Capitolo 21
«Dominic!» urlo affacciandomi dalla mia camera. «Smettila di cantare, che stoni!»
Austin apre la porta della sua stanza, stropicciandosi gli occhi, ancora mezzo addormentato. «Ma sono le nove di sabato mattino... che problemi ha?»
Alzo le spalle, perché sul serio non ne ho idea.
Dom ha messo la musica a palla, e sta cantando come un matto.
Giuro che se non la finisce entro due minuti vado lì e gli rompo la radio o la cassa o qualunque sia l'aggeggio con cui sta producendo la musica.
Austin mi guarda con gli occhi socchiusi. «Vai tu a picchiarlo?»
Ridacchio e annuisco.
Non sanno ancora che l'anno prossimo non verrò più a questo college: dovrò trovare presto il momento giusto per dirlo.
Mi avvio verso la sua stanza, ancora con la porta chiusa. Come fa a non pensare che ci sveglia, in questo modo?
Dio, sta svegliando tutto il college.
Busso sulla sua porta, senza preoccuparmi di fare piano.
Dopo qualche secondo un esemplare di Dominic con i capelli tutti disordinati, in pigiama, e gli occhi azzurri più scuri del solito, mi si presenta davanti.
«Hai bisogno di qualcosa?» mi chiede con un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Senza rendermene conto, Austin si posiziona di fianco a me. «Sí! Che spegni quella cavolo di radio, Dominic! Voglio dormire stronzo.»
Io ridacchio, Austin appena sveglio è sempre esilarante. «Non ridere razza di-»
Dom alza le mani. «Va bene va bene. La spengo.»
Austin ed io cacciamo un sospiro di sollievo, ma poi Dominic si appoggia allo stipite della porta, senza accennarsi a spostarsi.
«La spengo a patto che stasera usciamo.» poi punta il dito verso di me. «E che tu ti diverta.»
Austin gli stringe la mano. «Affare fatto.»
«Hey!» intervengo. «Non dovresti consultarmi, prima, Aust?»
I miei due amici alzano gli occhi al cielo, poi Dominic fa a spegnere la musica e Austin ritorna a dormire.
Io vago per il nostro appartamento per qualche minuto, poi prendo dalla mia scrivania un bel libro da leggere e mi siedo sul divano.
Mi chiedo se anche a lei piace leggere il sabato mattina, stesa sul divano e la quiete del college come sottofondo.
* * * *
Dominic, Austin, Lucie, Clare ed io ci troviamo in un bar il tardo pomeriggio.
Lucie e Dominic stanno praticamente appiccicati a fare i piccioncini, Clare e Austin mi guardano imbarazzati, forse perché sono il quinto in comodo.
Il bello? Non me ne frega niente.
Sei mesi e starò finalmente in pace.
«Uhm... ragazzi?» Voleva essere un invito a parlare, ma mi esce più come una domanda.
Dom e Lucie la smettono di baciarsi, e tutti i loro occhi ben presto sono puntati su di me.
Credo che questo è il momento di dire che io qui l'anno prossimo non ci sarò più.
«Dovrei dirvi una cosa...» sussurro a disagio.
Non mi piace avere tutti gli occhi addosso. Come se non bastasse, ho paura della loro reazione.
Mi mancheranno, ma ho paura che non saranno contenti per me appena glielo dirò.
Anche perché loro non sanno tutta la storia.
Non sanno chi ho lasciato a casa.
Lucie cerca di fare il sorriso più rassicurante del mondo. «Hey, tranquillo. Quando sei pronto ce lo dici.»
«A meno che non sei gay e non sei innamorato di me. In quel caso stai zitto.» interviene Dominic ed io scoppio a ridere.
È una battuta nello stile di Uriah.
Ora che ci penso, lui e Dom andrebbero davvero d'accordo.
Scuoto la testa. «No, non è questo. Io... a giugno me ne vado.»
Clare inarca un sopracciglio. «Be, Tobias, inizia l'estate. Ce ne andiamo tutti.»
Mi viene da alzare gli occhi al cielo, ma mi trattengo. Pensano che sia sul serio così stupido?
«No io... intendo che non tornerò a questo college a settembre. Torno a Chicago, ragazzi.»
Mi guardano tutti sbalorditi.
«Perché?» il primo a parlare è Austin. «Non ti trovi bene qui?»
«Non è questo.» mi schiarisco la voce. Mi aspettavo di peggio, ma non stanno neanche facendo i salti di gioia. «È che... c'è una persona, che ho lasciato, e che sta aspettando il mio ritorno.»
Dominic annuisce. «Quindi questo è il primo e l'ultimo anno di college insieme?»
«Già.» rispondo, ma appena vedo le loro facce tristi cerco qualcosa da dire.
Perché non mi sento così triste come dovrei?
So che la nostra amicizia non si romperà per la distanza, come non si è rotta quella con Shauna e Zeke.
«Dai ragazzi!» quasi urlo. «Abbiamo sei mesi indimenticabili da passare insieme, e poi non morirò mica. Giuro che vi verrò a trovare appena posso.»
Lucie si alza per abbracciarmi. «Mi mancherai un sacco.»
La stringo a me. È una delle amiche più care che ho.
«Anche tu, Luc.»
Dominic scuote la testa con un debole sorriso. «Dai divertiamoci, che se ci penso mi metto a piangere come una femminuccia.»
Ridiamo tutti e facciamo quello che ha detto il mio amico: ci divertiamo, godendoci la compagnia degli altri.
E so, che tutti questi momenti me li porterò nel cuore, anche a Chicago.
Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato, sia ora che nei capitoli precedenti. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
Vi adoroooo
-sil
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