lei deve dirle. In tanti anni non ha mai visto Carla versare neanche una lacrima, nemmeno nei momenti di commozione e teme solo il peggio ora. «Che succede?»

«Tuo padre» riesce a rispondere lei, prima di lasciarsi squarciare il petto da un altro singhiozzo. Lhena la sente ricomporsi, respirare e assumere di nuovo una posizione corretta, non ha bisogno di vederla per accertarsi che è così. «Non c'è più» sentenzia alla fine, con una voce estremamente piatta, priva di sentimenti.

Per la bionda è una fitta al petto, ma niente di più che uno schiaffo che la stordisce. Ha bisogno di elaborare la notizia, realizzare quello che le è stato detto, però non versa una lacrima, non prova ancora tristezza. Sente solo il vuoto. La sua mente è tabula rasa di fronte ad una notizia che dovrebbe essere scompiglio, ma porta solo il nulla. Non che non riesca a provare sentimenti, ma non sa come sentirsi di fronte alla scomparsa di un padre che di padre ha solo il nome.

«Vado in aeroporto e prendo il primo volo, chiama zio, ti dirà lui cosa fare» sentenzia con una freddezza che ha imparato solo nell'ultimo anno. Non è da lei essere così cinica, ma è l'unico modo in cui riesce a pensare in quel momento.

Sua madre le da gli ultimi dettagli e attacca tra i singhiozzi, per permetterle di raggiungerla il prima possibile. É come se non riuscisse a realizzare ciò che sta accadendo, come se fosse una spettatrice esterna della sua stessa vita. Teme il momento in cui la consapevolezza le crollerà addosso, ma ora non ne ha il tempo. Si prende solo qualche secondo per visualizzare mentalmente ciò che deve fare, passandosi una mano sui capelli.

«Che succede, tesoro?»  Thomas la osserva con ancora un occhio semi chiuso, mentre prova a svegliarsi, capendo che c'è qualcosa che non va.

«Mio padre è morto» lo informa lei, senza fermarsi.

Lui sobbalza alla notizia, guardandola fare la trottola per la stanza, incredulo. Non concepisce la freddezza e la calma con cui glielo ha comunicato, ma capisce immediatamente che é sintomo del suo status attuale, che prima o poi la porterà ad un'esplosione.

«Stai bene?» le si precipita davanti e la afferra per le spalle, costringendola a fermarsi.

«Non lo so» ammette Lhena,completamente scombussolata e priva di sentimenti. É come se qualcuno l'avesse svuotata, costringendola ad agire meccanicamente.

«Prepara le valige, vedo se riesco a trovare un volo, ho un amico che potrebbe aiutarci» Thomas non perde altro tempo, comprende l'urgenza che lei ha di raggiungere casa e mentre pronuncia la frase é già con il telefono in mano.«Ti amo» aggiunge, lasciandole un tenero bacio tra i capelli.

«Anche io» si limita a rispondere lei.

Thomas non protesta, non si è mai lamentato del fatto che Lhena dopo un anno non riesca ancora a dirgli le fatidiche due parole. Eppure lei si sente ugualmente in colpa e sospetta anche il perché. Sa bene il motivo per il quale non riesce a dirglielo, ma probabilmente non lo ammetterà mai a se stessa.

Tutto ciò che vive negli istanti successivi le sembra frutto di un sogno. Si muove meccanicamente prima in aeroporto e poi sull'aereo, raccogliendo tutte le forze che la abitano per affrontare la situazione. Il viaggio che la separa da Madrid è lungo, ma grazie alle conoscenze di Thomas lo intraprendono su un volo diretto a bordo di un jet privato, il che permette loro di arrivare prima del previsto.

Ad attenderli all'Adolfo Suarez, all'ombra delle luci notturne di Madrid, c'è Carlos. Il madrileno appena la vede si incammina verso di lei e la stringe in un abbraccio che non ha bisogno di ulteriori parole. Lui conosce bene il rapporto delicato che c'era tra Lhena e suo padre ed era il primo ad augurarle di poter sistemare le cose.

E mentre la stringe tra le braccia percepisce la tempesta emotiva che imperversa nel suo cuore. Vorrebbe poterne assorbire un po', portarle un po' di sole, ma riesce solo a rivolgerle uno sguardo colmo di affetto, quello che le é mancato per tutta la vita e che lui si é sempre ripromesso di darle. Quando erano più piccoli la bionda sosteneva che lui non avesse spazio per lei, ma Carlos le ha promesso di poter sempre trovare un po' di posto per una testolina calda che é il suo opposto, l'altra faccia della medaglia, quella che spesso lo spinge dove lui non crede di poter arrivare.

«Avrei voluto rivederti in circostanze più allegre» esordisce il pilota, stringendola più forte. E Lhena si aggrappa alle sue spalle come se quelle braccia potessero fasciare il suo cuore ammaccato e graffiato. Ora più che mai sente che quello é l'unico posto che può chiamare casa.

«Lui é Thomas» le ci vuole poco per ricomporsi, o almeno per fingere di farlo e riprendere in mano la situazione, presentando i due. Il madrileno stringe la mano all'americano e gli rivolge un sorriso di cortesia.

«Piacere di conoscerti, Carlos, Lhena mi ha parlato moltissimo di te» aggiunge Thomas, sfoderando un'espressione amichevole, mentre capisce di essere sotto esame.

«Spero bene!» scherza Carlos, che non perde tempo per studiare ogni sua mossa.

Lo sa che Lhena non ha bisogno di essere protetta, ma di sicuro non smetterà di accertarsi che le sue siano scelte giuste. E se prima non vedeva nessuno più giusto di Daniel, ora si vuole almeno assicurare che qualsiasi ripiego sia almeno all'altezza della sua migliore amica e che non la tratti come un oggetto.

Quando Carlos ripensa a Daniel gli viene una morsa allo stomaco. Non é stato facile cercare di giustificare Lhena i primi mesi, guardare negli occhi vitrei e spenti dell'australiano, pieni di disperazione e ripetergli che la scelta della bionda avrebbe fatto meno male prima o poi. Non é stato facile leggere la delusione sul suo volto, vederlo affrontare la situazione come un lutto, come la perdita di un arto. Assistere all'indurirsi dei suoi sentimenti e non poter fare niente.

Lhena é come una sorella, ma Daniel lo conosce da anni, é stato uno dei primi ad averlo accolto nel mondo che condividono e per Carlos essere l'unico che riesce a vedere quanto i due siano fatti per stare assieme é devastante. Sentirsi impotente mentre entrambi posizionano ostacoli l'uno sulla strada dell'altra lo manda su di giri, gli fa saltare tutti i nervi. Vorrebbe solo che entrambi fossero felici. Felici insieme, perché sa che é l'unico modo possibile.

Osserva Lhena mentre si trascina a passo stanco verso la macchina e subito dopo sposta lo sguardo su Thomas. Sembra un ragazzo a posto, ma a guardarli così non hanno niente in comune.

«So già cosa stai per dire e chi stai per nominare, ma lui non è qui» lo anticipa lei, come se fosse in grado di leggergli nel pensiero. A quanto pare stare un anno e mezzo separati, vedersi solo durante le vacanze e parlare attraverso un dispositivo elettronico non ha diminuito la loro telepatia che hanno sviluppato da bambini.

Il fatto che lei non riesca neanche a pronunciare il nome dell'australiano gli conferma solo quanto ancora ci pensi. Glielo legge in quegli occhi azzurri che le manca e che parlare di lui le fa ancora male. É come se Daniel fosse ancora una ferita aperta nel suo cuore e questo significa che di lui le importa ancora terribilmente.

«Che ti aspettavi? Non ti fai sentire da un anno e mezzo e gli hai sbattuto in faccia qualsiasi porta» Carlos cerca di farla ragionare, evitando di alzare il tono per non far arrivare i loro discorsi a Thomas, che prosegue davanti a loro con passo spedito.

«Era quel che meritava» ribatte lei prontamente, con quella sua tipica testardaggine. Quando vuole avere ragione non guarda in faccia a nessuno, sarebbe in grado di negare persino l'evidenza ed è quello che sta facendo in quel preciso istante. Perché questa volta Daniel non ha colpe e Lhena ne é così consapevole da esserne irritata.

«Meritava almeno una spiegazione, Lhe, non fare la testa dura» la ammonisce Carlos, con uno sguardo di rimprovero. «Lui è stato un coglione la prima volta, ma tu hai agito anche peggio.»

«È meglio così» prova a liquidare la conversazione lei, senza successo però, perché il madrileno sembra non avere alcuna intenzione di smetterla.

«Comunque gliel'ho detto» esordisce, infatti, subito dopo e non c'è bisogno che aggiunga spiegazioni, lei lo capisce al volo e la sua espressione rivela che non é per niente felice.

«Che hai fatto?» gli chiede conferma con tono furioso, ma Carlos non sembra esserne minimamente spaventato. Sa che in fondo lo sta ringraziando, anche se interpreta una parte che dice il contrario.

«Avrebbe voluto saperlo, avrebbe voluto starti vicino in un giorno come questo» si giustifica, scrollando le spalle.

«Carlos, ma non ti stanchi mai di fare il Cupido della situazione? Ora c'è Thomas accanto a me, non ho bisogno di Daniel» sbotta lei, fermandosi sul posto e allargando le braccia in modo plateale. Sembra che il pilota abbia appena toccato un nervo scoperto, qualcosa che la fa scaldare decisamente più del dovuto.

«Non ho parlato di chi ti deve stare accanto, stai facendo tutto tu» ribatte prontamente Carlos, squadrandola con un sopracciglio alzato.

In tutti questi anni ha imparato una cosa: quando Lhena si sente attaccata, la mossa migliore é mostrarsi profondamente calmi, consapevoli della situazione, più di quanto possa esserlo lei. Scaldarsi servirebbe solo a fare il suo gioco e a aiutarla a non far emergere la sua poca lucidità. La bionda infatti non sa cosa dire, si rende subito conto di aver già perso la partita alla prima mossa ed apre e chiude ripetutamente la bocca in cerca di qualcosa da dire, ma quel qualcosa non riesce a trovarlo.

«No, evita di dire altro solo perché non sai come controbattere» la anticipa Carlo, prendendola sotto braccio e trascinandola, con la tipica espressione di chi sa di avere la vittoria in tasca.

«Sei odioso quando fai così!» Lhena cerca di uscirne attaccandolo, ma ottiene solo una sua risata intenerita.

«Mi odi perché sai che ho ragione» ribatte il madrileno, rivolgendole un'occhiata di autocompiacimento, «ma per oggi ti lascio in pace, sarà già abbastanza dura per te» e anche se ha vinto é lui il primo a sventolare bandiera bianca, capendo che non é quello il momento per parlare di una cosa così delicata.

«Voglio sapere solo una cosa» esordisce, però, fermandosi per un attimo. «Prima o poi gli dirai quello che è successo durante il tuo primo viaggio in Alaska?»

È da quella serata nel giardino di casa sua che non fa altro che pensare alla confessione di Lhena e spesso gli risulta anche difficile guardare Daniel in faccia. Sente il peso di quella verità ed ora che i rapporti tra i suoi due amici si sono freddati a tal punto, ha paura di non riuscire più a sostenerlo.

«È fuori discussione» tronca immediatamente il discorso. Solo a pensare a cosa alluda Carlos, un brivido le percorre la schiena. Oramai sono più di due anni che prova a dimenticare tutto, persino convivere con quel segreto era diventato insostenibile.

«Ti porterai questo segreto nella tomba?» le chiede lui, mostrando quanto sia contrariato.

«Sì, se necessario» afferma lei con convinzione, sperando che lui la smetta di tagliarle i punti di sutura di una ferita che non ha mai cicatrizzato e che di tanto in tanto continua a sanguinare.

«Thomas lo sa?» insiste Carlos, sperando che lei capisca quanto sia pesante questo fardello che ha scelto di trascinarsi dietro.

«No e non deve saperlo, perciò smettila di parlarne e non mi far pentire di avertelo detto» alla fine Lhena tronca il discorso è si avvicina a Thomas, intrecciando la mano nella sua e assicurandosi che il pilota non abbia modo di replicare.

Il viaggio fino a casa Rojas é immerso nel silenzio. Carlos di tanto in tanto posa una mano sul ginocchio di Lhena, seduta a fianco a lui, per infonderle un po' di forza. Anche se si é chiusa nel suo dolore lei lo apprezza, sente il calore della sua vicinanza e cerca di ringraziarlo come meglio può, comunicandoglielo con lo sguardo.

Fuori dalla sua villa intravede subito la schiera di macchine e il via vai di gente che si affaccia sulla porta spalancata. La veglia funebre va avanti dalla mattinata e i funerali si terranno la mattina seguente. Quando il madrileno svolta nel grande cancello fuori dall'abitazione, una morsa attanaglia lo stomaco di Lhena. Anche quando il motore dell'auto é spento, lei sembra come paralizzata. Carlos la accompagna all'interno e si occupa di Thomas, consapevole che lei non ha la testa per poterlo fare in quel momento.

Mentre i due si allontanano verso la camera della ragazza, lei si avvia nella stanza dove é stato sistemato il feretro e nel corridoio incontra i primi sguardi impietositi e le mani da stingere. Se ne sta sulla porta, incapace di proseguire verso il corpo freddo di suo padre, mentre osserva sua madre immobile accanto alla cassa e la zia Helene che le dà conforto. In un angolo della stanza se ne stanno suo zio, Maya ed Alessandro, con i volti bassi e gli occhiali a coprire gli occhi gonfi per il pianto.

La prima ad accorgersi della sua presenza é proprio Carla, che le corre incontro e si butta tra le sue braccia, sfogando il suo pianto. Lhena é quasi travolta da quel gesto, da quella richiesta di aiuto, non sono mai state così tanto vicine da quando ne ha memoria. Eppure non può fare a meno di stringerla e darle conforto, nonostante per lei sia più un'estranea che una madre. In quel momento, inspiegabilmente, mette da parte tutte le divergenze e si limita solo a darle sostegno.

Non riesce a non chiedersi perché se é in grado di farlo con una donna che non le ha mai dato affetto, non riesce a farlo con Daniel, la persona che é stata per lei la più importante negli ultimi anni della sua vita. É innaturale formulare un pensiero del genere in quel preciso momento, ma non può farne a meno e si maledice nel constatare che la sua mente é in qualche modo sempre rivolta a lui.

Si avvicina al resto della famiglia per distrarsi dai suoi pensieri. Stringe uno ad uno i componenti riuniti attorno al feretro e sposta l'attenzione sulla pancia di Maya, che é già abbastanza pronunciata da quando Veronika l'ha chiamata per rivelarle la gravidanza di sua sorella.

«Ho saputo della notizia, auguri ragazzi» si rivolge ai due sposi, mettendo su un sorriso forzato.

«Grazie, mi spiace solo di poterti vedere solo ora e non poter festeggiare, lo sai che ti sono vicina» le parole di Maya arrivano alle orecchie di Lhena intrise di veleno. In quella frase c'é molto di più, é un'accusa velata verso di lei per aver scelto di trascorrere le vacanze con la famiglia Sainz, piuttosto che con la sua. Il suo dispiacere appare talmente falso che la bionda ritira la mano come scottata e fa qualche passo indietro, defilandosi dalla sua stessa famiglia, come se non avesse diritto a provare lo stesso dolore.

«Le dispiace non essere al centro dell'attenzione» la voce di Veronika alle sue spalle la fa sobbalzare, ma appena Lhena capisce a chi appartiene si volta di fretta e la stringe forte a se.

«Mi sei mancata così tanto» le sussurra stringendo i denti, mentre la sente sorridere contro i suoi capelli.

«Anche tu, qui è un inferno» risponde lei, guardandola negli occhi e stringendole le spalle.

Lhena avrebbe così tante cose da chiederle, ma non riesce a fare ordine in quel momento e si ripromette che appena saranno sole dovranno ritagliarsi del tempo per una bella chiacchierata, come ai vecchi tempi. A volte ha come l'impressione che loro non facciano parte di quella famiglia, che siano uscite fuori dai geni.

«E Charles?» le chiede, accorgendosi che é da sola. Secondo gli aggiornamenti degli ultimi mesi aveva capito che tra sua cugina e il monegasco stesse crescendo un solido rapporto e non vederlo lì le fa capire che qualcosa non va.

«È complicato» le conferma la più piccola. «Diciamo che entrambi ogni tanto abbiamo bisogno di un po' di pausa.»

Prima che possa chiedere ulteriori spiegazioni, Thomas arriva alle sue spalle, accompagnato da Carlos e dalla famiglia Sainz, che provvede a rivolgere ai presenti le loro condoglianze. Lhena stringe Carlos Senior in special modo, cerca in lui quell'affetto paterno che non ha mai ricevuto dall'uomo che ora é disteso nella bara di fronte a lei.

«Mi dispiace presentarmi solo adesso, signora, le faccio le mie condoglianze» Thomas si intromette tra loro, stringendo la mano di Carla, che inaspettatamente finisce per abbracciarlo.

Per Lhena é strano vedere, per la prima volta nella sua vita, un cedimento negli occhi di Carla Ibanez. Non l'ha mai vista così destabilizzata, persa. L'amore tra i suoi genitori si era spento da molti anni, ma forse dopo una vita trascorsa insieme non è più quello a contare. É l'affetto, l'abitudine, la sicurezza di avere accanto la persona che un tempo credevano di amare. Si è sempre ripromessa di non voler finire così, di non volersi accontentare, di meritare un sentimento forte. Ma più guarda l'uomo che le sta accanto da dieci mesi e più si sente soffocare, perché in quegli occhi non ritrova ciò che si aspettava di vedere nell'amore della sua vita.

Perché quello lo vedrà sempre nelle uniche due iridi scure che la fanno sentire speciale anche quando le fanno del male, le stesse che la stanno fissando sul fondo del corridoio.

Non appena il suo sguardo si scontra violentemente con quello di Daniel, Lhena é convinta di poter svenire da un momento all'altro. Le si ferma il cuore nel petto o forse va talmente veloce da non poter contare le pulsazioni. Quasi si dimentica di saper respirare.

Il suo primo istinto é quello di cercare lo sguardo cristallino di Thomas e improvvisamente non ci vede più quel futuro che aveva sempre immaginato. Lo sa che lui la ama e che darebbe tutto pur di renderla felice, in un anno è stato in grado di curare ferite che sembravano incurabili, ma quando lo guarda non si sente viva.

E la cosa peggiore é che quegli occhi scuri e imbarazzati, che la scrutano da lontano, incerti su come comportarsi, cosa dire, come colmare il silenzio scavato dai loro cuori in quel lasso di tempo che li ha divisi, la fanno bruciare ancora, la riscaldano in una stanza in cui le espressioni severe dei presenti la raggelano.

Daniel rimane lì. É fermo, immobile, ha abbandonato per qualche istante il suo lato impulsivo per soffermarsi a pensare a come agire. I loro sguardi si scontrano, come l'oceano che si infrange violentemente contro la costa, Lhena sente di incontrare una barriera rocciosa in quelle iridi che non sono più familiari come un tempo.

Sono fuoco e acqua che lottano per vedere chi la spunterà sull'altro. Sono cuore e ragione che fanno a pugni per capire se corrersi incontro come se le loro battaglie non avessero mai mietuto vittime o comportarsi come due sconosciuti che si presentano per la prima volta. E che per l'ennesima volta si scelgono.

Carlos lo raggiunge e poggia una mano sulla schiena dell'australiano, per spronarlo ad andare avanti e lui pare come essersi risvegliato da un lungo sonno. Percorre il corridoio al passo di un diesel, sempre più veloce, per poi accogliere tra le sue braccia la chioma bionda, l'unica cosa che emerge del viso di Lhena. Non sta piangendo, Daniel è convinto che abbia già versato tutte le lacrime prima del suo arrivo, ma sa che comunque le sue sono le uniche braccia che vuole ancora attorno a lei. Lo percepisce nel mondo in cui si stringe intorno al petto, pregandolo quasi di non lasciarla andare.

E lui la avvolge completamente, facendo la presa sempre più salda. Non che il risentimento o la rabbia siano passati, ma in quel momento tutto sembra annullarsi nella consapevolezza che potranno scavare fossati, alzare muri, perdersi in differenti epoche, comportarsi come sconosciuti, ma saranno sempre l'uno la fiamma dell'altra. Saranno sempre la scintilla dal quale si diffonde l'incendio, bruciando anche i rancori più radicati.

Quando lei alza il viso e lui può osservarlo più da vicino, senza mai interrompere il contatto visivo, entrambi sentono una scarica elettrica, ma la prima ad abbassare lo sguardo è la bionda, investita dai sensi di colpa. L'australiano le afferra il mento e la costringe a guardarlo nuovamente, comunicandole con gli occhi che ci sarà tempo per urlarsi addosso tutto quanto, ma in quel momento lui è lì per lei, per il suo dolore e non c'è spazio per nient'altro. E dall'espressione grata di Lhena capisce che essere lì sia la cosa più giusta che potesse.

Un po' si maledice per essere tornato da lei dopo essere stato abbandonato, ma non poteva farne a meno. É come se le loro anime fossero legate, più si allontanano, più si distruggono a vicenda, più hanno bisogno di avvicinarsi per sopravvivere.

«Tu devi essere Daniel» si intromette improvvisamente Thomas, con un'espressione confusa, ma allo stesso tempo ingenua.

Sfortunatamente Lhena gli ha raccontato tutto. Per mesi lui é stato l'unico confidente che lei aveva, la sua fonte di sfogo. Conosce quasi tutti i dettagli e si é cibato di essi per curare il cuore della bionda e ritagliarsi uno spazio che fosse solo suo. E qualcosa gli dice di esserselo assicurato, per questo anche se sa ciò che l'australiano rappresenta per lei non ha paura del confronto.

Daniel lo scruta attentamente, rivolgendogli uno sguardo confuso. É sicuro di non averlo mai visto, ma dal modo in cui lui posa una mano sulla sua schiena e dallo sguardo imbarazzato della bionda, capisce la situazione ancora prima che ci sia bisogno di spiegarla. É una coltellata nel petto, il suo cuore che si spezza in altri innumerevoli frammenti, la consapevolezza che non sarà mai libero da delusioni. Si dà dell'idiota per aver pensato di piombare davanti a lei dopo un anno e mezzo e cancellare tutto, ripartire da zero con la pretesa che lei dopo averlo tagliato fuori ci avesse ripensato e fosse pronta ad accoglierlo nuovamente. 

«Sono io» afferma, allungando una mano e sfoderando un'espressione amichevole.

Non c'è alcun bisogno di stare sulla difensiva, lei sembra aver deciso per entrambi ed ha capito che cercare di cambiare il passato non li porterà da nessuna parte. Perciò fa buon viso a cattivo gioco e comincia a pensare se valga davvero la pena di provare a rientrare nella sua vita. Il fatto che sia corso da lei ancora una volta, però, gli fa capire che in realtà non é mai stato pronto a rinunciare a lei. E mai lo farà.

Lhena potrebbe respingerlo in tutte le vite, ma la verità é che Daniel ci proverebbe sempre, anche davanti al più piccolo spiraglio. Mollare non é scritto nel suo DNA, soprattutto quando si tratta di quella che reputa la persona della sua vita. Lo capisce in quel momento, quando capisce che gli é bastato stringerla tra le braccia e realizzare che qualcuno cerca di prendere il suo posto per riaccendere in lui il desiderio.

«Sono felice di conoscerti, Lhena mi ha parlato molto di te, speravo solo di farlo in circostanze meno tristi» replica Thomas, ricambiando la stretta di mano.

L'australiano lo studia attentamente. Nessun sorriso spavaldo, nessun'aria di superiorità, neanche parole di sfida velate. Non è Manuel, è un uomo adulto, maturo, forse lui e l'australiano condividono la stessa età. Emana sicurezza, ha un fisico possente. É tutto ciò di cui Lhena ha sempre avuto bisogno. Ma non è lui. Daniel non può fare a meno di pensarlo.

«Lui è Thomas» si limita a presentarlo lei. Non un'etichetta, né altre parole. É la conferma che c'é ancora speranza.

«Mi dispiace per il ritardo» si giustifica, cambiando argomento.

«Sei qui»  constata lei, con voce tremante, ancora incredula per i minuti appena trascorsi. Ancora tremante per aver provato di nuovo la sensazione di essere stretta dalle braccia di Daniel.

«Ti ho detto che ci sarei sempre stato per te ed io le mantengo le promesse» il colpo dell'australiano arriva dritto all'obiettivo e lei lo incassa in silenzio, con la consapevolezza di non poter fare altro.

In poco tempo la casa comincia a riempirsi di tanta gente che Lhena ha visto poche volte nella sua vita e che si frappongono tra lei e l'australiano, placando la tempesta emotiva in cui erano intrappolati. Stringe mani e accetta condoglianze, rimanendo con la testa fissa ad un solo pensiero, a quelle braccia che sono così familiari anche dopo tanta distanza, dopo tanta lontananza.

Non serve a nulla provare a cancellare ciò che é già scritto in qualche stupida legge dell'universo, potrebbe mettere il suo cuore nelle mani di chiunque, ma sarebbe veramente a casa solo contro un unico petto, sincronizzato su un unico battito cardiaco, quello di Daniel. É una consapevolezza che la distrugge, butta giù le poche certezze che si é costruita nei mesi precedenti, la travolge con la forza violenta e irrazionale del loro legame, ma é qualcosa con cui dovrà imparare a fare i conti.

D'improvviso la stanza è piena e suo zio comincia a parlare, intavolando un discorso commoventemente finto sull'amato fratello che non c'è più. Lhena inizia a sentisi soffocare e cerca uno sguardo che possa essere di conforto. Non trova né quello di Carlos, né quello di Veronika, ma individua nella porta finestra della stanza accanto la sua via di fuga. Dal balcone riesce a vedere che é già occupata, ma riconosce subito quelle spalle strutturate e il suo istinto la spinge ad approfittare del momento. Si finge sopraffatta e si allontana, trovando la scusa perfetta per sgattaiolare via dalla veglia funebre. Persino Thomas non si accorge che lei non è più dentro.

Daniel neanche la sente arrivare, troppo concentrato a non farsi travolgere dalle emozioni. La bionda si ferma qualche passo più indietro, incerta sul da farsi, in bilico tra abbracciarlo o tornare dentro, evitando di finire in un baratro da cui nessuno potrà più tirarla fuori. Ma prima che decida è già troppo tardi. Lui si volta a guardarla, con quello sguardo profondo che le fa quasi perdere l'equilibrio. Le allunga la mano e la invita ad affiancarlo sulla balaustra del balcone e quando lei la afferra stranamente ritrova l'equilibrio.

Sono spalla contro spalla, con l'imbarazzo che fa da terzo incomodo. Nessuno dei due sa come ci si comporti dopo tutti i muri che hanno costruito tra di loro, dopo un anno e mezzo in cui sono diventati due estranei che condividono dei ricordi di una vita passata che amavano.

«Come ti senti in questo momento?» le chiede lui cingendola inaspettatamente con un braccio, come se fossero quelli di sempre.

Lhena rimane impietrita di fronte a quel gesto, rimane stupita dalla sua capacità di mettere tutto da parte solo per il suo bene. Lo sa che in quel momento Daniel prova emozioni contrastanti, come lei d'altronde, ma riesce a non pensarci, solo per mostrarle la sua vicinanza. E quella é la più grande dichiarazione d'amore che qualcuno le abbia mai fatto. Per un momento pensa che potrebbe persino cancellare gli errori passati.

«Sono a pezzi» gli confessa. «Non siamo mai andati d'accordo, ma non abbiamo neanche mai provato a ricucire il rapporto ed ora è troppo tardi. Il mio tempismo fa schifo come sempre.»

Lhena si passa una mano sulla fronte, sorridendo nervosamente e lui la imita, stringendola un po' più forte. Sul tempismo forse devono migliorare entrambi, ma Daniel é ancora convinto che il loro rapporto sia così speciale perché non segue le regole e le leggi dell'universo.

«Thomas mi ha chiesto di sposarlo» annuncia improvvisamente la bionda. Via il dente, via il dolore. La delicatezza non é mai stata una tra le sue migliori caratteristiche e aveva bisogno di liberarsi di quel peso che la opprimeva da quando i loro occhi si sono incontrati di nuovo. Perché da quando l'ha rivisto la sua vita dell'ultimo anno ha cominciato a perdere senso.

Daniel si irrigidisce, cercando di non darlo a vedere, ma la vena gonfia sul collo lo tradisce. Si volta verso di lei, con gli occhi in tempesta che chiedono spiegazioni e Lhena deve distogliere lo sguardo per qualche istante, per evitare di crollare. Si rende conto in quel momento di quanto male abbia fatto ad entrambi a causa del suo orgoglio, ma non si può più tornare indietro e se Daniel é li significa che vuole provare a ricostruire quel che possono sulle macerie di quello che esisteva. E se devono ricostruire devono partire dalla verità, non avrebbe potuto nasconderglielo ancora.

«Gli ho detto di sì» continua, dandogli il colpo di grazia, di fronte al suo silenzio, senza riuscire a guardarlo. «Stiamo insieme da poco meno di un anno, ma sento che è la persona giusta per me.»

Daniel annuisce, poco convinto, non potendo far altro che accettare la realtà dei fatti. Lo shock é ancora fresco, ma non può avere pretese su una persona che non é la stessa che ha lasciato all'aeroporto di Madrid prima della partenza. E in più lei è sempre stata una persona decisa ed è difficile farle cambiare idea. È finita sul serio. Tutto quello che hanno condiviso d'improvviso é interrotto da un mare di parole non dette.

«Sei felice?» è quella la sua prima preoccupazione, perché per quanta rabbia possa provare verso quegli occhi azzurri che hanno scelto il silenzio e la distanza, non può fare a meno di desiderare per lei solo una vita in cui almeno uno dei due sia felice. Potrebbe essere l'unico motore per permettergli di voltare pagina.

Lei annuisce, quasi impercettibile, soffocando un tremolio delle labbra che tradisce ogni suo tentativo di nascondere quel senso di tristezza e colpevolezza che si porta dietro da un anno. Non avrebbe mai voluto tagliare i ponti, non con Daniel, ma era l'unica scelta possibile per placare la tempesta emotiva che aveva dentro.

«Tu sei felice con Leonor?» gli chiede, con la paura di sentire una risposta che non le piacerà e con l'intento di bilanciare le cose in qualche modo.

«Ci siamo lasciati cinque mesi fa, non era quella giusta per me» taglia corto lui, dandole un altro motivo per dubitare delle sue scelte.

É come se si pugnalasse ripetutamente da sola, proprio nei punti in cui già sanguina. Deglutisce a fatica e ricaccia indietro anche la più piccola lacrima che tenta di uscire. Avrebbe un milione di cose da dire, ma tutto le muore in gola, ucciso dai passi falsi che ha mosso in passato.

«Tesoro, di là ti cercano» Thomas irrompe sul balcone, interrompendo qualsiasi cosa stesse per dire. Lhena annuisce, senza rivolgergli uno sguardo, continuando a tenere gli occhi fissi su Daniel che la guarda, calmo, in attesa della sua prossima mossa.

«Arrivo subito» risponde con la gola in fiamme, sperando che lui li lasci ancora qualche istante da soli. L'americano però non si muove e improvvisamente l'australiano inizia a sentirsi di troppo.

«Passo a trovarti domani, qualsiasi cosa chiamami» la saluta, tirandola leggermente a se e lasciandole un bacio tra i capelli, proprio sotto gli occhi attenti di Thomas. Gli passa di fianco guardandolo bene negli occhi, con un solo messaggio: Daniel Ricciardo non muore mai e non ha intenzione di rinunciare, anche a costo di lasciarci il cuore.



Mi scuso davvero tantissimo per l'attesa, non è da me, ma come ho già detto è un periodo piuttosto impegnato.

Volevo solo dirvi (chi mi segue su Instagram lo sa già), che questo capitolo è diviso in due parti perché mi era venuto troppo lungo, quindi il prossimo sarà il proseguo di questo e sarà un po' più corto del solito, ma spero vi piaccia comunque.

Colgo l'occasione per ringraziarvi infinitamente per le visualizzazioni, le stelline e i commenti, mi fanno sempre tanto piacere.

A presto con il prossimo capitolo ⭐️

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